sabato 28 febbraio 2015

Snapshots. #1

Salve lettori!
Eccomi qui con una nuova rubrica (mensile). Navigando sul web ho visto che in molti blog, tra i quali Peek a book, che seguo da un po', i blogger propongono ogni venerdì una lista nella quale raccolgono libri, immagini, eventi, insomma tutto quello che nell'arco della settimana li ha colpiti. Siccome io non sono così costante e non credo di riuscire a produrre un post a settimana, dato che ho addirittura dovuto sospendere momentaneamente un'altra rubrica che era nata come settimanale, ho pensato di riciclare (in senso positivo si intende) questa idea. Ecco che nasce Snapshots (ho scelto un termine inglese perché fa più figo; se avessi scritto Istantanee, l'effetto non sarebbe stato lo stesso).
A fine mese pubblicherò un post nel quale racchiuderò:
  • un libro;
  • una copertina;
  • una canzone;
  • un film;
che rappresenteranno il mese che si sarà appena concluso.
Spero di essere stata chiara, comunque ora parto con il primo post e vediamo se si capisce meglio!

FEBBRAIO 2015.

Un libro.

La casa dipinta, John Grisham.

Questo mese, a causa dei mille impegni personali e di studio, non ho letto praticamente nessun libro. Ho soltanto iniziato questo, ma sono soltanto a metà.
E' molto bello, scorrevole. La capacità narrativa di Grisham è enorme: riesce a catapultarti nell'Arkansas degli anni '50 senza nessuna apparente fatica. 
Un po' mi dispiace non aver dedicato più tempo a questo bellissimo romanzo, ma spero di potermici dedicare seriamente quanto prima.



Una copertina.

Alcuni giorni fa ho fatto un giro in libreria e ho notato questa magnifica copertina. Il libro è L'estate in cui tutto accadde di Bill Bryson, edito da Guanda. Queste copertine anni '20 sono un vero spettacolo. Comprerei il libro soltanto per la bellezza della copertina. 






Una canzone.

Febbraio. E' il mese di Sanremo, che nessuno guarda, ma che alla fine tutti hanno visto. Io ho sentito le canzoni attraverso la radio e, devo dire, che moltissime giovani proposte mi hanno colpita più dei cosiddetti big, che poi di big cosa avranno mai. La canzone che ho scelta è molto orecchiabile, ma si canticchia facilmente (se non vedete il video per problemi di Blogger o perché siete da cellulare, sappiate che si tratta di Io non lo so cos'è l'amore di Rachele). 



Un film.

Come vi ho già detto, questa settimana sono stata al cinema a vedere Noi e la Giulia di Edoardo Leo. Un film italiano fatto bene e recitato altrettanto bene. E' un film talmente bello che sembra quasi incredibile che sia un film italiano. I temi sono importanti, molto vicini a tutti noi. I protagonisti sono diversissimi tra loro e rispecchiano al meglio una società così assortita com'è quella italiana.
Merita davvero!




Bene!, il mio mese si riassume in questo. Aspetto le vostre liste. Ovviamente se volete riproporre questo post sul vostro blog, lasciatemi i link così vengo a sbirciare. Alla prossima!

giovedì 26 febbraio 2015

L'eterno dilemma: libro o film? #4.

Salve lettori!
Eccomi qui con un nuovo post su libri e adattamenti cinematografici. Questa volta però il post sarà un po' diverso dal solito. Oggi, infatti, vorrei parlavi di Noi e la Giulia, film di Edoardo Leo, tratto da Giulia 1300 e altri miracoli di Fabio Bartolomei, che però non ho ancora letto (e non so se lo farò in tempi brevi!).
Perciò più che un confronto tra libro e film, stavolta sarà una chiacchierata sul film e sulle mie impressioni post visione (sono andata al cinema lunedì sera, ma poi tra impegni, studio e compleanno, mi sono ridotta a scrivere il post oggi...).
Cominciamo!

Il libro.

A Diego, quarantenne traumatizzato da un lutto familiare, con un lavoro anonimo e un talento unico per le balle, accade di imbarcarsi in un’impresa al di sopra delle sue capacità, l’apertura di un agriturismo; accade che decida di farlo in società con due individui visti solo una volta e che in comune con lui hanno esclusivamente la mediocrità; accade anche che a scongiurare il fallimento immediato sia l’intervento di un comunista nostalgico e che la banale fuga in campagna si trasformi in un atto di resistenza quando nell'agriturismo si presenta un camorrista per chiedere il pizzo. Una “miracolosa” commedia all'italiana che ci fa ridere da pazzi senza nascondere i mali e i difetti del nostro paese.

Che dire. La copertina mi piace moltissimo, L'altro giorno, entrata in libreria per caso, l'ho notata subito sugli scaffali. Non so quando riuscirò a leggere questo libro per due motivi: primo, ho una montagna di libri da smaltire e ormai non so più dove metterli; secondo, in questo periodo ho avuto moltissime spese impreviste e i soldi di una studentessa sono limitati. Quindi chissà...prima o poi!

Il film.

Noi e la Giulia è un film del 2015 diretto da Edoardo Leo e tratto dal libro Giulia 1300 e altri miracoli di Fabio Bartolomei. 
Diego è un venditore di auto senza più la capacità di costernarsi, Claudio l'ex gestore di una gastronomia che ha chiuso i battenti, Fausto un piazzista televisivo inseguito dai creditori. Li accomuna il sogno di cambiare vita e un identico piano B: aprire un agriturismo. I tre uniscono le forze per completare l'acquisto dell'immobile giusto ma devono subito affrontare mille problemi pratici, da un bagno intasato ai camorristi locali che esigono il pizzo. Nella loro avventura verranno coinvolti anche Sergio, un comunista nostalgico fermo al '68, ed Elisa, incinta e fuori di testa.


Come vi ho già accennato, sono andata al cinema lunedì sera. Avevo due biglietti gratuiti (quelli della Vodafone per capirci) e era arrivato il momento di usarli. Avevo sentito parlare così bene di questo film che mi sono incuriosita (e siccome cosa andare a vedere al cinema lo decido sempre io, ho scelto questo film!).

Lunedì sera. Proiezione delle 21. Una quindicina di persone in sala, tutte ammassate (sì!, avete letto bene, ammassate, per quanto sia possibile in un cinema praticamente deserto!) nella galleria (che poi la parte sopra del cinema si chiama così?! Boh!). 
Mi piacciono le proiezioni del lunedì, soprattutto di sera, perché c'è poca gente e ti puoi godere il film senza troppi fastidi (a parte la ragazza dietro di me che invece di ridere starnazzava...).

Devo ammettere che, per essere un film italiano, è fatto fin troppo bene. Davvero bello. E perciò, mentre tutti facevano la fila fuori dalle altre sale per vedere 50 sfumature di grigio, io ho visto un film italiano di qualità, ben diretto e recitato, e con un messaggio e un contenuto importanti. 

Nel film ce n'è per tutti (comunista nostalgico, fascista, immigrati, mafiosi, donna incinta, sfigato,...) e di nessuno esce un ritratto migliore che degli altri. Sullo sfondo delle vicende personali di tutti questi personaggi c'è un'Italia difficile, corrotta, rotta, ma che ha voglia di rialzarsi e rimboccarsi le maniche (e ne è testimonianza la scelta finale dei protagonisti). Quindi è un film da vedere. Assolutamente. Perché mescola amarezza e poesia, comicità e drammaticità, denuncia e folklore. E poi la colonna sonora è bellissima!
Guardatelo e non ve ne pentirete.

