venerdì 28 novembre 2014

La frase della settimana #3.

Fonte: www.timba.it
Nuovo appuntamento con la rubrica "La frase della settimana".  Questa volta ho scelto una citazione di Miguel de Cervantes sulla musica, che, come sapete, è la mia seconda grande passione.

Dove c'è musica non può esserci nulla di cattivo.

La musica è passione, impegno, condivisione, incontro. Può unire persone diversissime. La musica aiuta, conforta, rallegra. Le sue proprietà terapeutiche sono infinite. Dove c'è musica c'è casa (si lo so!, suona un tantino da spot pubblicitario, però è la verità).
Questa breve citazione tratta dal "Don Chisciotte della Mancia" è molto profonda. Leggendola mi viene in mente la storia di quei ragazzi venezuelani, tolti dalla strada grazie ad un grande uomo, José Antonio Abreu. Ho ancora impresso nella mente un fotogramma: il ragazzino che suona il violino piangendo al funerale di uno dei suoi insegnanti di musica. Per quei ragazzi la musica ha significato il passaggio da tutto ciò che era cattivo a tutto ciò che è buono. La musica come riscatto sociale e personale.

In ogni epoca, qualsiasi civiltà ha sempre elogiato e praticato la musica, considerandola arte e mezzo per il dialogo con il prossimo. E anche oggi è così. Dimentichiamoci per un istante della musica commerciale, quella che, per intenderci, passa tutti i giorni alla radio. Oltre questa musica, esiste la Musica (quella con la M maiuscola) che dona a chi la ascolta emozioni più che positive. Dove c'è Musica il mondo è migliore. Le persone sono migliori. La Musica può unire ciò che fino a ieri era distante (per idee, religione, cultura,...).

La Musica è la terapia più piacevole e meno costosa in assoluto. E' ovunque, basta saperla ascoltare. E ascoltata una volta, non si smette più. Ti entra dentro. Diventa parte di te e ti rende migliore. Mi viene da dire: più musica e cioccolato per tutti (anche il cioccolato è terapeutico)!

Probabilmente anche questa settimana ho fatto un sacco di confusione. Ho buttato giù una serie di pensieri in modo sconclusionato e sciocco. Ma non so che farci. Ogni volta che cerco di esprimere i miei pensieri su qualcosa che mi sta davvero a cuore, mi perdo nei miei pensieri e nei miei discorsi.
Devo cercare di fare meglio (magari ascoltando un po' di buona musica)! Alla prossima settimana!

giovedì 27 novembre 2014

IntervistAutore #1: I. M. Another.

E’ con grande gioia che vi propongo la prima intervista del ciclo dedicato agli autori emergenti. Oggi conosciamo una giovane scrittrice di 22 anni. Nonostante la giovane età ha già scritto molto! Leggete cosa mi ha raccontato.

Nome, Cognome, Età. 
I. M. Another, 22 anni.

Professione.
Web newser in un portale italiano d’intrattenimento

Aspirazioni professionali. 
Vorrei diventare una sceneggiatrice di videogiochi, ma temo che resterà solo un sogno.



Raccontaci qualcosa di te.
Ho iniziato a scrivere sin da quando ho ricordi, ma considero “Charming Devil” come il mio primo vero romanzo. Ho un’ossessione per i personaggi eccentrici, le divise di ogni tipo e l'immaginazione altrui.

Da dove nasce l'ossessione per le divise di ogni genere? Si tratta del classico "fascino della divisa" o di qualcosa di diverso?
Mi piacciono molto i fumetti giapponesi e, leggendoli, mi sono appassionata a quelle che sono le mise tipiche di alcuni personaggi. Amo le divise da maggiordomo, da cameriera, da dottore, da professore, da scolaretta, eccetera. Oh... a dirlo così, potrebbe sembrare qualcosa di ambiguo!

