Titolo: Una storia comune.
Autore: Ivan Gončarov.
Casa Editrice: Fazi Editore.
Pagine: 426.
Trama: Una storia comune racconta le vicende di Aleksandr Aduev, un giovane romantico e sognatore che si trasferisce dalla provincia, dove la madre lo ha sempre coccolato, a San Pietroburgo a casa dello zio Pjotr, un pragmatico capitalista sposato con Lizaveta Aleksandrovna, una bellissima donna molto più giovane. Aleksandr crede nell'amore eterno, nell'amicizia indissolubile e soprattutto si reputa un grande poeta. Lo zio, uno dei caratteri più indimenticabili della letteratura di sempre, cerca di orientarlo verso una visione più realistica della vita.Il romanzo è una vicenda umoristica travolgente, una narrazione serrata intorno allo scontro di due mondi che sembrano in apparenza irriducibili. Il registro di Gončarov è la comicità: un’intelligenza che nasce da Puškin e continua in Gogol’ e negli altri grandi del suo tempo. Gončarov è il maestro di una verità che spesso dimentichiamo: la vita deve continuare a nutrirci con qualcosa di intangibile, qualcosa che soltanto il riso sa conservare nell'assurda idiozia delle nostre azioni. Scritto in prosa e versi e pubblicato nel 1847, è il primo libro di una trilogia (a cui seguono il celebre Oblomov e Il burrone). Dimenticato per oltre un secolo a causa della sua mancanza di impegno politico e sociale, il libro viene oggi riscoperto come un grande capolavoro della letteratura russa dell’Ottocento, al pari dei grandi Tolstoj, Dostoevskij, Leskov e Gogol’.
Un altro romanzo russo. Un'altra recensione entusiasta. Un altro consiglio di lettura fuori dagli schemi. Lo so, sto diventando monotona: leggo sempre più russi e continuo a invitarvi a leggerli. Voi ormai non ne potete più, ma che fare se è questo il genere che prediligo?!
Questo romanzo lo volevo da quando è stato pubblicato dalla Fazi perché avevo letteralmente adorato Oblomov (miglior libro nel 2016 per me) e quindi non potevo fare a meno di questo. Gončarov è un autore sicuramente meno conosciuto rispetto ai "soliti" Dostoevskij e Tolstoj, ma la potenza della sua narrazione lo fa entrare di diritto nei miei autori preferiti. Certo, Gončarov scrisse più nel registro comico che non in quello impegnato degli altri autori, ma i quadri che sa dipingere con le sue descrizioni sono eccezionali. I ricchi appaiono oziosi, avidi o vuoti, i servi sono delle vere e proprie macchiette e tutto quando assume le tonalità pastello di un paesaggio da cartolina tra il sognante e il tragico.
Non starò qui a raccontarvi di Aleksandr Aduev, il sognatore, il protagonista, una specie di Peter Pan che non vuole adattarsi alla vita, ma che preferisce vivere nel suo mondo ovattato finché può, perché poi cambia, caspita se cambia!, e non di certo in meglio. Vorrei invece parlarvi di un paragone che mi è venuto in mente così, un pochino per caso, riflettendo sull'interezza del romanzo. Forse sarà una visione azzardata che va contro tutte le belle parole degli studiosi competenti e preparati, ma io ve la spiego lo stesso.
Illustrated by Ronald Searle, in Life Magazine, 1960. |
Secondo me, il protagonista vero del libro è lo zio Pjotr, un Mr Scrooge tutto russo, attaccatissimo al denaro e dimentico degli affetti umani. Lo incontriamo una prima volta quando Aleksandr arriva a San Pietroburgo e lo vediamo non accettare nemmeno un abbraccio dal nipote ventenne, sprovveduto e avvezzo a vivere nella bambagia. Nel corso della narrazione, ogni momento è buono per questo Scrooge pietroburghese per disprezzare amore, amicizia e famiglia e riversare la propria attenzione sul vile metallo. Gli unici pensieri buoni di zio Pjotr sono per la fabbrica, per il circolo e per chi può fargli guadagnare qualcosa. Mal sopporta i tormenti amorosi del nipote che, per otto anni vive vicino a lui e con lui si confida. Deride ogni tentativo del giovane Aleksandr di sperare in una vita o in una fortuna migliore, non attaccata al denaro e al profitto. Denigra ogni aspirazione letteraria del nipote e lo critica ogni qualvolta che qualcuno gli soffia la promozione da sotto il naso. Non ama ascoltare le chiacchiere della moglie, sposata più per consuetudine che per affetto (non userò la parola amore perché in tutto il libro zio Pjotr la usa solo in modo dispregiativo). Insomma, un bel personaggio tutto preso dal denaro e per nulla attento a ciò che davvero può contare nella vita per un animo giovane come quello del nipote o quello della moglie.