Siccome questo post è terminato, ma a differenza del solito, non ci sarà verdetto alcuno, vi ringrazio per aver letto anche questa volta il blog e il post. Aspetto i vostri commenti. Alla prossima!

venerdì 20 febbraio 2015

BlogTour: Ebook for Love. Tappa n°12. "Immortale", Steven Savile, a cura di Eugenia Franzoni.

Buongiorno lettori!
Benvenuti alla tappa n°12 del BlogTour "Writer in Love. A San Valentino vinci le emozioni.", organizzato in occasione di San Valentino. A questo blog è stato assegnato Immortale di Steven Savile, curato nell'edizione italiana da Eugenia Franzoni. Cerchiamo di scoprirne qualcosa di più insieme! Ma prima...

Come partecipare?

Dal 9 febbraio al 2 marzo 2015, seguite questi semplici passi:
  • Seguite il BlogTour e commentate la tappa sul blog. Troverete qui tutte le tappe;
  • Mettete "mi piace" su questa pagina e sulle pagine delle autrici;
  • Lasciare un commento sotto il link alla tappa sulla pagina di cui sopra per ogni tappa.
Alla fine verranno estratti 3 partecipanti, tra tutti quelli che avranno completato tutti i passi sopra indicati, che vinceranno i premi in palio.


Il libro.

Fonte: Goodreads.
Un uomo si sveglia in una camera sudicia senza memoria di chi sia o di come sia arrivato lì. Vedendo una vecchia Bibbia di Gideon sul comodino, si trova un nome: Temple. Immortale è la storia della ricerca di Temple della sua identità e del suo scopo in un mondo decadente e morente. Non è un cavaliere romantico, non è Sir Gawain, non ha spada né armatura, e in questo mondo spezzato non c'è nessuno di cui si possa fidare. Voltate le spalle a tutto e tutti, comincia la ricerca del proprio Santo Graal e, tentato da demoni e dei ad ogni passo, deve confrontarsi con la terribile verità di chi sia e come sia arrivato a svegliarsi in quella dannata stanza d'hotel.




L'autore: Steven Savile.

Fonte: The Guardian.
Classe 1969, nato a Newcastle, Inghilterra, Steven Savile è uno scrittore fantasy, horror e thriller, ed editore.
Ha scritto molti romanzi e parecchi racconti brevi, pubblicati su periodici e antologie. Si è anche cimentato nella scrittura di libri per bambini e ragazzi. 
Il suo romanzo più conosciuto, Silver, ha raggiunto il secondo posto nella classifica dei bestseller di Amazon ed è stato inserito dal The Bookseller nella top30 dei titoli digitali più venduti del 2011. 
Ha scritto e curato alcuni episodi di Doctor Who per la Big Finish Production. E' stato candidato al British Fantasy Award nel 2000 e nel 2010. Ha vinto nella categoria Best Young Adult Original Novel degli Scribe Award del 2009 con il romanzo Primeval: Shadow of the Jaguar.
I suoi romanzi sono pubblicati in molte lingue e hanno riscosso un buon successo tra il pubblico di tutto il mondo.


Grazie all'aiuto della curatrice dell'edizione italiana, Eugenia Franzoni (che conosceremo insieme tra un attimo), ho avuto la possibilità di rivolgere alcune domande all'autore. Leggete cosa mi ha risposto!

Il protagonista del romanzo, Temple, si muove in un mondo decadente e morente, in cerca della sua identità e della sua storia. Quando ha iniziato a scrivere la storia di Temple, l'ha pensato più come un eroe o un antieroe nel suo mondo?
In realtà, quando ho cominciato non avevo assolutamente idea di chi o cosa fosse Temple. La Apex Digest, un giornale statunitense, mi aveva commissionato la stesura di un serial che sarebbe stato pubblicato in quattro uscite del giornale, durante tutto un anno. Per come sono fatto, avevo un centinaio di idee e non riuscivo a decidere quale usare, e continuavo a procrastinare e scrivere pezzi su Warhammer (in realtà credo che in quel periodo stessi scrivendo L'eredità, che è stato pubblicato da Mondadori nel 2010). Mi sono ritrovato nella strana posizione di dovermi dedicare a quella che sarebbe stata una storia lunga un anno (in realtà solo circa 20000 parole) senza sapere cosa sarebbe successo, e con circa cinque giorni per consegnare la prima parte. In giro molti consigliano di non iniziare la storia con un personaggio che si sveglia in una stanza bianca, etc, e questo mi ha fatto chiedere se sarei riuscito a creare una storia in cui il fulcro fosse la ricerca dell'identità, sapendo che nel momento in cui scopri chi sei, quasi di sicuro sei cambiato e non sei più riconoscibile. Detto questo, nella prima versione uscita come racconto breve, Temple era il personaggio più detestabile che avessi mai scritto. Non aveva caratteristiche di redenzione. Solo alla terza o quarta bozza della storia si è trasformato in Immortale, aggiungendo un po' di decenza e umanità, molto grazie all'introduzione dei suoi compagni. E' di certo un eroe travagliato. Penso che in fondo in fondo sia un uomo buono, che è stato pesantemente danneggiato dal mondo che lo circonda, e nella seconda parte della storia penso che sia molto migliore di quanto fosse all'inizio. Detto questo, mi dicono che molti dei miei personaggi sono detestabili.

L'autore di bestseller del New York Times, T.M. Wright, ha scritto: "Una storia sulla Morte scritta da un uomo che, chiaramente, ha conosciuto dei demoni". Ha ragione Wright a scrivere questo oppure è solo bravura nello scrivere e non ci sono mai stati realmente dei demoni?
E' una citazione incredibilmente generosa da parte di Terry. Lui è uno dei miei eroi, il suo romanzo A Manhattan Ghost Story è stato uno dei primi libri che mi hanno fatto desiderare di essere uno scrittore. Far sì che dicesse una cosa così gentile è stato un momento di grande orgoglio da parte mia. Non ci sono però demoni sulla mia strada. Immortale è una storia che è incredibilmente vicina al mio cuore, ma una che ho sempre temuto di pubblicare perché è così cupa, e non c'è nessun epilogo positivo con la soluzione del mistero. Nella mia vita sono accadute cose, negli ultimi sei mesi, con mio padre a cui è stato diagnosticato un linfoma aggressivo, e poi la chemioterapia che è fallita e la diagnosi terminale che gli è stata diagnosticata solo qualche settimana fa, che credo mi cambieranno per sempre come scrittore. L'altro giorno ho detto a qualcuno che non scriverò mai più sulla morte, e non cercherò più di esaminarla, perché la mia relazione con lei è completamente cambiata. Questo vuol dire che Immortale è un libro che non potrei mai scrivere di nuovo. Quello che volevo veramente fare era scrivere un libro che entrasse sotto la pelle dei lettori, che facesse loro porsi delle domande, farli dubitare e sentire a disagio, ma soprattutto, quando avessero voltato l'ultima pagina, farli sentire come se avessero fatto un'esperienza. Tempo fa ripetevo spesso che non scrivo storie, ma pezzi di me. Questo non è stato mai così vero come con Immortale.