Qual è il tuo libro preferito e perché? E qual è il tuo autore preferito?
Forse ti sembrerà scontato, ma il mio libro preferito è “Orgoglio e Pregiudizio”. Quando ho finito di leggerlo, ho provato una sensazione di vuoto incolmabile, avrei voluto leggere per sempre di Elizabeth e Darcy. Neanche a dirlo, la mia autrice preferita è Jane Austen. È riuscita a scrivere storie immortali nel tempo e la sua capacità di scatenare emozioni nei lettori non ha fine.

Avendo la possibilità di uscire a cena con uno scrittore o una scrittrice del passato, chi sceglieresti e perché?
Anche se non è il mio autore preferito, per una cena sceglierei sicuramente Lord Byron! Non molti conoscono questo poeta inglese. In effetti, trovare le sue opere non é neanche molto semplice. Con i suoi scritti ha ispirato la creazione di personaggi maschili molto affascinanti, come Heathcliff di “Cime Tempestose”.

Quando è nata la tua passione per la scrittura? E da dove pensi sia scaturita?
So che sembrerà una risposta banale, ma non me lo ricordo. So solo che ho scritto, ho sempre scritto. A sei anni avevo un quaderno dove inventavo fiabe e favole, a dieci anni ho riempito blocchi su blocchi di piccoli romanzi fantasy, a dodici anni ho scritto una storia d’amore riempiendo le pagine di due quaderni, a quattordici ne ho scritto un altro che parlava di musica, a quindici ho finalmente messo le mani su un computer tutto mio e ho scritto il mio primo romanzo. Da allora, ne ho messi insieme uno dopo l’altro, alla ricerca del mio vero stile, della mia vera voce.

Se dovessi descrivere il tuo stile con 3 aggettivi, quali sarebbero?
Lo stile di scrittura, intendi? Delicato, suadente, ma con un pizzico di piccante. Riflettendoci, se dovessi descrivere il mio stile di abbigliamento userei le stesse parole.

Da quando scrivi in modo regolare e, permettimi il termine, serio?
Penso di aver iniziato a inseguire con costanza questo sogno dopo i quindici anni. Da allora, ho scritto tutti i giorni, fino ad oggi.

Quanti lavori hai portato a termine? Ti va di elencarli e raccontarci qualcosa di essi?
Ho pubblicato il mio primo libro appena sono diventata maggiorenne, e un secondo qualche anno dopo. Non chiedermi di elencarli, quei due romanzi non mi rappresentano più, ero così piccola e bloccata dalle insicurezze, quando li ho scritti. Con “Charming Devil” sono rinata. E poi ci sono quei romanzi che sono rimasti nel mio cassetto, tre in totale. Non penso che li pubblicherò mai.

Come hai fatto a pubblicare i tuoi lavori? Ti sei affidata ad una casa editrice o hai fatto da te?
Da sola. Sono una persona molto capricciosa. Mi piace tenere d’occhio personalmente i miei romanzi, poterli modificare o revisionare quando è necessario, scegliere copertine e quant’altro in tutta libertà. Ovviamente, se una casa editrice seria e da sogno mi proponesse di pubblicare uno dei miei romanzi, ci penserei. Ma cedere i diritti a un editore che poi non curerebbe i miei romanzi come si deve, non fa per me. E se posso aggiungere un piccolo messaggio per gli scrittori esordienti come me, vorrei consigliare a tutti di stare alla larga dagli editori che chiedono denaro in cambio della pubblicazione. 

Una piccola curiosità da lettore per concludere. La fatidica domanda: e-book o libro cartaceo? E perché?
I libri cartacei sono belli, è bella la sensazione di sfogliare le pagine, ma... Io sono per il progresso. Preferisco gli e-book. Posso leggerli ovunque e dove voglio, portare biblioteche intere dentro il mio cellulare e avere i miei libri preferiti sempre con me.

Io ringrazio di cuore I. M. Another per essersi prestata a questa intervista. E’ stato un piacere conoscerla e scoprire parte del suo mondo. 

