domenica 31 gennaio 2016

Snapshots #10.

Salve lettori!
È fine mese ed è tempo di bilanci. Visto che l'ultimo giorno di questo pazzo gennaio coincide con una domenica, fino all'ultimo non sapevo se uscire oggi con la nuova puntata di Pills of books oppure saltare una settimana ed uscire con il bilancio mensile. Ho optato per la seconda opzione perché mi è sembrata la più sensata. Quindi oggi niente citazione dal libro in lettura, ma un riassunto del mio primo mese del 2016.

Un libro.

Il libro di questo mese è assolutamente Oblomov di Ivan Gončarov (trovate la recensione qui). Una scoperta eccezionale, come si può capire dalla mia recensione.
Un autore russo poco conosciuto rispetto ai grandi Dostoevskij e Tolstoj, ma altrettanto meritevole di stima e considerazione.
E, a proposito di autori russi, vi ricordo che il 15 febbraio inizierà il gruppo di lettura intitolato Leggiamo insieme i classici russi, organizzato da questo blog e che permetterà a chi è digiuno di russi di avvicinarsi a questo mondo e agli altri di rileggere grandi chicche.


Una copertina.

Proprio oggi pomeriggio sono stata alla Libreria Ubik di Trento e, tra i millemila libri belli bellissimi che ho visto ed aggiunto alla mia wish list, ho notato questa copertina, assolutamente originale e divertente. Da quello che ho capito dalla quarta di copertina, il libro tratta di due amici che, trovata una mappa, si mettono alla ricerca del tesoro nascosto di Hitler nella Baviera moderna.
Non è esattamente il mio genere, ma vogliamo parlare della copertina e del titolo? Unici e del tutto fuori dal coro.


Un film

In quanto a film, anche questo mese, purtroppo, sono messa davvero male. Nessun film degno di nota. Avrei voluto andare al cinema a vedere Il piccolo principe, Carol e altri, ma non ne ho avuto la possibilità.
Per quanto riguarda le serie tv ancora peggio. Non inizio una nuova serie da mesi ormai, ma quelle che vorrei vedere sono moltissime.

Una canzone.

Termino questo post con una delle canzoni di questo gennaio 2016  che più mi sono piaciute, mi hanno catturata e che più ho canticchiato a voce alta e nella mia testa. Alla prossima!


giovedì 28 gennaio 2016

Presentazione #20: Giulia Mastrantoni.

Salve lettori! 
Anche oggi sono qui a presentarvi una giovane autrice emergente italiana in occasione dell'uscita, proprio oggi, del suo ultimo lavoro.

Veronica è una ragazza giovane, timida, innocente. La sua voglia di amare ed essere amata si scontra con quella di possedere di Max, ragazzo impassibile che entra nel suo corpo e nei suoi pensieri. Max di giorno, Max di notte, Max in ogni fibra del suo essere: Max è ossessione e sogno effimero. Veronica, nel tentativo di non dimenticarlo, lo ricerca e rivive nei corpi vuoti e indifferenti di altri uomini. Solo una grande forza interiore sarà in grado di rimettere tutto in discussione. "Veronica è mia" è pornografia dell'anima, grido di forza e speranza, inno alla rinascita.


In uscita il 28 Gennaio di quest’anno Veronica è mia è il nuovo romanzo di Giulia Mastrantoni edito dalla Panesi Edizioni.
La giovane laziale di adozione friulana che lo scorso anno ha vinto il primo premio per la narrativa giovani al Napoli Cultural Classic e che si è aggiudicata il secondo posto al premio Marudo, aveva già pubblicato nel Maggio 2015 la raccolta di racconti Misteri di una notte d’estate, edito dalla Edizioni Montag.
Questa volta, Giulia si confronta con la tematica della violenza sessuale, in particolare all’interno delle coppie giovani. Definito come un romanzo erotico, la storia va ben al di là del sesso, che fa solo da contorno a una trama più complessa.  
Dal 28 Gennaio, il romanzo sarà disponibile in eBook sui principali store online, incluso Amazon.
Io leggerò molto presto questo breve romanzo e vi darò la mia opinione. Quindi, se siete curiosi di scoprire qualcosa di più non dovete fare altro che aspettare qualche giorno.

Giulia nasce a Frosinone nel 1993, studia Lingue a Udine e si appassiona al cinema. 
Ha collaborato per 4 anni all’inserto Scuola del Messaggero Veneto, scrive per il mash up online SugarPulp e per la rivista dell’Università di Trieste Sconfinare; ha recentemente iniziato due collaborazioni con i blog Gli Scrittori della Porta Accanto e Berlino Cacio e Pepe Magazine. 
I suoi racconti “Scott è un cane blu” , “Il primo sparo”, “Preconcetti Universali” e “Baciami oppure” sono stati pubblicati su SugarPulp; “Halloween con le lasagne” è parte dell’antologia “Halloween all’italiana 2014”; “Halloween a Bologna” è incluso nella raccolta “Halloween all’italiana 2015”; “Una tesi sulla Terra” e “Un gelato a Milano” fanno parte dell’eBook del concorso artistico-letterario di Ufo sulla rete. 
Giulia ha vinto il primo premio per la sezione Narrativa Giovani al concorso internazionale Napoli Cultural Classic con il suo racconto “I Denti di dracula” nel Maggio 2015 e si è classificata seconda al Premio Marudo nell’ Ottobre dello stesso anno con il suo elaborato “L’apprendista leader punta su se stesso”.
Dopo aver trascorso un periodo in Inghilterra, ha iniziato un periodo di studi per la laurea specialistica in Canada, ma, dovunque sia, scrive. Sta per trasferirsi a Berlino, dove scriverà full time.
”Misteri di una notte d’estate”, edito dalla Edizioni Montag, è la sua prima antologia di racconti. Nell’Agosto 2015 ha pubblicato la short novel in inglese “One Little Girl – From Italy to Canada” in eBook. 
Il 28 gennaio 2016 sarà pubblicato il suo primo romanzo, “Veronica è mia”, dalla Panesi Edizioni in eBook. La tematica sarà la violenza sessuale nelle coppie giovani, una problematica che Giulia ha molto a cuore.
Parallelamente agli studi in Lingue e ai suoi progetti letterari, Giulia ha portato avanti anche delle iniziative radiofoniche co-conducendo, nel 2015, il programma #rockYOU per band emergenti in Friuli Venezia Giulia. Ha partecipato come ideatrice a svariati progetti video, come “Acchiappa la notizia”, per il Messaggero Veneto Scuola in occasione di Pordenonelegge2014, scatta foto in giro per il mondo e nel tempo libero suona la chitarra.

mercoledì 27 gennaio 2016

Drink tea and read books...weekly. #7

Salve lettori!
Ormai le settimane sono ben scandite da questa rubrica che ci terrà compagnia sicuramente fino a Pasqua (poi deciderò). Quindi, saltiamo inutili presentazioni ed introduzioni e cominciamo!