Al momento, in quali Paesi è stato pubblicato Immortale? E in quali verrà pubblicato?
E' pubblicato in Inghilterra e negli Stati Uniti, dove ha fatto piuttosto bene. E' la prima volta che non sono passato per i normali editori, ma ho pubblicato l'ebook e il cartaceo con la mia casa editrice, gestendo tutto, dalla copertina all'impaginazione, alla distribuzione e alla ricerca dei traduttori. Ho già guadagnato la stessa somma che avrei fatto con un normale contratto di pubblicazione, quindi questo è un cambiamento del mondo piuttosto interessante. Per quanto riguarda le altre lingue, la traduzione in turco è in lavorazione, e quella spagnola dovrebbe uscire tra qualche settimana. Spero di trovare una casa in Germania in un futuro non troppo remoto.

In Italia, il romanzo è uscito nel 2014. Ha ricevuto una buona risposta dal pubblico?
In realtà è praticamente appena uscito, quindi non ho idea di come venga recepito. In questo momento mi sento piuttosto nervoso, ma posso dirti che ho ricevuto diverse email da lettrici che mi dicono che ho loro spezzato il cuore, che hanno pianto leggendo le ultime 20-30 pagine, e un paio di lettori l'hanno messo sull'elenco delle migliori letture del 2014, che è stato un grande onore per me.Le recensioni sono state molto buone, e questo mi ha stupito, perché come vi ho detto ero molto restio a pubblicarlo, dato che è così diverso da qualsiasi altra cosa che abbia scritto, e così tetro e triste, e fondamentalmente tragico. C'è una ragione per cui la descrizione parla di un incrocio tra The Walking Dead e The Road, e non è un'unione felice!

Cosa Le andrebbe di dire ancora a chi sta leggendo quest'intervista?
Vorrei ringraziare ogni singolo lettore per aver voluto provare a leggere Immortale. Non posso esprimere quanto significhi per me, o quanto sia incredibile sapere che qualcuno in una diversa parte del pianeta sta leggendo qualcosa che ho scritto in una lingua che non sono in grado di leggere, ed è in qualche modo commosso dalle mie parole. E' un'esperienza che rende più umili. Ma è anche il motivo per cui a 16 anni mi sono voltato verso mio padre in giardino e gli ho detto "Ho deciso cosa voglio fare da grande... voglio fare lo scrittore." Sono i lettori che lo rendono possibile.



La curatrice dell'edizione italiana: Eugenia Franzoni.

Fonte: web
Eclettica quarantaduenne nerd, promette di essere quarantaduenne per sempre. Dopo il liceo classico, una laurea in fisica e un lungo periodo nell'associazionismo del software libero, si occupa di sviluppo web nella ditta che condivide con due soci, entrambi ingegneri, e traduce dall'inglese. Nel tempo libero, quando piove lavora a maglia e all'uncinetto, quando è bel tempo fa speleologia, alpinismo, scialpinismo e molte altre strane cose (a detta sua).



Visto che c'ero, ho fatto un paio di domande anche ad Eugenia. Leggete cosa mi ha detto.

Da quanto tempo ti occupi di traduzione ed editing?
Tradurre è sempre stato il mio pallino... da piccina, ho iniziato la colossale avventura di tradurre Lo Hobbit per mio divertimento. Poi, la vita mi ha portato da tutt'altra parte, mi sono laureata in fisica e ho lavorato per molto tempo in campo informatico. Per un periodo ho unito le due passioni lavorando come Chief Open Source Editor in una piccola casa editrice di Milano, la Hops Libri, per cui gestivo una collana di manualistica su software libero. Ultimamente, ho ripreso la mia vecchia passione e ho cominciato a lavorare anche sulla narrativa; sono quindi una novellina con anni di lavoro alle spalle.

Com'è stato lavorare con Steven Savile?
Molto divertente! E' un autore con un gran curriculum e una persona molto disponibile, spero di lavorare di nuovo con lui.

Perché, secondo te, un Lettore dovrebbe leggere questo romanzo. Quali sono i motivi principali che ti spingono a consigliarlo?
Steven ha una prosa accattivante, riesce veramente a trasportarti nel mondo che descrive. Il libro ti tiene attaccata alle pagine fino all'ultimo; è uno di quei romanzi in cui si va avanti nel mistero, e poi alla fine si dice "Aaaahhh!!!!!" e tutto diventa chiaro. Lo vedrei bene adattato per il cinema, o per una serie TV, di quelle cupe alla "The walking dead"!


Questa lunga, ma piacevole, presentazione è terminata. Vi lascio il link del sito di Steven Savile e il profilo Twitter di Eugenia Franzoni
Mi raccomando!, se partecipate al giveaway non dimenticare di seguire tutti i passi che vi ho indicato sopra. Ringrazio tutti quelli che lasceranno un commento. E, ovviamente, aspetto l'opinione sul libro di chi lo vincerà.
Alla prossima!

mercoledì 18 febbraio 2015

Tag: L'albero dei libri.

Eccomi qui a proporvi un nuovo tag game...So che non è passato molto dall'ultimo, ma queste sono buone occasioni per parlare di libri e per scoprirne di nuovi! Questo in particolare l'ho rubato a Ilaria del blog Geeky Bookers, ma è stato creato dal blog Le parole segrete. Cominciamo! Siete pronti?!

Il tag è molto semplice. Si tratta di abbinare dei libri alle varie parti che costituiscono l'albero. In questo modo si possono scoprire molti titoli interessanti. 

Pronti...Attenti...Via!


Le radici: un libro che ha inaspettatamente messo radici nel vostro cuore.

Il cavaliere di bronzo, Aleksandr Puskin.
Poema narrativo sulla statua equestre di Pietro il Grande a San Pietroburgo. È considerato uno dei più significativi lavori della letteratura russa.
L'ho cercato e desiderato tanto. Vi starete chiedendo perché mai lo volevo così tanto! Semplicemente perché nel mio libro preferito (Il cavaliere d'inverno, Paullina Simons) Alexander dona a Tatiana questo libro. E allora volevo leggerlo.
L'ho trovato bellissimo, complesso e illuminante. 




Il tronco: il volume di una saga che considerate il più importante, che dà senso a tutti gli altri, o è il vostro preferito.

Il cavaliere d'inverno, Paullina Simons.
Lo so, sono ripetitiva al massimo, ma non potevo che scegliere questo libro. E' il mio preferito, è l'inizio di una storia che amo e che fa parte della mia vita quotidiana dato che faccio parte di gruppi che ne parlano ogni giorno (starete pensando che sono da ricovero!...).
Io non faccio altro che consigliarlo a chi ancora non lo ha letto.





I rami: due romanzi dello stesso autore; uno voluminoso, quasi un mattone, uno al confronto molto corto.

Ulisse, James Joyce.
Un mattone in tutti i sensi, anzi quasi più un'arma da difesa. Voluminoso è voluminoso (nell'edizione che ho scelto io poi non parliamone!). Impegnativo è impegnativo.
E' sulla mia libreria da alcuni mesi. Quest'anno lo leggerò, o almeno ci proverò.






Gente di Dublino, James Joyce.
Indubbiamente più corto dell'Ulisse. Una piacevole raccolta di racconti sulla quotidianità di una città, Dublino per l'appunto, centro e anima della vita dell'autore e quindi delle sue opere.








Le foglie verdi: tre romanzi contemporanei che consiglieresti.

Che domanda difficile. Ho sempre letto pochi contemporanei e li leggo sempre meno. 

Eredità, Lilli Gruber.
Un libro bellissimo (del quale devo leggere il seguito). Non mi stuferò mai di consigliarlo perché racconta una parte di Storia spesso dimenticata. La Gruber ha fatto un lavoro eccezionale che merita di essere conosciuto e divulgato. Infatti descrive la storia della sua famiglia, leggermente romanzata, tra le due Grandi Guerre, soffermandosi sulle questioni alto-atesine che ancora oggi sono tema di discussione.




