martedì 28 febbraio 2017

Snapshots #23.

Snapshots è una rubrica di recap mensile.

Salve lettori!
Siamo già arrivati a fine febbraio e, come sempre, il tempo è volato! Sarà che febbraio è più corto, ma questo mese non l'ho proprio visto. 
Mi ero ripromessa di essere più presente qui sul blog e in pagina, ma, come da consuetudine, ho disatteso ogni aspettativa. Da quando faccio Servizio Civile e mi occupo di comunicazione digitale stando tutto il giorno al computer, la sera faccio davvero fatica a mettermi ancora davanti a uno schermo e scrivervi. Ho tutte le buone intenzioni di questo mondo, ma arrivo ad un punto in cui le mio poche diottrie rimaste si rifiutano proprio di collaborare...
A letture sono messa abbastanza bene: ho terminato la lettura di zio Dostoevskij e, dopo una parentesi più leggera, ho iniziato un romanzo di Goncarov, quindi mi ritengo soddisfatta!

Prima di passare ai preferiti del mese, vorrei però raccontarvi alcune cosette veloci veloci... Innanzitutto, vorrei invitarvi ad aggiungermi su LinkedIn se lo utilizzate (per chi non lo sapesse, detto in parole spicce, è un social network dedicato alle professioni dove l'utente può crearsi la propria rete di contatti). Poi, passando alle cose serie, ieri ho partecipato alla formazione generale del Servizio Civile e ho seguito un mini-workshop dal titolo Digital storytelling e documentazione sociale ed è stato bellissimo! Oltre ad essersi rivelato molto istruttivo, è stato davvero interessante mettersi immediatamente alla prova e ne sono uscite davvero cose incredibili (questo entusiasmo conferma la mia sempre più seria convinzione di aver finalmente trovato la mia strada). Io vi consiglio caldamente di seguire un corso così, se ne avrete la possibilità, perché è davvero utile e, oserei dire, illuminante! Last but not least, per il mio compleanno (eh sì!, sono un pochino più vecchia dall'ultima volta che vi ho scritto) i miei genitori hanno regalato a me e al mio ragazzo una gita col mitico trenino del Bernina e, beh!, WOW! Io vi suggerisco di fare questo giro perché è pazzesco, si vedono scorrere attraverso il finestrino paesaggi così diversi ed è molto suggestivo. E' stata una giornata bellissima e credo rifarò lo stesso giro anche in estate prima o poi, per vedere le differenze.
Detto ciò, parto con i preferiti perché non vorrei scrivere l'ennesimo post lungo eterno.

Un libro.

Anche questo mese il libro da citare è, senza ombra di dubbio, I fratelli Karamazov di Dostoevskij. Il mese scorso ve l'avevo citato come libro in lettura, questa volta vi propongo di leggere la recensione che ho scritto perché esprime quasi tutto quello che volevo dire su questo romanzo-capolavoro.
Voi che mi seguite ormai lo sapete, per me vale l'equazione romanzi russi = garanzia, ma stavolta le aspettative sono state altamente superate. 

Fa più onore l'abbandonarsi a un'infatuazione magari irragionevole, ma scaturita da un grande amore, che il non cedervi affatto. Tanto più nella giovinezza, poiché un giovane troppo e sempre giudizioso non può che essere sospetto e non deve valere un granché. (cit.)
Una copertina.

Ultimamente mi sono imposta di non entrare in libreria, un po' perché so che rischierei di comprare qualcosa, un po' perché mi sono appassionata agli scambi su Acciobooks e trovo quasi sempre tutto quello che mi interessa. Questo mese dunque niente copertina, solo attesa per i libri in viaggio che dovrebbero arrivare a breve!
Ah!, e comunque sappiate che con Acciobooks si risparmia davvero molto e i libri sono sempre ben tenuti. Provatelo!

Una canzone.

