giovedì 30 giugno 2016

Snapshots #15.

Snapshots è una rubrica di recap mensile.
Salve lettori!
Anche giugno volge al termine ed è tempo di recap mensile. Giugno è stato, per me, un mese di rinnovamento e ritorno. Rinnovamento perché ho assunto un atteggiamento nuovo e leggermente più positivo verso la vita, ho iniziato ad affrontare gli ostacoli con un pizzico di ansia in meno ed ho cercato di ritagliarmi i miei spazi. Ho anche cominciato a fare la vice-badante alla mia nonna ed è una grande soddisfazione vederla contenta che ti ringrazia. Ho esposto pure gli annunci per le ripetizioni ed ogni mattina, quando vado a fare la spesa, ci butto l'occhio; al momento hanno staccato qualche bigliettino, spero mi contattino presto! Ritorno perché, dopo quasi un anno di pausa, sono tornata all'università per sostenere un esame. Non è andato come avrei sperato, però sono certa che al prossimo appello non potrà che andare bene...
Insomma, giugno è stato un mese impegnativo. 

Tornando alla rubrica, questo mese ho pensato di aggiungere un paio di categorie in più alle istantanee del mese, ma non so se saranno categorie fisse d'ora in poi oppure saltuarie. Magari fatemi sapere se sono categorie che vi interessano oppure no, così mi regolo di conseguenza...
Bene!, cominciamo. 

Un libro.

Il libro del mese è The lost wife di Alyson Richman (trovate la recensione qui). Ho scelto questo libro per due motivi: primo, mi è piaciuto moltissimo; secondo, è un libro emozionale, sulla stessa linea d'onda del mio prediletto Cavaliere d'inverno di Paullina Simons.
Il fatto che sia molto vicino allo stile e alla storia del Cavaliere è uno dei motivi principali che mi ha spinta ad acquistarlo e leggerlo. L'ho letto in inglese, in quanto non sono riuscita a trovare l'edizione italiana che volevo da nessuna parte. E forse è stato meglio così, visto che ho fatto esercizio di lettura in lingua ed ho potuto assaporare fino in fondo la scrittura e la potenza narrativa della Richman.
Lo consiglio? Certo. E' un libro perfetto per chi ama l'amore in tutte le sue declinazioni e per chi ama le ambientazioni storiche (seconda guerra mondiale).

Una copertina.

Dopo aver letto Il libro dei sussurri di Varujan Vosganian (la recensione la trovate qui), edito da Keller Editore, ho spulciato meglio il catalogo di questa casa editrice che ho sempre osservato e seguito a distanza con attenzione e devozione. Il catalogo è interessantissimo e ricco, fosse per me li comprerei tutti!, ma non credo che le mie finanze me lo permettano. Purtroppo, temo di dover fare il filo a questi volumi ancora per un bel po'...
Tra le recenti pubblicazioni della Keller, ho notato Le lupe di Sernovodsk di Irena Brezna. La copertina mi piace molto, mi catapulta nella giusta dimensione spaziale (la Cecenia, il mondo russo). Non so se questo libro sarà mai mio, ma la copertina resta assolutamente bellissima.

Un film.

Ok, calmi. Lo so che è scandaloso!, ma io non lo avevo mai visto tutto. 
So che è un film cult, amatissimo e assolutamente-non-recente, ma io l'ho guardato tutto l'altra sera. Era in programmazione sul canale Nove e, siccome è un must per molti miei amici e per il mio ragazzo, mi sono seduta sul divano decisa ad arrivare fino in fondo (in passato avevo visto molte parti, ma non il film intero).
E devo ammetterlo!, mi è piaciuto, mi sono divertita e mi sono pentita di non averlo mai guardato prima.
So che dovrei vergognarmi per essere arrivata alla veneranda età di 27 anni prima di guardare un film di questa portata, soprattutto perché ha segnato molte persone della mia generazione.

Una canzone.

Non citerò nessuna canzone in particolare per questo mese. Non perché non ci siano canzoni che ho canticchiato più di altre, ma perché questo è il periodo dei tormentoni estivi e delle canzoni mononote e monotone. Ma, siccome a casa ed in macchina ascolto sempre Radio Italia, avete qualche canzone straniera da consigliarmi? Qualche canzone che va molto di moda in questo periodo?

Un booktuber.

