giovedì 30 aprile 2015

Snapshots #3.

Salve lettori!
Un altro mese è passato ed è tempo di snapshots. E' il terzo mese che vi propongo questo personalissimo bilancio del mese che si conclude e, visto che io mi diverto a scriverlo e che molti di voi apprezzano, continuo a proporlo.

Un libro.

Il libro di questo mese è sicuramente Amore colpevole di Sof'ja Tolstaja. Ne ho già parlato e riparlato in questa lunga recensione che vi invito a leggere (se non l'avete già fatto). 
Un libro che mi ha lasciato molto, forse anche di più di quello che mi aspettavo. Per una come me che ama i russi, leggere questo libro è stato una gioia immensa.






Una copertina.

Adoro le copertine della Corbaccio. Mi piacciono per lo stile, per i piani prospettici che sfruttano, per i colori mai troppo accesi. E questo mese mi sono innamorata della copertina di La solitudine del lupo di Jodi Picoult. Mi piace. Mi piace. Mi piace. Ve l'ho già detto che mi piace?! Questo libro lo comprerò sicuramente, magari non nell'immediato, ma sarà mio. Troppo bello. E da quel che ho letto anche la trama non è male.




Una canzone.

Ad aprile mi hanno accompagnata molte canzoni, ma spesso mi sono ritrovata a canticchiare appena alzata l'ultima canzone dei Negrita: Il gioco. Quindi è questa la canzone del mese:


Un film.



L'ultimo lupo di Jean Jacques Annaud è il film del mese. Ne ho parlato qui per Parte del discorso
Un film molto bello che vi consiglio di guardare, al cinema o in dvd. Paesaggi meravigliosi. Moltissime riprese di animali e natura. 
Una storia di uomini e Natura. Una storia di progresso e vecchie usanze. Una storia sullo sfondo della quale vengono toccate tematiche importanti e molto vicine a noi come lo sfruttamento territoriale, il rapporto uomo-Natura e molte altre.


venerdì 24 aprile 2015

The opposite book tag.

Salve lettori! 
E' da molto che non vi propongo un book tag e quindi voglio rimediare. La mia amica Martina di Un buon libro e una tazza di thè mi ha proposto questo e ho deciso di farlo (qui trovate le risposte di Martina). Inutile che mi dilunghi a spiegarvi come funziona, comincio subito e capirete immediatamente!

Il primo libro nella tua collezione / Il tuo ultimo acquisto.


Il primo libro che ricordo di aver aggiunto alla mia personale libreria è La fattoria degli animali di George Orwell. Un classico. Uno di quei libri che leggi e rileggi e che, in base alla tua età, ti regala sensazioni e riflessioni diverse.
L'ultimo acquisto è stato invece Amore colpevole di Sof'ja Tolstaja (che ho già letto e del quale trovate la recensione qui). 

Un libro economico / Un libro caro.


Un libro economico (ne ho moltissimi!) è Madame Bovary di Flaubert che sto leggendo in questi giorni. La Newton Compton non avrà traduzioni perfette, l'impaginazione non sarà delle migliori, ma a certe occasioni una studentessa non può dire di no.
Il libro più caro che ho in libreria è Tatiana's table di Paullina Simons. Non perché il prezzo di copertina sia esorbitante, ma mi è costato una fortuna di spese di spedizione visto che mi è arrivato dall'Australia!

Un libro con un protagonista maschile / Un libro con una protagonista femminile.


Lettera al padre di Franz Kafka è una lettera-confessione di un figlio al padre. Il protagonista è, ovviamente, lo stesso Kafka. Una confessione, un fiume di parole, moltissimi sentimenti. Un libro davvero bello.
In Anna Karenina di Lev Tolstoj, la protagonista è Anna. Una donna che non si ferma davanti alle convenzioni, che insegue l'amore, che compie atti estremi e dimostra sentimenti profondi e umani in una società ancora imbalsamata e ingessata nelle consuetudini.

Un libro che hai letto velocemente / Un libro-mattone.


Il re dei giochi di Marco Malvaldi l'ho letto in 3 ore (e non scherzo!). Tre ore di relax, divertimento e risate. E, credetemi!, quando si arriva alla fine di un libro di Malvaldi si vorrebbe iniziarne subito un altro.
Il mammut della letteratura irlandese, invece, sebbene mi stia piacendo molto, non sono ancora riuscita a terminarlo. Mi mancano 200 pagine, ma, un po' per la mole, un po' per la mancanza di tempo, resta lì in attesa.

Una cover bella / Una cover brutta.


La cover più bella che mi viene in mente è quella di Il Maestro e Margherita di Michail Bulgakov. Rende benissimo l'idea di confusione, pazzia e assurdità del romanzo.
La cover più brutta che ho in libreria (non è la più brutta che io abbia mai visto) è quella di Il club erotico del martedì di Lisa Beth Kovetz. Un libro carino, scorrevole, estivo. Ma la copertina?! Vogliamo proprio parlarne?

Un libro italiano / Un libro straniero.


Non leggo molti autori italiani, ahimè! Però Silvia Avallone mi piace. Una giovane autrice italiana di talento. Il suo primo romanzo, Acciaio, mi era piaciuto moltissimo.
Ad autori stranieri, invece, ho l'imbarazzo della scelta. Ho deciso di nominare A cena con Anna Karenina di Gloria Goldreich che, credo, di non aver mai citato. Anche questo è un libro estivo, fresco, piacevole e scorrevole.

Un libro sottile / Un libro spesso.


Un libro sottile che mi è piaciuto tanto è Cuore di cane di Michail Bulgakov. Anzi vi consiglio di leggerlo! E non vi dico niente altro.
Un libro spesso è sicuramente il libro che mi ha regalato il mio ragazzo a Natale: Racconti di Anton Cechov. Un libro molto bello (ho letto circa 200 pagine), ma scritto piccolo e fitto. Credo mi ci vorrà molto per leggere tutte le 1200 pagine.

Un romanzo / Un non-fictional book.


Road to paradise di Paullina Simons. Uno dei miei ultimi acquisti. Non l'ho ancora letto, ma sono una fan sfegatata dell'autrice e so per certo che sarà un bel romanzo.
Leggere Lolita a Teheran di Azar Nafisi non è un romanzo, è un racconto di vita, una biografia, una testimonianza. Un libro intenso e coinvolgente che ogni donna dovrebbe leggere.

