sabato 2 gennaio 2016

La guardia bianca, Michail Bulgakov.

Titolo: La guardia bianca.
Autore: Michail Bulgakov.
Casa Editrice: Feltrinelli.
Pagine: 416.

Trama: Il romanzo che diede a Bulgakov celebrità in vita, prima della fama universale postuma raggiunta con "Il maestro e Margherita". Tutto ruota attorno alle vicende dei tre fratelli Turbin (Aleksej, Nikolka ed Elena) nella tempestosa Kiev del convulso inverno 1919-1920. La città è nelle mani dell'avventuriero Simon Petljura ma si trova anche nella morsa di un duplice accerchiamento, quello dell'atamano (cosacco) Shoropadskij e dei bolscevichi. Le avventure dei fratelli Turbin si susseguono fra malattie, guarigioni miracolose, preghiere, eroismi, fughe, divorzi, amori e amicizie. Sullo sfondo, tratteggiata con rapidità futurista ma allo stesso tempo con potente afflato epico, la Storia di una nazione e di un popolo fotografati in un momento decisivo.


Prima recensione di questo 2016. Da quando ho iniziato il periodo di prova in un'azienda ho molto meno tempo per leggere e questi quattro giorni di pausa lavorativa causa Capodanno mi sono serviti per terminare questo libro che, nella mia testa, avrei dovuto terminare due settimane fa...
Un Bulgakov diverso. Un Bulgakov come sempre irriverente, satirico ed indagatore.

La storia ruota attorno alle vicende della famiglia Turbin nell'inverno 1918-1919. La morte della madre lascia i tre fratelli Turbin (Aleksej, Nikolka ed Elena) ad affrontare la vita famigliare e pubblica da soli. Le vicende famigliari si susseguono in un periodo storico molto complicato. Gli anni sono quelli immediatamente successivi alla Rivoluzione d'Ottobre. Tutti gli equilibri si sono sgretolati e la bella Kiev si ritrova nel mezzo di tira e molla tra Petljura, i bolscevichi e l'atamano per la supremazia. Sotto una spessa coltre di neve (la storia si svolge in inverno), la Città attende il momento giusto per rifiorire sotto la guida di chi vincerà questa partita di scacchi che si svolge sulle colline circostanti la città prima e in città dopo.
Una storia epica che Bulgakov ci racconta con attenzione quasi chirurgica. Nomi di luoghi, battaglie, generali, capitani e junker si susseguono con meticolosa precisione. Inizialmente il Lettore si trova spiazzato. Sembra di leggere una relazione di guerra. Proseguendo un po' nella lettura però ci accorge di come, sotto lo strato di attenzione per la Storia e i suoi protagonisti, Bulgakov sia il burattinaio dei suoi personaggi e di come se ne prenda gioco, deridendoli e sgridandoli per le loro scelte e le loro azioni. Bulgakov è il deus ex machina dei Turbin. 
Il ritmo del romanzo è lento, quasi mono-tono, ma non si può che affezionarsi ai personaggi, ai loro amori, alle loro amicizie, alle loro disavventure e ai loro successi. Non si può che soffrire per Aleksej, divorato dal tifo, dagli incubi e dall'amore. Non si può che simpatizzare per Nikolka, pazzo d'amore, di ideali e idealista. Non si può che compatire Elena, abbandonata dal marito e combattuta nei sentimenti e nella famiglia. 

Leggendo questo romanzo ci si sente subito parte della vicenda, ci si sente a casa. Sembra di sentire il samovar fischiare sul fuoco. Sembra di vedere tutti gli amici dei Turbin in salotto a giocare a carte e discutere delle vicissitudini politiche e famigliari che si susseguono nel romanzo. 
Ho apprezzato moltissimo che fossero riportate entrambe le versioni del finale: la prima, quella ufficiale fino alla caduta del Muro nel 1989, e la seconda, quella pensata da Bulgakov e mai pubblicata fino agli Anni '90.
Il finale poi è aperto. La vita dei Turbin non arriva a nessun punto, resta cullata tra l'incertezza e il fato, ma le parole dell'autore lasciano ben sperare. Io ve le lascio qui di seguito per concludere questo mio breve intervento. Alla prossima!
Tutto passa. Le sofferenze, i tormenti, il sangue, la fame e la pestilenza. La spada sparirà, e le stelle invece rimarranno, quando anche le ombre dei nostri corpi e delle nostre azioni più non saranno sulla terra. Le stelle rimarranno allo stesso modo immutabili, allo stesso modo scintillanti e meravigliose. Non esiste uomo sulla terra che non lo sappia. Perché allora non vogliamo la pace? Perché non vogliamo rivolgere il nostro sguardo alle stelle? Perché?

3 commenti:

  1. A Bulgakov dovrei forse dare un'altra possibilità, presto o tardi. Lessi diversi anni fa Il maestro e Margherita e pur nutrendo il massimo rispetto per un classico di tal calibro devo purtroppo ammettere che non ne rimasi granché colpita... Da una parte sospetto sia anche colpa della vecchissima e bruttissima edizione Newton Compton che mi ritrovai in mano, e quindi, sì, forse dovrei decidermi a ritentare. La citazione che hai riportato, molto bella, è un incoraggiamento in tal direzione :)

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    1. Anch'io mi approcciai a Bulgakov con il suo più grande capolavoro che è Il Maestro e Margherita...
      Ho avuta molta difficoltà e e quasi lo abbandonai. Poi però sono riuscita a terminarlo e ne sono rimasta stregata.
      Molto meglio è andata con Cuore di cane. Un racconto breve ed ideale per approcciarsi a Bulgakov e al suo stile, oltre che alla sua satira.
      A differenza di questi due titoli, La guardia bianca è un romanzo di Storia e uomoni prima che di satira e critica alla società. Un ottimo Bulgakov. Merita.

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    2. Perdonami per gli errori ma da cellulare non vedo quel che scrivo...

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