Febbraio è il mese del Festival di Sanremo, quel gran carrozzone che apparentemente nessuno segue, ma che poi raggiunge picchi di share che manco quando gioca la Nazionale...Beh, io lo guardo sempre, un po' per curiosità, un po' per farmi quattro risate quando vedo i vestiti improponibili di certe vallette, un po' perché capita ci sia un cantante che mi piace. Ah!, e sia chiaro, io non mi vergogno a dire che guardo il Festival, non lo faccio di nascosto dagli altri perché potrebbero darmi della cretina, facciano pure!, io mi ostinerò comunque a guardarlo perché è folkloristico e tipicamente all'italiana.
Di canzoni belle quest'anno al Festival ce ne sono state due, a mio parare: Portami via di Fabrizio Moro e Vietato morire di Ermal Meta. Si tratta di due canzoni finalmente sensate e struggenti a loro modo. Vi giuro che ogni volta che le sento mi commuovo...Qui ne riporterò una soltanto, ma sappiate che sono a pari-merito sul gradino più alto del mio podio virtuale!

Disobbedire vuol dire scegliere, scegliere vuol dire conoscere, conoscere vuol dire porsi sempre un dubbio. Non siamo quello che qualcuno ci impone, siamo le nostre scelte, disobbedire è la nostra prima scelta. (frase tratta dal discorso di Ermal Meta durante una tappa del firmacopie instore)
Un film.

A febbraio è uscito un film che avrei dannatamente voluto vedere: A United Kingdom di Amma Asante. Purtroppo però i mille impegni miei e della mia mamma ci hanno impedito di andare al cinema a vederlo. Sono sicura che sarebbe stato il film del mese. Ora non mi resta che cercare di recuperarlo in streaming o sperare che venga proiettato ancora in qualche occasione speciale...

Un booktuber.

A febbraio, lo ammetto, qualcosina sono riuscita a vedere, ma siccome non ho scoperto nessuno di nuovo, mi limito a citarvi un video che mi era piaciuto molto e che spero possa piacere anche a voi. Si parla di libri, ma con un occhio di riguardo ad altre tematiche...Vorrei sapere cosa ne pensate e se anche voi seguite questa youtuber!



Un articolo.

Anche questo mese, articoli ve ne cito due: il primo l'ho scritto io e si intitola Leggo i classici e mi piace! e, come si può ben intuire, si tratta di un breve soliloquio nel quale mi schiero apertamente sul fronte degli amici-dei-classici; il secondo si intitola Wallflower o l'arte della tappezzeria ed è stato scritto dalla mia cara amica Duille che, come sempre, dimostra grandissime doti di scrittura e comunicative, quindi non potete perdervela!


Bene!, anche per questo mese è tutto. Spero di avervi dato buoni spunti e aspetto di conoscere i vostri preferiti, che, sono certa, mi incuriosiranno e mi faranno scoprire cose nuove! Buon inizio marzo e alla prossima!

martedì 21 febbraio 2017

La libreria dei nuovi inizi, Anjali Banerjee.

Titolo: La libreria dei nuovi inizi.
Autore: Anjali Banerjee.
Casa Editrice: Rizzoli.
Pagine: 338.

Trama: C'è una vecchia libreria, a Shelter Island, dove ad aggirarsi in cerca di compagnia e buone letture non sono solo gli affezionati clienti. Qui, tra stanze in penombra, riccioli di polvere e parquet scricchiolanti, i libri hanno davvero un'anima e, quasi godessero di vita propria, sanno farsi scegliere dal lettore giusto al momento giusto...Che non si tratti di una libreria come le altre Jasmine lo capisce subito: in fuga da Los Angeles e da un ex marito che le ha spezzato il cuore, non si aspetta certo che ad accoglierla, accanto all'eccentrica Zia Ruma, siano gli spiriti della Grande Letteratura. E quando la zia parte, affidando proprio a lei la guida del negozio, saranno Shakespeare ed Edgar Allan Poe a svelarle a poco a poco i segreti del mestiere. E se Beatrix Potter la aiuterà a sedare orde di bambini scatenati e Julia Child le consentirà di accontentare anche le signore più esigenti in cucina, come potrà Jasmine resistere alle suadenti parole di Neruda, deciso, a quanto pare, a spingerla tra le braccia di un affascinante sconosciuto? La libreria dei nuovi inizi è una irresistibile commedia romantica, e insieme un omaggio lieve e incantato al potere della letteratura. Perché in un buon libro c'è tutto: le emozioni, gli incontri e le risposte che possono anche cambiarci la vita.