Un romanzo molto....troppo romantico / Un romanzo pino d'azione.


Il gusto proibito dello zenzero di Jamie Ford, come sapete bene, visto che ne ho già parlato, non mi è piaciuto. Non è tanto per il troppo romantico (in realtà tratta eventi storici poco noti e che fanno riflettere), ma per quella delicatezza quasi eccessiva che appartiene a molti orientali e che si diffonde a macchia d'olio per tutto il romanzo. Colpi di scena zero.
L'avvocato di strada di John Grisham, al contrario, è un romanzo dinamico, ricco di colpi di scena e azione. Molto bello.

Un libro che ti ha resa felice / Un libro che ti ha resa triste.



Per questa ultima domanda ho scelto due libri di Paullina Simons (la mia cara Paullina).
Il cavaliere d'inverno mi ha resa molto felice. Uno dei miei libri preferiti in assoluto. Una grande storia d'amore in una cornice storica significativa. E poi, è uno dei primi romanzi che ho letto durante l'adolescenza e mi è rimasto nel cuore.
The girl in Times Square racconta una grande storia d'amore, ma il tema della malattia è quello principale. Ammetto di essere stata sul punto di piangere più volte, anche se il finale è positivo, per fortuna!


Bene!, ce l'ho fatta. Sono arrivata in fondo a questo lungo tag. Spero vi siate divertiti e spero anche di avervi suggerito qualche buon titolo. Ovviamente, se decidete di farlo, lasciatemi il link alle vostre risposte qui sotto.
Alla prossima

giovedì 23 aprile 2015

Presentazione #8: Maria Cristina Sferra.

Salve lettori! Nuovo appuntamento con gli autori italiani e i loro lavori. Oggi conosciamo insieme Maria Cristina Sferra. 

Il libro.

Un viaggio itinerante a Cuba, una giovane donna sola, un uomo misterioso e affascinante, un incontro casuale e una camera d'albergo da condividere. Mentre i giorni trascorrono, tra i due protagonisti cresce un'attrazione irresistibile che li conduce a un lento e inesorabile avvicinamento. Il racconto si snoda sulle strade dell'isola percorrendo luoghi, incontri e atmosfere. Una settimana più un giorno per indagare tutte le sfaccettature segrete di un sentimento che nasce. Coinvolgente, emozionante, romantico, è un libro consigliato a chi ama le storie d'amore delicate.



L'autrice.

Maria Cristina Sferra è nata nel 1965. Si è diplomata al liceo artistico, sezione culturale, quindi ha seguito il corso post-diploma di grafica pubblicitaria alla Scuola di Arte Applicata all'Industria del Castello Sforzesco di Milano. Giornalista professionista dal 1991, ha lavorato per molti anni presso la casa editrice Hachette-Rusconi come responsabile dell'ufficio grafico di un mensile femminile. Durante il suo percorso creativo ha ideato e realizzato progetti di grafica editoriale e pubblicitaria, ha redatto articoli per riviste settoriali e scritto racconti e poesie. Si è inoltre occupata a lungo di ricerca iconografica. Da alcuni anni progetta e gestisce blog, pagine social e siti web dei quali cura immagine e editing. Da sempre appassionata di fotografia, ha partecipato a diverse mostre d'arte e le sue immagini sono state pubblicate su libri, riviste e sul web. Da diversi anni studia, sperimenta e scrive di cucina naturale. Ama e pratica il tango argentino. Accompagnata da una buona scorta di ottimismo e perseveranza, cerca sempre di realizzare i suoi sogni. A mezzogiorno del mondo (una storia d'amore) è il suo primo romanzo.


Anche questa volta, ho approfittato della disponibilità dell'autrice per porgerle alcune domande.

Visto che questo è un blog che parla di libri, vorrei sapere qual è il tuo libro preferito e perché. E magari anche qual è il tuo autore preferito. 
Compito difficile, quello di scegliere un solo libro preferito. Credo che l'emozione suscitata dalla lettura sia profondamente legata al nostro stato d'animo. Quest'ultimo cambia nel corso del tempo e così si trasformano anche le nostre preferenze. Posso dire che ho amato molto Oceano mare di Alessandro Baricco, così come quasi tutti i libri di Isabel Allende. Forse sono proprio loro due i miei autori preferiti. Un altro libro che mi è rimasto impresso è Nostra signora della solitudine di Marcela Serrano, così come Gli occhi negli alberi di Barbara Kingsolver, e anche Le voci del mondo di Robert Schneider. Non posso poi dimenticare le poesie di Pablo Neruda. Mi fermo qui, anche se mi sembra una scelta troppo ristretta! Sono tantissimi i libri meravigliosi che ho letto. 

Quando è nata la tua passione per la scrittura? E da dove pensi sia scaturita? 
La passione per la lettura e per la scrittura è nata in me da bambina ed è stata fortemente influenzata dall'amore con cui la mia insegnante delle elementari ha saputo trasmettermi la magia della parola scritta e delle storie narrate. Fu lei a consigliarmi il primo libro “da grande” che lessi. Ho iniziato a scrivere poesie durante il periodo delle scuole medie. Crescendo poi, ho cominciato a scrivere anche racconti. 
Scrivo da sempre per pura passione e prepotente necessità. Nel corso degli anni ho scritto anche per professione su riviste e sul web. 
Per il momento ho terminato un solo romanzo dal titolo A mezzogiorno del mondo (una storia d'amore). Attualmente sto lavorando a una raccolta di racconti brevi, ma non so quando riuscirò a concluderla perché la promozione del libro è molto impegnativa e il tempo residuo è poco. Ho anche altri progetti in mente e spero di riuscire, prima o poi, a realizzarli. 

Come hai fatto a pubblicare i tuoi lavori? Ti sei affidata ad una casa editrice o hai fatto da te? 
Ho pubblicato il mio romanzo A mezzogiorno del mondo (una storia d'amore  in modo indipendente. Non l'ho mai inviato a una Casa Editrice perché il farlo avrebbe comportato lunghissimi tempi di attesa e nessuna certezza di pubblicazione. Confesso che non ho avuto la pazienza necessaria, ma credo che essere editori di se stessi sia comunque una grande opportunità. Per i progetti futuri, non escludo di provare con una CE scelta accuratamente.