Nuova categoria per le mie istantanee. Io seguo moltissimi booktubers e youtubers in generale. Mi piace guardare i loro video e ricavarne consigli utili (sia di lettura che generali). Scelgo molto accuratamente chi seguire, quindi nel momento in cui vi consiglio qualcuno, sento di consigliarvi un buon 'prodotto', valido e interessante.
Questo mese vorrei suggerirvi di spulciare il canale Jean BookishThoughts di Jean, una ragazza inglese (scozzese se non ho capito male). Quindi sì!, i video sono in inglese, ma lei parla davvero bene e si capiscono perfettamente. Anzi!, io faccio davvero un ottimo esercizio guardando i suoi video. 
Conoscete questa ragazza? Avete mai ascoltato le sue video-recensioni ed i suoi consigli librosi? Avete altri booktubers inglesi (non americani!) da consigliarmi? 

Un articolo.

Anche questa è una nuova sezione. Personalmente, seguo moltissimi blog e mi capita spesso di imbattermi in contenuti davvero interessanti e di livello. Ci sono certe blogger che, per il loro stile di scrittura e il loro modo di vedere il mondo, mi incantano ogni volta.
Questo mese ho scelto di proporvi la lettura di Lo scandalo Mein Kampf e l'omofobia di Orlando: l'errore della violenza connotata di Athenae Noctua. Ho trovato questo articolo molto attuale e intelligente, quindi vi consiglio di leggerlo.


Il post è diventato lunghissimo, ma spero vi sia piaciuto. Fatemi sapere qualcosa del vostro mese di giugno e ditemi se le nuove categorie vi piacciono!
Alla prossima!

mercoledì 29 giugno 2016

Confessions of a Book-Blogger. #6

Confessions of a Book-Blogger è una rubrica a cadenza casuale nella quale parlo di me mentre parlo di libri e letteratura.

HAI MAI COMPRATO UN LIBRO SOLO PERCHE' AVEVA UNA BELLA COPERTINA? E COSA TI ATTRAE NELLA COPERTINA DI UN LIBRO?

Devo fare una breve premessa per rispondere a questa domanda, altrimenti quello che dirò non avrà alcun senso (come se quel che dico di solito lo avesse!,...). Io sono molto pignola e scrupolosa quando scelgo un libro da acquistare. Certo, come tutti guardo che sia perfetto, che non abbia graffi o segni in copertina, e via dicendo, ma tre sono i criteri che mi permettono di individuare il Predestinato. Ve li cito qui di seguito, in ordine casuale, ma non troppo:

1. La copertina. Se non mi piace, il libro resta sullo scaffale;
2. La Casa Editrice. Se trovo il libro che mi interessa, ma è stato pubblicato da una CE che non mi piace molto, cerco un'alternativa;
3. L'edizione. Se non è buona (traduzione, formato ed impaginazione), opto per un'edizione diversa.

Avrete quindi intuito che la copertina è per me fondamentale. Spessissimo mi innamoro di un libro per la sua copertina, prima ancora di sapere se è il genere di libro che leggo. La copertina dice molto su un libro e prima di acquistare un libro, deve convincermi la copertina. Non so bene cosa mi attragga maggiormente delle copertine, ma ci metto molta attenzione. 
Non credo sia questione di copertine accattivanti, colorate o elaborate, credo sia più una scelta dettata dal mio cervello-da-lettrice, che separa le copertine azzeccate con il tema del libro da quelle che, con il contenuto del libro, ci stanno come la maionese sulla torta di compleanno. Insomma, una copertina deve essere, sì!, bella esteticamente (per me, ovviamente), ma deve anche essere in linea con il libro e il suo contenuto. Spiegarvi bene cosa pensa la mia mente quando sceglie un libro in base alla copertina è pressoché impossibile, quindi non ci provo nemmeno.

Certo è che le copertine delle edizioni italiane, specialmente di alcuni generi letterari, si assomigliano davvero tutte. Sti illustratori e sti editori, un po' di fantasia no?! Le edizioni inglesi mi piacciono molto di più, soprattutto se si tratta di libri contemporanei, anche perché, per una come me che sceglie basandosi sulla copertina, c'è il rischio di perdersi belle storie a causa di tutte queste copertine-copia-incolla. Vi faccio un esempio.

