mercoledì 15 aprile 2015

Amore colpevole, Sof'ja Tolstaja.

Titolo: Amore colpevole.
Autore: Sof'ja Tolstaja.
Casa editrice: Baldini & Castoldi.
Pagine: 196.

Trama: Il destino di Sof'ja Tolstaja, moglie di Lev Tolstoj, fu quello di vivere all'ombra di un uomo di genio, come spesso accade a una donna di talento. Sof'ja bruciò la sua prima novella (che impressionò Lev per la sua "forza di verità e semplicità") e decise di dedicare tutta la vita al marito, divenendo non solo una devota compagna e madre dei suoi figli, ma anche un'attenta lettrice delle sue opere che corresse e trascrisse per lui. In "Amore colpevole", del 1893, Sof'ja risponde a Tolstoj e alla sua spietata analisi del matrimonio contenuta nella "Sonata a Kreutzer". È la gelosia di Leitmotiv, che corrode dapprima la fiducia e poi genera disprezzo. Ma Sof'ja non incolpa una delle due parti, bensì restituisce dignità a entrambe esplorando con finezza psicologica l'animo umano. Anna, una giovane bella e solare, ama la natura, legge, dipinge e sogna l'amore totale. Ha solo diciotto anni quando il trentacinquenne principe Prozorskij, folgorato dalla sua bellezza, la chiede in sposa. Convinta di aver trovato in lui il vero amore, dovrà invece scontrarsi con un marito capace di concepire questo sentimento solo come possesso carnale... Sarà un vecchio amico del principe, Bechmetev, uomo sensibile e incline all'arte, a farle conoscere quella consonanza di anime in cui crede, ma Anna non tradirà il marito né i suoi amati figli, bensì continuerà a lottare per il suo matrimonio. Fino a quando Prozorskij, roso dal dubbio e dalla gelosia, trasformerà quell'amore puro in un "amore colpevole".



La sonata a Kreutzer è uno dei romanzi brevi più noti di Lev Tolstoj. In esso Tolstoj mette per iscritto le sue idee su amore e matrimonio. Il matrimonio non è altro che una convenzione, un'usanza, un obbligo, che nulla ha a che fare con l'amore. Tolstoj dipinge il matrimonio come la fine della vita per l'uomo e per la donna. Il matrimonio non è amore. Il matrimonio è convenzione sociale. 
Il quadro che esce da questa descrizione non è incoraggiante, anzi irrita, infastidisce. Nella postfazione, poi, Tolstoj marca a fondo la sua idea sull'amore e, probabilmente, è proprio per questa postfazione, più che per la Sonata in sé, che Sof'ja Tolstaja si sentì in dovere di rispondere al pensiero del marito. 
Dovrebbe venire modificato il giudizio che si ha dell'amore carnale, in modo che uomini e donne vengano educati in famiglia e in società a non considerare, sia prima che dopo le nozze, l'amore e il rapporto carnale ad esso collegato quale condizione sublime e poetica, come si fa adesso, bensì quale condizione bestiale, umiliante per l'individuo. (Sonata a Kreutzer)
Sof'ja Tolstaja, nota anche come Sonja, era una promettente scrittrice, nonché devota delle belle arti e della letteratura. Conobbe Tolstoj giovanissima e abbandonò tutte le sue passioni per stare accanto al genio-Tolstoj e ai loro 13 figli. Divenne così la donna-ombra di uno dei più grandi e conosciuti geni della Letteratura Russa. Sof'ja fu per anni traduttrice, correttrice di bozze e consigliera del marito.
Ma non tutto fu rose e fiori. Nel corso della loro vita coniugale, i rapporti tra i coniugi Tolstoj si incrinarono a tal punto che, al capezzale del genio morente, Sof'ja non fu ammessa (ed è lei stessa a raccontarcelo nella sua autobiografia riportata in fondo al romanzo).

Nel romanzo Amore colpevole, la Tolstaja racconta la sua idea di matrimonio e amore. E risponde così per iscritto al marito in merito alla Sonata. Quello che ne esce è il racconto della vita di Anna che, per buona parte del romanzo, si svolge in parallelo alla vita di Sof'ja. Infatti, le vite di Anna e di Sof'ja si differenziano solo per il finale.