Se zio Pjotr è Mr Scrooge, voi vi starete chiedendo chi sono i tre fantasmi. Ora ve lo dico!
Il Fantasma dell'amore passato è la famiglia di origine di Pjotr e di Aleksandr. Pjotr ha lasciato la casa di famiglia, in una regione rurale della Russia, molto giovane per tentare la fortuna (poi perfettamente riuscita!) e si è lasciato alle spalle amori giovanili, batticuori e speranze. Ma, si sa!, la famiglia è quella cosa che ti accompagna per tutta la vita, che tu lo voglia o no. Ed ecco che quindi, puntualmente, arrivano da casa lettere di raccomandazione, inviti e chiacchiere per tenere vivo quel filo che, da tempo, Pjotr ha cercato di spezzare senza successo. Si può essere indifferenti alla famiglia, ma la famiglia non lo sarà mai nei tuoi confronti.
Il Fantasma dell'amore presente è la moglie di Pjotr, Lizaveta Aleksandrovna, giovane, bella ed estremamente intelligente per un uomo come lui. Ogni momento è buono per Lizaveta per ricordare al marito la sua incapacità di comprendere, di consolare e di aiutare il nipote nei momenti difficili dei suoi amori (ben tre!). Sembra quasi, ad un certo punto della narrazione, che Lizaveta si sia innamorata del nipote a forza di consolarlo e ascoltarlo, ma, anche fosse vero, l'autore non ne parla.
Il Fantasma dell'amore futuro è, ovviamente, Aleksandr. E' presente in tutto il romanzo, vive amori e dolori, cerca fino alla fine di non perdere la sua spontaneità e il suo essere sognatore, ma poi, vittima degli eventi e delle chiacchiere dello zio, si arrende a un'esistenza omologata e pietroburghese. Un uomo di successo non ha tempo per l'amore, meglio un matrimonio di convenienza e una posizione sicura, così come lo zio aveva detto sin dall'inizio. Questa volta il Fantasma del futuro perde, non riesce a far vincere la sua forza di spirito, e, a trent'anni, soccombe alle consuetudini e alla noia.
Io non lo so, forse starete ridendo a crepapelle dopo aver letto i miei vaneggiamenti, ma secondo me questo paragone con Il canto di Natale di Dickens non ci sta male. Certo, lo stile russo non contempla il lieto fine a cui siamo abituati, ne prevede uno più cinico e dettato dall'interesse. Aleksandr cresce, matura e si fa responsabile, smette di sognare e si adegua ai tempi, mentre lo zio Pjotr, dopo aver guadagnato a sproposito, si ritira a vita privata, ma è comunque un buonissimo finale.
Voi avete letto questo romanzo? Se sì, raccontatemi le vostre impressioni. Io mi scuso se ho lanciato qualche piccolissimo spoiler, ho tentato di non dare troppe indicazioni sulla trama, ma per esporre la mia bizzarra teoria qualche riferimento mi serviva!
Se non vi trovate d'accordo con me, spero almeno di avervi fatto compagnia per dieci minuti. Alla prossima!
Bellissima recensione!! Ed è bello il veder seguire un filone a tema che porta anche a scoprire testi ed autori meno noti al grande pubblico ma altrettanto meritevoli
RispondiEliminaUn filone di nicchia che sa dare grandi soddisfazioni ^^
EliminaCiao Anto, se posso dirlo, questo è in assoluto il tuo post più bello: ho adorato il paragone tra il romanzo di Goncarov e quello di Dickens, che si rivela anche un ottimo pretesto per approfondire in modo originale alcuni aspetti della trama! Mi hai tenuta con gli occhi incollati allo schermo fino alla fine! Ovviamente, dato che io sono completamente digiuna di letteratura russa, non ho letto il romanzo, ma ormai mi sto facendo una piccola lista di autori con cui addentrarmi in questo affascinante mondo nordico! Bravissima, applausi, standing ovation e come al solito grazie per farci conoscere realtà meno commerciali e più classiche! :D Un bacione fanciulla!
RispondiEliminaOh grazie ❤❤❤ addirittura il più bello?! Così mi fai arrossire!!!!
EliminaCara, se hai bisogno di consigli sui russi scrivimi pure quando vuoi! Un abbraccio
lo farò sicuramente!!! Sei una massima esperta del settore ed in più hai ottimo gusto!! Adesso però mi sono decisa (grazie a te): appena finisco di leggere i due libri che sto affrontando adesso, leggerò i fratelli Karamazov! Sarà una lettura che mi impegnerà per i prossimi vent'anni, data la lunghezza e la mia naturale lumacaggine, ma sento che sarà una lettura di svolta! ^_^ Grazie per avermi dato la spintarella che mi serviva!
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