Ho letto Billy and me di Giovanna Fletcher (qui trovate la recensione). Volevo esercitarmi un pochino con la lettura in lingua e cercavo un libro non troppo impegnativo. Su Instagram una ragazza (non ricordo chi, altrimenti la taggherei volentieri) aveva postato una foto di questo libro. La copertina mi era piaciuta subito. Colorata e semplice. Sono corsa a leggermi la trama e rispecchiava quel che cercavo: una storia semplice e lineare che mi permettesse di esercitarmi senza tanti sbattimenti di testa. 
Quando ho ricevuto il pacchetto con il libro, non vedevo l'ora di leggerlo. Poi, mentre lo leggevo, ho avuto la malaugurata idea di vedere su internet se era stato tradotto in italiano. Ebbene, la risposta e sì.
Un cupcake con Mr Darcy l'hanno intitolato. Ma perché? Un-cupcake-con-Mr-Darcy? Titolo orribile. Se l'avessi visto in libreria non l'avrei mai comprato. Era così difficile lasciare il titolo originale e la copertina dell'edizione inglese? Questa scelta non solo sminuisce la storia a mero romanzetto rosa, ma non invoglia a comprarlo. Comprereste un libro con in copertina una tipa che fissa dei cupcakes e il titolo racchiuso in un'insegna luminosa? Io no. Questo è proprio il genere di copertina che rifuggo. Sono tutte uguali, tutte con la stessa tipa in copertina con aria sognante e ingenua. 
Ecco perché preferisco le edizioni inglesi. Sono più belle, non sminuiscono la storia e sono bellissime nella loro semplicità.

Con questo esempio spero di avervi chiarito la mia posizione sulla questione 'copertina', anche se ne avrei altri da citare, ma rischieremmo di fare notte. E voi? Quanto peso date alle copertine dei libri? Vi piacciono le edizioni italiane o preferite quelle inglesi? Raccontatemi!

lunedì 27 giugno 2016

Il coltello, Noemi Gastaldi.

Titolo: Il coltello.
Autore: Noemi Gastaldi.
Genere: racconto.
Pagine: 23 (in .epub).


Trama: Due facce separate da un coltello, una sola essenza: la lama. E quella lama, quel filo intangibile, non è cosa da aversi. Non si può far altro che tentare di recepirlo nei dolorosi tagli che sa infliggere.


Il racconto si legge velocemente e tutto d'un fiato. Lo stile è fluido e molto piacevole, curato e non banale. 
Chi segue già Noemi Gastaldi avrà familiarità con il protagonista, in quanto il racconto è uno spin-off della sua saga.
Io ho trovato la similitudine della lama molto interessante e suggestiva e, proprio per questo, aggiunto al fatto che più di tanto di un racconto non si può dire, ho pensato di porgere alcune domande all'autrice per scoprire qualcosa di più.


Ciao! Benvenuta sul blog. Partiamo subito con le domande. Perché hai scelto di cimentarti nel racconto? Lo trovi una forma a te più congeniale e diretta per esprimerti?
Ciao, in realtà no, tutto il contrario. Ho lavorato per qualche anno a una trilogia fantasy, lunga e dalla trama piuttosto complessa, e spesso mi sono sorpresa a chiedermi: sarò in grado di fare qualcosa di completamente diverso? Così, finita la trilogia, mi sono dedicata alla stesura di tre racconti brevi: Casamatta, Male Dire, e Il coltello, che è il più recente. Per me è stato un modo per mettermi alla prova e sperimentare qualcosa di diverso, senza però abbandonare del tutto il mio progetto: i tre racconti sono infatti tre "spin-off" della trilogia, slegati dalla trama portante, ma che trattano le vicende di personaggi che avevo già creato. 

La copertina del racconto è bellissima. Opera tua o di un artista?
Non è mia. Ho preso l'immagine da Fotolia, sito internet che offre molte immagini da usarsi per fini commerciali e non, e poi l'ho impaginata. L'ho scelta perché il ragazzo dall'aria scontrosa raffigurato mi ha fatto pensare al protagonista del racconto.

Il racconto gira attorno alla similitudine della lama che divide il prima e il dopo, il bello e il brutto, il giusto e lo sbagliato. Da dove è nata l'idea?
L'idea è nata osservando una persona che, a seguito di un trauma, ha manifestato un disturbo bipolare. Ed era come divisa in due, vista dall'esterno, poteva sembrare una persona molto strana e scostante. Ma un po' più da vicino si poteva capire che la sua vera personalità era quella rimasta dentro, quella che, nel periodo peggiore, non c'era modo di afferrare. Il filo della lama, appunto. Ho voluto dare a Bruno le caratteristiche che ho avuto modo di osservare, cercando di immaginare come potesse essere trovarsi ad interagire con lui arrivando da fuori dal suo mondo e trovandosi quindi a conoscerlo poco a poco. Il fatto che questo incontro generi tanto turbamento nella voce narrante ha poi scaturito da sé il resto, la netta separazione tra le due personalità di Bruno crea automaticamente un concetto di prima e dopo che si fa estremo (prima e dopo il fatto che lo ha cambiato, prima e dopo l'aver fatto la sua conoscenza, ecc...), il giusto e lo sbagliato... le mezze misure non sono più concesse perché concentrate sul filo della lama. 

