Autore: Sof'ja Tolstaja.
Casa Editrice: Baldini e Castoldi.
Pagine: 262.
Trama: Sof'ja Behrs aveva solo diciotto anni quando sposò Lev Tolstoj. Dal 1862 fino alla sua morte tenne un diario che è la storia del matrimonio con un uomo dai tanti amori - la letteratura, il popolo, la scuola, la natura - e lei, Sof'ja, che aveva soltanto lui per dare un senso alla propria esistenza. Un racconto denso di emozioni, in cui l'ansia e la paura di non essere amata lasciano affiorare il ritratto sincero e appassionato di una donna e di una moglie che per tutta la vita dovette fare i conti con il genio del marito, travolta da una spirale inesorabile, fatta di noia, solitudine, gelosia e tristezza, cui si aggiungono il fastidio e il distacco di Lev. Sof'ja non accetta di tacere le sue idee e la sua opposizione: "Lev", scrive, "parla per frasi fatte", servendo così a dovere il grande e ammirato scrittore.
Ormai lo sapete: da quando ho scoperto per caso Sof'ja Tolstaja in libreria, non posso fare a meno di leggerla. Mi sono innamorata di questa donna con il suo romanzo Amore colpevole, una risposta tutta femminile a quella controversa Sonata a Kreutzer che tanta fama aveva dato al già noto Tolstoj. L'ho riscoperta più matura e appassionata alcune settimane fa in Romanza senza parole e l'ho amata davvero a fondo ora con I diari.
Chi mi segue da un po' sa quanto mi piaccia Tolstoj, quindi questa lettura è stata davvero difficile e rivelatrice. Perché? Semplice. Dalle parole di Sof'ja emerge l'uomo vero, prima del genio, e il quadro che ne esce non è affatto lusinghiero, anzi, il buon vecchio zio Lev, ahimè!, qualche punto-stima l'ha perso.
Va bene il contesto storico e culturale, passino le consuetudini e le usanze dell'epoca, ma Lev non era affatto uno stinco di santo in famiglia e certo da un talento della sua portata un pizzico di intelligenza in più nei rapporti affettivi sarebbe stata auspicabile.
Sof'ja ha sposato Tolstoj giovanissima. Piena di speranze e sogni sull'amore, si trova a dedicare la sua intera esistenza a un uomo misogino, interessato principalmente all'amore carnale, disinteressato verso i figli e gli affari, manipolato e fragile - negli ultimi anni, Tolstoj, preso dalle sue conversioni e dalla religione, si è lasciato abbindolare abbastanza facilmente.
La vita di Sof'ja non è stata affatto facile e le pagine del suo diario ce lo raccontano. Inizialmente trova sempre una ragione per perdonare, assecondare o giustificare, ma più il tempo passa - e più i 13 figli crescono - più l'anima della donna intelligente e vogliosa di vita prende spazio, causando non poche liti con l'ormai vecchio Tolstoj. Erano 16 gli anni che separavano marito e moglie e nelle pagine di questi diari se ne sente tutto il peso.
Sof'ja, nonostante dolori e perdite (compresa la morte di due figli), non abbandonò mai Tolstoj, ma le fu negato di assisterlo in punto di morte. Quello che successe dopo, non è dato conoscerlo fin negli intimi dettagli perché i diari sono rimasti ad oggi privati.
Leggere queste duecento e più pagine mi ha permesso di conoscere fino nell'intimo una donna, prima ancora che scrittrice e moglie, che nella sua vita ha vissuto secondo le consuetudini imposte dai tempi, ma che nel pensiero e nell'arte possedeva uno spirito critico, aperto e, talvolta, femminista. Sof'ja auspicava la parità con il marito nell'arte come nella gestione e nell'educazione dei figli. Piccoli tasselli, ma che alla fine dell'Ottocento significavano moltissimo.
Cose da dire ce ne sarebbero ancora moltissime, ma le tengo per me, come confidenze di una cara amica. Se volete scoprire qualcosa di più, non potete fare altro che recuperare tutto il recuperabile di questa donna e lasciarvi trasportare dalla sua scrittura!
La vita di Sof'ja non è stata affatto facile e le pagine del suo diario ce lo raccontano. Inizialmente trova sempre una ragione per perdonare, assecondare o giustificare, ma più il tempo passa - e più i 13 figli crescono - più l'anima della donna intelligente e vogliosa di vita prende spazio, causando non poche liti con l'ormai vecchio Tolstoj. Erano 16 gli anni che separavano marito e moglie e nelle pagine di questi diari se ne sente tutto il peso.
Sof'ja, nonostante dolori e perdite (compresa la morte di due figli), non abbandonò mai Tolstoj, ma le fu negato di assisterlo in punto di morte. Quello che successe dopo, non è dato conoscerlo fin negli intimi dettagli perché i diari sono rimasti ad oggi privati.
Leggere queste duecento e più pagine mi ha permesso di conoscere fino nell'intimo una donna, prima ancora che scrittrice e moglie, che nella sua vita ha vissuto secondo le consuetudini imposte dai tempi, ma che nel pensiero e nell'arte possedeva uno spirito critico, aperto e, talvolta, femminista. Sof'ja auspicava la parità con il marito nell'arte come nella gestione e nell'educazione dei figli. Piccoli tasselli, ma che alla fine dell'Ottocento significavano moltissimo.
Cose da dire ce ne sarebbero ancora moltissime, ma le tengo per me, come confidenze di una cara amica. Se volete scoprire qualcosa di più, non potete fare altro che recuperare tutto il recuperabile di questa donna e lasciarvi trasportare dalla sua scrittura!