lunedì 16 novembre 2015

Picture perfect, Jodi Picoult.

Titolo: Picture perfect.
Autore: Jodi Picoult.
Casa Editrice: Hodder.
Pagine: 436.

Trama: Una donna si risveglia in un cimitero, ferita e sanguinante, senza ricordare nulla. Non sa cosa sta facendo lì e nemmeno chi è.
Viene salvata da un poliziotto, appena arrivato a Los Angeles. Dopo giorni di attesa, viene colta completamente di sorpresa quando finalmente viene identificata da Alex Rivers, star numero uno di Hollywood e suo marito. 
Cassie è scioccata e incredula a causa della favola nella quale si ritrova. Ma non tutto è come sembra, e c'è qualcosa di oscuro e disturbante dietro la bella facciata. Solo quando piano piano la sua memoria torna, la sua vita perfetta inizia a crollare sotto il peso della verità e Cassie si trova a dover affrontare scelte che non si sarebbe mai sognata di dover affrontare.


Ho ricevuto questo libro in regalo dalla mia host-mum. Non avevo mai letto prima Jodi Picoult, ma mi sembrava un buon libro da leggere in lingua originale e fare pratica. Essendo un regalo, l'ho accettato a scatola chiusa, senza ben sapere cosa aspettarmi. 
Devo ammettere che inizialmente ho fatto molta fatica. L'ho addirittura abbandonato per poi riprenderlo alcune settimane dopo. 

Il libro si apre con Cassie che si risveglia in un cimitero, sanguinante, ferita e senza memoria. Viene soccorsa da Will Flying Horse, un poliziotto di origine indiana appena arrivato a Los Angeles. Subito scatta la meccanica del romanzo d'amore. Lei è spaventata, non sa dove si trova, è ferita. Lui la porta in salvo, la cura, cerca di aiutarla a capire chi è e cosa ci faceva in quel cimitero. Dopo dieci minuti lui è già innamorato e geloso (quando Alex arriva a riprendersi la moglie). Lei è indecisa se mettere il piede in una seconda scarpa o starsene buona, visto che non si ricorda nulla, e allora opta per stare sul vago e vedere l'evolversi del tutto.
Ecco. A questo punto avevo smesso di leggere. Insomma, sembrava davvero il romanzetto senza sugo e senza storia. Non potevo sopportare oltre la pagina 100 questa telenovela.

Poi però mi sono fatta prendere dallo scrupolo. Questo libro mi era stato regalato e mi sembrava scortese non tentare di andare un pochino oltre. Quindi armata di coraggio e determinazione l'ho ripreso in mano.
Poche pagine dopo il punto in cui avevo lasciato il libro, inzia una lunghissima parte nella quale Cassie, frammentariamente, ricostruisce la sua storia con Alex, la sua vita e quello che le è succeso. Da qui e per almeno 200 pagine, ci si dimentica completamente di Will (povero Will, già innamorato e mai considerato). Cassie inizia a ricostruire la sua vita e salta fuori una vita coniugale caratterizzata da abusi e violenza. Ecco allora che la storia inizia a farsi un pochino più interessante, non perché sia bello leggere di violenza domestica, ma perché il Lettore continua a leggere per vedere quando Cassie finalmente si decide a lasciare questo imbecille che la picchia. E invece no!, lei resta. Per tre lunghi anni lei resta, subisce, accetta e perdona. E tu pensi "Ma perché diavolo non lo mandi a quel paese?!". No. Lei rimane. Vuole essere la crocerossina che redimerà il cattivo di Hollywood e lo farà risorgere come una Fenice. 
Mentre Cassie racconta tutto come un fiume in piena, mi sono trovata più di una volta a chiedermi dove fosse finito Will e quando sarebbe finalmente tornato in scena. Alla fine, sono stata accontentata.
Quando Cassie scopre di essere incinta e scappa da Alex per salvare il suo bambino (che, per inciso, lui aveva messo fin da subito in chiaro di non volere), da chi va la povera sfortuna? Da Will. Ovvio. Cassie confessa tutto, piange, si dispera. E lui, innamorato come prima, la porta dai suoi nonni in una riserva indiana in South Dakota. Qui le cose sembrano migliorare. Nasce il bambino, Cassie si avvicina a Will (che partecipa ad un rituale indiano per addossarsi le sofferenze di Cassie. Una scena molto intensa, primitiva e molto emozionante) e tutto non potrebbe andare meglio.
Poi però torna Alex. Ebbene sì!, non si è buttato da un ponte e darsi all'alcol non gli ha impedito di tornare per riprendersi Cassie. Anzi è stata proprio lei a chiamarlo.