Prince of Wales (Twinings).

Un tè nero dal sapore delicato e lineare. Ideale sia la mattina che il pomeriggio. A me piace molto, e ancora di più con l'aggiunta di un cucchiaino di miele. Non so, ma acquista quel pizzico di ricercatezza ed equilibrio che altrimenti gli manca.
Gli aggettivi di oggi sono: delicato, lineare ed equilibrato.




Delicato: La casa delle colline dorate, Aimee Liu.

Ci sono lettere che sembrano scritte con l'inchiostro stesso della vita, capaci in poche righe di dare senso a un'intera esistenza. Hope Newfield ha sempre creduto nell'amore e quando nel 1941, poco prima di Pearl Harbor, riceve a Los Angeles una lettera che il marito le ha spedito dalla Cina dilaniata dalla guerra, i ricordi hanno il sopravvento... Correva l'anno 1906 quando si incontrarono per la prima volta: lei insegnava inglese agli studenti stranieri di Berkeley; lui era Liang Po-yu, un intellettuale cinese idealista e rivoluzionario, erede di una famiglia aristocratica, con negli occhi il sogno della democrazia. In un'epoca, gli inizi del secolo, e in una terra, la California sconvolta dal terremoto, in cui non si aveva pietà per i cinesi, il loro sentimento ha sfidato ogni convenzione, superando le differenze di razza e cultura e i nodi della storia che per quarant'anni avrebbero opposto Oriente e Occidente. Hope, ribattezzata Hsin-hsin, cioè Speranza in mandarino, sceglie per il suo amato il nome occidentale di Paul Leon: i due si sposano, hanno dei figli in America, ma quando l'attesa rivoluzione del 1911 spazza via l'ultima dinastia imperiale, la coppia si trasferisce nel nuovo mondo d'Oriente. In patria Paul insegue senza sosta il suo ideale politico, mettendo a dura prova il loro rapporto, che proprio nelle avversità troverà fresca linfa vitale... Un romanzo di straordinario impatto emotivo - in cui campeggia la figura di Hope, una donna forte e appassionata - sulla scia di indimenticabili successi come Padiglioni lontani e Shogun.

Un libro bellissimo, intenso ed emozionante, ma allo stesso tempo ricco di quella delicatezza propria degli orientali. Ho letto questo libro quando ero ancora una ragazzina, ma lo porto nel cuore ed è un dei pochi libri letti in adolescenza che ancora campeggiano nella mia libreria. Qualcosa vorrà pure dire...

Lineare: Lettera al padre, Franz Kafka.

Mai come nella Lettera al padre, scritta nel novembre del 1919, affidata alla madre senza tuttavia giungere al destinatario, Kafka ci ha dato un ritratto così lucido di sé. E molti dei motivi che vengono toccati in questa confessione anche spietata - primo fra tutti quello di "un immenso senso di colpa" - non possono che ricordare i suoi personaggi più famosi. Quello che qui viene messo in scena è un vero e proprio conflitto. Figura che incarna un'autorità assoluta, che "ha l'aspetto enigmatico dei tiranni, la cui legge si fonda sulla loro persona, non sul pensiero"; agli occhi di Kafka il padre appare come il tipico rappresentante di un mondo da cui egli invece si sente escluso: pratico, utilitaristico, ben lontano dalle sue aspirazioni. Così, in pagine di forte impatto emotivo, Kafka svela la sua natura di "figlio disederato" e proscritto, non compreso nella vocazione di scrittore, inquieto e in cerca di conferme quanto il suo avversario ostenta sicurezza. Nel saggio posto in appendice Georges Bataille indaga in modo provocatorio sui momenti di questa contesa. L'esperienza di Kafka diventa anche occasione per interrogarsi sul senso ultimo della letteratura. Forse nessun altro scrittore ha saputo mostrare come quel senso sia tutt'uno con la vita stessa.

Un libro, una lettera, una confessione. Un figlio che scrive apertamente al padre rivelando cose che mai prima era riuscito a pronunciare ad alta voce. Un figlio che potremmo essere noi. Un genitore che potremo essere noi. Un frammento di vita che, poco o tanto, racconta della vita di tutti. Un libro che esprime linearmente i pensieri di un figlio e il rapporto conflittuale con il genitore. Breve, ma bellissimo.

Equilibrato: La vita quando era nostra, Marian Izaguirre.

Madrid, anni Cinquanta. Lola e Matías vivono di libri: da quando la guerra civile ha cambiato la faccia e le strade della città, e la casa editrice in cui Matías lavorava ha chiuso i battenti, i due hanno deciso di aprire una libreria. Una libreria di libri già letti: libri usati, passati di mano in mano e di vita in vita, che Matías va raccogliendo per le case e le vie di Madrid. Proprio mentre, carico di una pila di volumi, Matías si inerpica per la stradina della sua libreria, una donna lo vede. Si incuriosisce e comincia a seguirlo. La donna, inglese, si chiama Rose. E, come Matías e Lola scopriranno, ha un passato molto misterioso. Un passato che sta tutto dentro le pagine di un libro. Ed è proprio grazie a un libro che Lola e Rose fanno amicizia: quello sistemato su un leggio all'ingresso della libreria, che leggono insieme, pagina dopo pagina. Nessuna delle due, però, può immaginare che quella lettura cambierà la vita di entrambe e le sorti della libreria... Perché un giorno senza libri è un giorno perso, e la vita com'era prima prima della guerra, prima della dittatura - può ritornare solo a patto di non dimenticare il passato.

Un libro in cui c'è tutto. Mistero, amore, amicizia, Storia, dolore. Ma tutto è pesato, misurato, niente di troppo, niente di troppo poco. Un romanzo piacevole e scorrevole. Consigliato!



Chi ha scritto il post? Antonella, admin di If you have a garden and a library, Blogger, Bookaholic. Appassionata di libri, musica, film e natura, colleziona libri, istantanee e ricordi. Classe 1989, aspirante ingegnere junior e clarinettista per diletto.

lunedì 25 gennaio 2016

Presentazione #19: Federica Rubini.

Salve lettori!
Sono passate alcune settimane dall'ultima presentazione fatta qui sul blog. Dovete scusarmi, ma l'aver iniziato a lavorare ha scombussolato tutti i miei ritmi, ma piano piano mi sto assestando e sto riprendendo le buone vecchie abitudini. 
Oggi, ospite qui sul blog è Federica Rubini con il suo lavoro.