La vita quando era nostra, Marian Izaguirre.
Un libro sui libri per chi ama i libri. Bello, intenso, commovente. Ambientato in una Spagna in difficoltà, narra le vicende di una giovane coppia proprietaria di una libreria e di un'anziana signora. Merita davvero!







Ama la Terra. Come te stesso, Christoph Baker.
Per restare in tema di natura, questo saggio non dice nulla di nuovo, ma lascia qualche spunto di riflessione, soprattutto a chi si è sempre occupato o interessato di questi temi. 








Le foglie secche: tre classici che consigliereste.

Anna Karenina, Lev Tolstoj.
Uno dei miei libri preferiti. Assolutamente da leggere. Tolstoj ha scritto un'opera che ha ancora molto da insegnare e da dire. Splendido!








Dracula, Bram Stoker.
Un libro eccezionale. La capacità stilistica e narrativa di Stoker supera qualsiasi altro romanzo gotico che ho letto. L'idea di scrivere in forma epistolare buona parte del romanzo, ha reso il tutto accattivante e coinvolgente.







Il Maestro e Margherita, Michail Bulgakov.
Di questo libro ho già parlato moltissimo. Non starò qui a dilungarmi più del necessario. Un capolavoro della letteratura russa e mondiale. Va letto almeno una volta nella vita anche se non è un libro semplice da affrontare.








Il tag è finito. Come sempre mi sono buttata tra russi e irlandesi. Sono i miei preferiti. Mi danno emozioni che gli altri non riescono a darmi. 
Ovviamente, come sempre dopo un tag, vi invito a stilare la vostra lista e lasciare un commento oppure a lasciarmi un commento con il link se riproporrete il tag sul vostro blog.
Alla prossima!

L'eterno dilemma: libro o film? #3.

Eccomi qui, lettori, a parlavi ancora una volta di libri e adattamenti cinematografici. Per questa terza puntata ho scelto un classico della letteratura per ragazzi, ma non solo: La fabbrica di cioccolato di Roald Dahl. Come sapete, di questo libro ci sono due adattamenti cinematografici, ma andiamo con ordine!

Il libro.

La fabbrica di cioccolato è tra i più famosi libri per ragazzi scritti da Roald Dahl. Il racconto è ispirato alla giovinezza di Dahl: quando frequentava la Repton School, la famosa ditta produttrice di cioccolato Cadbury spediva ai collegiali delle scatole piene di nuovi tipi di dolci e un foglietto per votare. I dolci preferiti venivano quindi immessi nel mercato.

Charlie Bucket vive insieme ai suoi quattro nonni e ai suoi genitori in una piccola casa di legno. A causa della loro grande povertà i Bucket si nutrono prevalentemente di zuppa di cavoli. Solo per il suo compleanno Charlie riceve in regalo una tavoletta di cioccolato. Willy Wonka, proprietario di una fabbrica di dolcetti, decide di indire un concorso: in cinque delle sue tavolette di cioccolato sparse nel mondo sono stati inseriti cinque biglietti d'oro; chi troverà i biglietti d'oro potrà trascorrere un giorno nella fabbrica di cioccolato, ammirare tutte le meraviglie e potrà vincere un premio a sorpresa. I fortunati bambini che trovano il biglietto sono Augustus Gloop, un bambino molto corpulento e goloso, Veruca Salt, una ragazzina molto viziata da suo padre, Violetta Beauregarde, la campionessa mondiale di masticazione di gomme, Mike Tivù, un ragazzo molto attratto dalla televisione e dai videogiochi, e infine Charlie Bucket, che trova con un colpo di fortuna l'ultimo biglietto d'oro. All'entrata della fabbrica i cinque bambini e i loro accompagnatori incontrano Willy Wonka, un uomo stravagante, e vengono introdotti nella fabbrica. Qui sono attratti dalle sue meraviglie e dagli Umpa Lumpa, un popolo che il signor Wonka ha incontrato in un viaggio nella giungla e i cui membri hanno deciso di diventare i suoi operai ad un patto: Willy Wonka gli avrebbe dovuto offrire dei semi di cacao di cui andavano pazzi. Mentre i visitatori sono guidati attraverso i settori della fabbrica, accadono quattro fatti:
  • Augustus Gloop vuole bere da un condotto di cioccolato fuso che scorre come un fiume, cade e viene risucchiato in un tubo. Willy Wonka non pare affatto preoccupato dalla situazione, ma chiede comunque agli Umpa Lumpa di tirarlo fuori;
  • Incurante degli avvertimenti di Wonka, Violetta Beauregarde collauda una gomma da masticare ancora sperimentale che sfama come un intero pranzo, diventando tutta viola e gonfiandosi come un palloncino. Wonka rimane impassibile, ma chiede agli Umpa Lumpa di sgonfiarla, centrifugandola;
  • Veruca Salt, insistendo capricciosamente nell'avere uno degli scoiattoli ammaestrati che lavorano con gli Umpa Lumpa, decide di prenderne da sola uno, il quale però la butta nella spazzatura. Wonka, incurante, chiede agli Umpa Lumpa di accompagnare il padre della bambina nella discarica in cui è finita, ma anche il signore Salt cade nei rifiuti;
  • Mike Tivù decide di essere teletrasmesso negli spot televisivi delle tavolette Wonka, permettendo agli spettatori di prenderle dal televisore e mangiarle; nell'operazione il bambino viene rimpicciolito quanto una tavoletta di cioccolato e il direttore chiede agli Umpa Lumpa di rimediare alla situazione; tuttavia pare che qualcosa vada storto, poiché il bambino diventa alto 3 metri.
Charlie, l'unico a non possedere i vizi degli altri quattro bambini, poiché la sua povertà gli ha insegnato ad accontentarsi anche di poche cose, è il solo concorrente a uscire vittorioso dalla visita e per ciò Wonka lo nomina erede della sua fabbrica, dove Charlie si trasferisce con l'intera famiglia e aiuta il sig. Wonka a inventare nuovi dolci.


Ho letto questo libro quando ero una ragazzina. All'epoca non mi era piaciuto molto, ma l'ho riscoperto e rivalutato quando ho visto il film di Tim Burton. Credo che questo libro insegni molte cose a chi le legge, un po' come tutti i libri per ragazzi. Nella libreria dei bambini non dovrebbe mancare!

I film.

Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato è un film del 1971 diretto dal regista Mel Stuart. Il film è ispirato al romanzo di Roald Dahl, La fabbrica di cioccolato.
Con il passare degli anni, Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato ha acquisito nuova popolarità e un particolare status di "cult movie" per diverse generazioni, grazie in larga parte ai ripetuti passaggi televisivi (specialmente sotto le festività natalizie) di cui è stato fatto oggetto nel corso degli anni. Nella classifica dei migliori 50 cult movies stilata nel 2003 dalla rivista statunitense Entertainment Weekly, il film viene piazzato alla posizione numero 25.




La fabbrica di cioccolato (Charlie and the Chocolate Factory) è un film del 2005 diretto da Tim Burton. Il film ha come interprete principale Johnny Depp ed è tratto dall'omonimo romanzo di Roald Dahl.
Burton ha detto di non essersi ispirato per il suo film all'adattamento del 1971, Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato, di Mel Stuart, ma di aver cercato invece di tornare allo spirito originale del romanzo di Dahl.