Io ringrazio Maria Cristina per essersi prestata a questa presentazione/intervista. Vi lascio i link al suo sito e alla sua pagina Facebook se volete scoprire qualcosa di più. Alla prossima!

giovedì 16 aprile 2015

Presentazione #7: Gabriele Dolzadelli.

Salve lettori!
Eccomi qui a presentarvi un giovane autore emergente e il suo romanzo. Oggi conosciamo insieme Gabriele Dolzadelli e il suo libro Jolly Roger - La terra di nessuno

Il libro.

La terra di nessuno è il primo volume della saga Jolly Roger, nonché libro d'esordio di Gabriele Dolzadelli.

Ambientato nel 1670, narra le vicende di un giovane irlandese di nome Sid, che intraprende un lungo viaggio verso il Mar dei Caraibi alla ricerca del fratello Alexander. Il viaggo lo porterà fino all'isola di Puerto Dorado, piccolo fazzoletto di terra conteso dalle principali potenze europee dell'epoca (Francia, Inghilterra ed Olanda) che ben 9 anni prima si erano alleate per spodestare gli spagnoli dalla colonia. Sid scoprirà presto come Puerto Dorado nasconde un misterioso segreto e che la scomparsa di Alex ne è strettamente collegata. Intrighi, complotti e sotterfugi farciranno le giornate caraibiche dei protagonisti, mentre una nave pirata ancorata all'orizzonte attende con pazienza la propria occasione.

L'autore.

Ragazzo valchiavennasco di 26 anni (classe 1988). Vive a Chiavenna (SO) con sua moglie Natalie, con cui è sposato da tre anni ed attualmente lavora come panettiere in un'azienda locale.
Sin da bambino ha sempre avuto la passione per i romanzi. Inizialmente accanito fan di Michael Chricton (Jurassik Park, Sfera, Congo e TimeLine solo per citarne alcuni) si è poi lasciato trasportare anche da autori come Ken Follett, George R.R.Martin e molti altri, spaziando dal genere avventuroso ai thriller, fino ad arrivare alla fantascienza.
Se dovesse scegliere tre romanzi a cui è particolarmente legato, direbbe senza ombra di dubbio 10 piccoli indiani di Agatha Christie, Un piano semplice di Scott Smith e Il signore delle mosche di William Golding. Questo perché li ritiene romanzi molto significativi e che riescono a saper mescolare bene le carte in gioco disorientando spesso il lettore riguardo a quali personaggi siano realmente buoni e quali no, disegnando processi di maturazione che portano i protagonisti a passare da un fronte all'altro, spesso senza che ce ne si accorga realmente. Sono stati questi generi di letture, uniti alla sua passione per i telefilm, a dargli lo spunto necessario per buttarsi nella scrittura, volendo creare una storia che potesse racchiudere tutti questi elementi attraverso gli occhi di diversi protagonisti ed un sapiente uso di flashback.
Inizia a scrivere Jolly Roger nel 2012 per poi terminarlo un anno dopo. Il romanzo rimane poi nel cassetto a lungo fino a che, riscuotendo pareri molto favorevoli fra i conoscenti, suoi lettori "zero", decide di provare a debuttare nel mondo dell'auto-pubblicazione. Ora il libro è disponibile online sia in formato cartaceo che in e-book e trova consensi nella critica e nelle recensioni ricevute. L'affetto mostrato dal pubblico gli ha dato la carica necessaria per continuare questa avventura così che nel luglio del 2014 comincia la stesura del secondo volume: Le chiavi dello scrigno, che uscirà nella primavera del 2015.

Come in ogni presentazione che si rispetti, non possono mancare alcune domande all'autore.

Solitamente un autore giovane ed emergente progetta un romanzo per volta. Come ti è venuta l'idea di impegnarti in una saga? E' un progetto molto ambizioso e ammirevole...
Direi che è stato qualcosa di molto naturale. Questo perché quando ho iniziato a scrivere Jolly Roger avevo già in mente una storia che non riguardasse un solo protagonista, ma che comprendesse più sotto-trame, sviscerando diversi personaggi.
Mi avevano molto affascinato romanzi come quelli di Ken Follett (Century Trilogy), George R.R.Martin (Il trono di spade o Wild Cards) e Frank Schätzing (Il quinto giorno) in cui si offre al lettore la possibilità di visionare prospettive diverse di una stessa vicenda.
A questo aggiungiamo il fatto che mi aveva anche entusiasmato l'utilizzo dei flash-back in alcune serie tv odierne, come Lost, Once Upon a Time, Revolution ecc.. che mi avevano ispirato ad usare la stessa tecnica anche su carta, così da dare lo stesso effetto di profondità dei protagonisti.
Il risultato? E' stato quello di avere più personaggi, più storie e più back grounds e di certo non si poteva contenere un progetto simile in un solo libro.
Così ho iniziato a disegnare lo scheletro di una saga che ora sta prendendo sempre più forma.
Non mi sono preoccupato troppo della commercializzazione del prodotto.
Ho semplicemente voluto scrivere quello che mi andava di scrivere. Ne è venuto fuori qualcosa di spontaneo ed originale.

Da quello che ho capito leggendo la tua biografia, sei un lettore "forte" (per usare la terminologia che va di moda in questi tempi e che indica una persona che legge molti libri). Leggere molto ti ha aiutato nella stesura del tuo libro? Ti ha permesso di orientarti maggiormente su un certo stile o, piuttosto, di ricercare certi elementi stilistici e narrativi?
Lettore forte è una parola grossa. Almeno, un tempo credevo di esserlo, ma raffrontandomi con diversi gestori di blog che recensiscono libri, i quali a volte leggono più di 60 romanzi all'anno, ho capito che ho parecchia strada da fare a riguardo!
Comunque, l'aiuto avuto dai libri è stato più sull'uso delle tecniche narrative che sullo stile. Non credo di avere uno scrittore, tra quelli che sono sui miei scaffali, che ha uno stile simile a quello da me utilizzato. Diversi blog hanno definito la mia maniera di scrivere semplice e diretta. Personalmente ho cercato di disegnare le immagini delle situazioni e degli ambienti con poche parole ma ben chiare. Questo è stato molto apprezzato. Spero che continui ad esserlo.