Angela è stata invitata alla festa di Halloween della sua migliore amica Giada, all’interno dell’abitazione di lei, un castello immenso situato in provincia di Bologna che porta il nome di Rocchetta Mattei.
Mentre sta per avviarsi verso la sede del party, Angela riceve una telefonata sospetta: un maniaco, vuole che si rechi il più in fretta possibile alla casa di Giada, se vuole sapere se la sua amica è ancora viva. Una volta lì, sarà costretta a seguire le indicazioni del maniaco, in un sadico gioco di potere e Angela si vedrà obbligata a fare una caccia al tesoro, trovandosi spesso davanti i cadaveri degli invitati e i loro spettri che non trovano pace. Alla fine della vicenda Angela scoprirà l’identità del suo aguzzino, ma sarà lei ad essere arrestata per l’uccisione di tutti i partecipanti alla festa, Giada compresa.

Il corpo senza vita messo a sedere su di una sedia, era appoggiato al muro, con gli occhi chiusi come fosse un fantoccio, di quelli che vengono utilizzati dai ventriloqui e che fanno tanto divertire i bambini.Era ricoperto di sangue, come se la sostanza purpurea fosse la stoffa che dava vita al suo vestito: le sue vesti erano talmente intrise di sangue che Angela non riusciva a capire quale potesse essere il colore originale di esse.(La posizione in cui era messo poteva trarre in inganno, infatti sembrava che l’uomo stesse semplicemente dormendo, ma si poteva capire che non era così dal modo in cui teneva la testa appoggiata alla spalla, in modo così cascante ed innaturale.)La bocca di quell’uomo era spalancata: una scatolina gli impediva di chiuderla.La ragazza si guardò in giro, per vedere se c’era qualche utensile, per estrarre l’oggetto.Forse lì c’era la chiave di cui aveva tanto bisogno.

Federica Rubini nasce nel novembre del 1989, si appassiona alla scrittura nel periodo in cui frequentava le scuole medie; successivamente partecipa ad alcuni corsi di scrittura creativa ed ad alcuni concorsi. Potete contattarla su Facebook oppure su Twitter (@Federica_Rubini).

domenica 24 gennaio 2016

Pills of books. #3

Chloe and Mason and Hannah and Blake. Two couples, two brothers, two best friends. A short girl, a tall girl, and two brawny dudes. Well, Blake was brawny. The neat, scrappy Mason was all about sports the last few years, ever since their dad had his back broken. Blake was the one who got the large lumbering body of a man who lived in a rural town and could do anything: lift anything, build anything, drive anything. Was write anything going to be added to that list too?

Iniziare un nuovo libro è sempre un salto nel vuoto, nell'incognito. Anche se lo hai scelto (che poi, siamo sicuri di essere noi a scegliere i libri e che non siano i libri a scegliere noi?), entri in un mondo nuovo, fatto di personaggi nuovi e luoghi sconosciuti. Fare conoscenza con chi ti terrà compagnia per i prossimi giorni o settimane è un'esperienza intima e unica tra il Lettore e chi vive nel libro. Ecco, io sto attraversando questa fase, avendo appena inziato Lone Star di Paullina Simons. Immagino che anche per voi sia così quando inziate un nuovo libro, o mi sbaglio?

sabato 23 gennaio 2016

Oblomov, Ivan Gončarov.

Titolo: Oblomov.
Autore: Ivan Gončarov.
Casa Editrice: Einaudi.
Pagine: 492.


Trama: Un provinciale idealista vive a Pietroburgo della rendita di una tenuta dimenticata, nella piú assoluta inerzia fisica e psichica. In una camera coperta di ragnatele e di libri ingialliti giace nella sua «normale posizione» su un emblematico divano, dormendo e sognando, stanco e insensibile ai rumori della vita. Specchio di un fatalismo storico, Oblomov è stato considerato dalla critica l'eroe immortale della pigrizia, prodotto di una generazione viziata e apatica, inerte e priva di volontà, che non ha saputo dedicarsi a quelle riforme di cui necessitava la società russa. Con ironia pungente e forza narrativa, Goncarov crea intorno al protagonista un'atmosfera ossessiva e a tratti morbosa che denuncia non solo l'arretratezza civile di una nazione ma soprattutto i conflitti interiori di ogni coscienza umana.


È difficilissimo parlare articolatamente di questo romanzo, quindi lascerò scorrere impressioni e parole, sperando di non far pasticci, ma sperando di trasmettervi almeno un pizzico del mio entusiasmo.
Gončarov non l'avevo mai sentito nominare. E mai l'avevo considerato, mai gli avevo dedicato un'occhiata quando passavo in libreria. Mai. Poi mi hanno regalato questo libro per Natale e mi si è aperto un mondo. Un romanzo che è un capolavoro, che di stelline (o faccine sorridenti o cuoricini o quel che più vi piace) ne meriterebbe infinite, non solo cinque. Quattrocentonovantadue pagine di puro piacere di lettura, scoperta e divertimento.
Tutto ruota attorno ad una parola ed una soltanto (come nei teoremi matematici, sapete no?...una e una sola), ovvero OBLOMOVISMO. Non conoscete questa parola? Ora vi spiego...

OBLOMOVISMO: fisionomia dello spirito e del temperamento attribuiti ai russi, particolarmente alla nobiltà terriera dell'Ottocento, essenzialmente caratterizzati da una apatica e fatalistica remissività.

L'eroe del romanzo (o forse dovrei dire antieroe, perché dell'eroe tradizionale non ha nulla o quasi) è Oblomov, Il'ja Il'ič Oblomov. Egli è un proprietario terriero, padrone di trecento anime ad Oblomovka. Ma, a differenza degli altri proprietari terrieri della Russia ottocentesca, Oblomov non si interessa degli affari, non mantiene i buoni rapporti in società, non segue le mode e gli eventi, rifugge la gente e gli impegni, insegue uno stile di vita basato su pace, riposo e tranquillità, senza pensieri ed impegni. Egli si è adagiato nella sua vita, non ricerca nulla di nuovo, non aspira a nuove emozioni e non spera di evolvere. Oblomov è un uomo finito, senza aspirazioni né scopo. 
In via Gorochovaja, in una di quelle grandi case, la cui popolazione sarebbe stata sufficiente per tutta una città di provincia, se ne stava di mattina a letto nel suo appartamento Ilja Iljič Oblomov.Era questi un uomo di trentadue-trentatré anni, di media statura, di aspetto piacevole, con occhi grigio-scuri, ma nei tratti del volto privo di qualsiasi idea determinata, di qualsiasi concentrazione. Il pensiero passeggiava come un libero uccello sul suo viso, svolazzava negli occhi, si posava sulle labbra semiaperte, si nascondeva nelle rughe della fronte, poi scompariva, e allora su tutto il volto si accendeva l'uniforme colore dell'indifferenza. Dal volto l'indifferenza passava alle pose di tutto il corpo,  perfino alle pieghe della veste da camera. (Incipit)
Sebbene nel romanzo Oblomov viva alcuni momenti di gioia e rinascita, egli li distrugge con le sue stesse mani essendo sempre insoddisfatto, insicuro e indeciso. Non lo cambiano né l'amore né l'amicizia, né le disgrazie né le gioie, né il matrimonio né la malattia. Egli vive tutta la sua vita nella più totale apatia dalla quale riemerge solo per brevi istanti prima di rituffarcisi da sé.