Cassie torna a Los Angeles con Alex (si!, ancora la crocerossina). Will si dispera. E io ho pensato "Lei è scema e Will è un povero pirla". Le mie speranze di vedere Cassie e Will insieme svanivano pagina dopo pagina, tra riunioni, terapie di coppia e paparazzi. Ma alla fine (proprio le ultime 10 pagine), dopo averle prese di nuovo, finalmente Cassie lascia quel delinquente di Alex e, a quanto si può intuire dalle mezze parole, sceglie di essere felice con Will (o almeno lo spero).


Capite bene dopo questo mio lungo monologo che se invece di una recensione sul blog, stessi facendo un video per YouTube, qui un bel hashtag #librodimerda (scusate il francesismo)  non potrebbe che starci bene. Come si fa a trattare un tema delicato come la violenza domestica in modo serio con un incipit da harmony e uno sviluppo affidato alle parole di una protagonista che sembra sempre più scema? Io non avevo mai letto Jodi Picoult, ma tutti me ne avevano parlato bene. Per carità!, il libro è scritto bene, ma è la storia che lascia a desiderare. La violenza domestica non è uno scherzo, è un problema che affligge, purtroppo, tante, troppe, donne. Non si può scriverne con leggerezza. 
Il finale mi è piaciuto. Cassie riconquista la propria libertà e la propria dignità. E il messaggio è positivo, finalmente. 
Non so se ho inziato con il libro sbagliato. Non mi fermerò qui, ho un altro libro della Picoult da leggere e spero sarà migliore di questo. 
Purtroppo non tutti i libri possono piacere. 
Questo non mi è piaciuto. Non tutto almeno, solo in alcune parti (che vi lascio qui per concludere questo interminabile post).

Ridiculous. My heart was pounding, as if I were about to be discovered with a gram of cocaine. It was only a dime-store romance novel, my one vice. I didn't smoke, I rarely drank, I've never done drugs, but I was completely addicted to those stupid books on whose covers an overripe woman lounged in the arms of a drifter. I was so embarassed that I wrapped the, in brown parcel paper, like I used to do with textbooks in elementary school. I would read them on public buses and on the benches outside UCLA, pretending they were anthropological treaties or Pulitzer Prize-winning fiction. (ammettiamolo, tutti noi amiamo dei libri che non ammetteremmo mai di amare)

She didn't say anything, but she didnt't get out of the truck right away, either. Instead they slipped into that comfortable zone where there didn't have to be words. They caught each other's eyes. I love you, Will thought.
I know, Cassie answered. But while he was still savoring that smallest triumph, she slid from the truck and walked right out of his life. (qui ero proprio arrabbiata!, ma davvero eh).

Alla prossima!

2 commenti:

  1. Mi dispiace tanto che il tuo primo approccio con questa autrice sia stato così catastrofico, e leggendo le tue parole credo che se lo leggessi la penserei come te. Un po' come nel cavaliere d'inverno, non mi piaceva lei proprio perché troppo crocerossina. Di quest'autrice ho letto "diciannove minuti". Il protagonista è uno di quei tanti eventi dei quali sentiamo parlare al telegiornale: un ragazzo entra in una scuola e spara a caso tra gli studenti. In questo libro però l'autrice analizza tutto dal punto di vista del carnefice, descrivendo la sua vita passo passo, per aiutarci a capire cosa può spingere una persona ad un gesto tanto estremo e terrificante. L'ho trovato interessantissimo e spero che un giorno vorrai provare a leggerlo e magari cambiare idea sull'autrice... :) le recensioni scritte a caldo sono le migliori!

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    1. La mia host-mum mi ha regalato anche "Keeping faith" della stessa autrice e credo lo leggerò presto....
      Comunque davvero!, pensavo a qualcosa di meglio. Ma si sa, non sempre nasce l'amore tra un libro e il suo lettore.
      Ma sono certa che altri libri della Picoult siano meglio. La sua scrittura mi piace, è il contenuto di questo specifico libro che mi ha lasciata insoddisfatta....

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