giovedì 11 giugno 2015

Il giocatore, Fëdor Dostoevskij.

Titolo: Il giocatore.
Autore: Fëdor Dostoevskij.
Casa Editrice: RCS Libri (edizione speciale per il Corriere della Sera).
Pagine: 237.

[Scusate per la foto, ma su internet non trovavo la copertina della mia edizione e quindi ho usato questa foto che avevo fatto per la pagina Facebook collegata al blog.]

Trama: Il romanzo è ambientato in Germania, in una fittizia città termale di nome Roulettenburg, il cui casinò attira molti turisti. Aleksej Ivànovic, il narratore, svolge la professione di precettore presso una famiglia stravagante, composta da un vecchio generale perdutamente innamorato di una giovane francese dal passato turbolento, mademoiselle Blanche, da due bambini dei quali Aleksej è il maestro e dalla figliastra del generale, Polina Aleksàndrovna, della quale Ivànovic è follemente innamorato senza essere ricambiato. Attorno a questo nucleo gravitano Mr. Astley, un ricco inglese, onesto e timido, anch'egli innamorato di Polina e il marchese francese des Grieux, amato da Polina. Aleksej, pur di suscitare interesse in Polina, arriva a compromettersi burlando un barone tedesco. Inoltre egli si trova spesso a giocare e vincere soldi per Polina, che necessita di grosse somme di denaro, poiché la famiglia è al limite della rovina a causa delle manipolazioni del marchese des Grieux. L'unica via di salvezza consiste nella morte della 'baboulinka' (in russo "nonnina"), Antonida Vasil'evna, l'anziana nonna proprietaria della futura eredità. Tutti attendono con ansia l'arrivo dalla Russia della notizia del decesso della nonna, in modo tale che il generale possa pagare i debiti al "francesino" des Grieux, così da poter celebrare il matrimonio tra Polina e lo stesso marchese, e che il generale possa sposare mademoiselle Blanche. Tuttavia la baboulinka piomba in Germania, lasciando tutti di stucco, e si dedica con fervore al gioco della roulette insieme ad Aleksej. Inizialmente tutto procede per il meglio, ma in un secondo momento la fortuna gira e la nonna perde la maggior parte dei suoi averi, con grande disperazione dei suoi familiari. A questo punto la catastrofe si abbatte sulla famiglia: venuto meno il patrimonio del generale, la sua promessa sposa francese perde interesse in lui e il marchese des Grieux fugge in Francia, lasciando sola e senza soldi la sfortunata Polina. Aleksej decide di scommettere per aiutare economicamente Polina, e una sera in particolare comincia a vincere senza sosta; preso dalla foga pensa di scommettere tutti i soldi accumulati, ma all'ultimo secondo fugge via dalla casa da gioco e torna dall'amata. Quando Polina viene a conoscenza delle vincite di Aleksej al casinò lo crede vizioso e in preda alla follia fugge da Mr. Astley. Aleksej a questo punto viene convinto da M.lle Blanche a recarsi a Parigi dove, imbambolandolo con la sua avvenente bellezza, comincia a sperperare tutti i suoi soldi. Lì vengono raggiunti dal generale, che finalmente riesce a sposare la sua amata. Aleksej quindi riprende il suo viaggio attraverso i casinò, costretto addirittura a fare il domestico e il lacchè. Un giorno incontra Mr. Astley che gli spiega le ragioni di Polina: egli infatti rivela a Ivànovic che Polina in realtà era sempre stata innamorata di lui. Dopo questa confessione, in segno della vecchia amicizia, Mr. Astley lascia ad Aleksey del denaro, facendo scegliere a lui se usarlo per raggiungere Polina in Svizzera o se usarlo alla roulette. Egli decide di proseguire per la sua strada, rimandando al futuro la sua definitiva redenzione.