Anna si sposa giovanissima con un caro amico della madre: il principe Prozorskij. Anna è persa per questo uomo così maturo, che dimostra così tanto interesse per lei, giovane, acerba e inesperta. Ma ancora prima di sposarsi si accorge che nel principe esiste un sentimento diverso dall'amore puro che lei prova: il possesso (inteso come quell'intensa voglia di poter possedere qualcuno carnalmente, non per amore).
Il misterioso fascino della sua innocenza infantile eccitava lo scapolo maturo che vedeva nella fanciulla quel raro tipo di donna che dietro un'immagine ingenua cela in realtà una femminilità passionale, creativa e spontanea. E sebbene nell'animo della fanciulla facessero da contrappeso a quella natura saldi ed elevatissimi ideali di religiosità e purezza, il principe non sapeva né cogliere né apprezzare quelle qualità. Invece percepiva chiaramente le prime e di conseguenza ora divorava Anna con quello sguardo animalesco che l'aveva tanto confusa e spaventata.
Anna sposa il principe. Nascono dei figli. Ma l'amore che Anna sognava e provava, si scontra con i sentimenti di Prozorskij: amore carnale, possesso, gelosia...
Anna si sente annientata, ferita nell'animo e nei sentimenti, ma continua a restare a fianco di un marito che non la apprezza.
"Possibile che sia tutta qui la vocazione femminile?" pensava Anna. "Mettere il proprio corpo a disposizione di un neonato e poi di un marito? Per sempre! Ma dov'è finita la mia vita? Dov'è finito il mio io? Quell'io autentico che una volta aspirava a elevarsi e a servire Dio e i propri ideali? Stanca, sfinita, soccombo. Non ho una vita mia, nè terrena nè spirituale. Eppure Dio mi ha dato tutto: salute, forza, doti...e persino felicità. Perché dunque mi sento così infelice?"
E proprio quando ad Anna sembra di essere votata ad una vita vuota, entra in scena Bechmetev, un amico del marito, che fin da subito dimostra interesse per Anna e per le sue doti (siano esse quelle di pittrice o quelle di madre). Anna e Bechmetev diventano ben presto amici, e anche qualcosa di più. Ma l'amore tra i due rimarrà sempre platonico, Anna non tradisce il marito, sebbene sia conscia di aver trovato in Bechmetev quello che nel marito non aveva mai trovato. L'amore tra i due è un amore platonico sofferto, che fa male anche al lettore. Due anime così affini separate dagli eventi di una vita che non sembra la loro. Un amore "da favola" che viene distrutto dalla vita reale, fatta di un marito e di figli. Anna resta fedele, sempre, ma il principe, accecato dalla gelosia (sì, perché dopo non aver calcolato la moglie per tutta la vita, il principe apre gli occhi ed è pure geloso dell'amicizia di Anna con Bechmetev!), uccide la moglie.

E' la prima volta che mi capita di leggere un racconto così intenso, doloroso, e allo stesso tempo illuminante. Credo che quando, nel 1892-1893, Sof'ja scrisse questo racconto di amore malato e femminicidio non fossero temi così usuali, scritti da una donna poi!, quindi questo piccolo volumetto rappresenta un'importante testimonianza del pensiero femminile di fine Ottocento. 

Ho già detto di quanto le vite di Anna e Sof'ja siano parallele fin quasi alla fine. Sof'ja Tolstaja ci regala una postfazione particolare: una breve autobiografia. Ma non si tratta di un'autobiografia comune perché, nel raccontarci la sua vita, la Tolstaja non si dimentica di raccontarci qualcosa anche del genio-Tolstoj: la nascita delle opere, le pubblicazioni, la "conversione ai Vangeli" di Tolstoj, e via dicendo. Attraverso le parole di Sof'ja, ci viene presentato un Tolstoj diverso, padre e marito, oltre che scrittore. 
Nikolaj Nikolaevič Strachov veniva spesso a trovarci, trattenendosi a lungo; era per tutti noi l'amico amato e rispettato. Ogni volta si commuoveva profondamente per il nostro modo di vivere e s'inteneriva per i bambini. Soleva dire: «Devo scrivere assolutamente di Jasnaja Poljana e della vita di qui». Ma non realizzò la sua intenzione.
Le parole di Sof'ja aprono le porte di un mondo privato del genio e dell'uomo Tolstoj e, anche per questo, dobbiamo esserle grati di non aver sprecato completamente il suo talento per votarsi unicamente all'uomo che aveva sposato.

Io credo di essermi dilungata moltissimo, ma questo libro lo meritava davvero. Per due motivi: il primo è che è un romanzo che parla di amore, amore puro e amore malato, di femminicidio e di sentimenti umani; il secondo è che ci regala uno spaccato di vita di Tolstoj che non avremmo mai potuto conoscere se non attraverso le parole della moglie. 
Non ho approfondito molto il tema della Sonata e, purtroppo, non ho una recensione a cui rimandarvi perché ho letto il romanzo prima di entrare nel magico mondo dei blog ed esiste solo un brevissimo commento sul mio profilo aNobii. Ma se vi interessa, sul web potete trovare moltissime informazioni.
Io vi consiglio di leggere entrambi i romanzi. Prima La Sonata a Kreutzer e poi Amore colpevole
Aspetto i vostri commenti e vi ringrazio per avermi letta anche oggi!
Alla prossima!

4 commenti:

  1. Bellissima questa recensione! Mi è piaciuta soprattutto per il fatto che hai dato un sacco di informazioni aggiuntive alla trama: la storia dell'autrice, di suo marito, cosa ha portato alla nascita di questo romanzo... Interessantissimo! Leggerò sicuramente entrambi i romanzi, perché mi piace quando dietro ai libri c'è così tanta storia!

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    1. Grazieee....Eh qui di storia dietro ai romanzi ce n'è molta!...
      Iniziare con un romanzo breve di Tolstoj può essere un buon modo per avvicinarsi ai russi... ;)

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  2. Che dire, la penso come Martina. Recensione molto approfondita, io personalmente non ero a conoscenza che la moglie di Tolstoj avesse scritto qualcosa. Bellissimo e interessantissimo il confronto che fai con La sonata.
    Brava!!

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    1. Grazieee...Io avevo sentito dire che la Tolstaja avesse scritto, ma non avevo mai trovato nulla di suo in libreria...
      Quando ho visto questo libro non ho potuto non comprarlo! A scrittrici russe sono scarsissima, lei è la prima...Devo rimediare! :D

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