Per chi volesse contattarla o avere maggiori informazioni, è possibile visitare la sua pagina Facebook.

venerdì 21 novembre 2014

La frase della settimana #2

Prima edizione del romanzo.
Fonte: Wikipedia. 
Secondo appuntamento con la rubrica a cadenza settimanale "La frase della settimana". Stavolta ho deciso di parlare di uno degli incipit più belli della Letteratura, ovvero quello di "Anna Karenina", grandissimo e indiscusso capolavoro di Lev Tolstoj. 


"Tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a suo modo."


16 parole. Un significato immenso. Una verità profondissima.
Già nel 1877, il caro Lev, aveva capito che la famiglia del Mulino Bianco non esiste. Eppure noi, a 137 anni di distanza, siamo così sciocchi da credere che la vita possa essere tutta rose e fiori, bella e colorata, come quella che passa alla televisione o al cinema.
Forse sarebbe meglio imparare la lezione del Professor Tolstoj, almeno per essere un tantino più realisti e pratici.

La vita famigliare è fatta di amore, ma anche di illusione, disinganno, malessere e contese. La famiglia è il rifugio e l'arena in cui ogni persona deve combattere per affermarsi. Non sempre il bene dell'individuo ben si adatta al bene famigliare. Nascono allora dilemmi morali, personali e collettivi sul cosa sia meglio o peggio. Ed è quello che le vicende di Anna, Levin e Vronskij, ci dimostrano capitolo dopo capitolo. 

La famiglia perfetta non esiste, ma è l'imperfezione che la rende perfetta. Pensate solo un istante ad un'utopica famiglia perfetta nella quale tutti vanno sempre d'accordo, non viene mai detta una parola fuori posto e sono tutti gentili e attenti ai bisogni degli altri...Beh, in questo momento starete tutti pensando: "Che noia!". Esatto!, una famiglia così è talmente perfetta da essere impossibile e impensabile. 
Tutte le famiglie sono messe alla prova, prima o poi, e tutte in modo diverso, unico. Sono le sfortune che caratterizzano ogni singola famiglia, più ancora dei suoi successi. Proprio questo dovremmo ricordarci ogni qualvolta ci sentiamo stretti nella nostra famiglia, ma troppo spesso ce ne dimentichiamo.

Perché questa citazione? Perché è un monito, una raccomandazione, una rivelazione (o almeno io la vedo così). E' una frase semplice che racchiude in sé molte verità, talvolta scomode. Io la ricordo spesso. E' uno degli incipit più belli che abbia mai letto. Leggi questa frase e ti potresti soffermare a riflettere per ore secondo la tua personale sensibilità (ed è quello che ho cercato di fare io...). Tutti poi possono leggerci qualcosa di diverso. Non tutti la interpreteranno come me, ma alla fine è questo il bello dei libri! Ogni lettore trova nel libro ciò che cerca, pensa e spera, e lo stesso libro può essere molteplici cose in base al suo lettore.

Bene!, credo di aver detto tutto anche per questa settimana. Il monologo è finito. Spero di ricevere i vostri commenti qui sotto. Per proseguire il dialogo su questa citazione, confrontare i vari punti di vista (che sicuramente saranno moltissimi) e, magari, scoprire nuove sfumature per questa frase, che fino ad ora mi sono sfuggite.
Alla prossima settimana!


mercoledì 19 novembre 2014

AAA giovani autori cercasi...

Fonte:
www.papersera.net
Eccomi qui con una nuova novità. Ho deciso di avviare un ciclo di interviste più o meno serie che avranno come protagonisti giovani autori o aspiranti tali.

Ora cercherò di spiegarvi bene la mia idea, seguendo la solita scaletta del chi, cosa, come, dove, quando e perché. 

Chi saranno i protagonisti dell'intervista? Giovani autori che hanno già visto pubblicare o hanno auto-pubblicato il loro lavoro. Aspiranti scrittori che hanno voglia di raccontare la loro passione per la scrittura. 