La scorsa settimana vi ho proposto la recensione di I fratelli Karamazov di Dostoevskij e oggi sono qui a parlarvi di un romanzo leggero e romantico. Ma tranquilli, non sono una scheggia impazzita! E' solo che, dopo la lettura di un tomo come quello di zio Dosto, non potevo buttarmi nuovamente in un altro classico (anche se la tentazione è stata alta), avevo bisogno di staccare per qualche giorno, tirare il fiato e leggere senza pensare troppo.

In mio soccorso per lenire le ferite provocate dalla separazione da Alësa, Dmitrij e Ivan è arrivata Jasmine, una giovane donna in cerca di se stessa e di mille risposte. La storia è abbastanza scontata e prevedibile, ma piacevole e scorrevole. Non c'è molto di cui parlare se si vogliono evitare gli spoiler, ma vi basti sapere che, come in ogni romanzo romantico che si rispetti, il cuore ferito verrà riaggiustato dal tipo bello-e-tenebroso quanto basta e Jasmine avrà il suo lieto fine come nelle più belle favole.

Il personaggio più bello del libro, a mio avviso, è zia Ruma, una donna con molte storie e tantissimo intuito. La sua libreria sta al centro del romanzo ed è il luogo in cui Jasmine incontra il suo destino e scopre il suo potere: vedere gli spiriti dei grandi della Letteratura che, con le loro parole, la guidano attraverso le mille peripezie della vita da libraia improvvisata. 

Il libro in sé è carino, ideale come lettura poco impegnativa ed è scritto molto bene. Per chi vuole prendersi una pausa da libri più importanti o per chi non ha molto tempo in questo periodo, questo romanzo è perfetto! Ben scritto, fluido e divertente
Voi lo avete letto? Vi è piaciuto? Lasciatemi un commento con le vostre impressioni, se vi va!

P.S.: E' un periodo abbastanza pieno per me. Non sono neppure arrivata a pubblicare qualche aggiornamento a caso...Spero di tornare operativa e costantemente presente molto presto! Intanto portate pazienza e continuate a seguirmi. Un abbraccio,

domenica 12 febbraio 2017

I fratelli Karamazov, Fëdor Dostoevskij.

Titolo: I fratelli Karamazov.
Autore: Fëdor Dostoevskij.
Casa Editrice: Dalai Editore.
Pagine: 1037.


Trama: I fratelli Karamazov è l'ultimo romanzo scritto da Fëdor Dostoevskij, spesso ritenuto il vertice della sua produzione letteraria. La famiglia Karamazov, che vive nella profonda provincia russa, è dominata dal tirannico padre Fëdor che esercita la sua autorità sui quattro figli: Alësa, Dmitrij, Ivan, e Smerdjakov, quest'ultimo figlio illegittimo. Quattro diverse personalità, quelle dei fratelli Karamazov, che trovano come punto di convergenza l'odio comune verso il padre. L'autore Fëdor Dostoevskij (Mosca, 11 novembre 1821 - San Pietroburgo, 9 febbraio 1881) è stato uno scrittore e filosofo russo. È considerato, insieme a Tolstoj, uno dei più grandi romanzieri e pensatori russi di tutti i tempi. 


Sei settimane. Quarantadue giorni mi sono serviti per leggere questo capolavoro della letteratura. Quarantadue giorni di completa immersione in un mattone di 1037 pagine e milioni di avvenimenti, personaggi e situazioni. Quarantadue giorni per un unico libro, perché questo è un romanzo che merita attenzione, dedizione e pazienza. Non si legge I fratelli Karamazov a cuor leggero, è impossibile perché ci vogliono costanza e coraggio per non farsi travolgere dalla mole di pagine che lo costituiscono. Si deve iniziare questo romanzo con lo spirito giusto e non mollare nemmeno nei punti più difficili, oscuri o complicati perché, come sa bene chi ha letto Dostoevskij, i piani narrativi si accavallano, i personaggi si parlano uno sopra l'altro e la narrazione non è sempre lineare. Detto questo, posso provare a esporvi le mie sensazioni post lettura, anche se temo diventerà un post leggermente sconclusionato e chiacchiericcio...