Il racconto è uno spin-off della tua saga. Vuoi raccontarcela brevemente?
Ma certo! La mia saga, Oltre i confini, parla di un mondo che va oltre ciò che è materiale e comprensibile a tutti; il mondo oltre i confini, appunto.
Ho rappresentato questo mondo come uno spazio onirico, dove molti si recano tramite il sogno, e vivono dunque ogni esperienza come fantasia, mentre altri lo raggiungono con la consapevolezza che tutto ciò che vivranno sarà reale. Ho battezzato questi altri "Viator", viaggiatori, e Bruno è uno di loro, solo che si è perso. E, tornando alla metafora del coltello, la sua "vera essenza", la lama. si trova oltre i confini, e sarà la protagonista della mia saga a riportarla indietro.

Progetti futuri?
Sto lavorando a una versione integrale e definitiva della trilogia: sono un'autrice self, e questo, fra le altre cose, significa che ho la possibilità di rivedere ciò che pubblico con una certa facilità. Ho deciso di mettermi a rileggere i tre volumi e sottoporli ad alcuni beta reader per poi pubblicare il volume unico e... quando avrò finito deciderò su cosa mettere le mani, ho un vecchio diario pieno di appunti, idee e mezze idee... Ma prima voglio finire ciò che ho iniziato nel migliore dei modi.

Due ultime domandine. Qual è il tuo libro preferito?
Difficile! Il libro che mi ha portata a questo progettone (anche se come tema c'entra poco e niente) è stato Il signore degli Anelli, per cui ho avuto una folgorazione da ragazzina.
Un'altra saga fantasy che sto seguendo con moltissimo interesse è Nuova Galatia, di Mara Fontana... che è una collega self e mi ha anche fatto da editor per la trilogia, ma che secondo me non ha proprio nulla da invidiare agli autori famosi.
Però un libro preferito in assoluto non ce l'ho!
Diciamo così: il libro che mi è piaciuto di più tra quelli che ho letto (relativamente) di recente è stato un romanzo che non conoscevo di Virginia Wolf, Notte e Giorno

Quali sono i tuoi scrittori preferiti? Quelli che prendi ad esempio quando scrivi?
Amo molto Stefano Benni, da un po' di anni i suoi libri li leggo tutti. Mi sono piaciuti molti libri di Banana Yoshimoto. Diamine, faccio una fatica tremenda a rispondere a queste domande, credo di essere una lettrice onnivora, forse anche poco critica, perché fatico a eleggere dei libri preferiti e degli scrittori preferiti.
Più sul classico, ho sempre amato molto i romanzi di Calvino. Per colpa delle edizioni economiche della Newton sto rileggendo molte cose di Fedor Dostoevskij che avevo già amato anni fa.
Se però penso a qualcosa a cui vorrei i miei libri somigliassero un po'... mi vengono in mente Alice nel paese delle meraviglie e Dietro lo specchio. Perché ci sono il mondo onirico che stupisce e rapisce, come vorrei accadesse con il mio mondo oltre i confini, e il paradosso della realtà nel sogno.

Chi è Noemi Gastaldi? Noemi Gastaldi è nata e cresciuta in provincia di Torino, città in cui attualmente risiede. Ama scrivere fin da quando era piccola, ma la sua prima pubblicazione risale al 2009, quando collabora al romanzo erotico-sentimentale 22 fiori gialli, attualmente edito da Eroscultura. Nel 2011, affascinata dal mondo sommerso dell’arte indipendente, riprende in mano una vecchia bozza ideata anni prima e mette le basi per la saga Oltre i confini. Il primo volume della stessa, Il tocco degli Spiriti Antichi, viene autopubblicato nel novembre 2012. Il secondo volume, Il battito della Bestia, viene autopubblicato nel gennaio 2014. Il volume conclusivo, Il canto delle Forze Ancestrali, è disponibile dal marzo 2015.

giovedì 23 giugno 2016

Il mondo dell'altrove, Sabrina Biancu.

Titolo: Il mondo dell'altrove.
Autore: Sabrina Biancu.
Casa Editrice: Del Bucchia.
Pagine: 116.

Trama: Cinque racconti - in cui fantasia e realtà si mescolano - capaci di trasportare il lettore in un altro mondo, in un luogo magico. Capaci di farlo sognare. Ogni cosa è viva e insegna qualcosa d'importante. E ciascuna storia si trasforma nella tappa di un viaggio in cui si cresce e si matura a fianco di Elia, Rosy, Tea, Pietro, Desideria, André e della stellina Irina.


Verso metà aprile vi avevo presentato questo libro in un post della serie interviste-presentazioni. In questo post vi avevo detto che avrei letto e recensito il libro. Ebbene, seppur con due mesi di ritardo, eccomi qui a dirvi cosa ne penso di questo libricino.