Ammetto di aver visto soltanto il film di Tim Burton (che io adoro!). Anche in questo film, come in tutti i suoi lavori, Burton è riuscito a descrivere e a raccontare al meglio la storia. Un film davvero bello, per grandi e piccini, anzi forse più per grandi che per piccini.
Il film del 1971 non l'ho mai visto tutto, soltanto qualche spezzone su YouTube. Ma a primo impatto mi è sembrato ben fatto e piacevole, forse più per ragazzini che per adulti.

Il verdetto.

Il libro. ****
Il film del 1971. *** e mezzo (basandomi soltanto sui pezzettini che ho visto).
Il film del 2005. *****

Insomma stavolta sembra vincere il film del 2005. Voi direte che sono di parte e che non si possono paragonare un libro letto da piccoli con un film visto in età adulta. Tutto vero, infatti non darei la vittoria netta al film (anche se ha preso più stelline). Diciamo libro e film di Burton a pari merito!
Alla prossima!

domenica 15 febbraio 2015

Presentazione #1: Francesca Pace.

Salve lettori!
Oggi vi propongo un post un tantino particolare perché vorrei farvi conoscere una scrittrice italiana che ho avuto l'opportunità di incontrare grazie a Facebook: Francesca Pace.

Il racconto: Ricomincio da...

Nei giorni scorsi ho letto un suo racconto breve, ancora inedito, intitolato appunto Ricomincio da..., ma che nell'intenzione dell'autrice dovrebbe, un domani, far parte di una raccolta.
Una ventina di pagine in tutto, scritte molto bene, in modo fluido e inteso. La storia è molto lineare, con l'intermezzo di un unico flashback della protagonista sul come tutta la vicenda è iniziata. Lui e lei. L'amore. La malattia. La storia mi ha ricordato molto un libro del quale credo di avervi già parlato: The girl in Times Square di Paullina Simons. Sia nel racconto di Francesca Pace che nel libro della Simons, le vite dei due protagonisti si intrecciano, nasce l'amore e, nel momento più felice, ecco spuntare la difficoltà. Ma l'amore è più forte, sempre. 
Quindi molto bello questo racconto breve. Chissà quante sorprese potrebbe riservare una raccolta intera di racconti!...

The Hybrid’s legacy saga.

In realtà, l'autrice mi aveva proposto di leggere questa saga, ma non avendone il tempo, per permettermi di conoscere il suo stile, mi ha mandato il racconto del quale vi ho parlato poco fa. Vorrei comunque raccontarvi qualcosa della saga, così che, se siete interessati, potete farci un pensierino!

EMMA (Libro I). 

Emma è una ragazza semplice dall'inconsapevole fascino magnetico. La sua vita tranquilla, al confine dell'invisibilità, verrà sconvolta da un cambiamento radicale ed improvviso che la catapulterà nel complesso e violento mondo di streghe e vampiri. Un'inaspettata e travagliata transizione ne muterà in modo definitivo la natura e l'essenza trasformandola in un essere sovrannaturale mai esistito prima. Quando la straordinaria ragazza, accompagnata dai suoi amici di sempre e da un nuovo e viscerale amore, si troverà ad affrontare con coraggio la sua nuova vita imparando ad amarla e ad amare se stessa come mai prima, scoprirà di possedere uno sconfinato ed incontrastabile potere. È, questa, una appassionante ed intensa storia di amicizia, fratellanza e amore.



GABRIEL.IL SIGILLO DELLA TREDICESIMA RUNA (Libro II). 

Il secondo capitolo della saga ci traghetta in un'atmosfera dark, sanguinaria e voluttuosa. 
Gabriel è un ragazzo come ce ne sono molti. Scapestrato e superficiale, conosce fin troppo presto i dolori che un'esistenza umana porta con sé. Attraverso la sofferenza e la morte impara la caducità della vita e la fragilità dei sentimenti. 
In una Scozia di fine 1400, Gabriel sceglierà le tenebre e l'oscurità dell'immortalità. Sceglierà di diventare un vampiro. 
Sangue e morte ne accompagnano l'esistenza vissuta nell'inconsapevolezza e nell'ignoranza del suo dono. Un sigillo che ne cambierà radicalmente le sorti. 
Una vita, la sua, vissuta al limite con al fianco Andrew, suo fratello, che mai lo abbandonerà neanche quando tutto in lui sembrerà essere perduto. 
Una storia che abbraccia quasi sei secoli, ricca di cambiamenti e repentini mutamenti che porteranno ad un'intima trasformazione interiore che toccherà il culmine nell'incontro con Emma, l'amore della vita di Gabriel. Sarà proprio l'amore, il motore che muove ogni cosa, a rendergli salva la vita e soprattutto l'anima.



VINCOLO DI SANGUE (Libro III). 

Il terzo capitolo della saga è il romanzo di cambiamento, di crescita. 
Nulla è come sembra. Il dolore, la morte, la magia...ogni cosa che ruota intorno alla vita di Emma e dei suoi compagni sta per essere sovvertita da un potere arcano e misterioso che entrerà nelle loro vite in modo violento. 
Le alleanze cambieranno e la schiera di Danielle si arricchirà di uno spietato e quanto mai inaspettato alleato pronto a tutto per prendere la vita di Emma... 
Anche quando il cuore di Emma vacillerà, incapace di sopportare questa nuova, dolorosa ed impensabile verità, lei dovrà trovare la forza di compiere il proprio destino...dovrà mettere a tacere il suo cuore fin troppo umano e le proprie emozioni...dovrà confrontarsi con la parte peggiore di sé per cercare di salvare il suo mondo. Che ruolo avrà la Congrega dei Guardiani in questa nuova battaglia? 
L'intimo sentimento che lega i due immortali saprà salvarli? Potrà l'amore assoluto che Emma prova per Gabriel rendergli salva la vita...ancora una volta? 
Amore, tormento, paura...questi i sentimenti che accompagnano le giornate della bella ibrida che porterà a compimento il suo cambiamento, divenendo una donna forte e coraggiosa in grado di ripristinare gli equilibri del proprio mondo anche a dispetto di un potere maledetto che tenterà di condurla attraverso le tenebre fino al luogo suo più oscuro.

Se siete curiosi, qui potete trovare il book trailer.
Se invece volete contattare l'autrice o scoprire qualcosa di più, questa è la sua pagina Facebook.

Visto che c'ero, ho posto alcune domande all'autrice, che è stata molto disponibile.

Il racconto che ho avuto modo di leggere è diversissimo dalla saga che hai scritto. Quanti generi ti appartengono e qual è il principale?
Il genere che credo mi sia più congeniale è l'urbana fantasy...adoro parlare di argomenti "normali" e condirli con un tocco di immortalità... In realtà il racconto è stato un piccolo esperimento che non credo sia andato poi così male.


Ho curiosato sul web e ho notato che i tuoi romanzi stanno avendo un buon successo. Sei soddisfatta? Ti aspettavi questa risposta dal pubblico?
Ti ringrazio...decisamente no! Non mi aspettavo nulla del genere, tutto è nato come un gioco, senza pretese di pubblicazione. Volevo scrivere una bella favola moderna per la mia bambina, Emma appunto, in seguito il mio compagno ed alcuni amici che hanno letto il romanzo mi hanno esortata a pubblicare. Il resto è stato un'esaltante sorpresa. La prima volta che fui contattata da una lettrice che si complimentava con me per la bella storia scritta non ci potevo credere.