Hai auto-pubblicato il tuo libro. E' stato difficile? E, soprattutto, è stata una scelta obbligata, non avendo trovato una casa editrice fisica disposta a credere nel tuo lavoro, oppure hai sempre creduto nel self-publishing?
Il self-publishing è stata una scelta conseguente ai miei obiettivi iniziali, ossia quelli di avere un'opera per me e i miei amici. Furono loro stessi ad incoraggiarmi a trovare un modo di stampare la mia opera affinché ne potessero avere una copia. Così feci ed in breve mi lasciai anche allettare dall'idea di utilizzare lo stesso strumento per renderla disponibile anche ad altri, soprattutto qui dove vivo io attraverso le cartolibrerie.
E' stato un mondo nuovo che non conoscevo. Un mondo che aiuta molto gli scrittori emergenti ma allo stesso tempo è pieno di insidie.
Al giorno d'oggi sono molti coloro che ricorrono a questo tipo di pubblicazione e dunque ci sono in Italia migliaia e migliaia di autori e romanzi che variano da quelli di qualità a quelli scadenti (dato che nell'auto-pubblicazione non può essere garantita la qualità del libro).
Bisogna imparare a destreggiarsi e credere nel valore del proprio romanzo e nella sua capacità di distinguersi.
In più la difficoltà sta anche nel fatto che l'autore autopubblicato deve svolgere tutte le funzioni che adempie la casa editrice. Deve finanziarsi e pubblicizzarsi e questo può essere arduo.
Ma alla fine, quando vedi che nonostante tutti gli scogli riesci a raggiungere diversi lettori ed appassionarli hai una grande soddisfazione che ripaga tutti gli sforzi.
Fino ad ora sono stato contattato da tre note case editrici, che però mi hanno proposto un contratto a pagamento che ho prontamente rifiutato. Altre non a pagamento mi hanno fatto i complimenti per l'opera ma non era nella loro politica un progetto a più volumi.
Per il momento rimarrò dunque sulla strada del self-publishing ma sono ben disposto a valutare, in futuro, proposte di case editrici non a pagamento che vogliano investire in questo progetto.

Io ringrazio Gabriele per la disponibilità. Gli auguro che il suo romanzo (anzi!, la sua serie di romanzi) possa avere un buon riscontro di pubblico e critica.
Alla prossima!

mercoledì 15 aprile 2015

Amore colpevole, Sof'ja Tolstaja.

Titolo: Amore colpevole.
Autore: Sof'ja Tolstaja.
Casa editrice: Baldini & Castoldi.
Pagine: 196.

Trama: Il destino di Sof'ja Tolstaja, moglie di Lev Tolstoj, fu quello di vivere all'ombra di un uomo di genio, come spesso accade a una donna di talento. Sof'ja bruciò la sua prima novella (che impressionò Lev per la sua "forza di verità e semplicità") e decise di dedicare tutta la vita al marito, divenendo non solo una devota compagna e madre dei suoi figli, ma anche un'attenta lettrice delle sue opere che corresse e trascrisse per lui. In "Amore colpevole", del 1893, Sof'ja risponde a Tolstoj e alla sua spietata analisi del matrimonio contenuta nella "Sonata a Kreutzer". È la gelosia di Leitmotiv, che corrode dapprima la fiducia e poi genera disprezzo. Ma Sof'ja non incolpa una delle due parti, bensì restituisce dignità a entrambe esplorando con finezza psicologica l'animo umano. Anna, una giovane bella e solare, ama la natura, legge, dipinge e sogna l'amore totale. Ha solo diciotto anni quando il trentacinquenne principe Prozorskij, folgorato dalla sua bellezza, la chiede in sposa. Convinta di aver trovato in lui il vero amore, dovrà invece scontrarsi con un marito capace di concepire questo sentimento solo come possesso carnale... Sarà un vecchio amico del principe, Bechmetev, uomo sensibile e incline all'arte, a farle conoscere quella consonanza di anime in cui crede, ma Anna non tradirà il marito né i suoi amati figli, bensì continuerà a lottare per il suo matrimonio. Fino a quando Prozorskij, roso dal dubbio e dalla gelosia, trasformerà quell'amore puro in un "amore colpevole".



La sonata a Kreutzer è uno dei romanzi brevi più noti di Lev Tolstoj. In esso Tolstoj mette per iscritto le sue idee su amore e matrimonio. Il matrimonio non è altro che una convenzione, un'usanza, un obbligo, che nulla ha a che fare con l'amore. Tolstoj dipinge il matrimonio come la fine della vita per l'uomo e per la donna. Il matrimonio non è amore. Il matrimonio è convenzione sociale. 
Il quadro che esce da questa descrizione non è incoraggiante, anzi irrita, infastidisce. Nella postfazione, poi, Tolstoj marca a fondo la sua idea sull'amore e, probabilmente, è proprio per questa postfazione, più che per la Sonata in sé, che Sof'ja Tolstaja si sentì in dovere di rispondere al pensiero del marito. 
Dovrebbe venire modificato il giudizio che si ha dell'amore carnale, in modo che uomini e donne vengano educati in famiglia e in società a non considerare, sia prima che dopo le nozze, l'amore e il rapporto carnale ad esso collegato quale condizione sublime e poetica, come si fa adesso, bensì quale condizione bestiale, umiliante per l'individuo. (Sonata a Kreutzer)
Sof'ja Tolstaja, nota anche come Sonja, era una promettente scrittrice, nonché devota delle belle arti e della letteratura. Conobbe Tolstoj giovanissima e abbandonò tutte le sue passioni per stare accanto al genio-Tolstoj e ai loro 13 figli. Divenne così la donna-ombra di uno dei più grandi e conosciuti geni della Letteratura Russa. Sof'ja fu per anni traduttrice, correttrice di bozze e consigliera del marito.
Ma non tutto fu rose e fiori. Nel corso della loro vita coniugale, i rapporti tra i coniugi Tolstoj si incrinarono a tal punto che, al capezzale del genio morente, Sof'ja non fu ammessa (ed è lei stessa a raccontarcelo nella sua autobiografia riportata in fondo al romanzo).