Partiamo dall'inizio: i personaggi. Sono tantissimi e hanno talvolta nomi impronunciabili, perciò la tecnica migliore è quella di limitarsi a guardare quei nomi e fissarli affascinati per quei pochi secondi necessari a memorizzarne l'azione. Il bello di questi romanzi è anche questo: far crescere nell'animo del lettore un senso di rispetto e venerazione che fanno entrare in un mood tutto particolare e unico.
I principali sono comunque i tre fratelli Karamazov e il fratellastro Smerdjakov, accomunati solo dal pessimo rapporto con il padre. Un padre dispotico, per nulla amorevole nei confronti dei figli, completamente corrotto (nell'animo ma non solo) e un cattivo esempio per chiunque. Potremmo riassumere questo capofamiglia con tre parole per nulla lusinghiere: corrotto, stronzo e puttaniere (perdonate i francesismi!). Insomma, un anti-padre. Il lettore smette quindi di stupirsi nel corso della lettura di quanto rancore gli serbino i figli e gli altri. Io ho trovato insopportabile Fëdor Pavlovic sin dal primo capitolo, non so, a pelle già sentivo che non sarebbe stato né un buon padre né un buon personaggio nel romanzo. E non mi sbagliavo. 
I tre fratelli, Alësa, Dmitrij e Ivan, non potrebbero essere più diversi l'uno dall'altro. Alësa è il minore, il più taciturno e introverso. Ho amato molto il suo rapporto con lo starest Zosima e i suoi dilemmi morali che regalano al lettore vere e proprie perle di saggezza (non riporterò qui le citazioni che mi hanno colpita perché ho già riempito la pagina Facebook e il mio profilo e non vorrei ripetermi). Ivan è un po' il jolly della situazione: in un primo momento passa per il distaccato, il disinteressato, ma poi diventa la figura cruciale dell'intera vicenda giudiziaria. Quale vicenda giudiziaria? Quella che coinvolge il terzo fratello, Dmitrij, che, a causa della sua esuberanza e del suo carattere, finisce per essere accusato e processato per aver ucciso il padre. Ebbene sì!, l'intera vicenda famigliare gira attorno a questa accusa di parricidio. Sarà stato davvero Dmitrij oppure no?! Solo il lettore determinato che arriva all'ultima pagina può scoprire la verità e sbrogliare questa intricata matassa di vicende ed emozioni. Io non vi dirò se è stato o meno Dmitrij, lo scoprirete da voi se leggerete il romanzo.

Avrete capito dalle mie parole che questo romanzo mi ha regalato davvero moltissime emozioni. Mi ha fatto esclamare, ancora una volta, che ha senso leggere i classici, perché regalano momenti di intimità e scoperta che, ahimè!, moltissimi romanzi contemporanei non riescono a dare. 
Non è stato facile decidere cosa scrivere in questa recensione perché sei settimane di lettura non possono essere concentrate in una manciata di righe e liquidate con un "mi è piaciuto, passiamo al prossimo libro". Parlare di romanzi come questo che racchiudono in sé interi mondi ed emozioni complesse richiederebbe preparazione e conoscenze che io, onestamente, non posso avere, ma ho voluto provarci lo stesso perché 1. ve lo avevo promesso; 2. amo troppo leggere e commentare i romanzi che leggo, ancor di più se si tratta di romanzi russi. 
Io non so davvero più cosa aggiungere. I pensieri che mi frullano in testa sono moltissimi e quello che ho scritto oggi è solo un millesimo di quello che ci sarebbe da dire, ma spero possiate decidere di scoprire da voi quello che questo romanzo regala, un po' come ho fatto io che me l'ero procurato senza nemmeno sapere di cosa trattasse solo perché era un romanzo di zio Fëdor. 

Io mi fermo qui. Ho scritto un numero sufficiente di frasi sconclusionate, ma spero di avervi incuriositi. Se vi va di parlare di questo romanzo con me non esitate a contattarmi e sarò felicissima di discuterne in dettaglio con voi. E adesso che ho finito di scrivere questo commento, mi rannicchio nel mio angolino a soffrire in silenzio per aver terminato questa lettura che mi ha lasciata orfana, ma mi ha regalato grandissime soddisfazioni e scoperte!