giovedì 18 dicembre 2014

IntervistAutore #5: Alessandra Pari.

Nuovo appuntamento con "IntervistAutore". Stavolta conosciamo insieme Alessandra, giovane poetessa, con al suo attivo ben tre raccolte di poesie.


Nome, Cognome, Età.
Alessandra Pari, 26 anni.

Professione. 
Neolaureata logopedista in cerca di lavoro (si spera!) e di esperienze formative ulteriori.

Aspirazioni professionali. 
Logopedista per la riabilitazione dell'adulto, in particolare per la disfagia, sarebbe il mio sogno.


Raccontaci qualcosa di te.
Ci sono troppi tratti di me e della mia personalità che devo ancora capire, gli altri mi definiscono surreale, enigmatica, ironica, ultrasensibile, emotiva, cervellotica, osservatrice....
Mi piace fare un po' di tutto. Nel tempo libero mi diletto con scrittura, lettura, pittura, disegno, creazione di oggettini (da autodidatta) e grafica. Adoro la musica ed ogni tipo di ballo. Sono appassionata di ginnastica ritmica e collaboro con un forum che parla di questo magnifico sport. Sono curiosa e mi piace apprendere cose nuove, conoscere. Ah, sono un'amante dei gatti.

Visto che questo è un blog che parla di libri, vorrei sapere qual è il tuo libro preferito e perché. E magari anche qual è il tuo autore preferito.
Temevo ci sarebbe stata una domanda del genere....ehm...non so rispondere!! A caldo mi vengono in mente dei titoli, che però cambiano dopo 2 secondi.. Il fatto è che ogni libro mi ha lasciato qualcosa, un insegnamento, uno spunto di riflessione, un messaggio, anche solo una parola nuova da apprendere e da aggiungere al mio vocabolario.
Per quanto riguarda gli autori, cercherò di limitarmi a 5 di prosa (Potok, Calvino, Allende, ma tutti i sudamericani ora che ci penso, Pirandello, Benni) e 5 di poesia (Dante, Pascoli, Montale, Merini, Leopardi...permettimi di aggiungere la Szymborska, che sto scoprendo recentemente).

Visto quanti sono i tuoi autori preferiti, sarà impossibile sapere da te quali autori hanno ispirato o ispirano tuttora la tua scrittura. Ma io te lo chiedo lo stesso! Quali autori ti hanno ispirata nel tempo?
Come strutture metriche penso abbiano avuto influenza soprattutto Dante e Ariosto poiché mi ha sempre colpito la loro capacità di rendere musicale la scrittura. Mi piace l'uso della rima, cosa che tende a scomparire e viene vista come una cosa quasi infantile nell'era moderna. E' un peccato. Ho studiato ed approfondito soprattutto i poeti del Novecento italiano e, forse anche inconsciamente, qualcosa ho raccolto anche da loro. Ultimamente ho trovato una certa affinità con la Szymbroska, soprattutto nel riuscire a parlare in versi delle tematiche più svariate: per me è stata una grande scoperta questa autrice.

Potendo scegliere un poeta del passato, con chi ti piacerebbe incontrarti per un tè e quattro chiacchiere? 
Forse con Dante Alighieri... mi piacerebbe parlar con lui a terzine di endecasillabi a rima incatenata.. un po' come fanno tra loro i rapper moderni.

Quando è nata la tua passione per la scrittura? E da dove pensi sia scaturita?
In realtà non ricordo un inizio preciso. Anzi, una cosa buffa è che il tipo di compito in classe che odiavo maggiormente era il tema, sin dalle elementari! Forse perché dovevo rimanere in una traccia e non mi sentivo libera di spaziare con il pensiero.
Penso sia scaturita dalla lettura, pensando che anche io, come gli autori dei libri che amavo, avrei voluto lasciare una traccia di me, un mio pensiero, raccontare qualcosa a me stessa e agli altri, magari condividere le mie piccole esperienze.

Da quando scrivi in modo regolare e, permettimi il termine, serio?
Ho cominciato a raccogliere le mie poesie a partire dagli 11 anni circa, riguardando le date. Ricordo un bisogno sempre molto forte di "sfogarmi" affidando i miei pensieri alla carta e poi di rileggerli nel tempo. La mia scrittura in realtà non è molto regolare, dipende dai periodi. Ci sono mesi in cui non tocco penna e giorni in cui, invece, non riesco a staccarmi da essa e, se mi viene in mente un verso, anche nel dormiveglia alle 4 del mattino, non c'è niente da fare: devo scriverlo!
In modo "serio" non saprei, non mi prendo mai troppo sul serio. Forse, da quando ho deciso di pubblicare qualcosa, ammetto di aver sentito un maggiore senso di responsabilità verso i miei futuri lettori, per il messaggio che trasmettevo.