Cosa fare per candidarsi per un'intervista? Gli interessati dovranno contattarmi tramite messaggio privato alla pagina Facebook oppure tramite commento sotto questo post.

Come si svolgerà l'intervista? Invierò all'interessato un file (formato doc, docx o pdf) con le domande. Una volta compilato me lo restituirà, lo leggerò e lo contatterò via chat per chiarimenti, domande aggiuntive o dubbi da chiarire. 
Dove saranno pubblicate le interviste? Le interviste saranno tutte pubblicate qui sul blog e raccolte nell'apposita sezione. Verranno condivise in pagina e sul mio profilo personale. Spero poi che anche l'intervistato vorrà condividerla sul proprio profilo, pagina, ecc...

Quando usciranno le interviste? Ho intenzione di fare un paio di interviste al mese, sempre se trovo chi si presta!... Mi terrò in contatto con tutti quelli che si offriranno e avviserò mano a mano gli interessati.

Perché una serie di interviste? Semplice! Sono da sempre una persona curiosa. Tramite i social network ho avuto modo di conoscere molte persone che scrivono (per lavoro, passione,...) e ho pensato che è buona cosa usare uno strumento così potente come internet per farle conoscere, anche se nel mio piccolo.

Bene!, credo di aver detto tutto! Speriamo bene e che anche questo progetto decolli. Buona giornata! 

domenica 16 novembre 2014

Carmilla, Joseph Sheridan Le Fanu

Titolo: Carmilla.
Autore: Joseph Sheridan Le Fanu.
Casa Editrice: Newton Compton Editori.
Pagine: 60.

Trama: Laura, una ricca fanciulla di origini inglesi, vive col padre in un isolato castello della Stiria austriaca. Da molto tempo aspetta l’estate che dovrebbe trascorrere con la nipote del generale Spieldorf, ma la giovane, sua coetanea, muore.
In una notte di luna piena, mentre Laura è in giardino con le governanti e il padre, una carrozza esce di strada proprio davanti al suo castello. Le viandanti sono un’elegante signora e sua figlia che per il colpo è svenuta. Dopo i primi soccorsi la signora racconta di avere delle faccende urgenti da sbrigare, così il padre di Laura si offre di ospitarne la figlia sino a quando non tornerà. La signora accetta la cortesia e confida al gentile signore che sua figlia è cagionevole di salute e soggetta a crisi di nervi. Così la misteriosa donna riparte in tutta furia, lasciando lì la giovane. La fanciulla in questione, di nome Carmilla, dall’incarnato splendente e con lunghissimi capelli scuri dai riflessi dorati, è molto bella e ha più o meno l’età di Laura, che rimane estasiata dalla visita, vista la prematura morte della cara nipote del generale. Carmilla e Laura stringono subito un forte legame; Laura adora la nuova compagna che le dimostra molto affetto e tenerezze forse inusitate, ma nonostante ciò non può non notare alcune strane abitudini dell’amica: si desta molto tardi, odia i canti religiosi e assomiglia in modo incredibile ad un dipinto di Mircalla, contessa di Karnstein, che duecento anni prima fu la signora di quella terra. [...]


Breve racconto del 1872 di Le Fanu. Carmilla è il vampiro femminile più conosciuto della letteratura. Ricca di fascino e sensualità, ha anticipato la figura di Dracula di Bram Stoker. 
Scrittura fluida e coinvolgente.  Stile e ambientazione catturano anche chi non è propriamente un amante del gotico e dell'horror. 
Alcuni critici ritengono che Carmilla, oltre ad essere il primo caso di vampiro femminile, sia anche un esempio di donna lesbica. Per le attenzione e le parole a volte morbose che rivolge a Laura, devo ammettere di averlo pensato anch'io inizialmente, ma proseguendo nella lettura questa impressione si attenua lasciando spazio al solo interesse di un vampiro nei confronti della sua vittima.
Unica pecca di questo capolavoro è la sua brevità. Troppo corto. È talmente ben scritto che se avesse avuto altre 50 pagine ne sarei stata felicissima! 

venerdì 14 novembre 2014

La frase della settimana #1

Primo appuntamento con la rubrica "La frase della settimana". Oggi voglio parlarvi della citazione che ha dato nome alla pagina Facebook prima e al blog poi.