Si tratta di una raccolta di racconti (cinque per l'esattezza) e sapete bene che i racconti mi piacciono, mi permettono di avvicinarmi ad un autore nel suo stile di scrittura più diretto e distillato di tutti i fronzoli che si possono, invece, utilizzare in uno scritto più lungo. 
Lo stile di Sabrina Biancu è molto semplice e lineare ed è proprio la sua semplicità che permette al Lettore di entrare in sintonia con queste storie tra il fantastico e il reale. 
Il libro si legge molto velocemente, in un paio d'ore circa, e lascia con un sorrisino quando si gira l'ultima pagina. Credo che questo sia dovuto alla purezza e al candore dei racconti, a quei personaggi tanto reali e vicini a noi quanto fantastici. 

Se siete tipi-da-racconto come me, questo libro sarà per voi una piacevole scoperta. Ovviamente, credo che per l'autrice sia solo l'inizio; in futuro saprà sicuramente fare ancora di più e ancora meglio, ma come partenza è buona.
Il mio racconto preferito è l'ultimo, quello della stellina Irina. L'ho trovato poetico, romantico e ben costruito.

Di più non posso dirvi. I racconti sono un genere personale per chi li scrive e per chi li legge. Ognuno ci trova qualcosa di diverso e personale. 
A voi piacciono i racconti? O siete tipi-da-romanzo? In entrambi i casi, date una possibilità a questa autrice!

martedì 21 giugno 2016

Billy and me, Giovanna Fletcher.

Titolo: Billy and me (Un cupcake con Mr Darcy).
Autore: Giovanna Fletcher.
Casa Editrice: Penguin.
Pagine: 402.

Trama: Chiudi gli occhi e immagina di lavorare in una graziosa tearoom che sforna cupcake e altre delizie in uno sperduto paesino della campagna inglese. Ora pensa a cosa accadrebbe se un giorno si sedesse a prendere un tè Billy Buskin, il più famoso attore del momento, appena arrivato per girare il remake di "Orgoglio e pregiudizio". È il tuo libro preferito, e lui sarà niente meno che Mr Darcy. Tu però non lo sai e, quando lo conosci, non fai che ripetergli quanto ti piacerebbe che a interpretare quel ruolo fosse Jude Law, il tuo idolo. Billy, nonostante la tua gaffe, ti chiede di uscire, e tra voi sboccia un amore travolgente. Ecco, benvenuta nella vita di Sophie. Da quel momento per lei tutto cambia: si trasferisce a Londra, dove è assediata dai paparazzi, sfila sui red carpet e, indossando abiti da sogno, partecipa ai party più esclusivi proprio insieme a Jude Law. Sembra una favola, ma per Sophie si trasforma presto in un incubo. Quell'ambiente sfavillante non le appartiene e non riesce a farsi accettare per quello che è: una ragazza semplice, introversa e romantica che sente la mancanza della madre, delle sue giornate tranquille e soprattutto di Molly, l'amica del cuore. Come se non bastasse, il manager di Billy cerca di ostacolare il loro rapporto in tutti i modi. E la sua splendida ex non l'ha dimenticato, e anzi è pronta a sfoderare le sue armi di seduzione e architettare qualsiasi inganno pur di riconquistarlo... Come reagirà la dolce Sophie alle spietate regole dello show business?


Premessa. Sì!, anche stavolta una premessa è d'obbligo. Ho acquistato questo libro per esercitarmi un po' in inglese. Sapevo, avendo letto la trama, che non si sarebbe trattato di un libro impegnato, più una lettura estiva e fresca. Ho visto per la prima volta questo libro su Instagram (non ricordo chi ha pubblicato la foto, comunque un'utente australiana o inglese), mi sono incuriosita e ho deciso di comprarlo. Come ho già detto altre volte, per tenere attivo e pronto all'uso il mio inglese, preferisco storie semplici, per non causare ulteriori ed inutili sbattimenti di testa. Lo scopo è tenere il mio cervellino attivo su più lingue, non esercitarmi per diventare miss-inglese-perfetto (non potrei mai esserlo!). E, per inciso, non lo faccio nemmeno per snobismo, solo che a volte è piacevole e gratificante leggere in una lingua che non è la mia.
Insomma, dicevo, ero molto contenta del mio nuovo acquisto e quando l'ho ricevuto non vedevo l'ora di leggerlo.
Una volta iniziata la lettura, sventuratamente, ho avuto la malaugurata idea di verificare se il libro fosse stato tradotto anche in italiano. Ebbene, signore e signori!, la risposta è sì. Con che titolo? Un cupcake con Mr Darcy. Eh sì!, perché non si poteva tenere il titolo originale, non si poteva evitare di ridurre tutta la storia ad un mero romanzetto rosa senza sugo e senza pasta, non si poteva semplicemente mantenere lo stile semplice e lineare del libro, non si poteva riadattare la copertina originale. No, no, si doveva rivoluzionare tutto per seguire quel filone di libri tutti uguali e sciocchini. Beh, io in italiano non lo avrei mai comprato. Solo la copertina mi avrebbe fatta scappare a gambe levate. E mi sarei persa una storia davvero carina e divertente che dalla sua ha anche qualche momento intenso e un pizzico più alto
Io non so davvero come si possa rivoluzionare così un libro. Era così brutto intitolarlo Io e Billy, lasciare la copertina originale e non venderlo come un prodotto frivolo per ragazzine e signore attempate? No perché, sinceramente, non so quanti di voi, tra le due edizioni, sceglierebbero quella italiana...

