sabato 10 giugno 2017

Romanza senza parole, Sof'ja Tolstaja.

Titolo: Romanza senza parole.
Autore: Sof'ja Tolstaja.
Casa Editrice: Baldini & Castoldi.
Pagine: 160.

Trama: Romanza senza parole è la seconda opera narrativa di Sof’ja Tolstaja, dopo il grande successo di Amore colpevole.
Rimasta sepolta in un archivio di Mosca, è stata pubblicata per la prima volta in lingua tedesca nel 2010, in occasione del centenario della morte di Lev Tolstoj: fu la stessa Tolstaja a chiedere che uscisse postuma per evitare di inasprire la sua lunga crisi matrimoniale. La storia intreccia la passione, il senso del dovere e il potere dirompente della musica nella vita di Sascha. Con la morte della madre, la giovane sprofonda in una grave depressione. Pyotr, l’insensibile marito, è interessato solo al suo giardino, non è in grado di confortarla e di rompere il muro di silenzio che ormai li divide. Sarà invece l’incontro con Ivan Iljitsch, pianista e musicista di talento, a sconvolgere la vita di Sascha: ascoltandolo suonare le Romanze senza parole di Mendelssohn, la giovane proverà infatti un’inattesa felicità, provocata non solo dalla musica, ma soprattutto dalla passione che la donna nutrirà per Ivan e che la segnerà tragicamente.




Ho terminato la lettura di questo libro da alcuni giorni ormai, ma ho aspettato a scrivere la recensione perché, in tutta onestà, non sapevo (e ancora adesso non so!) come fare per parlarvene. Non è un romanzo normale, è più una confessione, un frammento di vita che Sof'ja Tolstaja ci regala e che va trattato con molta cura e affetto.

Leggendo la trama il romanzo sembra non promettere molto di più di quello che offrono tanti altri romanzi, ma se si pensa da chi fu scritto e in quale epoca, tutto prende una sfumatura diversa e più interessante. Dobbiamo infatti pensare che Sof'ja Tolstaja è stata per buona parte della sua vita la moglie ombra di uno dei più famosi scrittori russi: Lev Tolstoj. Il loro rapporto non è stato tutto rose e fiori, ce lo racconta lei stessa nel suo romanzo Amore colpevole, ma, nonostante questo, lei gli fu fedele, anche quando fu allontanata e non le fu permesso di vederlo in punto di morte.
Non deve essere stato facile per una donna come Sof'ja mettere da parte ambizioni e progetti per non oscurare il marito, per non metterlo in agitazione o, più semplicemente, per non mostrare le sue abilità di narratrice.
Entrambi i suoi romanzi sono un grido di protesta e ribellione alle imposizioni e alle situazioni che Sof'ja ha dovuto affrontare. In entrambe le protagoniste si legge molto di lei, mentre si legge di altri. Le passioni di Anna e le passioni di Sascha sono, in realtà, quelle di Sof'ja. la Tolstaja ci apre il suo cuore e scrive di quei sentimenti che alle donne, all'epoca, non erano concessi - basti pensare che Sascha, per viaggiare, deve chiedere il permesso scritto del marito!

Sof'ja Tolstaja mostra un animo quasi femminista e le sue parole suonano come una ribellione ai diktat della società in cui viveva, una specie di sfogo verso l'esterno delle frustrazioni vissute in privato.

In questo romanzo, come nel precedente, ho avuto la sensazione di ritrovare un'amica, una confidente che, certa della mia riservatezza, mi racconta passioni, innamoramenti e cotte quasi giovanili.
Il finale mi ha lasciata molto amareggiata, ma, forse, è giusto sia finito così. Per l'epoca in cui è stato scritto questo romanzo è fin troppo avanti, un finale diverso sarebbe stato impossibile. Ma sicuramente se la Tolstaja lo avesse scritto ai nostri giorni, il finale sarebbe stato diverso e molto più positivo per Sascha - e quindi per lei.

Io ho detto tanto, ma senza dire molto alla fine...certo è che il romanzo mi è piaciuto e io ve lo consiglio! Se lo avete letto e volete parlarne, scrivetemi pure!

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