If you have a garden and a library you have everything you need. (Cicerone)
Foto di Cynthia Christensen,
tramite Pinterest.

Ho sempre amato leggere. Ho condiviso sempre volentieri le mie letture e le mie opinioni con gli altri. Ero arrivata ad un punto in cui, però, volevo ampliare le mie conoscenze e la mia passione era diventata così grande che era impossibile rinchiuderla nella ristretta cerchia di amici e conoscenti che leggono. L'ovvia soluzione era creare una pagina. Non era la prima volta che ideavo una pagina, ma la prima a tema "libroso". 
Il dilemma si nascondeva, ahimè!, proprio dietro l'angolo: quale nome dare ad una pagina che avrebbe parlato di me, delle mie passioni, che sarebbe stata me? La scelta non era per niente facile. Serviva qualcosa di impatto che fosse di richiamo, che specificasse cosa offro e chi sono. Dovevo ponderare bene questa decisione, perché poi non avrei potuto cambiarla in corsa, sarebbe rimasta così e basta.

Ero certa di una sola cosa: il nome della pagina doveva essere una citazione! Iniziai a pensare a tutte le citazioni che mi piacevano o che mi avevano colpito. Non riuscivo a trovarne una adatta. Poi mi venne in mente questa. In inglese. Probabilmente l'avevo letta in qualche libreria durante i miei viaggi tra Irlanda e Inghilterra, perché mai mi sarebbe venuta in mente una frase di Cicerone in una lingua diversa dall'italiano altrimenti.

Perché questa citazione di Cicerone tra i miliardi di citazioni disponibili a questo mondo? Semplice. Perché in questa frase c'è tutto quello che mi piace: la natura e i libri. La Natura (sì, proprio quella con la N maiuscola!) mi appassiona da sempre. Sono cresciuta in campagna, tra piante, animali e vita tranquilla. E poi i paesaggi e i boschi mi intrigano da sempre. Nel bosco puoi riflettere, decidere e trovare le risposte che cerchi. La Natura offre serenità, armonia e gioia a chi sa apprezzarla. I libri: amici, compagni, maestri. I libri possono donare molta felicità a chi li sa amare.

Perché una citazione in inglese? Ad essere sincera non lo so. Credo di averla scelta per il solo fatto che pronunciandola il suono era più fluido, dolce e piacevole, rispetto alla stessa frase in italiano.

Ora vi starete chiedendo cosa lega realmente tutte le chiacchiere qui sopra con la citazione di Cicerone. Non lo so. Forse tutto o forse niente. E' una citazione che mi piace, mi ricorda cose piacevoli e mi suona bene. Sì, alla fine penso di averla scelta perché suona bene (ora starete provando a pronunciarla in modo fluido per vedere se ho ragione!).
D'altro canto non mi posso permettere di filosofeggiare e cercare il significato, il valore o la profondità di una citazione perché so di non esserne capace. E poi la filosofia non mi ha mai entusiasmato particolarmente. Posso solo raccontarvi in modo più o meno sensato ciò che una frase rappresenta nel mio piccolo mondo e, almeno in questo, forse ci sono riuscita!


Questa chiacchierata è soltanto il prologo della rubrica "La frase della settimana". Mi è servita per raccontarvi qualcosa in più della pagina e di me. Dalla prossima settimana sarà tutto più accurato, sensato e incentrato sui libri. Ma per questa prima uscita va benissimo così!...




mercoledì 12 novembre 2014

Dopo il successo dell'edizione estiva torna "Libera un libro!".