Detto questo, passiamo al romanzo (eh sì!, perché, nonostante tutto, di romanzo si tratta). Il libro è scorrevole, piacevole e fresco. La storia è molto semplice (come vedete dalla trama, presa in prestito dall'edizione italiana edita Fabbri Editore), sembra quasi uno di quei film di Rosamunde Pilcher o Inga Lindstrom, e proprio per questo credo mi sia piaciuto. Ogni tanto una lettura meno impegnativa ci vuole e questo romanzo aveva tutti gli elementi per divertirmi. 
Gli stereotipi ed i luoghi comuni non mancano, certo!, però io non vorrei ridurre la storia solo alle vicende tra la lei acqua-e-sapone che vive in provincia e il lui famoso-figo-giovane-e-aitante. Nel romanzo si parla di perdita, di amicizia e di famiglia, e questi sono tutti temi di un certo peso che, anche se raccontati in un contesto all'acqua di rose, fanno riflettere. Cosa fareste se vostro padre morisse? Quanto vi sentireste fortunati ad avere un'amica del cuore come Molly che, oltre ad esservi amica, è consigliera e mentore? Come potreste vivere per lungo tempo lontani dalle persone care senza sentirne la mancanza? Sono solo alcune delle domande che il Lettore si pone leggendo la storia di Sophie e Billy. 
Quindi, non solo amore romantico, impossibile, luccicante e glamour, ma anche temi più importanti, trattati con delicatezza e rispetto

Un romanzo adatto per chi vuole esercitarsi con la lettura in lingua. Un romanzo perfetto per staccare un po' dai romanzi più impegnativi e tosti. A me è piaciuto, aspetto di sapere se voi lo avete letto e cosa ne pensate. 

P.S. Mi scuso se la premessa è risultata più lunga del commento, ma ci tenevo tantissimo a confrontare le due edizioni.

giovedì 16 giugno 2016

Confessions of a Book-Blogger. #5

Confessions of a Book-Blogger è una rubrica a cadenza casuale nella quale parlo di me mentre parlo di libri e letteratura.

LIEBSTER AWARD - Le domande di Blog Letterario Semiserio e di La giovane Libraia

Ho ricevuto altre due nomination per il Liebster Award (la terza e la quarta!) e siccome mi fa davvero piacere, anche questa volta rispondo alle domande delle blogger che mi hanno nominata in questa puntata speciale delle mie confessioni.
Stavolta sono stata nominata da Cristina di Blog letterario semiserio e da Claudia di La giovane Libraia. Se non le conoscete, seguitele! 

Ringrazio Cristina e Claudia per le nuove nomination e rispondo più che volentieri alle loro domande.

Domande di Cristina.

Qual è il tuo personaggio preferito?
Se si intende 'personaggio preferito nei libri' direi di non averne uno soltanto, ma molti. Si va dal figaccione-soldato Alexander (Il Cavaliere d'inverno, Simons) al pigrone Oblomov (Oblomov, Goncarov), dal ragazzino Oscar (Molto forte, incredibilmente vicino, Safran Foer) a Lily (The girl in Times Square, Simons). In ogni libro che leggo trovo un personaggio che mi resta nel cuore...

Qual è il tuo scrittore o scrittrice preferito?
Decisamente Paullina Simons. Ho letto quasi tutti i suoi libri, me ne mancano davvero pochi per averli collezionati tutti. Per questa scrittrice faccio follie! Basti pensare che ho speso quasi 40 euro per acquistare un suo libro autografato grazie ad un firmacopie online.