I momenti divertenti non mancano grazie ai siparietti tra Il'ja Il'ič e il suo fedele servo Zachar. I momenti romantici ci vengono regalati da Oblomov e Ol'ga prima, da Stolz e Ol'ga poi (sì!, il suo migliore amico ha sposato la donna che il buon vecchio Il'ja si è lasciato sfuggire), per finire da Oblomov e la sua padrona di casa (e proprio da questa relazione nascerà il piccolo Andrej).  I momenti per riflettere non mancano e nemmeno le perle di saggezza. Insomma, c'è proprio tutto quello che io cerco in un libro.

Come tutti i romanzi russi, anche questo mi ha lasciato tanto, mi ha insegnato molto. Ho capito che siamo un po' tutti come Oblomov, soprattutto quando ci rassegniamo nelle disgrazie e quando non gioiamo delle piccole vittorie nella vita quotidiana. Ho imparato che l'oblomovismo non era solo un problema ottocentesco, ma che sempre più è una malattia dei nostri tempi: l'uomo d'oggi è sempre scontento e abbandonato tra le onde della vita, si lascia trascinare e non apprezza più le piccole cose. Leggendo le "gesta" di Oblomov ho pensato spesso a persone che conosco ed ho riso sotto i baffi. Ho guardato l'amore da un punto di vista diverso ed incredibile. Ho letto di un uomo (Oblomov) talmente cristallino e trasparente che dal suo stato apatico ha sacrificato i suoi sentimenti per dare nuova linfa vitale a quelli di un altro essere vivente. Ho riso, mi sono arrabbiata e ho pianto con Oblomov e ammetto che mi dispiace riporre il libro sulla mensola. 
Vorrei concludere regalandovi le parole di Stolz su Oblomov, le più chiare e semplici, ma le più vere. Non c'è modo migliore per descriverlo e salutarlo.


Grazie per aver letto questa recensione e per essere passati dal blog anche oggi. Alla prossima!

mercoledì 20 gennaio 2016

Drink tea and read books...weekly. #6

Salve lettori!
Eccomi qui a scrivere un nuovo post per presentarvi tre nuovi libri, sperando possano incuriosirvi ed entrare tra i vostri prossimi acquisti librosi. Ma prima, come ogni mercoledì, è tempo di presentare il tè di oggi.

Tè Vaniglia e Lampone (Pompadour).

Oggi ho scelto di proporvi questo tè intenso, dolcissimo ed estivo. Chi lo ha assaggiato capirà le mie scelte, agli altri basti sapere che il gusto è molto deciso, la nota dolce è predominante e gli ingredienti mi ricordano tantissimo l'estate (insomma, in fin dei conti i lamponi si mangiano in estate).

Intenso: Leggere Lolita a Teheran, Azar Nafisi.

Nei due decenni successivi alla rivoluzione di Khomeini, mentre le strade e i campus di Teheran erano teatro di violenze barbare, Azar Nafisi ha dovuto cimentarsi nell'impresa di spiegare a ragazzi e ragazze, esposti in misura crescente alla catechesi islamica, una delle più temibili incarnazioni del Satana occidentale: la letteratura. È stata così costretta ad aggirare qualsiasi idea ricevuta e a inventarsi un intero sistema di accostamenti e immagini che suonassero efficaci per gli studenti e, al tempo stesso, innocui per i loro occhiuti sorveglianti. Il risultato è un libro che, oltre a essere un atto d'amore per la letteratura, è anche una beffa giocata a chiunque tenti di proibirla.

Non so se ho già menzionato questo libro in una puntata precedente, se l'ho fatto mi scuso!, ma questo libro merita tantissimo e non smetterò mai di consigliarlo, citarlo e suggerirlo a destra e a manca. Non servono parole, dovete solo leggerlo!

Dolcissimo: Il gusto segreto del cioccolato amaro, Kevin Alan Milne.

Per essere la proprietaria di una cioccolateria, Sophie Jones non è esattamente la dolcezza personificata. Almeno da quando Garrett l'ha lasciata a un passo dall'altare, e lei, che con la fortuna ha sempre avuto un rapporto un po' problematico, ha dedotto che la felicità è solo un'illusione. Non a caso la sua ultima creazione pasticcerà è un delizioso biscottino, ricoperto di cioccolato amaro, con dentro messaggi ispirati a un sano, sanissimo realismo. Leggi: una doccia fredda per tutti quelli che nell'amore e nella felicità continuano a crederci. Ci sono persone fortunate in amore. Tu non sei una di quelle. Oppure: La tua storia d'amore ti lascerà l'amaro in bocca. Per Sophie, rimasta orfana da bambina, sempre affamata di affetto e comprensione, riempire i Biscotti della Sfortuna di perle di cinismo e disillusione è una sorta di esorcismo quotidiano. Così, il giorno in cui Garrett ritorna per chiederle perdono, lei sa esattamente cosa fare: gli darà un'altra possibilità soltanto se lui saprà dimostrarle che la felicità esiste. Cento testimonianze di una felicità solida e duratura, e lei accetterà di uscire con lui, come al primo appuntamento. E quando Garrett pubblica un annuncio sul giornale, le risposte - sincere, entusiaste, piene di speranza - inondano il negozio, e la vita, di Sophie. Insegnandole che, quando si tratta di quella cosa chiamata felicità, cominciare a cercarla è il primo passo per trovarla.

Un libro doloroso, ma che nasconde al suo interno un cuore dolcissimo che vuole soltanto essere scoperto. Un libro carino, scorrevole, divertente. Non sarà un capolavoro, ma mi ha lasciato un bel ricordo (e se non sbaglio l'ho anche recensito qui sul blog, ma non ne sono sicura...).

Estivo: Il club erotico del martedì, Lisa Beth Kovetz.