Qual è il messaggio principale che vorresti trasmettere quando scrivi? Ci riesci sempre? 
Ogni poesia è autonoma e trasmette il suo messaggio, dipende dall'argomento di cui sto parlando. Ma è più divertente lasciare che sia il lettore a dare un suo senso, una sua interpretazione personale, in base al suo vissuto e alle sensazioni che per lui è giusto siano mosse in quel momento. Di base c'è più che altro un desiderio che qualcuno si rispecchi e possa sentirsi capito e meno solo. Quanto è bello quando ci sentiamo capiti da qualcuno?

Quanti lavori hai portato a termine? Ti va di elencarli e raccontarci qualcosa di essi?
Ho completato tre raccolte di poesie.
Sognatori arrugginiti, pubblicato nel 2010, è dedicato alle persone che, a forza di star sotto la pioggia, sotto le intemperie della vita, rischiano di arrugginirsi, ma tra loro c'è chi continua a sognare... Siamo tutti un po' sognatori arrugginiti ma "la nostra fiammella rimane accesa". Queste poesie raccontano sia i sogni che ci fanno brillare, sia le ruggini che rischiano di bloccare gli ingranaggi delle nostre vite.
Raccontami le tue follie, pubblicato nel 2011, è uno sfogo personale sulla problematica dei disturbi d'ansia e depressione, ma anche un aiuto verso gli altri, che si possono rispecchiare e non sentirsi soli in questa situazione. Vuole essere un incoraggiamento, dato dalla consapevolezza che se ne esce. Poesie su questi disagi, quindi, che rispecchiano un periodo personale non facile, ma anche poesie su semplici emozioni quotidiane, che sa cogliere chi nutre un animo profondo ed attento ai piccoli particolari...per sdrammatizzare: da coloro che lo hanno letto, è stato eletto (scusa il gioco di parole) "libro più deprimente dell'anno!". 
Crisalidi, pubblicato nel 2013, contiene, come da titolo, delle semplici crisalidi: piccole poesie che vogliono prendere il volo, ancora chiuse nel bozzolo delle pagine, aspettano di librarsi nell'aria e nell'anima di qualche lettore.
Non sono raccolte monotematiche e questa scelta è stata criticata da alcuni, ma a me piace variare e ritengo che così siano più accattivanti. I temi principali che attraversano tutti i libri sono: riflessioni personali, esperienze, paure, natura e suoi fenomeni, universo, amore, ricordi, emozioni umane, scuola e lavoro, sogni, viaggi, mare, animali, persone...

Come mai, tra tutti i generi di scrittura, hai scelto di esprimere te stessa attraverso la poesia? La poesia ti è più congeniale di altre forme di scrittura?
Non lo so, mi dà un senso di libertà. I versi permettono di creare musicalità, dare risalto a certe parole, anche solo graficamente o con un gioco di accenti. Mi sembra più affascinante. E poi ogni volta che provo a scrivere qualcosa in prosa, mi inchiodo alla seconda riga.

Come hai fatto a pubblicare i tuoi lavori? Ti sei affidata ad una casa editrice o hai fatto da te?
Dopo tentativi e concorsi vari, essendo stata ignorata dal mondo dell'editoria, ho deciso di autoprodurmi. Per caso, un giorno al mare, stavo sfogliando un giornale abbandonato al tavolino del bar e mi è caduto lo sguardo su un trafiletto che diceva "Diventare editori di se stessi con Repubblica è possibile", in cui era riportato il link al sito Il mio libro. Da lì è iniziata l'avventura. I costi non erano proibitivi e quindi ho pensato "perché no?". Tra l'altro, vi è la possibilità di disegnare le copertine dei propri libri, così ne ho approfittato per fondere due passioni.

Dopo aver autoprodotto tre raccolte di poesie, ti senti soddisfatta della tua scelta di "fare da sola" oppure, potendo tornare indietro, continueresti nella ricerca di una casa editrice per pubblicare i tuoi lavori?
Sono felice così, per me la scrittura è un passatempo, una terapia quasi, non vorrei diventasse un lavoro.. Sinceramente questo modo di autopubblicare mi piace, non devo subire correzioni dall'alto od adattamenti, mi sento più spontanea.

Infine, la fatidica domanda: e-book  o libro cartaceo?
Cartaceo!! Sono una lettrice vecchio stampo e non posso fare a meno delle sensazioni olfattive piacevoli che provo sprofondando il mio naso nei libri. Ho bisogno del contatto con il libro, di sottolinearlo o di scrivere qualche nota.
L'e-book mi dà una sensazione di "freddo". 
Ma questo è un mio gusto personale. 
Se può essere utile a diffondere la cultura, ben vengano anche gli e-book.

Bene!, anche questa intervista è terminata! E' stato un piacere parlare con Alessandra (che peraltro io conosco da un po' grazie alla mia pagina Facebook). Spero che lei sia felice del risultato di questo botta e risposta. Io invece mi auguro di poterla intervistare nuovamente in futuro, quando magari avrà pubblicato una sua raccolta di poesie con un'importante casa editrice.
Alla prossima!

Nessun commento:

Posta un commento