domenica 10 aprile 2016

Pills of books. #10

-Prima o poi- disse Amanda, -sarai un uomo di mezza età e ripensando alla tua vita ti chiederai che ne è della tua famiglia. Quindi salterai su un treno e verrai qui, e quando arriverai a Baltimora troverai una tranquilla domenica pomeriggio con i raggi di sole polveroso che filtrano in diagonale dal lucernario di Penn Station. Uscirai in strada e non ci sarà nessuno ad aspettarti, ma va bene così: nessuno sapeva che saresti arrivato. Però è un po' strano trovarti lì tutto solo, mentre gli altri passeggeri abbracciano qualcuno, salgono in macchina e se ne vanno. Tu vai al parcheggio dei taxi e dai l'indirizzo al tassista. Attraversi la città e vedi tutti i posti familiari: le file di case, i peri da fiore, le donne sedute sui gradini davanti alla porta a guardare i figli che giocano. Poi il taxi svolta in Bounton Road e subito hai una sensazione strana. Sulla tua casa ci sono piccoli segni di abbandono che papà non tollererebbe mai: vernice scrostata e qualche assicella mancante alle persiane. Cemento di colori diversi sul vialetto, strisce di gomma inchiodate sui gradini della veranda, il genere di rattoppi fai da te che nostro padre ha sempre detestato. Impugni la maniglia della porta e la tiri verso di te con quella mossa speciale necessaria per sbloccare la levetta, ma ti accorgi che è chiusa a chiave. Suoni il campanello, ma è rotto. Chiami: "Mamma? Papà?" Nessuno risponde. Gridi: "C'è qualcuno?", ma nessuno si precipita di corsa, nessuno spalanca la porta e dice: "Sei tu! Che bello vederti! Perché non hai chiamato? Saremmo venuti a prenderti in stazione! Sei stanco? Hai fame? Vieni dentro!" Te ne stai lì per un po', ma non riesci a stabilire che cosa fare. Ti giri, guardi la strada e ti chiedi dove siano gli altri. "Magari Jeannie" dici. "O Amanda". Ma lo sai cosa, Denny? Non contare su di me, per farti entrare, perché io sono arrabbiata con te per come ci hai trattati in tutti questi anni, non solo gli ultimi, ma anche tutti quelli prima, perché hai saltato tutte le feste e le vacanze al mare e ti sei perso il trentesimo anniversario di mamma e papà e il trentacinquesimo e la figlia di Jeannie e non sei venuto al mio matrimonio e non hai nemmeno mandato un biglietto o chiamato per farmi gli auguri. Ma più di tutto, Denny, più di tutto: non ti perdonerò mai per aver consumato fino all'ultima goccia dell'attenzione dei nostri genitori e non avere lasciato niente per noi.-


Il mio caro "zio" Lev scrisse: "Tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a suo modo." (Incipit Anna Karenina) Nessuna citazione potrebbe descrivere meglio quello che ho pensato ieri iniziando la lettura di questo romanzo di Anne Tyler. La famiglia Whitshank appare come una normale e benestante famiglia di Baltimora, ma sotto lo strato di perfezione ed esempio esiste una spessa crosta di problemi, risentimenti e parole dette-non-dette. Penso proprio che questo romanzo mi regalerà grandi emozioni.
Se lo avete letto lasciatemi un vostro commento, senza spoiler però!

2 commenti:

  1. Penso di averti già scritto su FB il ricordo che ho di questo romanzo; incredibilmente triste, incredibilmente realistico. Una vita raccontata nei piccoli gesti quotidiani, con un'attenzione e una lucidità nel descrivere le dinamiche famigliari davvero rara. L'ho amato molto! buona lettura.

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    1. Sì!, ieri mi hai detto di quanto ti sia piaciuto questo romanzo, ma ti ringrazio per avermi lasciato un commento anche qui...
      A me sta piacendo moltissimo...sono solo all'inizio, ma mi sento già coinvolta...

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