Qual è la cosa che più odi al mondo?
Ehm...solo una?! Odio le persone false, ipocrite e cattive. Odio il modo in cui vanno le cose oggigiorno. Mi infastidisce parecchio non veder premiato l'impegno. Ah!, non sopporto gli errori grammaticali in tv e sui giornali. Odio...no ok!, mi fermo. Avrete capito che ci sono molte cose che mi piacciono poco o per nulla...Mica per niente il mio personaggio preferito è Mercoledì Addams!

Cosa ne pensi dei social network?
Mi piacciono e li uso moltissimo. Il primo è stato Facebook (nel lontano 2009). Poi negli anni si sono aggiunti aNobii, Goodreads, Twitter, Instagram. Insomma, non mi faccio mancare quasi nulla. Mi trovo a mio agio sui social e credo che, se usati con attenzione, siano un ottimo strumento di comunicazione. I social network mi permettono di tenermi in contatto con persone amiche che vivono lontano e di creare contenuti che, almeno a me e ai miei simpatizzanti, piacciono. Non si deve abusare di questi mezzi, ma non sono nemmeno da tenere lontani come la peste.

Hai una libreria virtuale (aNobii, Goodreads, ecc.)? Se sì, lascia il link diretto alla tua libreria.
La mia prima libreria virtuale è stata su aNobii, ma ora non la aggiorno da mesi perché il sito ha spessissimo problemi ed i libri che leggo o non ci sono o sono riportate informazioni sbagliate. Ogni tanto ci faccio un giro, ma niente di più. La mia libreria su Goodreads invece è sempre aggiornata. Goodreads mi piace perché funziona proprio come un social network e ci sono contenuti per ogni gusto.

Hai una fobia? Se sì, quale?
Ho una paura matta e ingiustificata per i ragni. Ma non quei ragni brutti, pelosi e grandi. No no. Per quelli che, a casa mia, si chiamano 'gamboni', ovvero quei ragni con le zampette sottili e lunghe ed un corpicino grande quanto due chicchi di riso. Perché? E chi lo sa! E' così fin da quando ero bambina...

Mare o montagna?
Il mare mi piace molto. Ma mi scotto facilmente. Cioè, mi scotto anche con la protezione 50, quindi fate un po' voi. La montagna fa parte del mio quotidiano, vivendo in Trentino, ma ammetto che la sto riscoprendo in questi ultimi mesi in un modo nuovo.

Neve o sole?
Neve, se non devo mettermi in strada con la macchina. Sole in dosi moderate, sempre per la questione di cui sopra...

Dolce o salato?
Mi piace tantissimo cucinare dolci, sperimentare, unire sapori, ma in fin dei conti sono una tipa da salato. Il dolce a lungo andare stufa, ma pensate a quante cose si possono creare nel 'salato'.

Qual è il tuo piatto preferito?
Risposta banale: la pizza.
Risposta banalissima: non ho un piatto preferito, mi piacciono molte cose.
Risposta semi-seria: il rotolo di spinaci. E' un piatto semplice, anzi semplicissimo, ma a me è sempre piaciuto. Quando ero piccolina e la mia mamma lo preparava ero sempre super felice. Adesso invece sono io a cucinarlo per lei, ma la gioia è la stessa.

Altri hobby preferiti, a parte leggere?
Come cita la mia breve presentazione, sono una clarinettista per diletto. Suono da più di dieci anni, quasi 15 credo, il clarinetto; prima i corsi strumentali, poi la bandina (modo familiare per indicare la banda giovanile) e adesso in banda. Mi piace cucinare, fare passeggiate (questo l'ho scoperto da poco, alcune settimane) e andare al cinema.

Domande di Claudia.

La tua autrice donna preferita?
Paullina Simons. Mi sono innamorata dei suoi libri alle medie ed è amore ancora adesso.

Come ti vedi tra dieci anni?
Ah che domanda difficile! Tra dieci anni mi vedo...felice. Spero sposata e con un paio di pargoletti, sistemata e soddisfatta. Utopia? Forse, ma porsi degli obiettivi è importante ed aiuta a costruire il futuro.

Quanto è importante per te la tua famiglia?
Da una scala da 1 a 10...direi 9. Un punticino lo tengo per me, per marcare la mia voglia e la mia necessità di indipendenza.

Qual è il luogo più bello che hai visitato nella tua vita?
Ce ne sarebbero molti perché, fortunatamente, ho viaggiato parecchio negli ultimi anni. Se devo citarne uno soltanto direi la Cornovaglia, con tutto quel verde, le pecorelle al pascolo, le scogliere e quell'atmosfera austeniana.

Quali sono i movimenti artistici che preferisci?
Non sono una grande esperta di arte e se vado ad una mostra o mi spiegano tutto sennò non ci capisco nulla. A scuola odiavo Storia dell'Arte, non ho quasi mai studiato quella materia e il giorno che ho scoperto di non averla tra le materie della maturità ho gettato il libro (metaforicamente, ovviamente!).