Hai altri pubblicazioni in programma? Quanto dovranno aspettare i tuoi fan per leggere ancora i tuoi lavori?
Per ora sto lavorando ad un racconto, Blu cobalto, che è uno spin off della saga e in seguito mi dedicherò all'ultimo capitolo della saga che si compone di quattro romanzi. Il terzo, Vincolo di sangue, è uscito in ebook proprio in questi giorni ed il cartaceo dovrebbe arrivare la prossima settimana.


Bene!, mi fermo qui. Ringrazio Francesca per la disponibilità. Lasciate un commento se vi va. Alla prossima!

lunedì 9 febbraio 2015

L'eterno dilemma: libro o film? #2.

Per questo nuovo appuntamento con la rubrica "L'eterno dilemma: libro o film?" ho scelto di confrontare quel grande capolavoro che è Il Maestro e Margherita di Bulgakov con lo sceneggiato televisivo (mai uscito in Italia) diretto da Vladimir Bortko.

Il libro. 

Il Maestro e Margherita è un romanzo di Michail Bulgakov, pubblicato tra il 1966 e il 1967. La trama è incentrata sulle persecuzioni politiche subite da uno scrittore e drammaturgo (definito il Maestro) da parte delle autorità sovietiche degli anni trenta, sul suo amore con Margherita Nikolaevna, e sul suo riscatto grazie a una visita del Diavolo nell'Unione Sovietica atea di quel tempo; alla sua storia s'intreccia parallela quella del processo evangelico al Messia e di Ponzio Pilato, vicende che sono anche oggetto di un contestato lavoro teatrale del Maestro.
Molti critici considerano quest'opera, dallo spiccato contenuto satirico nei confronti dell'immobile realtà sovietica, uno dei più grandi capolavori della letteratura russa del Novecento. Eugenio Montale definì il romanzo «un miracolo che ognuno deve salutare con commozione», mentre Veniamin Kaverin scrisse «per originalità sarà difficile trovare un'opera che gli stia a pari in tutta la letteratura mondiale».
Un aspetto interessante nella struttura del romanzo è l'andamento quasi in parallelo nelle due storie raccontate, ossia la storia nella Mosca contemporanea e la storia nella Gerusalemme al tempo di Gesù. Entrambe le storie si svolgono nell'arco di pochi giorni e si concludono di domenica. Tuttavia un punto di possibile contatto rimane in dubbio: infatti la storia a Gerusalemme comincia il 14 del mese di Nisan nel periodo della Pasqua ebraica, mentre la storia a Mosca si svolge interamente a maggio durante il periodo di luna piena, tuttavia che la storia si concluda nel giorno della domenica di Pasqua non è dichiarato dall'autore in modo esplicito, l'unico possibile accenno alla Pasqua si trova nell'epilogo, quando si racconta dell'inquietudine che invade l'animo di Ivan, non più poeta, ogni anno nei giorni del festoso plenilunio di primavera.



Il Maestro e Margherita è il primo romanzo russo che ho letto. Non è stata una lettura semplice per la complessità della storia e la moltitudine di personaggi e fatti. E' stata comunque una lettura che mi ha arricchita molto e mi ha aperto le porte su un mondo di letture eccezionali. Bulgakov ha uno stile incredibile, studiato e raffinato. Questo è uno di quei libri che uno, nella vita, deve leggere almeno una volta. E sicuramente non se ne pentirà. 

Lo sceneggiato televisivo.

Serial composto da dieci parti, ciascuna di circa 40-50 minuti (che io ho trovato su YouTube, sottotitolato in italiano, e che ho guardato quasi interamente). Si tratta di una produzione russa, diretta da Vladimir Bortko. Lo sceneggiato è molto fedele al libro, tanto nei fatti, quanto nei personaggi e nell'atmosfera generale.  In alcuni punti lo sceneggiato supera persino il libro, data la potenza evocativa consentita dall'elemento audio-video. Il video alterna peraltro il bianco e nero ai colori, accompagnando così lo spettatore nelle varie fasi della storia. Assolutamente da elogiare è la colonna sonora, veramente spettacolare.



Come detto, ho visto quasi tutto lo sceneggiato su YouTube e mi sento di consigliarlo caldamente, in quanto è fatto davvero bene e anche le fasi più complesse, grazie agli effetti video e alle musiche, sono rappresentati in modo perfetto. Così, anche chi non sempre ha una fantasia spiccata, può ben entrare nella storia e nella satira grottesca che Bulgakov voleva trasmettere.

Il film.

Vi segnalo che esiste anche un film tratto dal romanzo: Il maestro e Margherita, film del 1972 diretto da Aleksandar Petrović, che io sinceramente non ho avuto modo di vedere.

Il verdetto.

Il libro. *****S
Lo sceneggiato. **** e mezzo.
Il film. (non l'ho visto, quindi non posso giudicare)

Con questo post spero di avervi invogliati a leggere Bulgakov e a guardare la serie tv. Fatemi sapere. Alla prossima!

venerdì 6 febbraio 2015

La fiera navigante, Livio Garzanti.

Titolo: La fiera navigante.
Autore: Livio Garzanti.
Casa Editrice: Garzanti.
Pagine:162.

Trama: Nel novembre del 1946 parte da Genova una vecchia nave carboniera. Ha imbarcato una piccola folla di italiani che, primi dopo la guerra, attraverseranno l'Atlantico per portare in Brasile e in Argentina le nuove speranze d'Italia. Sono poveri mercanti, ma anche ingegneri, noti uomini d'affari e attori famosi, ex fascisti ed ex partigiani: un vasto campionario dell'Italia di quegli anni incerti. Una Fiera mercato dovrà essere allestita nelle stive. Sulla nave è salito uno studente di filosofia per sfuggire all'autorità di un padre ricco, per lasciare una Milano desolata e per cercare un mondo nuovo che non ha conosciuto la guerra. Nel viaggio il giovane, pur rimanendo estraneo alla gente che gli è attorno, farà un'esperienza di vita tra il reale e il fantastico. E' una storia molto simile a una storia vera, un romanzo d'avventura ma anche un romanzo di formazione. E un documento vivo di un tempo che nessuno più ricorda.



Un libro scritto agli inizi degli anni '90 che ho scovato alla vendita estiva della Biblioteca Comunale. L'ho comprato perché mi attirava moltissimo la copertina e, poi, anche la trama non sembrava affatto male. Invece il libro si è dimostrato una mezza delusione. Ho fatto una fatica terribile a leggerlo. Non credo di averci mai messo tanto a leggere un libro di 160 pagine!
Mi sento di definire questo libro come "un libro anni '90", o almeno a me ha dato questa impressione. Lo stile, la storia, i personaggi, sembrano scritti apposta per un lettore di vent'anni fa. Oggi, lo stile (a tratti pesante, spesso complicato) e il protagonista assumono un aspetto tra il grottesco e il divertente. Negli anni la storia ha perso spessore, non è più una novità.
Melegari, il protagonista, è uno studentello in cerca di...in cerca di cosa bene non si sa! Avventura, forse. Amore. Una nuova vita. Un po' di tutto e un po' di niente. Viaggia per fuggire dal padre, però non disdegna i soldi che papino gli invia oltre mare. Viaggia per avventura, ma nel momento in cui la nave diviene inutilizzabile, ritorna a Milano in aereo con i soldi di papà. Viaggia per fare qualche esperienza amorosa, ma poi vive di un amore platonico fin quasi alla fine del romanzo quando la sua donna se lo fa amante vista la sua famiglia di provenienza.
Da titolo e trama mi ero immaginata una fiera colorata, ricca, animata. E invece di fiera soltanto un riflesso lontano. La fiera, che dovrebbe essere allestita da degli schiavi (che si buttano a mare quando la costa è visibile) nelle stive, viene "allestita" sono sul finale dall'armatore in bancarotta per riscattare la nave. Per il resto del libro, i passeggeri ad ogni porto cercano di svendere vecchi cimeli, giornali o promesse dell'Italia che era stata, a migranti italiani che dell'Italia ricordano ormai solo nome e leggende.