Nel corso dell'estate grazie al prezioso aiuto di Parte del discorso, è stato promosso un evento denominato "Libera un libro!". Partecipare era molto semplice. Era sufficiente scegliere un libro e lasciarlo in un luogo pubblico affinché qualcun altro potesse trovarlo e adottarlo. 

Visto il grandissimo successo riscosso dall'edizione estiva, ho deciso di riproporre questa iniziativa.
Per tutto il periodo natalizio sarà possibile partecipare a Libera un libro! (Winter Special Edition). La speranza è quella di raggiungere un pubblico maggiore di quello dell'edizione estiva.
Se anche l'edizione invernale riscuoterà un discreto successo, "Libera un libro!" potrebbe diventare un appuntamento fisso.


Da cosa nasce "Libera un libro!"? L'iniziativa nasce da un'idea, un'intuizione, uno di quei lampi di genialità che ti vengono nei momenti più impensati (non che io sia un genio, ma si dice così!). Mi trovavo in un magnifico giardino pubblico, pieno di fiori e piante, ma mi mancava il mio libro...Quanto mi sarebbe piaciuto trovarne uno in quel preciso istante! E allora ho pensato: "E se invece lo lasciassi io un libro? Proprio qui. Affinché la prossima persona che sceglierà questa panchina troverà un libro ad aspettarla...".
Ho illustrato la mia idea ad alcuni amici fidati e tutti ne erano entusiasti. Il resto già lo sapete: l'edizione estiva, l'album, il discreto successo dell'iniziativa e, ora, l'edizione invernale.

Perché partecipare? Partecipare a questo progetto permette di far circolare libri (e quindi cultura), offre la possibilità di condividere la passione per la lettura e, perché no!?, consente di rendere felice qualcuno. Nel corso della scorsa edizione sono giunti in pagina i messaggi entusiasti di chi il libro lo ha trovato, ma anche i messaggi soddisfatti di chi il libro lo ha lasciato. Non è importante il libro che si lascia, ma il gesto di condivisione che ci sta dietro!

Il messaggio. Il libro liberato è il mezzo con cui si vuole esaltare la passione per la lettura e per la cultura. Il pensiero in più è la dedica (o il bigliettino) allegata al libro stesso. Serve per personalizzare il gesto, per dare un valore aggiunto al libro, per condividere un pezzettino di sé con il fruitore successivo.

"Libera un libro! (Winter Special Edition)" prenderà il via il 28 novembre 2014 e sarà possibile partecipare fino al 6 gennaio 2015. Già da oggi è possibile trovare l'evento ufficiale su Facebook. Anche questa edizione invernale è promossa da Parte del discorso.
Le fotografie dei libri liberati saranno raccolte in uno speciale album ricordo dell'iniziativa! L'hashtag ufficiale dell'evento invernale è #LiberaUnLibroWinter. 

lunedì 10 novembre 2014

Il cavaliere di bronzo, Aleksàndr Sergéevič Puškin

Un piccolo libricino, una piccola rarità.
Ci ho messo mesi a trovarlo.
Titolo: Il cavaliere di bronzo. Racconto pietroburghese.
Autore: Puškin Aleksàndr Sergéevič.
Casa Editrice: Raffaelli Editore.
Pagine: 60.

Nota: Collana Poesia contemporanea n. 6. Con testo a fronte in lingua originale. A cura di Gianfranco Lauretano. 