Nel romanzo Amore colpevole, la Tolstaja racconta la sua idea di matrimonio e amore. E risponde così per iscritto al marito in merito alla Sonata. Quello che ne esce è il racconto della vita di Anna che, per buona parte del romanzo, si svolge in parallelo alla vita di Sof'ja. Infatti, le vite di Anna e di Sof'ja si differenziano solo per il finale.

Anna si sposa giovanissima con un caro amico della madre: il principe Prozorskij. Anna è persa per questo uomo così maturo, che dimostra così tanto interesse per lei, giovane, acerba e inesperta. Ma ancora prima di sposarsi si accorge che nel principe esiste un sentimento diverso dall'amore puro che lei prova: il possesso (inteso come quell'intensa voglia di poter possedere qualcuno carnalmente, non per amore).
Il misterioso fascino della sua innocenza infantile eccitava lo scapolo maturo che vedeva nella fanciulla quel raro tipo di donna che dietro un'immagine ingenua cela in realtà una femminilità passionale, creativa e spontanea. E sebbene nell'animo della fanciulla facessero da contrappeso a quella natura saldi ed elevatissimi ideali di religiosità e purezza, il principe non sapeva né cogliere né apprezzare quelle qualità. Invece percepiva chiaramente le prime e di conseguenza ora divorava Anna con quello sguardo animalesco che l'aveva tanto confusa e spaventata.
Anna sposa il principe. Nascono dei figli. Ma l'amore che Anna sognava e provava, si scontra con i sentimenti di Prozorskij: amore carnale, possesso, gelosia...
Anna si sente annientata, ferita nell'animo e nei sentimenti, ma continua a restare a fianco di un marito che non la apprezza.
"Possibile che sia tutta qui la vocazione femminile?" pensava Anna. "Mettere il proprio corpo a disposizione di un neonato e poi di un marito? Per sempre! Ma dov'è finita la mia vita? Dov'è finito il mio io? Quell'io autentico che una volta aspirava a elevarsi e a servire Dio e i propri ideali? Stanca, sfinita, soccombo. Non ho una vita mia, nè terrena nè spirituale. Eppure Dio mi ha dato tutto: salute, forza, doti...e persino felicità. Perché dunque mi sento così infelice?"
E proprio quando ad Anna sembra di essere votata ad una vita vuota, entra in scena Bechmetev, un amico del marito, che fin da subito dimostra interesse per Anna e per le sue doti (siano esse quelle di pittrice o quelle di madre). Anna e Bechmetev diventano ben presto amici, e anche qualcosa di più. Ma l'amore tra i due rimarrà sempre platonico, Anna non tradisce il marito, sebbene sia conscia di aver trovato in Bechmetev quello che nel marito non aveva mai trovato. L'amore tra i due è un amore platonico sofferto, che fa male anche al lettore. Due anime così affini separate dagli eventi di una vita che non sembra la loro. Un amore "da favola" che viene distrutto dalla vita reale, fatta di un marito e di figli. Anna resta fedele, sempre, ma il principe, accecato dalla gelosia (sì, perché dopo non aver calcolato la moglie per tutta la vita, il principe apre gli occhi ed è pure geloso dell'amicizia di Anna con Bechmetev!), uccide la moglie.

E' la prima volta che mi capita di leggere un racconto così intenso, doloroso, e allo stesso tempo illuminante. Credo che quando, nel 1892-1893, Sof'ja scrisse questo racconto di amore malato e femminicidio non fossero temi così usuali, scritti da una donna poi!, quindi questo piccolo volumetto rappresenta un'importante testimonianza del pensiero femminile di fine Ottocento. 

Ho già detto di quanto le vite di Anna e Sof'ja siano parallele fin quasi alla fine. Sof'ja Tolstaja ci regala una postfazione particolare: una breve autobiografia. Ma non si tratta di un'autobiografia comune perché, nel raccontarci la sua vita, la Tolstaja non si dimentica di raccontarci qualcosa anche del genio-Tolstoj: la nascita delle opere, le pubblicazioni, la "conversione ai Vangeli" di Tolstoj, e via dicendo. Attraverso le parole di Sof'ja, ci viene presentato un Tolstoj diverso, padre e marito, oltre che scrittore. 
Nikolaj Nikolaevič Strachov veniva spesso a trovarci, trattenendosi a lungo; era per tutti noi l'amico amato e rispettato. Ogni volta si commuoveva profondamente per il nostro modo di vivere e s'inteneriva per i bambini. Soleva dire: «Devo scrivere assolutamente di Jasnaja Poljana e della vita di qui». Ma non realizzò la sua intenzione.
Le parole di Sof'ja aprono le porte di un mondo privato del genio e dell'uomo Tolstoj e, anche per questo, dobbiamo esserle grati di non aver sprecato completamente il suo talento per votarsi unicamente all'uomo che aveva sposato.

Io credo di essermi dilungata moltissimo, ma questo libro lo meritava davvero. Per due motivi: il primo è che è un romanzo che parla di amore, amore puro e amore malato, di femminicidio e di sentimenti umani; il secondo è che ci regala uno spaccato di vita di Tolstoj che non avremmo mai potuto conoscere se non attraverso le parole della moglie. 
Non ho approfondito molto il tema della Sonata e, purtroppo, non ho una recensione a cui rimandarvi perché ho letto il romanzo prima di entrare nel magico mondo dei blog ed esiste solo un brevissimo commento sul mio profilo aNobii. Ma se vi interessa, sul web potete trovare moltissime informazioni.
Io vi consiglio di leggere entrambi i romanzi. Prima La Sonata a Kreutzer e poi Amore colpevole
Aspetto i vostri commenti e vi ringrazio per avermi letta anche oggi!
Alla prossima!

venerdì 10 aprile 2015

Gala Cox - Il mistero dei viaggi nel tempo, Raffaella Fenoglio.

Titolo: Gala Cox - Il mistero dei viaggi nel tempo.
Autore: Raffaella Fenoglio.
Casa Editrice: Fanucci.
Pagine: 487.