Ho trovato questo libro triste. Tutta la vicenda viene raccontata dal protagonista che, a mio avviso, parte solo per farsi un giro con i soldi di papà (che tanto disdegna, ma che usa). Melegari vive di filosofia e idee. Non conosce la vita vera e nemmeno vuole conoscerla. Parte per distaccarsi dal padre, ma alla fine torna da lui e fa quello che vuole lui. Melegari non è l'eroe del romanzo e un romanzo senza eroe su cosa si regge (e non intendo per eroe colui che salva la donzella e cose così, ma un protagonista solido, sul quale la storia calza bene...)? Il tema del dopoguerra e degli emigranti italiani fanno solo da contorno. Invece avrebbero potuto costituire quel qualcosa in più che avrebbe reso il romanzo più appetibile. La sola storia di Melegari non fa di questo libro un buon libro.

Peccato, pensavo meglio. Ma ogni tanto un libro non soddisfacente ci sta. Voi lo avete letto? Ditemi la vostra! Alla prossima!

martedì 3 febbraio 2015

IntervistAutore #12: Samantha L’Ile.

Nuovo appuntamento con le mie interviste più o meno serie all'autore. Oggi conosciamo una scrittrice che ha scelto come suo pseudonimo il nome Samantha L'lle. Leggete cosa mi ha raccontato!


Nome, Cognome, Età.
Samantha L’Ile (pseudonimo con cui ho scelto di entrare nel mondo editoriale), 37 anni.

Professione.
Impiegata.

Aspirazioni professionali.
Mantenendo i piedi per terra, spero di continuare la mia “vera” carriera lavorativa ricevendo una promozione. Se posso sognare vorrei diventare la prossima J.K.Rowling!

I sogni fanno sempre bene. Ma perché vorresti essere proprio la prossima J.K.Rowling e non un'altra scrittrice?
Ho citato la Rowling solo come esempio di una scrittrice che ha un'infinità di lettori in tutto il mondo. Inoltre adoro i film e credo che una trasposizione cinematografica sia la ciliegina sulla torta del mio super sogno!

Raccontaci qualcosa di te.
Com'è difficile parlare di me! Samantha L’Ile è la mia “identità segreta”, nella vita reale sono la classica donna moderna: moglie, lavoratrice, ma soprattutto mamma. Vivo in provincia di Varese e dopo il liceo linguistico mi sono laureata al Politecnico di Milano in Ingegneria Informatica. Nel mio lavoro macino tanti numeri mentre nel tempo libero mi dedico alle parole.

Oh!, ingegnere! Anch'io sto tentando di laurearmi in Ingegneria. Per esperienza, mi sono spesso vista osservare con diffidenza quando venivo notata a leggere, magari durante le pause tra una lezione e l'altra. Come se chi si occupa di materie scientifiche non possa dedicarsi alla letteratura e ampliare le proprie conoscenze. A te è mai successo?
Al Politecnico avevo un bel gruppo studio e non mi è mai capitato di portare altri testi, forse anche di proposito. Le colleghe donne erano poche e tra i ragazzi non ho mai trovato compagni di lettura con gusti affini ai miei perché loro leggevano solo manuali tecnici (anche io per forza) oppure horror (decisamente non come me!). La passione per i libri la condivido con le donne della mia famiglia, un paio di amiche o in rete.

Visto che questo è un blog che parla di libri, vorrei sapere qual è il tuo libro preferito e perché. E magari anche qual è il tuo autore preferito.
Sono una lettrice compulsiva e negli anni ho letto molti generi diversi. Non riesco a scegliere un solo autore/libro preferito, ma sul podio ci sono sicuramente i classici Orgoglio e Pregiudizio, Jane Eyre e Cime Tempestose.

Tre donne. Tre grandi rappresentanti del loro tempo. Tre grandi autrici. Fino ad ora mi hai citato soltanto scrittrici e nessun uomo. E' voluto o è solo un caso?
Apprezzo anche autori uomini, ma ho citato i libri e le autrici che mi sono rimaste nel cuore e che ogni tanto mi viene voglia di rileggere.

Quando è nata la tua passione per la scrittura? E da dove pensi sia scaturita?
Fin da bambina ho sempre desiderato scrivere, anche se mi immaginavo giornalista, e per moltissimi anni ho scritto solo dei diari.

Da quando scrivi in modo regolare e, permettimi il termine, serio?
Nel 2012 attraversavo un periodo triste e così un giorno ho aperto un file word e ho cominciato a scrivere la storia dei fratelli Island, su cui fantasticavo da mesi. Da quel momento ho continuato a scrivere in modo costante, nonostante il tempo libero da dedicarvi sia davvero poco. 

Quanti lavori hai portato a termine? Ti va di elencarli e raccontarci qualcosa di essi?
La serie Le Vicende degli Island è composta da Generazione Magica, Doppio Prodigio e Ultimo Incanto ed è una trilogia paranormal che racconta la storia dei fratelli Island, due protagonisti giovani che nascondono al mondo i loro poteri psichici. Nella serie è molto sviluppato il lato romance.
Coppia di Cuori e Cuori Coraggiosi sono due romanzi rosa contemporanei che raccontano le storie d’amore di due amiche, ma pur essendo legati tra loro sono auto conclusivi.

Come hai fatto a pubblicare i tuoi lavori? Ti sei affidato ad una casa editrice o hai fatto da te?
Finora ho auto pubblicato (tramite Amazon KDP e Narcissus) la trilogia Le Vicende degli Island e i due romanzi rosa Coppia di Cuori e Cuori Coraggiosi.

E infine, la fatidica domanda, anche se immagino già la risposta: e-book o libro cartaceo?
Da qualche anno leggo solo ebook per comodità e risparmio di tempo, spazio e denaro. Il mio Kindle contiene tantissimi libri e me lo porto davvero ovunque. In casa non saprei dove metterli se fossero tutti in formato cartaceo. Non ho più tempo per vagabondare in libreria o in biblioteca, ma un giretto su Amazon me lo concedo quasi ogni giorno! Ovviamente compro ancora cartacei, soprattutto per i bambini, come i favolosi libri popup o con le caselle da aprire o i puzzle incorporati... Sono bellissimi!


Io ringrazio Samantha per essersi prestata all'intervista. Spero che da questa chiacchierata digitale sia uscito un bel ritratto e che l'autrice ne sia soddisfatta. Se volete contattarla o scoprire qualcosa di più, vi lascio i link al suo blog e al suo profilo Twitter

lunedì 2 febbraio 2015

Social Media Book Tag.

Un nuovo tag! Ebbene sì!, li trovo molto carini e mi permettono di raccontarvi qualcosa di me tramite i libri che scelgo. Questo tag l'ho trovato nel blog Alla scoperta di libri che lo ha trovato a sua volta su Youtube e che era stato ideato da Faulty Devices (si lo so, detta così sembra che io stia cantando Alla fiera dell'est, ma tant'è!). Principalmente lo scopo è quello di associare un libro ai vari social network del web! A quel che ne so, il tag è vecchiotto, ma io l'ho scovato ora e quindi ho deciso di farlo! Cominciamo!

