Salve lettori!
Oggi non è domenica, ma sono qui a scrivere (in ritardo!) la weekly da Plymouth, l'ultima. Sono infatti rientrata in Italia venerdì scorso dopo tre mesi passati in terra inglese. Sono stati tre mesi molto speciali. Ho imparato tanto e scoperto tante cose. Ma era tempo di tornare a casa, anche perché presto è Natale. E che Natale è se non sei a casa?
Mount Edgecumbe |
Il progetto MoVE2015 mi ha permesso di fare un'esperienza lavorativa ed umana all'estero che non tutti hanno la fortuna di fare. So di essere stata molto fortunata.
Sono partita in un momento in cui tutto mi sembrava ancora più difficile del solito e molto, ma molto, più grigio. Alla fine dell'estate ero stanca e stufa della mia situazione e partire per un po' mi ha fatto molto bene.
Ho capito che mi piace lavorare. A fine giornata vedi che hai prodotto qualcosa, vedi dei risultati. Quando torni a casa sei soddisfatto e puoi staccare e fare altro, senza quella costante spada di Damocle sopra la testa che ti ricorda che avresti potuto studiare qualche pagina in più o frequentare un corso in più.
Ho imparato a stare da sola. Ad arrangiarmi ed andare avanti anche se ho qualcosa che non va.
Ho imparato a camminare nel mondo e tra le persone senza guardare per terra. Perché anch'io valgo (e soprattutto al lavoro me lo hanno fatto capire, apprezzando il mio lavoro e il mio impegno) e anche a me piace guardare il sole che splende.
Tramonto a Ernesettle |
Ho capito che un po' "inglese" lo sono. Mi piacciono i posti, le storie, le ambientazioni. Amo cercare i luoghi di zia Jane (Austen, ndr) e zia Emily (Bronte, ndr), però casa è sempre casa.
Non ho incontrato zia Jane o zia Emily, ma a Plymouth ha vissuto zio Conan Doyle.
Ho imparato a bastarmi quando le persone a cui voglio bene mi mancavano tantissimo. E ho capito chi conta davvero nella mia vita.
Ho conosciuto grandi persone, ma anche qualche parassita.
Ho migliorato il mio inglese e le mie competenze.
Plymouth vista da Royal William Yard |
Ho capito che non posso girare per il Devon senza un Lactoflorene in borsa.
Ho appreso per certo che gli inglesi non girano sempre con l'ombrello. E' una leggenda metropolitana.
Ho visto bambini al guinzaglio, vecchiette con i capelli arcobaleno e outfit che manco Enzo e Carla riuscirebbe a migliorare.
Ho "celebrato" Halloween secondo la tradizione british.
Ho assaggiato cose che voi umani non potete nemmeno immaginare.
Dopo questa esperienza posso dire di essere cambiata. Ho più consapevolezza di me, delle mie capacità. E, forse, comincio a fare chiarezza tra quello che voglio e quello che gli altri vogliono da me.
Dopo questi tre mesi a Plymouth ho capito che posso e voglio essere felice. La felicità non è raggiungere ciò che gli altri si aspettano che tu raggiunga, ma rincorrere ciò che ci soddisfa e ci fa alzare ogni giorno con il sorriso. La felicità è la capacità di non fermarsi, di restare sempre in movimento, di scoprire e di essere curiosi.
Plymouth mi rimarrà nel cuore. E probabilmente ci tornerò. Questa esperienza ha segnato un passaggio importante nella mia vita. Plymouth è stato il luogo di questo passaggio.
Come avrete ben capito, io sono felicissima di aver fatto questa esperienza (se non si era già capito nelle scorse settimane!). Spero di avervi tenuto compagnia in queste settimane con questa weekly.
Aspetto i vostri commenti e le vostre impressioni!
Alla prossima!
Alla prossima!