Sono piccanti e sentimentali, passionali e malate d'amore le quattro donne che nella pausa pranzo si riuniscono per parlare delle loro esperienze erotiche. Si chiamano Aimee, Margot, Brooke e Lux, vivono a New York e lavorano nello studio legale Warwick & Warwick. La prima è una moglie incinta trascurata dal marito, la seconda appare come una "lady di ferro" in carriera, la terza è ricca e facoltosa, ma sa bene che i soldi non danno la felicità. Infine c'è Lux, la segretaria giovane e bella, bersaglio di pettegolezzi e cattiverie. Donne diversissime tra loro, per stile di vita ed estrazione sociale, ma che hanno in comune la passione per la letteratura: il martedì si ritrovano per leggere i loro racconti di sesso e confrontarsi su fantasie intime e proibite. Un provocante passatempo che le porterà a scoprire l'importanza e la profondità del loro legame.

Un libro totalmente, completamente, interamente, disimpegnato. Divertente, dinamico e piacevole, ma nulla di più. Una lettura leggera, estiva, fresca. Mi ero divertita molto a leggerlo. Ideale tra una lettura impegnativa e l'altra...


Chi ha scritto il post? Antonella, admin di If you have a garden and a library, Blogger, Bookaholic. Appassionata di libri, musica, film e natura, colleziona libri, istantanee e ricordi. Classe 1989, aspirante ingegnere junior e clarinettista per diletto.

domenica 17 gennaio 2016

Pills of books. #2

Ma Ol'ga non era astuta; egli lo vedeva chiaramente. All'astuzia ricorrono solo le donne più o meno limitate. Esse, in mancanza di una retta intelligenza, muovono le molle della piccola vita quotidiana per mezzo dell'astuzia, intrecciano come un ricamo la loro politica casalinga, non accorgendosi come si svolgano le linee principali della vita e da che parte si dirigano e come si incrocino. L'astuzia è una moneta spicciola con cui non si può comprar molto. Come con una moneta spicciola si possono vivere una, due ore, con l'astuzia si può nascondere qualche cosa, ingannare, alterare la realtà, ma essa non basta per abbracciar con lo sguardo il lontano orizzonte, per dar principio e fine a qualche evento importante. L'astuzia è miope: vede bene solo sotto il naso, ma non lontano e perciò spesso finisce col cadere essa stessa in quella trappola che ha teso ad altri. Ol'ga era semplicemente saggia: come aveva facilmente e chiaramente risolta la questione d'oggi, così ne avrebbe risolta qualunque altra! Ella vedeva subito il senso reale di un avvenimento e l'affrontava per la via diretta. L'astuzia è come un topo: corre intorno, si nasconde...il carattere d'Ol'ga era del tutto diverso.

Cos'è l'astuzia? Come possiamo definire l'astuzia al giorno d'oggi? E cosa pensavano centocinquanta-duecento anni fa? A chi appartiene l'arte dell'astuzia? 
Oblomov crede che l'astuzia sia una dote innata di chi non ha altri mezzi per affrontare gli ostacoli della vita, ovvero di tutte quelle persone di scarsa intelligenza. L'astuzia è qualcosa di negativo che non può che portare a cose ancora più negative. Ma l'astuzia non è, forse, anche quel qualcosa che ti permette di escogitare qualcosa anche un tantino più in là del tuo naso? L'astuzia è una dote essenziale che va somministrata con cautela e a piccole dosi, ma se ben miscelata serve e aiuta. E, forse, un pizzico di astuzia ad Oblomov male non farebbe (spero che nelle prossime pagine si svegli un po'!). 

giovedì 14 gennaio 2016

Gruppo di Lettura: Leggiamo Insieme i Classici Russi.

Salve lettori!
Visto che moltissimi di voi mi chiedono sempre più spesso indicazioni e suggerimenti sul modo migliore di approcciarsi alla Letteratura Russa e visto che io adoro la Letteratura Russa (ma non sono un'esperta o studiosa, sono solo una russo-maniaca e vorrei condividere con voi questa mia passione), ho pensato di organizzare un Gruppo di Lettura per leggere insieme alcune opere russe e per aiutarvi ad avvicinarvi a questo vasto mondo di romanzi e opere.
Non vi preoccupate!, non inizieremo con i grandi mattoni come Guerra e Pace, I fratelli Karamazov e via dicendo, ma ci limiteremo, per questa volta!, a romanzi brevi o racconti.
Ho pensato di dividere il gruppo di lettura in tre momenti. Faremo così la conoscenza (o ri-incontreremo, se avete già dimestichezza con questi autori) tre grandi autori: Tolstoj, Dostoevskij e Bulgakov. Alla fine di questa esperienza, se vi sarete divertiti e vorrete continuare, potremo decidere di leggere uno dei "mattoni" il prossimo inverno, scegliendone uno dell'autore che più vi ha colpiti.
Se questo sistema funziona, potremo farlo diventare un appuntamento fisso, magari annuale, così da restare in contatto e condividere le nostre impressioni.
Ovviamente, autori ce ne sarebbero moltissimi e tantissime sarebbero le opere degne di menzione, ma meglio limitarsi a questi, almeno per iniziare. In futuro si vedrà.

Se siete blogger, "rubatela" e portatela sul vostro blog

Partecipare è semplicissimo:
  1. mi piacerebbe foste lettori fissi del blog. Non è obbligatorio. Non sto organizzando questo gruppo di lettura per ottenere consensi, ma indubbiamente se vi unite ai miei lettori mi farà enorme piacere;
  2. se avete Facebook, cliccare su "Parteciperò" sulla pagina dell'evento;
  3. commentare questo post indicando la vostra intenzione a partecipare;
  4. seguire i tre momenti del gruppo di lettura e lasciare le vostre impressioni ed i vostri commenti quando sarà il momento;
  5. condividere il gruppo di lettura con più persone possibile. Più siamo e più sarà divertente. Se siete blogger potete "rubare" l'immagine qui sopra e portarla da voi linkando questo post.
Arrivati a questo punto, vi starete chiedendo quando mi deciderò a dichiarare tempistiche e libri scelti per questo progetto.

Fase I: Le notti bianche, Fëdor Dostoevskij.

Le notti bianche (in russo: Белые ночи, Belye Noči), è un romanzo breve giovanile di Fëdor Dostoevskij, pubblicato per la prima volta nel 1848. L'opera prende il nome dal periodo dell'anno noto col nome di notti bianche, in cui nella Russia del nord, inclusa la zona di San Pietroburgo, il sole tramonta dopo le 22.
Le notti bianche è un romanzo sentimentale in cui appaiono molti dei temi fondamentali dell'opera di Dostoevskij.
Il racconto ha ispirato il film omonimo di Luchino Visconti e il film Quattro notti di un sognatore di Robert Bresson.

Il racconto è breve (un centinaio di pagine in tutto). Potete scegliere l'edizione che vi piace di più; se ne trovano di bellissime a poco prezzo anche nei negozi dell'usato e online.

