No reader can have got this far without realising the debt I owe to F.Scott Fitzgerald's Great Gatsby, but I still wish to record my gratitude. Readers familiar with Russian literature will have noticed references to a list of writers and poets too long to repeat. Their works have been a home from home all my life. Natalia Summerscale picks up the stub of a pencil in the empty room at the end of Gorsky because that room is filled to the brim with the spirit of Anton Chekhov and I feel for her. [...] (dalla postfazione a cura dell'autrice)
Quindi, detto questo, meglio partire con la recensione.
La storia, come detto, ricalca quella di Gatsby per moltissimi aspetti. Gorsky è un ebreo, russo, ricchissimo e sfuggente. Da tutta la vita Gorsky rincorre il suo amore dalla Russia a Londra, passando per chissà quanti altri posti (nel libro non è specificato). Gorsky è diventato 'Gorsky', l'uomo ricco, potente, sfuggente, solo per avere la possibilità di stare con la donna amata.
Tra feste sfarzose, isole private e mega ville in costruzione, la voce narrante del romanzo, ovvero Nicholas, giovane libraio serbo di Chelsea, ci racconta la vita di Gorsky a Londra fino al tragico epilogo.
Detta così, il libro poterbbe sembrare un tantino "porello" e senza novità alcuna. Io però credo che qualcosa di più ci sia. Penso che i livelli narrativi siano due. Il primo è quello della storia di Gorsky che, come detto, ricalca il romanzo di Fitzgerald tra feste, sfarzo e invidie. Il secondo, e più interessante, è quello che racconta ambizioni e speranze di tutte quelle persone come Nicholas, figlie di una Russia che non c'è più (Urss), intrappolate tra Occidente e Mosca, senza certezze, ma con molte aspirazioni e qualche rimpianto. Persone che devono costruirsi da zero cercando di plasmarsi in funzione della nuova situazione geopolitica.
When I think of London now, I think of Gorsky. London was once an imperial city, then it was, for a while, just another European capital with good museums and bad hotels, inhabited by a nation that was once capable of great things. Finally the city unmoored itself from its nation and became a home to arrivals from all over the world, best suited to those who had nothing. People like Gorsky made it temporarily a great Russian city, the second St Petersburg, the new Moscow. Their children, now being educated in expensive British boarding schools, will never know the same thirst. In time, they too will become like the English. The new conquerors will come from India and China, to spend and buy as the Russians did. The city will be their lover for a moment, then give herself to the next wave.
Ed è proprio questo secondo piano narrativo, ben celato tra le pagine che raccontano di Gorsky, Natalia e Nicholas, che mi ha maggiormente entusiasmata. Perché la Goldsworthy racconta il suo tempo, il nostro tempo, con fare delicato, ma senza lasciarsi sfuggire alcuna sfumatura. Ecco allora che nella cornice sfavillante e sfarzosa di Londra (la Londra dei nostri tempi) l'autrice tesse con maestria le vicissitudini dei personaggi, appartenuti ad un mondo che non è più, e ora rinati sotto i riflettori di una delle più belle e famose capitali d'Europa.
Gorsky è uno dei libri più belli che io abbia letto fino ad ora in questo 2015. Ve lo consiglio e se siete fan di Fitzgerald aspetto un vostro commento. Alla prossima!