Trama: Gala Cox Gloucestershire ha quindici anni e frequenta il liceo artistico. Ha un carattere indeciso, un'intelligenza fuori dal comune e la passione per le materie tecniche. E non sta affrontando un bel momento. Ha appena perso la sua migliore amica, Nadia, in un terribile incidente dai risvolti misteriosi e suo padre se n'è andato di casa. Ora vive solo con la mamma, Orietta, medium scostante e autoritaria, e alcuni spiriti vaganti tra i quali l'indiano Matunaaga e la monaca benedettina Ildegarda di Bingen. Gala crede di sapere tutto sull'aldilà, fino a quando non inizia a frugare nello studio del papà alla ricerca di una traccia che le permetta di ritrovarlo. Qui, una scoperta casuale le aprirà le porte di un mondo prima sconosciuto e lei dovrà ricredersi e affrontare una lotta che la renderà una ragazza più forte, molto più di quanto abbia mai potuto immaginare.



Avevo già parlato di questo libro qui in occasione di una presentazione del libro stesso e dell'autrice. La trama mi aveva incuriosita e l'autrice è stata così gentile da inviarmi una copia del romanzo. Non l'ho letto subito, perché, come sapete, i miei tempi a volte non sono immediati e poi non riesco a leggere più di un libro per volta. Amo immergermi in un mondo alla volta per assaporarlo a pieno. E che mondo quello di Gala Cox! Ma andiamo con ordine...

Il romanzo è inserito nella categoria narrativa YA, ma forse è limitativo definirlo un libro per ragazzi. La protagonista, Gala Cox Gloucestershire, è una quindicenne molto particolare: ama la scienza, l'ingegneria, le formiche, e vive con una madre medium e con degli strani personaggi riemersi dal passato.
Gala, nonostante la giovane età, è già stata messa a dura prova: ha incontrato la morte, ha conosciuto il dolore e lo smarrimento. La perdita di qualcuno che si ama è un tema delicato, a qualsiasi età, ma per una ragazzina il trauma è grande. In più, suo padre sembra essere sparito e Gala se ne assume la colpa.

Gala vive la sua vita divisa tra un prima e un dopo. Il prima è fatto di ricordi di una vita che, con Nadia, se ne è andato e non può tornare. Il dopo è fatto di una vita nuova che Gala non ama e mal sopporta, senza Nadia e senza il padre. Ben presto però Gala si troverà a fare i conti con un dopo-del-dopo (che diventa quindi un altro prima) e scoprirà, crescendo, quanto la vita possa essere ricca di sorprese e colpi di scena.

Con Gala si visitano molti mondi: il XIX secolo, la Londra del 1889, ma anche i mondi degli spiriti e dei personaggi particolari che popolano la sua casa. Perché, come dice il titolo, la storia non si svolge tutta nello stesso periodo temporale, ma entrano in gioco viaggi nel tempo e artifici straordinari. I colpi di scena, soprattutto nel finale, non mancano, ma non svelo nulla altrimenti il rischio di rovinare la sorpresa a chi vuole leggerlo è altissimo.

Ammetto di aver provato subito simpatia per Gala, questa ragazzina così diversa dalla comune ragazzina di oggi. Gala è diversa (e non solo per la strana famiglia con cui vive): ama cose che i suoi coetanei non hanno nemmeno idea che esistano, vive quotidianamente eventi che i più pensano impossibili e surreali. Ma Gala è anche normale nella sua diversità: i suoi sentimenti sono comuni a tutte le ragazzine della sua età, il suo disagio a cambiare scuola, le litigate con i genitori, i primi amori, le amicizie, sono tutti elementi che la accomunano ad ogni quindicenne del mondo. E, quindi, anche se per me i quindici anni sono passati da un bel po', ho rivisto in Gala una parte di me che me l'ha resa subito simpatica.

Nella prima parte del romanzo ho fatto un po' fatica ad entrare nella storia. Non riuscivo a capire dove la storia sarebbe andata a parare (e poi Edvige-Nadia non è che mi stesse poi così simpatica!). Nella seconda parte, invece, quando gli eventi hanno cominciato ad avere un senso ed è entrato in scena Dennis, caro e singolare Dennis!, la storia ha preso ritmo: prima lentamente e poi sempre in modo più incalzante, tanto da costringermi a non staccarmi dalle pagine per nulla al mondo.

All'inizio del romanzo Gala è ancora una bambina, ma nel corso della narrazione, anche grazie all'aiuto e al sostegno di Matunaaga, cresce, si fortifica, diventa grande.
Il romanzo è stata una lettura piacevole. E' ben scritto, scorrevole. La copertina e il formato del libro sono molto belli e accattivanti. Credo sia una buona lettura anche per i ragazzi perché non è tutto perfetto: i personaggi non sono perfetti, ma sono reali, sbagliano, si arrabbiano, piangono, litigano e fanno pace. Non viene proposto un quadro di perfezione talmente perfetto da essere irreale, ma un quadro reale nel quale molti ragazzi possono riconoscersi. Gala è un'eroina che si scopre tale nel corso della storia: scopre le sue doti, le sue capacità, i suoi sentimenti, non ha già tutto pre-confezionato dall'inizio.

In definitiva, io mi sento di consigliarvelo. Sia per voi sia per un eventuale regalo a qualche ragazzino o ragazzina. Non ve ne pentirete! E, ovviamente, se lo avete letto o lo leggerete, aspetto un vostro commento.

martedì 7 aprile 2015

Presentazione #6: Giuseppe Cozzo.

Salve lettori!
Oggi conosciamo insieme un giovanissimo scrittore emergente, Giuseppe Cozzo, che ha scelto questo blog per presentare il suo libro di esordio Chelsea & James

Il libro. 

Stati Uniti d'America. Nel tentativo di perseguire il proprio personale senso di giustizia, due ragazzi cercano di fuggire da un ingombrante passato, che li condiziona fortemente. La moralità, immancabilmente relativa, viene messa in discussione, mentre un viaggio li porterà via dalla zona in cui hanno imparato a soffrire. Scopriranno che allontanarsi da un luogo è possibile, ma prendere le distanze dalle proprie vite è un obiettivo che può essere raggiunto solo conoscendo sacrifici forse insopportabili.


Il libro è disponibile, sia in formato cartaceo che in formato e-book, su Amazon, CreateSpace edizioni.

"Negli occhi di Chelsea vedo qualcosa che mi spinge ad andare avanti. Non solo. Qualcosa che mi guida, che mi conduce lungo la strada da seguire, e non si limita ad indicarmela. È una strada che potrei non essere in grado di percorrere. Non so se sia in difetto di coraggio o capacità, ma sento che dovrei provarci ugualmente. A qualunque costo."