Leggeremo questo racconto di Dostoevskij a partire dal 15 febbraio 2016. Avrete tempo fino al 28 febbraio 2016 per ultimarlo. Il 29 febbraio ne discuteremo insieme e tireremo le somme sul racconto e sulle vostre prime impressioni su Dostoevskij.

Fase II: La morte di Ivan Il'ič, Lev Tolstoj.

La morte di Ivan Il'ič (in russo Смерть Ивана Ильича, Smert' Ivana Il'iča), pubblicato per la prima volta nel 1886, è un racconto di Lev Nikolaevič Tolstoj. È una delle opere più celebrate di Tolstoj, influenzata dalla crisi spirituale dell'autore, che lo porterà a convertirsi al Cristianesimo. Tema centrale della storia è quello dell'uomo di fronte all'inevitabilità della morte.

Questo racconto di Tolstoj nella mia versione (quella in foto) si aggira sulle 200 pagine, ma anche qui, procuratevi l'edizione che volete. Se ne trovano molte.

Leggeremo questo racconto a partire dal 21 marzo 2016. Avrete tempo tre settimane, quindi fino al 10 aprile per finirlo. Lunedì 11 aprile cominceremo a discuterne e scambiarci le nostre impressioni.



Fase III: Uova fatali, Michail Bulgakov.

Uova fatali (in russo: Роковые яйца, pronuncia [rəkɐˈvɨjə ˈjajtsə]) è un romanzo breve scritto da Michail Afanas'evič Bulgakov nel 1925.

Per il terzo appuntamento ci avviciniamo un pochino ai tempi più moderni. Non potevo non scegliere Bulgakov per concludere questo piccolo programma di letture condivise.
Qui si va su un genere diverso, ma sono sicura saprete apprezzarlo.

Non mi sono ancora procurata questo romanzo breve quindi non so dirvi né l'edizione né quante pagine esatte sono, ma ho visto online che se ne trovano molte buone edizioni sui 4-5 euro, quindi una spesa molto contenuta.

Leggeremo questo romanzo breve a partire dal  2 maggio. Anche qui, tre settimane di tempo per finirlo, così ognuno può gestirselo come vuole. Il 23 maggio ne parleremo e tireremo le nostre conclusioni.


Ovviamente, durante la lettura di tutti e tre i romanzi brevi, la bacheca dell'evento resterà aperta e si potranno inserire mano a mano domande, impressioni, dubbi, citazioni e via dicendo, magari inventerò una serie di hashtags ad hoc per l'evento. 
Ho optato per tempi dilatati solo per permettere a più persone di partecipare. Non si può vedere il gruppo di lettura come una spada di Damocle che pende sulla nostra testa. Anche se le pagine sono poche, ognuno ha i suoi tempi ed ha il diritto di metterci il tempo che serve. Spero di aver spalmato bene i romanzi nell'arco della primavera. Se così non fosse, eventualmente vedremo di aggiustare i tempi.
E, molto importante!, non siete obbligati a partecipare a tutti e tre i momenti del gruppo di lettura, anche se mi piacerebbe molto.

Spero di avervi detto tutto. Se avete domande chiedete pure o scrivetemi un messaggio privato in pagina. Allora?, vi ho convinti a partecipare? Me lo auguro.
A presto per la prima fase del gruppo di lettura!

mercoledì 13 gennaio 2016

Drink tea and read books...weekly. #5

Salve lettori!
Nuovo appuntamento con l'unica rubrica che, al momento, ha cadenza regolare sul blog. Anche oggi scopriremo insieme una tipologia di tè e tre libri. 
Prima di iniziare, vi rinnovo l'invito a partecipare attivamente a questa rubrica. Mi spiego! Sarei felicissima di ospitare altre blogger e voi lettori in questa rubrica. Se volete cimentarvi nella scrittura di una puntata non dovete fare altro che contattarmi e ci accorderemo per la data, dopodiché avrete carta bianca. Seguendo lo schema delle puntate precedenti, ovvero un tè e tre libri, potrete scrivere quel che volete e raccontarci così un po' di voi. Non siate timidi!, vi aspetto.

Tè zenzero e limone (Sir Winston Tea).

La mia ultima scoperta, recentissima, è questo tè Sir Winston Tea. Sono andata al supermercato sabato. Mi serviva del tè nero perché è quello che ultimamente preferisco bere la mattina. Non c'era molta scelta, lo ammetto, ma questo mi ha subito incuriosita. Adoro lo zenzero. Mi piace nei biscotti, al naturale, essiccato, nelle bevande e via dicendo, quindi non potevo che acquistarlo per provarlo. L'abbinamento zenzero-limone è incredibile. Inizialmente sembra di bere un semplice tè al limone, ma mentre si sorseggia, dopo alcuni momenti di riposo del tè, lo zenzero diventa predominante e il tè davvero gustoso.
I tre aggettivi che ho pensato per oggi sono: british (insomma, più british di Sir Winston chi c'è?), sorprendente e gustoso.

British: Virginia Woolf in Manhattan, Maggie Gee.

L'autrice di best-seller Angela Lamb sta attraversando una crisi di mezza età. Lascia la figlia Gerda in una scuola privata e vola a New York per inseguire la sua passione per la Woolf, i cui manoscritti sono conservati in una collezione privata. Quando Virginia Woolf si materializza tra gli scaffali, Angela, colta di sorpresa, la rincorre per le vie di Manhattan. Presto Angela diventa chaperone della sua problematica eroina che cerca di districarsi tra internet e librerie che promettono "rare edizioni autografate" dei suoi lavori. Poi Virginia insiste per volare con lei a Istanbul, trova un ammiratore turco e ruba la scena ad Angela ad una conferenza internazionale su 'Virginia Woolf'.

Ho letto questo libro in lingua originale mentre ero a Plymouth. Non ho idea se sia stato tradotto in italiano e con quale titolo. Si tratta di un libro molto carino (trovate la recensione qui), fresco e british. La narrativa e le maniere dei protagonisti ben rappresentano gli usi ed i costumi inglesi. L'idea di materializzare la Woolf nel presente è un espediente letterario incredibile che permette all'autrice, seppur restando sul frizzante e sulla narrativa semplice, di estrarre dal cilindro scene e momenti davvero interessanti. 

Sorprendente: Il Maestro e Margherita, Michail Bulgakov.

"Un miracolo che ognuno deve salutare con commozione". Così Eugenio Montale accoglieva nel 1967 il romanzo postumo che consacrava di colpo Bulgakov, fino ad allora sconosciuto, tra i grandi scrittori russi del Novecento, e forniva un quadro indimenticabile della Russia di Stalin. Nella Mosca degli anni '30 arriva Satana in persona e sotto le spoglie di un esperto di magia nera, accende una girandola di eventi tragicomici.

