mercoledì 3 dicembre 2014

IntervistAutore #2: Martina Belli.

Secondo appuntamento con le mie interviste più o meno serie agli autori emergenti. Oggi conosciamo Martina, giovane scrittrice che ci racconta un po' il suo mondo.




Nome, Cognome, Età.
Martina Belli, 24 anni.

Professione.
Titolare di una cartolibreria chiamata "L'acchiappasogni".

Aspirazioni professionali.
Spero di diventare un giorno una scrittrice di romanzi!




Raccontaci qualcosa di te.
Sono nata in Toscana e ho vissuto tutta la vita in una bellissima valle chiamata Casentino. Ho studiato Lingue e Comunicazione Interculturale alle superiori, poi ho cominciato l'università di lingue, ma quando ho trovato lavoro ho deciso di non continuare l'università. Due anni fa ho aperto il mio negozio, dove vendo sia articoli di cartoleria che libri. Amo il mio lavoro e nonostante le difficoltà economiche che oggigiorno siamo costretti ad affrontare, spero di non dover mai chiudere! Dopo un paio di amori finiti male, nel 2010 ho conosciuto Riccardo, l'uomo della mia vita. Ci siamo sposati nel 2013 e la vita con lui è meravigliosa! Abbiamo un piccolo bassotto di nome Kimi e spero il prossimo anno di ingrandire la nostra famiglia anche con un bel bambino!

Dato che gestisci un negozio che vende anche libri, qual è la tua impressione sui lettori italiani? Anche secondo te sono in calo e leggono prettamente generi come fantasy, young adult e cose così? E, soprattutto, osservandoli da vicino, sei stata influenzata nel tuo stile di scrittura?
Sinceramente sono molto delusa dai lettori italiani, anche se posso basarmi solo sui lettori della mia vallata. Purtroppo non legge più nessuno: il bambino che deve leggere un libro a scuola, sbuffa e va a cercare il riassunto su internet, i ragazzi leggono solo i libri dai quali è stato tratto il film (vedi Hunger Games, Colpa delle stelle ecc) e gli adulti tirano fuori la scusa del "io non ho tempo!". Ma io non demordo e continuo a tenere più libri possibile nel mio negozio, cercando di seguire le novità e i generi più amati. E devo dire che si, purtroppo Cinquanta Sfumature ha "rovinato" tanti potenziali lettori che adesso vogliono solo libri che parlino di sesso... Quindi la mia analisi conclusiva è: si legge poco e spesso quello che si legge è scritto male ed è semplicemente ciò che in quel momento si trova sull'onda del successo... Gli amanti del libro "scritto bene" sono pochi... In ogni caso credo (e spero) che il mio stile di scrittura non sia stato influenzato dall'opinione del "grande pubblico". Quello che scrivo, lo scrivo perché mi piace: quindi mi dispiace, niente sesso e niente vampiri!

Visto che questo è un blog che parla di libri, vorrei sapere qual è il tuo libro preferito e perché. E magari anche qual è il tuo autore preferito.
Il mio libro preferito è "Mondo senza fine", perché dopo averlo terminato sono passate settimane intere prima che riuscissi a smettere di pensarci. Sono tanti i libri che mi sono rimasti nel cuore, ma nessuno come quello! Il mio autore preferito, di conseguenza, è Ken Follett del quale sto ultimando la collezione di libri!

Se potessi scegliere un autore o un autrice del passato con cui andare fuori a cena, chi sceglieresti e perché?
Se dovessi andare a cena con un autore del passato sceglierei Emile Zola. Sinceramente non conosco la sua storia personale, lo conosco solo attraverso i suoi libri. Era una persona intelligente, attenta, perspicace. Ha descritto il popolo in un'epoca dove solo la borghesia o la nobiltà potevano essere protagonisti di un romanzo: ha reso bello ciò che tendenzialmente si riteneva brutto. Credo che le sue opere siano geniali, addirittura moderne, e spero un giorno di riuscire a leggere la sua intera produzione.

Quando è nata la tua passione per la scrittura? E da dove pensi sia scaturita?
Ho sempre scritto, fin da piccola. Tengo un diario da quando ero alle medie e crescendo ho anche cominciato a scrivere storie o brevi aneddoti al computer, in una collezione infinita che però nessuno ha mai letto! Credo che questa passione sia nata da mia madre. Anche lei ama scrivere e fu lei ad insegnarmi a tenere un diario dove raccogliere i miei pensieri e, in pratica, la mia vita.

Da quando scrivi in modo regolare e, permettimi il termine, serio?
Dopo un paio di tentativi falliti di scrittura di un romanzo, ho finalmente trovato la giusta ispirazione un anno fa. Mi è servito molto il sostengo di mio marito che ogni sera mi ripeteva: "Hai scritto un po' oggi?", e sono finalmente riuscita ad impegnarmi in questo progetto con più regolarità e serietà.