L'autore.

Giuseppe Cozzo è nato il 10 gennaio 1992. Gli studi universitari non gli impediscono di coltivare la passione per la scrittura, culminata con la realizzazione del suo romanzo d’esordio, Chelsea & James, pubblicato senza alcun contributo economico. Per restare in contatto con i suoi lettori, oltre a gestire una pagina Facebook ed un profilo Twitter, cura un blog personale. Sta lavorando al prossimo romanzo, che verrà pubblicato nell'autunno del 2015.


Come sempre, ho approfittato della gentilezza dell'autore per porgergli alcune domande.

Sei giovanissimo. Hai solo 23 anni, ma hai già pubblicato il tuo romanzo d'esordio Chelsea & James e presto ne pubblicherai un altro. E' sempre stato il tuo sogno fare lo scrittore?
Al contrario. Da adolescente, chi giudicava i miei scritti mi etichettava come troppo sintetico e privo di fantasia. Non avrei mai pensato che qualche anno dopo, mentre frequentavo le superiori, avrei avvertito il desiderio crescente di mettere su carta le mie idee. Ne ho avuto la possibilità solo dopo essermi iscritto all'università. Ed ho intenzione di continuare.

Essendo giovane sei molto "social". Gestisci una pagina Facebook, un profilo Twitter e un blog. Questa "socialità" ti aiuta a raggiungere un pubblico maggiore? E, soprattutto, qual è stata la risposta del pubblico al tuo primo romanzo?
Internet mi è utile non solo per farmi conoscere, ma anche per restare in contatto con i miei lettori. Credo che il rapporto tra lettore ed autore debba essere coltivato costantemente, e non restare circoscritto alle sole pubblicazioni, che avvengono a distanza di molto tempo. Quanto al riscontro, ho pubblicato solo da poche settimane, e quindi il campione, anche se autorevole, è ridotto. Ma finora ho ricevuto solo pareri gratificanti.

Per pubblicare il tuo libro hai optato per il self-publishing. Scelta obbligata o decisione ponderata?
Ho rinunciato da subito e senza esitazione all'eventualità di pubblicare con un editore a pagamento. All'auto-pubblicazione avrei preferito il sostegno di un editore, specie se con rilevanti possibilità di diffusione. Ma le case editrici sono attualmente sommerse da richieste che non riescono a smaltire. Il rischio che corrono è quello di lasciarsi sfuggire l'occasione di editare qualche buon romanzo, categoria nella quale spero e credo rientri il mio.

Infine, perché un Lettore dovrebbe leggere il tuo romanzo? Cosa lo rende speciale e appetibile? 
La scrittura è una forma d'arte, e, in quanto tale, include molti aspetti di soggettività, a cominciare dalla trama e dallo stile, sui quali spesso si è erroneamente abituati a ragionare per assoluti. La qualità formale, invece, è un elemento che tende all'oggettività, e mi sento di dire che il mio sia un romanzo ben scritto. E non ci sono riempitivi inutili: ogni parola è scelta con cura e funzionale alla trasmissione di emozioni attraverso la narrazione.

Anche questa presentazione termina qui. Spero di avervi incuriositi almeno un po'. Se volete scoprire di più sul libro e sull'autore, nella biografia, trovate tutti i contatti.
Alla prossima!

venerdì 3 aprile 2015

Presentazione #5: Tasha Black.

Salve lettori!
Oggi scrivo per introdurre una scrittrice di paranormal romance: Tasha Black. Questa presentazione è stata resa possibile grazie alla collaborazione di chi si è occupato della traduzione e dell'editing dei romanzi della serie.

La serie.

La serie La maledizione dell'alfa è composta da tre volumi, disponibili sia singolarmente che in un unico tomo (che vedete nell'immagine qui a lato).

Entrate in un mondo di mutaforma, fantasmi e romanticismo!
La maledizione dell'alfa è la storia di Ainsley Connors, una immobiliarista di New York che è scappata dalla sua cittadina natale perché pensava di aver commesso un crimine. Deve però tornare lì, a Tarker's Hollows, per sistemare le cose dei suoi genitori. Dopotutto, non può far trapelare il fatto che in famiglia fossero tutti lupi mannari! Per lei però non è così semplice: ritrova amici perduti, incontra un nuovo amore, e si ritrova di nuovo invischiata nelle storie della sua infanzia. E non solo, scopre che la città non è quello che sembra...

La serie è disponibile nei migliori store online in formato e-book e presto anche in formato cartaceo. 

L'autrice.

Di Tasha Black si sa molto poco. Non esistono biografie ufficiali ed esaustive e nemmeno fotografie ufficiali. Sul suo sito internet, però, l'autrice scrive: "Tasha Black vive in una grande vecchia casa vittoriana in una piccola cittadina universitaria. Ama i romanzi rosa paranormali e il caffè-latte speziato alla zucca."

Per capire qualcosa di più di questa autrice che, a quanto pare, vuole conservare un alone di mistero attorno alla sua persona, vi riporto l'intervista che appariva come presentazione/sinossi sul primo volume (ora è stata cambiata).

Come hai iniziato a scrivere? 
Mi è sempre piaciuto leggere, e più erano bollenti le scene d'amore, e più la trama era intricata, meglio era! Quando ho cominciato a cercare delle storie che non esistevano, mi sono resa conto che forse potevo scriverle io stessa; è stata una fantastica avventura. 

Come è scrivere tutte quelle scene, ehm, bollenti? 
Quando ho cominciato a scrivere La maledizione dell'alfa sembrava uscirmi dal cervello direttamente sullo schermo del portatile, finché non sono arrivata alla prima scena di sesso; allora mi sono contemporaneamente innervosita, imbarazzata ed eccitata. Ho aspettato fino a mezzanotte, quando la casa era nel silenzio assoluto, mi sono versata un enorme bicchiere di vino, mi sono seduta al computer, e il resto è storia! 

Scrivi di una piccola città universitaria, con alti alberi e case vittoriane; Tarker’s Hollow è un posto reale? 
Ti piacerebbe saperlo? Tarker’s Hollow è ispirata alla mia città natale, ma ovviamente i personaggi sono di fantasia, noi non abbiamo streghe né mutaforma, ma solo moltissimi professori di college! Molti sono anche belli come quelli che descrivo nei miei libri. 