Se non è sorprendente questo romanzo, non so davvero cosa possa esserlo! So che molti Lettori non affrontano i russi, un po' per reverenza, un po' per paura, però leggendoli si apre un mondo.
Io mi sono approcciata al mondo della Letteratura russa proprio con questo romanzo su consiglio della mia amica Marta di Macaronea (non la conoscete? Correte a visitare il suo blog!). Il mondo sorprendete ed inteso che ho scoperto mi ha fatto diventare una delle più accanite lettrici di romanzi ed opere russi che io conosca. Raccontarvi in poche righe questo romanzo sarebbe riduttivo, quindi vi invito soltanto a leggerlo e dargli una possibilità, anche se inizialmente vi sembrerà difficile e senza senso. Non ve ne pentirete.

Gustoso: The girl in Time Square, Paullina Simons.

La vita di Lily viene stravolta quando sparisce la sua compagna di stanza e incredibili rivelazioni sulla sua famiglia, in aggiunta ad una personale scoperta, cambiano la sua vita per sempre! Cosa accadrebbe se tutto quello in cui hai sempre creduto fosse una bugia? E' quello che accade a Lily Quinn. [...] Quando la sua compagna di stanza scompare, nella vita di Lily entra Spencer Patrick O'Malley, un cinico detective della polizia di New York, con i suoi demoni da combattere. [...] 
Il destino si prende gioco della vita di Lily. Si ritrova a combattere per la sua vita mentre Spencer cerca la sua amica Amy scomparsa. [...] Da una delle autrici più apprezzate, un'incredibile storia che vi terrà incollati alle pagine. Questa è l'odissea di due giovani donne, Lily e Amy, compagne di stanza e amiche che segnerà le loro vite.

Tralasciando la trilogia del Cavaliere, questo, al momento, è il romanzo più bello della Simons. Una storia coinvolgente che tiene tutti incollati alle pagine. E' impossibile staccarsi dalle pagine, la storia ti cattura e ti coinvolge. Purtroppo anche questo non è mai stato tradotto in Italia, quindi se siete interessati, dovrete fare un piccolo sforzo e leggerlo in lingua originale. Non esiste una mia recensione completa di questo romanzo perché l'ho letto prima di aprire il blog, ma trovate un brevissimo commento su Goodreads se volete vedere come l'ho valutato. 


Chi ha scritto il post? Antonella, admin di If you have a garden and a library, Blogger, Bookaholic. Appassionata di libri, musica, film e natura, colleziona libri, istantanee e ricordi. Classe 1989, aspirante ingegnere junior e clarinettista per diletto.

domenica 10 gennaio 2016

Pills of books. #1

In via Gorochovaja, in una di quelle grandi case, la cui popolazione sarebbe stata sufficiente per tutta una città di provincia, se ne stava di mattina a letto nel suo appartamento Ilja Iljič Oblomov.Era questi un uomo di trentadue-trentatré anni, di media statura, di aspetto piacevole, con occhi grigio-scuri, ma nei tratti del volto privo di qualsiasi idea determinata, di qualsiasi concentrazione. Il pensiero passeggiava come un libero uccello sul suo viso, svolazzava negli occhi, si posava sulle labbra semiaperte, si nascondeva nelle rughe della fronte, poi scompariva, e allora su tutto il volto si accendeva l'uniforme colore dell'indifferenza. Dal volto l'indifferenza passava alle pose di tutto il corpo, perfino alle pieghe della veste da camera.

Oblomov vorrebbe vivere in pace e costante riposo (da qui il termine oblomovismo), senza far niente e senza preoccupazioni. Fin da subito sembra di leggere di un malato grave di bamboccionesimo-acuto che non vuole crescere e prendersi le proprie responsabilità. Un uomo incapace di vivere e insofferente nei confronti della vita. Un modello sbagliato e paradossale. Oblomov è il capostipite di tutti quei fannulloni e nullafacenti che hanno bisogno soltanto di una colossale scrollata per svegliarsi e cominciare a vivere davvero. Nel leggere la prima parte di questo romanzo tutti possiamo associare la figura di Oblomov a qualcuno che conosciamo, perché l'oblomovismo non appartiene soltanto alla Pietroburgo dell'epoca fiorente, ma appartiene anche al presente.

mercoledì 6 gennaio 2016

Drink tea and read books...weekly. #4

Salve lettori!
Eccomi qui a scrivere una nuova puntata della rubrica Drink tea and read books...weekly. Questo appuntamento settimanale scandisce perfettamente i ritmi del tempo. Ogni martedì ormai mi metto al pc e penso a cosa raccontarvi. Pronti per scoprire un nuovo tè e tre nuovi libri?

Infuso Arancia e Cannella.

L'immagine è storta, scusatemi, ma non riesco a girarla...
Si tratta di un infuso che ci hanno regalato per Natale. E' assolutamente favoloso. Buonissimo!
L'etichetta recita: "Infuso dai toni caldi e agrumati, leggermente speziato". Quindi gli aggettivi di oggi saranno (anche se sarà una bella sfida trovare gli abbinamenti adatti con dei libri): caldo, agrumato e speziato.

Caldo: Il profeta, Khalil Gibran.

Nei versi di Khalil Gibran, il profeta della pace, il poeta che continua ad affascinare con i suoi messaggi di giustizia e di speranza, affiora tutta la fragilità dell'uomo, ma anche la volontà di riscatto e la tensione verso un mondo migliore. L'autore di questo straordinario capolavoro ha avuto una vita tormentata che ha ispirato "Seguirò il mio cuore", il romanzo che completa questa nuova traduzione de "Il Profeta" e racchiude episodi finora sconosciuti e lettere inedite.

Il profeta è una raccolta di messaggi sui temi più cari all'uomo che Gibran ci ha regalato. Tutti dovrebbero leggerlo. Chiunque può trovarvi un insegnamento, un fondo di verità o una risposta. Gibran con le sue parole avvolge il Lettore in un caldo, caldissimo, abbraccio che conforta, dona speranza e insegna. Un capolavoro indiscusso che non può mancare nella libreria di nessuno.

Agrumato: L'amore ai tempi del colera, Gabriel Garcia Marquez.

Per cinquantun anni, nove mesi e quattro giorni Fiorentino Ariza ha perseverato nel suo amore per Fermina Daza, la più bella ragazza dei Caraibi, senza mai vacillare davanti a nulla, resistendo alle minacce del padre di lei e senza perdere le speranze neppure di fronte al matrimonio d'amore di Fermina con il dottor Urbino. Un eterno incrollabile sentimento che Fiorentino continua a nutrire contro ogni possibilità fino all'inattesa, quasi incredibile, felice conclusione. Una storia d'amore e di speranza con la quale, per una volta, Gabriel García Márquez abbandona la sua abituale inquietudine e il suo continuo impegno di denuncia sociale per raccontare un'epopea di passione e di ottimismo. Un romanzo atipico da cui emergono il gusto intenso per una narrazione corposa e fiabesca, le colorate descrizioni dell'assolato Caribe e della sua gente. Un affresco nel quale, non senza ironia, si dipana mezzo secolo di storia, di vita, di mode e abitudini, aggiungendo una nuova folla di protagonisti a una tra le più straordinarie gallerie di personaggi della letteratura contemporanea.