Trama: Il cavaliere di bronzo (in russo Медный всадник: Петербургская повесть) scritto nel 1833 è un poema narrativo . È considerato uno dei più significativi lavori della letteratura russa. 
Il poema è formalmente diviso in tre parti (introduzione, 1ª e 2ª parte):
  • Nell'introduzione viene elogiata la natura della creazione della nuova capitale russa, Pietroburgo, vista come una "finestra sull'Europa" fondata da Pietro il Grande per essere un baluardo difensivo da cui tenere sotto controllo l'Europa, non solo dal punto di vista militare ma anche, e forse soprattutto, da quello culturale. Puškin del resto crede nel destino illuminatore della Russia;
  • Nella prima parte viene presentato Eugenio, un uomo discendente da una casata una volta in auge e adesso decaduta, senza nessun genio particolare e con una vita mediocre, lamentoso nei confronti del proprio destino, attaccato alla vita solo in prospettiva della sua speranza, il suo "sogno", una ragazza, Paraša, e la sua vedova madre. È il cosiddetto piccolo uomo, senza ambizioni se non quelle di avere una stabile vita. Per tutta la notte la Neva, il fiume di Pietroburgo, lotta con le forze esterne del mare, che però alla fine ha ragione delle sue difese e invade la città, che resta in balia della distruzione per una notte intera. Una volta terminata la furia della tempesta, la città torna alla normalità, con il freddo popolo indifferente agli accadimenti e pronto a portare avanti la quotidianità senza troppi patemi;
  • Eugenio però, resosi conto di aver perso ciò che era la sua speranza, ovvero Paraša, morta durante l’alluvione, perde la ragione e si avvia ormai straniero per le strade della città. Vive così per un periodo vagando senza meta, fino a quando non si trova sotto la statua di Pietro, esattamente nel luogo dove aveva preso scampo durante la tempesta. La mente sembra schiarirgli e sfoga col suo pugno chiuso la rabbia contro l’immobile e forte imperatore, fondatore della città e responsabile di questa sua apertura sul mare e, quindi, della conseguente devastazione dell’inondazione. La statua prende allora vita e insegue per la città Eugenio che, in preda al terrore, cerca disperatamente la salvezza. Non la troverà e, senza che venga specificato come, viene trovato morto forse vicino ai resti di quel sogno infranto che aveva dato un senso alla sua vita.

La statua di Pietro il Grande, anche
nota come Cavaliere di bronzo.
Fonte: St Petersburg Guide.


Gianfranco Lauretano nella prefazione scrive: «È l'ultimo dei poemi scritti da Puškin. Un’opera talmente critica nei confronti del potere che l’autore non la pubblicò mai in vita sua, certo che la censura zarista non lo avrebbe permesso. […] Il potere, secondo Puškin, ci fa fuori facendoci credere capaci di guidare il nostro destino con le nostre forze solitarie e perdenti.»

Ed infatti è proprio quello che succede al protagonista, Evgenij. Il Piccolo Uomo Evgenij viene sopraffatto dal potere e dalla furia degli avvenimenti e cade in rovina, perde tutti i suoi averi e la sua lucidità. E' vittima e schiavo del potere, non c'è speranza per i suoi sogni. Non appena il Piccolo Uomo alza la testa per protestare contro la sua mala sorte, il potere si scaglia contro di lui con ancor maggiore forza e lo punisce per l'ultima volta.

E' tempo di blog!

Era da un po' di tempo che meditavo di aprire un blog collegato alla pagina Facebook. Un po' per mettere ordine tra letture, pensieri e recensioni, e un po' perché avevo voglia di cimentarmi con qualcosa di nuovo. 

Prende qui inizio una nuova avventura! Non sarà di certo una passeggiata, ma sono pronta a metterci impegno e costanza per creare un angolino di confronto e dialogo tra noi lettori. Non ho la pretesa di creare contenuti eccelsi o di mettermi in vista nel confuso mondo di internet.
Vorrei soltanto continuare in modo tranquillo e ordinato quello che ogni giorno faccio in pagina. 
Al momento il blog è in fase di aggiornamento continuo. Molte cose ancora devo scoprirle, ma, come sapete, sono una smanettona e non mi ci vorrà molto a capire trucchi, segreti e giochetti di Blogger.
Ho intenzione di mettere in piedi delle rubriche a cadenza regolare e di recensire mano a mano tutto quello che leggo. Ma su queste novità vi aggiornerò in un secondo momento.

Spero mi seguirete come prima e più di prima!
Grazie per il vostro continuo supporto!