Il giocatore (in russo: Игрок, Igrok) è un romanzo di Fëdor Dostoevskij, pubblicato nel 1866 e scritto in meno di un mese contemporaneamente agli ultimi ritocchi di Delitto e castigo. Questo breve romanzo fu scritto per necessità in quanto lo scrittore doveva pagare dei debiti di gioco. Il giocatore è diventato un capolavoro e un punto di riferimento della narrativa russa dell'Ottocento. Dostoevskij analizza il gioco d'azzardo in tutte le sue forme con i diversi tipi di giocatori, dai ricchi nobili europei, ai poveretti che si giocano tutti i loro averi, ai ladri tipici dei casinò, ai giocatori occasionali, ai parassiti. Il romanzo rappresenta anche uno studio delle diverse peculiarità delle popolazioni europee: la severità del barone tedesco, la vanità del conte italiano, il ricco gentleman inglese e il francese manipolatore, e, ovviamente, i pittoreschi e unici russi.

Che dire. Il giocatore era uno dei romanzi brevi di Dostoevskij che più mi attiravano. E ora, ultimata la lettura, posso dire che mi attirava a ragione. Un romanzo bello, intenso, colorato e ricercato.
L'intera vicenda si svolge prevalentemente a Roulletenburg. Già dal nome si afferra l'assonanza con roulette e, quindi, con il gioco, vero protagonista del romanzo. La scelta del nome della cittadina è, a parer mio, studiatissima e efficace. Infatti, leggendo le prime poche righe di questo diario-di-bordo di Aleksej Ivànovic il lettore capisce in quale mondo verrà catapultato continuando la lettura:
Dopo un'assenza di due settimane, avevo finalmente fatto ritorno. I nostri, già da tre giorni, si trovavano a Roulettenburg, ed ero persuaso, Dio sa quanto, che essi mi attendessero, ma mi sbagliavo. Il generale mi accolse con una disinvoltura eccessiva, parlò con me, squadrandomi dall'altro in basso, e mi mandò da sia sorella; era evidente che, in qualche modo, erano riusciti a procurarsi del denaro. Mi parve, anche, che il generale mi guardasse con un certo qual imbarazzo mentre Mar'ja Filippovna, straordinariamente indaffarata, si era limitata a rivolgermi poche parole: prese, tuttavia, il denaro, lo contò e ascoltò il mio rapporto. Per il pranzo si attendeva Mezencov, il francesino, e un inglese: se c'era denaro, subito, come al solito, inviti a pranzo, all'uso moscovita...
Il lettore si immerge in una realtà fatta di gioco (Roullete-nburg) e soldi. Una realtà falsa e crudele dove, se c'è denaro, ci sono amici e relazioni sociali, mentre, dove il denaro è perso, non c'è amicizia né relazione, solo attesa per la morte di un parente per riscuotere l'eredità.
Ed è proprio nell'attesa della notizia della dipartita della baboulinka che la (in)felice compagnia vive le proprie giornate. Tra puntate al casinò, incomprensioni, amori e liti. Ma ecco che, nel momento in cui il generale sente di avere in saccoccia l'eredità, la cara baboulinka Antonida Vasil'evna arriva a Roulettenburg più pimpante e in salute di tutti quelli che si aspettano di vederla tirare le cuoia. Mamma quante risate con l'arrivo di Antonida Vasil'evna! Una vecchietta originale, chiassosa, ma furba più di una volpe. Decisa a non dare nemmeno un soldo al generale, si butta nel gioco un po' per incoscienza un po' per sfida al generale stesso che invece è sul lastrico. Vince, stravince. Perde, straperde. Ma, come tiene a precisare lei stessa rivolgendosi al generale "Denari, a ogni buon conto, non te ne darò!", della serie: meglio perderli e spanderli che tenerli per te! Ho adorato questo personaggio in modo incredibile. Un personaggio costruito a regolare d'arte.