Ok, agrumato non è un aggettivo semplice da associare ad un libro. Ho scelto questo grande romanzo di Marquez per ambientazione, narrazione e descrizioni. Questo romanzo ha il sapore pieno degli agrumi con quella nota acidula che lascia un po' perplesso il Lettore che non trova nel romanzo la grande storia d'amore, ma dell'altro. Trovate la mia recensione completa qui.

Speziato: La profezia della curandera, Huarache Mamani Hernan.

Kantu è giovane, bella, piena di interessi e di entusiasmo. Vive a Cuzco, una città del Perù, e trascorre le sue giornate tra lo studio, gli amici, le feste. Non conosce nulla delle antiche tradizioni andine, della scienza della Pachamama, degli insegnamenti dei curanderos. Non la interessano. Un giorno, un evento inatteso sconvolge il suo universo, costringendola a confrontarsi con una realtà a lei incomprensibile. Disposta a tutto pur di conquistare l'uomo che ama, Kantu intraprende un cammino difficile che la porterà a riscoprire l'energia che c'è in lei.

Un libro bellissimo che ho amato alla follia e che ho letto tutto d'un fiato. Un libro che parla di tradizioni e dello scontro-incontro tra tradizione e modernità. Un racconto di vita e scoperta, condito con quel pizzico di movimento ed azione che non guasta mai. Io ve lo consiglio!



Chi ha scritto il post? Antonella, admin di If you have a garden and a library, Blogger, Bookaholic. Appassionata di libri, musica, film e natura, colleziona libri, istantanee e ricordi. Classe 1989, aspirante ingegnere junior e clarinettista per diletto.

sabato 2 gennaio 2016

La guardia bianca, Michail Bulgakov.

Titolo: La guardia bianca.
Autore: Michail Bulgakov.
Casa Editrice: Feltrinelli.
Pagine: 416.

Trama: Il romanzo che diede a Bulgakov celebrità in vita, prima della fama universale postuma raggiunta con "Il maestro e Margherita". Tutto ruota attorno alle vicende dei tre fratelli Turbin (Aleksej, Nikolka ed Elena) nella tempestosa Kiev del convulso inverno 1919-1920. La città è nelle mani dell'avventuriero Simon Petljura ma si trova anche nella morsa di un duplice accerchiamento, quello dell'atamano (cosacco) Shoropadskij e dei bolscevichi. Le avventure dei fratelli Turbin si susseguono fra malattie, guarigioni miracolose, preghiere, eroismi, fughe, divorzi, amori e amicizie. Sullo sfondo, tratteggiata con rapidità futurista ma allo stesso tempo con potente afflato epico, la Storia di una nazione e di un popolo fotografati in un momento decisivo.


Prima recensione di questo 2016. Da quando ho iniziato il periodo di prova in un'azienda ho molto meno tempo per leggere e questi quattro giorni di pausa lavorativa causa Capodanno mi sono serviti per terminare questo libro che, nella mia testa, avrei dovuto terminare due settimane fa...
Un Bulgakov diverso. Un Bulgakov come sempre irriverente, satirico ed indagatore.

La storia ruota attorno alle vicende della famiglia Turbin nell'inverno 1918-1919. La morte della madre lascia i tre fratelli Turbin (Aleksej, Nikolka ed Elena) ad affrontare la vita famigliare e pubblica da soli. Le vicende famigliari si susseguono in un periodo storico molto complicato. Gli anni sono quelli immediatamente successivi alla Rivoluzione d'Ottobre. Tutti gli equilibri si sono sgretolati e la bella Kiev si ritrova nel mezzo di tira e molla tra Petljura, i bolscevichi e l'atamano per la supremazia. Sotto una spessa coltre di neve (la storia si svolge in inverno), la Città attende il momento giusto per rifiorire sotto la guida di chi vincerà questa partita di scacchi che si svolge sulle colline circostanti la città prima e in città dopo.
Una storia epica che Bulgakov ci racconta con attenzione quasi chirurgica. Nomi di luoghi, battaglie, generali, capitani e junker si susseguono con meticolosa precisione. Inizialmente il Lettore si trova spiazzato. Sembra di leggere una relazione di guerra. Proseguendo un po' nella lettura però ci accorge di come, sotto lo strato di attenzione per la Storia e i suoi protagonisti, Bulgakov sia il burattinaio dei suoi personaggi e di come se ne prenda gioco, deridendoli e sgridandoli per le loro scelte e le loro azioni. Bulgakov è il deus ex machina dei Turbin. 
Il ritmo del romanzo è lento, quasi mono-tono, ma non si può che affezionarsi ai personaggi, ai loro amori, alle loro amicizie, alle loro disavventure e ai loro successi. Non si può che soffrire per Aleksej, divorato dal tifo, dagli incubi e dall'amore. Non si può che simpatizzare per Nikolka, pazzo d'amore, di ideali e idealista. Non si può che compatire Elena, abbandonata dal marito e combattuta nei sentimenti e nella famiglia. 

Leggendo questo romanzo ci si sente subito parte della vicenda, ci si sente a casa. Sembra di sentire il samovar fischiare sul fuoco. Sembra di vedere tutti gli amici dei Turbin in salotto a giocare a carte e discutere delle vicissitudini politiche e famigliari che si susseguono nel romanzo. 
Ho apprezzato moltissimo che fossero riportate entrambe le versioni del finale: la prima, quella ufficiale fino alla caduta del Muro nel 1989, e la seconda, quella pensata da Bulgakov e mai pubblicata fino agli Anni '90.
Il finale poi è aperto. La vita dei Turbin non arriva a nessun punto, resta cullata tra l'incertezza e il fato, ma le parole dell'autore lasciano ben sperare. Io ve le lascio qui di seguito per concludere questo mio breve intervento. Alla prossima!
Tutto passa. Le sofferenze, i tormenti, il sangue, la fame e la pestilenza. La spada sparirà, e le stelle invece rimarranno, quando anche le ombre dei nostri corpi e delle nostre azioni più non saranno sulla terra. Le stelle rimarranno allo stesso modo immutabili, allo stesso modo scintillanti e meravigliose. Non esiste uomo sulla terra che non lo sappia. Perché allora non vogliamo la pace? Perché non vogliamo rivolgere il nostro sguardo alle stelle? Perché?