TWITTER: Il tuo racconto breve preferito.

Carmilla, Sheridan Le Fanu.
Un racconto gotico, precedente al più noto Dracula di Bram Stoker, scritto divinamente. In questo racconto la protagonista è una vampira (con tendenze lesbo, dicono molti critici). E' davvero molto breve: una sessantina di pagine in tutto nell'edizione che ho io. Infatti non mi sarebbe dispiaciuto se fosse stato un tantino più lungo.






FACEBOOK: Un libro che ti hanno insistentemente consigliato di leggere.

Il gusto proibito dello zenzero, Jamie Ford. 
Ero alla ricerca di un libro coinvolgente dopo aver terminato la trilogia della Simons. Tutti a consigliarmi questo libro. Allora l'ho preso, ma che delusione!
Non ho trovato nulla di quello che speravo. Una bella storia ricca di potenziale, ma scarsamente sfruttata.







TUMBLR: Un libro che hai letto prima che diventasse un fenomeno.

Cercando Alaska, John Green.
Ho letto questo libro prima che l'autore diventasse un fenomeno globale. All'epoca John Green era soltanto un autore esordiente. Oggi invece, soprattutto dopo il grande successo di Colpa delle stelle, tutti leggono i suoi libri. 








MYSPACE: Un libro che non ti ricordi se ti sia piaciuto o meno.

Cuore di tenebra, Joseph Conrad.
Un classico. Letto, forse nel periodo sbagliato, visto che mi trovavo in colonia a fare l'assistente ad un branco di 15 ragazzine in piena adolescenza. Non l'ho capito o forse non l'ho letto con sufficiente attenzione. Non posso dire che non mi sia piaciuto, ma nemmeno il contrario.






INSTAGRAM: Un libro così bello che hai dovuto pubblicarne la foto su instagram.

La sonata a Kreutzer, Lev Tolstoj.
Ok, io Instagram non ce l'ho, ma di questo libro ho pubblicato sui social network foto, frasi, parole, insomma tutto! E' un libro che ho adorato e ho dovuto condividere con il mondo virtuale questa mia adorazione.








YOUTUBE: Un libro che speri divenga un film.

Il cavaliere d'inverno, Paullina Simons.
Essendo il mio libro preferito, non posso che sperare che divenga un film. In realtà la stessa autrice ha rivelato più volte che si sta lavorando per realizzare un film tratto da questo libro. Però, un po' mi spaventa l'idea. Di solito un film non può essere al 100% fedele al libro da cui è tratto, quindi non so quale potrebbe essere il risultato. 






GOODREADS: Un libro che consiglieresti a tutti.

La lettera scarlatta, Nathaniel Hawthorne.
Un classico che pochi leggono. Quasi tutti hanno visto il film con Demi Moore, ma il libro è considerato da pochi. Invece è un piccolo gioiello. Una grande storie d'amore per gli altri e per se stessi. Una grande donna. Un grande esempio in un periodo storico così difficile. Secondo me va letto.







Il tag è terminato. Io spero di avervi fatto divertire e di avervi lasciato qualche buon spunto di lettura. Come sempre, siete tutti invitati a rispondere o a riproporre sul vostro blog questo tag (se non lo avevate già fatto).
Alla prossima!

domenica 1 febbraio 2015

L'eterno dilemma: libro o film? #1.

Primo appuntamento con questa nuova rubrica! Lo scopo è quello di mettere a confronto libro e film e vedere quale dei due è il migliore. Ovvio!, direte voi, il libro batte sempre il film! Ma ne siete proprio sicuri? E' sempre così? Cercheremo di scoprirlo assieme.

Oggi ho scelto di parlavi di Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop di Fannie Flagg e del suo adattamento cinematografico Pomodori verdi fritti alla fermata del treno, diretto da Jon Avnet.

Il libro.

Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop è un romanzo di Fannie Flagg del 1987. Best seller internazionale, è stato pubblicato per la prima volta in Inghilterra dalla casa editrice Random House.

Il romanzo si sviluppa con una duplice narrazione parallela: in parte viene narrato dalla signora Weems, nel "Bollettino di Whistle Stop", e in parte si dipana attraverso gli aneddoti che l'anziana signora Threadgoode racconta all'attenta amica Evelyn Couch, come quello della storia d'amore tra Ruth e Idgie. Attraverso questi racconti emerge una società degli anni Trenta-Quaranta che, pur cominciando a cambiare, fatica ancora ad accettare la popolazione nera al di fuori dell'ottica della servitù.


Ho letto questo libro un paio di anni fa e l'ho letteralmente divorato, oltre che adorato. Non conoscevo né l'autrice né, tantomeno, il libro, ma un'amica me l'aveva così caldamente consigliato che ho ceduto. E' stato una scoperta molto piacevole. Scorrevole, ben scritto, brillante. L'autrice riesce a descrivere un'epoca ricca e contraddittoria come quella degli anni '30 e '40 in America senza scadere mai nell'ovvio o nel noioso, anzi riesce a catturare l'attenzione e a raccontare una realtà così complessa mantenendo tuttavia uno stile frizzante, fresco e fluido. I personaggi sono eccezionali, così reali. Le donne della storia, poi, sono centro e molla che fa muovere tutto. Da leggere.

Il film.

Pomodori verdi fritti alla fermata del treno (Fried Green Tomatoes) è un film drammatico del 1991, diretto da Jon Avnet. La storia ruota attorno alla vita di diversi personaggi degli anni trenta abitanti nel Sud degli Stati Uniti d'America, affrontando temi quali l'amicizia e l'amore e cerca di essere una cura contro le insidie dell'esistere moderno. Quattro donne, quattro storie e due generazioni a confronto.
Il film è stato interpretato da Jessica Tandy,  Kathy Bates, Mary Stuart Masterson e Mary-Louise Parker. 

Il personaggio "Artis O. Peavey", particolarmente apprezzato da chi ha letto il romanzo, non appare nel film che ne è stato tratto. Nel romanzo, ogni personaggio importante ha una sua storia passata da raccontare, ma molte di tali storie sono state eliminate nella versione cinematografica. La versione cinematografica ha infine pesantemente oscurato la storia d'amore lesbica fra le due protagoniste, al punto che molti spettatori che non avevano letto il libro non si sono neppure resi conto della sua presenza: il film fa apparire Idgie e Ruth semplicemente come amiche del cuore. L'edizione in DVD del film ha un commento audio in cui il regista riconosce questo fatto, ma sostiene che una scena in cui le due donne hanno un litigio col cibo era intesa come una metafora del fare l'amore fra le due. Nel film, la morte di Ruth è stata resa con una scena romantica tra lei e Idgie. Nel romanzo, Ruth muore assistita da una delle domestiche di colore, Onzell, che le pratica l'Eutanasia con una dose di morfina, all'insaputa di tutti.


Il film mi era piaciuto. Nelle parti che la produzione ha scelto di riprodurre, l'ho trovato abbastanza fedele al libro. Certo, il rapporto tra Idgie e Ruth poteva e doveva essere valorizzato maggiormente, ma forse nel 1991 il tema era ancora considerato parzialmente tabù.

Il verdetto.

Il libro. *****
Il film.   *** e mezzo.

In definitiva vince il libro, anche se il film non è affatto male, anzi ve lo consiglio!

Io spero vi sia piaciuto questo post. Aspetto i vostri commenti e le vostre opinioni. Alla prossima!