Dove hai trovato l'ispirazione per La maledizione dell'alfa? 
Adoro le storie romantiche che parlano di donne sovrappeso e mutaforma, ma cercavo un personaggio femminile che avesse la stessa sicurezza di sé di tutti quei maschi alfa che tutti amiamo! E così è nata Ainsley Connor.

Se potessi andare a pranzo con una persona a tua scelta, vivente o defunta, chi sceglieresti? 
Mi piacerebbe farlo con Lev Tolstoy e Viola Rivard. Si può? Sarebbe fantastico chiacchierare con questi due espertissimi scrittori seriali! Chi sa cosa potrebbero avere in comune?


Bene, stavolta devo fermarmi qui. Se qualcuno si è incuriosito può visitare il sito internet dell'autrice oppure iscriversi alla newsletter italiana ufficiale per conoscere nuove uscite, anteprime e altre cose interessanti!
Alla prossima!

mercoledì 1 aprile 2015

Presentazione #4: Marco Trogi.

Salve lettori!
Anche oggi scrivo un post per presentarvi un autore italiano e il suo libro. Conosciamo insieme Marco Trogi e il suo libro Camaiore, 25 dicembre 12078.

Il libro.

Camaiore, un mattino di maggio. Risvegliarsi e scoprire che la consueta tiepida aria di primavera ha, d'improvviso, lasciato il posto a un gelido e assurdo freddo invernale. Le montagne non hanno più gli stessi contorni e le loro cime sono tutte innevate. Le strade, che fino al giorno prima conducevano fuori del paese, sono completamente bloccate da nuovi promontori naturali, colline rigogliose di una fitta e impenetrabile vegetazione. Non c'è più energia elettrica, acqua, gas, i telefoni non funzionano, tutte le comunicazioni sono interrotte. Una natura selvaggia e impenetrabile ha imprigionato il cuore della piccola cittadina dentro un misterioso e perfetto perimetro circolare. Il tutto in una sola notte. C'è necessità di oltrepassare quelle montagne, attraversare quella giungla. Bisogna raggiungere il resto dell'umanità ma... che cosa ci sarà al di là di quelle montagne?


Per avere maggiori informazioni sul libro o una sinossi più dettagliata, vi rimando al blog dell'autore, dove potere trovare anche un paio di capitoli da leggere.

L'autore.

Marco Trogi, nasce a Pisa il 6 dicembre del 1961. Frequenta l'Istituto d'Arte "Stagio Stagi" a Pietrasanta, diplomandosi nel 1980. Inizia la sua carriera artistica come grafico nel settore della pubblicità, diplomandosi ancora, nel 1992, presso il Centro Regionale Organizzazione Studi di Informatica Applicata di Ferrara. Artista poliedrico; grafico, pittore, scrittore e inoltre musicista, autore di testi e compositore, vanta numerose collaborazioni con importanti artisti del panorama musicale italiano, tra cui Umberto Bindi e Little Tony. Fa il suo esordio nel campo letterario nel 2011 con il romanzo, Persone che non c’erano, un giallo che trova libera ispirazione in un’esperienza personale e con il quale si aggiudica immediatamente il Concorso Letterario “Prima della linea d’ombra”, indetto dal Comune e dalla Provincia di Taranto ricevendo inoltre, nello stesso anno, la Nomination al Premio letterario "Lo Scrittore Toscano dell'Anno". Nel 2013, pubblica il suo secondo lavoro, Camaiore, 25 dicembre 12078, grazie al quale, ancora una volta, risulterà tra i finalisti all'edizione 2014 del Premio “Lo Scrittore Toscano dell’Anno”. Sempre in questo anno, Trogi, si aggiudica per ben due volte consecutive il Contest letterario “7 giorni di follie”, con il breve racconto Biancaneve Today, una personale rivisitazione in chiave ironica dell’omonima favola dei fratelli Grimm e, successivamente, con una breve poesia intitolata Il vuoto, un piccolo gesto solidarietà, dedicato alle vittime dell'attentato terroristico alla redazione di Charlie Hebdo a Parigi.


Come sempre, ho pensato di porre qualche domanda all'autore. Leggete cosa mi ha risposto.

Grafico, scrittore, paroliere, musicista. Chi è Marco Trogi davvero?
Un essere appartenente a un altro mondo, un'anima inquieta che vaga per il mondo cercando di comunicare col genere umano. A questa domanda potrei anche risponderti con un breve mio componimento, intitolato Nato sotto il segno di Ofiuco:


Alieno alla superficialità
intollerante alla stupidità
all’egoismo, alla prepotenza
strano.

Schiavo dell’ansia di capire
del bisogno di perdonare
imprigionato dall’assoluta incapacità di odiare
o anche solo di portar rancore.

Un anima dai riflessi indaco
che si aggira inquieta per il mondo
camuffata da essere umano
per non essere divorata.

È una priorità non rivelarsi
una necessità nascondersi, mascherarsi
è puro e semplice istinto di sopravvivenza
e non c’è altra scelta.

Vivere, sì
questo è il mio compito.
Sopravvivere
aspettando gli altri.


Camaiore, 25 dicembre 12078 è il tuo secondo romanzo. Come hai fatto a pubblicarlo? Ti sei affidato ad una casa editrice o hai optato per il self-publishing?
Dopo una prima esperienza editoriale a pagamento con Zona Editrice, che mi ha lasciato abbastanza deluso (non sono d'accordo sul pagare ma, se proprio deve essere, perlomeno che l'editore ti segua e ti promuova...) ho deciso di provare la strada del self publishing, naturalmente affidando prima il lavoro alla revisione di un professionista per un' idonea correzione di bozza e un editing.

Perché un lettore dovrebbe leggere il tuo romanzo? Qual è la sua particolarità? 
Perché credo sia una storia nuova o meglio, una situazione abbastanza inusuale, volendo, un tipico soggetto all'americana dato però in pasto a un manipolo di insospettabili e incandidabili personaggi della provincia versiliese, con tutti i relativi risvolti del caso, uno su tutti, l'ironia, tipico atteggiamento toscano. Il tutto descritto con toni molto diretti e dialoghi veri, immediati.

Bene!, la presentazione finisce qui. Spero vi siate incuriositi almeno un pochino. Alla prossima!