Potendo scegliere 3 aggettivi per descrivere il tuo stile, quali sceglieresti?
Spontaneo, profondo, caldo (caldo va bene come aggettivo per lo stile?

Quanti lavori hai portato a termine? Ti va di elencarli e raccontarci qualcosa di essi?
Come ho detto, ho tentato un paio di volte a scrivere romanzi, ma poi i lavori sono rimasti lì, inconclusi. Ero alle medie, però, quando riuscii per la prima volta a finire un progetto: scrissi un "libro" (o dovrei dire un racconto) sul Natale. Una ventina di pagine su una ragazzina che visitava il laboratorio di Babbo Natale. Dedicai il libro alla mia famiglia, lo stampai, spillai e lo feci trovare sotto l'albero per Natale. Una soddisfazione indescrivibile.

Qual è l'opera che vorresti aver scritto tu? E perché?
Vorrei aver scritto "La moglie dell'aviatore" di Melanie Benjamin. E' un libro letto di recente, uno storico. Mi piacerebbe un giorno poter analizzare un personaggio storico femminile forte come Anne Morrow, praticamente un'eroina, e renderle giustizia con un romanzo così ben scritto come è, appunto, "La moglie dell'aviatore".

Come hai fatto a pubblicare i tuoi lavori, se li hai pubblicati? Ti sei affidato ad una casa editrice o hai fatto da te?
Non ho ancora pubblicato il mio ultimo lavoro, ma ho intenzione di inviarlo entro dicembre alla commissione di un concorso nazionale promosso dalla Rai, il premio La Giara, dedicato ai giovani scrittori che presentano opere inedite.

Ci vuoi regalare una piccolissima anteprima del tuo ultimo lavoro o è top secret, anzi segretissimo?

Deborah inghiotti, fece un bel respiro ed entrò nel locale prima di Marco. Lo sentì subito. Era l’odore più bello che avesse mai avvertito. Carta, carta stampata, libri. Lo capì ancor prima che Marco accendesse la luce. Davanti a lei presero forma scaffali e scaffali di libri, intere librerie stracolme. Non sapeva cosa guardare. [...] Davanti a lei e fino alla parete in fondo a sinistra librerie altissime fiancheggiavano tre corridoi impolverati. Deborah non riusciva a parlare e Marco rimase in silenzio cercando di non rovinarle il momento. Cominciò a camminare lentamente verso uno dei corridoi. Sopra una grande libreria in legno vi era inciso in corsivo “Romanzi rosa”. Deborah passò le dita sulle copertine scure dei libri sullo scaffale più in basso. Infiniti titoli le passavano davanti agli occhi: Piccole Donne, Cime Tempestose, Therese Raquin, Jane Eyre. E tanti titoli che invece non aveva mai sentito. L’odore di polvere si mescolava a quello della carta un po’ umida lasciata in quel luogo per chissà quanti anni. Non esisteva più niente, non esisteva Lorenzo, non esistevano gli ospedali. Non esisteva più neppure la strada fuori dal negozio. Ogni copertina colorata la stava chiamando e Deborah avrebbe voluto sfogliare tutti quei libri meravigliosi. Libri piccolissimi sembravano nascondersi dietro altri dalle copertine rigide e colorate. I generi le scorrevano davanti agli occhi, in una danza senza fine che la vedeva ora protagonista di un giallo, ora vittima di un horror, ora scaldata dalle parole di scrittori di romanzi rosa. Il Paradiso doveva avere quel calore, quell’odore, quella sfumatura. O comunque qualcosa di molto simile. Sentiva solo i suoi passi rimbombare nei lunghi corridoi deserti e a malapena vedeva il suo respiro condensarsi in nuvolette bianche, davanti ai suoi occhi stupiti.

E infine, la fatidica domanda da lettore: e-book o libro cartaceo?
Libro cartaceo, ora e per sempre. Ho provato a leggere su ebook, piena di buoni propositi e consapevole delle solite cose che si dicono sugli ebook: puoi avere centinaia di libri sempre dietro, non è pesante, gli ebook costano poco... Ma non è abbastanza. Per me il libro cartaceo è migliore. Sono disposta a portarmi in borsa il libro, anche se pesante. Perché niente è come sfogliare le pagine.



Anche questa seconda intervista poco seria, ma, spero, divertente, è terminata. Io ringrazio di cuore Martina per la sua disponibilità. Un grandissimo in bocca al lupo (si può dire? O non si usa più? Boh, non so!) per il Concorso La Giara. Ovviamente, dovesse andar bene, spero vorrà concedersi per una nuova e più seria intervista in anteprima!...
Alla prossima!

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