Ma, tornando al personaggio principale, ovvero Aleksej Ivànovic, bisogna dire che questo outchitel (precettore) è davvero singolare. Innamorato di Polina, fa di tutto per piacergli e per farsi piacere. Si perde nel vortice del gioco: perde, vince, perde, in un susseguirsi di scherzi del Caso e della Fortuna. Quando vince, finalmente, una grande somma, si vede rifiutato dall'amata e decide di partire e sperperare tutto con M.lle Blanche (chissà perché poi, se fino a un attimo prima gli stava antipatica e la considerava un'arrivista e una parassita). A Parigi, in compagnia della Mademoiselle perde tutto, ma proprio tutto, anzi!, con i suoi soldi la "cara" Blanche si accasa con il generale. Povero Aleksej!, direte voi. Sì, vero. Però cocciuto e ormai dipendente dal gioco, egli continua a giocare d'azzardo, vivendo tra alti e bassi, tra favori e scherzi del Destino per mesi e mesi. Il buon precettore è ormai un'anima persa, smarrita, senza prospettive. Aleksej Ivànovic dimentica anche il suo amore per Polina. Arriva ad amare di più la roulette di Polina. E, nemmeno dopo l'incontro rivelatore con Mr. Astley, egli sceglie la redenzione. Rimanda la sua vita, la redenzione e il suo amore (che poi sarà rimasto qualcosa di questo immenso amore?) per tentare ancora la fortuna. E' egli stesso a dichiararcelo alla fine del suo diario-di-bordo:
-Pre-n-de-te!- intimò. -Sono persuaso che siete ancora un uomo di nobili sentimenti e vi do questo denaro come può darlo un amico a un vero amico. Se io potessi credere che abbandonerete subito il gioco e Homburg e che ritornerete nella vostra patria, sarei pronto a darvi senz'altro mille sterline perché possiate iniziare una nuova vita. [...]Ci abbracciammo di cuore, e Mr. Astley se ne andò. No, egli ha torto! Anche se sono stato rude e sciocco riguardo a Polina e De Grieux, egli lo è stato riguardo ai russi. [...] Posseggo ora quindici luigi e ho cominciato con quindici fiorini! Se si comincia con prudenza...E' possibile, possibile che io sia così infantile? E' possibile che io non capisca che sono un uomo rovinato? Ma perché non potrei non risorgere? [...] Esco dal casinò, guardo nella tasca del panciotto: si muove ancora un fiorino..."Ah, forse mi basterà per pranzare!", pensai; ma, fatti appena cento passi, mi fermai a riflettere e tornai indietro. [...] Vinsi e dopo dieci minuti uscii dal casinò con centosettanta fiorini in tasca. Questi sono fatti. Ecco che cosa può significare talvolta l'ultimo fiorino! E se allora mi fossi perso d'animo, se non avessi osato decidermi, cosa sarebbe accaduto? 
Un romanzo, un capolavoro, l'ennesimo, che Dostoevskij ci regala. Un racconto di disperazione, caduta e dipendenza. Un libro attuale, che molti dovrebbero leggere per aprire gli occhi su una realtà, il gioco (in tutte le sue forme, sia esso d'azzardo o una dipendenza di altra natura), che si è sviluppato nei secoli, ma che mieteva vittime nell'Ottocento tanto quanto oggi. 
Grazie Fëdor per questo spaccato di vita ed esperienza che ci hai lasciato. Perché c'è un po' di Fëdor in Aleksej, come potrebbe esserci un po' di noi in Aleksej. E su questo, è bene riflettere.

2 commenti:

  1. Non sai da quanto volevo leggere questa recensione! Ma come saprai, il tempo non è stato mio amico. Adoro quando parli di autori russi, mi fai incantare e una volta smaltita la grande mole di libri che mi aspetta, voglio assolutamente leggere qualcosa! E questa recensione non è da meno! Molto interessante!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma grazieee...addirittura "incantare"?!? Troppo buona...! Comunque se vuoi consigli sul dove cominciare sai dove trovarmi ;) ah!, bentornata!!!!

      Elimina