mercoledì 30 dicembre 2015

Drink tea and read books...weekly. #3

Salve lettori!
Oggi terza puntata della rubrica dedicata a tè e libri. Per l'occasione sono lieta di ospitare qui sul blog Erika Scarano (che già avevamo conosciuto insieme in occasione di questa intervista). Perciò bando alle ciance!, è tempo di lasciare la parola ad Erika.

Incanto di luna (tè sfuso).

Incanto di luna: tè misto nero-verde con fragola, panna, papaia e foglie di girasole. 
La mia miscela di tè preferita. Ho un debole per i tè sfusi, con combinazioni di foglie particolari, frutti e fiori. E questo senza dubbio è quello da cui mi lascio coccolare nelle mattine in cui ho voglia di iniziare con un gesto di affetto e nelle sere in cui ho bisogno di carica o ispirazione. In pratica, utile per tutte le occasioni. 
E poi ha un nome altamente evocativo, che induce già a sognare. 
Gli aggettivi che meglio descrivono questo tè a mio parere sono: suggestivo, magico, introspettivo.

Suggestivo: La sottile linea scura, Joe R. Lansdale.

Nell'afosa estate texana del 1968, il tredicenne Stanley Mitchel, lavorando nel drive-in del padre, mette il naso in un segreto che doveva rimanere celato. Per Stanley è la “perdita dell’innocenza”, il passaggio della “sottile linea scura” che segna la scoperta del male, l’esplosione del sesso, la consapevolezza che i neri non sono uguali ai bianchi. E diventa la parte trasparente da varcare per immergerci in quegli anni Cinquanta, lontani ormai come la preistoria, che Lansdale ricrea con una potenza di narrazione tale da lasciarci incantati. 

L’incanto che crea nel lettore questo libro è palpabile. È suggestivo perché non ci lascia mai uscire da quell'intreccio di storie, da quella sensazione di mistero e occulto, dalla vivida percezione di qualcosa che si cela sotto la superficie. Un mondo da scoprire oltre la linea che separa la realtà dalla nostra visione della stessa. Consigliatissimo.

Magico: Stardust, Neil Gaiman.

In una fredda sera di ottobre una stella cadente attraversa il cielo e il giovane Tristan, pe conquistare la bellissima Victoria, promette di andarla a prendere. Dovrà così oltrepassare il varco proibito nel muro di pietra a est del villaggio e avventurarsi nel bosco dove ogni nove anni si raccoglie un incredibile mercato di oggetti magici. È solo in quell’occasione che agli umani è concetto inoltrarsi nel mondo di Faerie. Tristan non sa di essere stato concepito proprio lì da una bellissima fata dagli occhi viola e da un giovane umano, e non sa neppure che i malvagi figli del Signore di Stormhold e Signore degli Aspri Dirupi sono anche loro a caccia della stella. 

Una favola, una meraviglia costante. Gaiman crea mondi magici che portano con sé qualcosa di oscuro da dover svelare. Tra avventure nei cieli e cacce sfrenate, inseguimenti e viaggi a lume di candela, la magia con Stardust è assicurata.

Introspettivo: Il lupo della steppa, Hermann Hesse.

Il disagio di fronte alla volgarità e alla massificazione della società moderna, la ricerca di valori più elevati, la forza liberatrice degli impulsi primordiali, il rimettersi in gioco a partire da una nuova consapevolezza. Sono questi alcuni dei temi che si intrecciano nel Lupo della steppa, uno dei romanzi più “radicali” e più affascinanti di Hesse, pubblicato nel 1927 in un’Europa in cui i regimi totalitari si andavano moltiplicando. Il protagonista, Harry Haller, vive in una condizione di impotente infelicità generata da un insanabile dissidio interiore tra l'”uomo” – tutto quello che ha in sé di spirituale, di sublimato, di culturale – e il “lupo” – tutto ciò che ha di istintivo, di selvatico e di caotico. Haller si è chiuso in un isolamento quasi totale rispetto al mondo meschino e privo di spirito in cui vive, arrivando a un passo dal suicidio. Verrà “rieducato” alla vita comune, quella di tutti, da una donna incolta ma esperta e intelligente, che lo aiuterà a trovare la via per meglio comprendere le “non regole” dell’assurdo gioco della vita. Perché come ha scritto lo stesso Hesse, “La storia del lupo della steppa rappresenta, sì, una malattia e una cristi, ma non verso la morte, non un tramonto, bensì il contrario: una guarigione”. 

Questo tè spesso accompagna i miei momenti di riflessione e non c’è miglior libro che aiuti a frugare dentro di sé come “Il lupo della steppa”. Uno dei migliori, a mio avviso, di Hesse. Una storia che permette di scoprire la follia, i tasselli, come in un gioco di specchi, che compongono il sé, e una riscoperta del mondo, quando il protagonista incontra una donna in grado di stravolgere la sua percezione delle cose. Un libretto ritrovato in tasca, una donna e un teatro, solo per pazzi.


Chi ha scritto il post? Erika Scarano. La scrittura è una parte così pregnante della sua vita e di ciò che è che le sembra strano non presentarsi tramite ciò che essa rappresenta per lei. Naturalmente, oltre alla scrittura e alla lettura, c’è altro, e anzi, le piace che la vita sia ricca e diversificata, le piace che non ci si fossilizzi solo su un aspetto. Studia Psicologia, e non potrebbe esserne più entusiasta, crede che molto spesso si scelga il lavoro solo come via di sostentamento e non come passione da seguire, ma è del parere che a lungo andare una scelta simile non porti che ad un triste “tirare avanti”, per lei incompatibile con la vita. Potrebbe elencare ciò che le piace fare, come crede di essere, ma alla fine dei conti, non ci si conosce mai veramente. Ma questo non toglie che bisogna provarci ugualmente! (Estratto dall'IntervistAutore del quale è stata protagonista). Potete seguirla qui

2 commenti:

  1. Grazie dell'ospitalità! =D Mi piace tantissimo questa rubrica! :)

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