Hai una sorta di "colonna sonora" che ti accompagna?
Ascolto moltissima musica. Non ho canzoni specifiche che scandiscono i momenti della mia vita, sono una tipa che va molto a sensazione e momento. Spesso mi intestardisco su un gruppo o una canzone per un periodo, ma poi cambio.

Se dovessi scovare nella memoria il momento più felice della tua infanzia...
Ho avuto un'infanzia molto felice. Sono stata fortunata. Per citare un momento direi quando con il nonno si faceva il vino. Ho ricordi bellissimi legati alla vendemmia e alla pigiatura.

Il tuo gioco da tavola preferito?
I giochi da tavola non fanno per me. Perdo sempre e mi arrabbio. Gioco a carte però.

Hai un amico a quattro zampe?
In casa abbiamo sempre avuto animali. In questo momento a farci compagnia c'è Birba, un labrador di 7 anni, molto vispa e giocherellona.

La felicità è...
(anche se so che suonerà banale e romantico)...avere qualcuno al tuo fianco a cui raccontare la tua giornata mentre ti abbraccia.

Hai un sogno nel cassetto?
Ah!, ne ho tanti. A lungo, medio e breve termine. Il sogno a breve termine è quello di laurearmi (finalmente!). I sogni a medio termine sono i più numerosi e comprendono viaggi, matrimonio, famiglia, lavoro. Quelli a lungo termine sono un pochino più grandi e particolari e, per scaramanzia, meglio non dirli!

lunedì 13 giugno 2016

The Lost Wife, Alyson Richman.

Titolo: The Lost Wife (Un giorno solo, tutta la vita).
Autore: Alyson Richman.
Casa Editrice: Hodder.
Pagine: 344.


Trama: Questa storia inizia a New York nel 2000, quando, alle nozze del nipote, Josef Kohn scorge tra gli invitati una donna dall'aria familiare: gli occhi azzurro ghiaccio, l’ombra di un tatuaggio sotto la manica dell’abito. Rischiando di essere scortese, le chiede di mostrargli il braccio. La certezza è lì, sulla pelle: sei numeri blu, accanto a un piccolo neo che lui non ha mai dimenticato. E allora le dice: «Lenka, sono io. Josef. Tuo marito». Perché questa storia, in realtà, inizia a Praga nel 1938, quando Lenka e Josef sono due studenti. Ebrei, si conoscono poco prima dell’occupazione nazista, si innamorano, diventano marito e moglie per lo spazio di una notte. Il giorno dopo, al momento di fuggire negli Stati Uniti, Lenka decide di restare, perché non ci sono i visti per la sua famiglia. Si separano con la promessa di ricongiungersi al più presto, ma Lenka finisce in un campo di concentramento.
In mezzo all’orrore, dipinge: l’unico modo per dare colore a ciò che è privato di luce, per dare forma a ciò che non si può descrivere. Mentre Josef, in America, si specializza in ostetricia; solo aiutare a dare la vita gli impedisce di essere trascinato a fondo dalle voci di chi non c’è più.
Quando ormai si crederanno perduti per sempre, ci sarà un nuovo inizio per entrambi. Ed entrambi impareranno che l’amore può anche essere gratitudine per chi ti ha salvato la vita, affinità tra anime alla deriva, rispetto di silenzi carichi di dolore. E di confini da non valicare, perché al di là si celano – intatti e ostinati – i ricordi di una passione assoluta, di quelle che basta un istante per accendere, ma non è sufficiente una vita per cancellare. Questa storia inizia e non ha mai fine. Come i grandi amori.


Premessa. Volevo leggere da moltissimo tempo questo romanzo perché è presente nella lista di libri da leggere per gli amanti della narrativa della Simons, in quanto è considerato tra i libri carichi di emotività ed emozione paragonabili a Il cavaliere d'inverno. Nel gruppo Facebook delle groupie della Simons, questo romanzo di Alyson Richman è super-consigliato e io non volevo farmelo scappare. Non essendo riuscita a trovare l'edizione italiana né in libreria né online, ho deciso di comprare l'edizione inglese con copertina morbida, praticamente un tascabile. Perciò io l'ho letto in lingua, ma, per chi non è pratico di inglese e rimarrà incuriosito dopo aver letto la recensione, esiste anche l'edizione italiana.

Ho preso in prestito la quarta di copertina dell'edizione italiana, uscita per Piemme Edizioni, per indicarvi la trama e, credo, dica tutto quello che si può dire senza spoilerare troppo. Sì perché il libro è molto bello, ma la trama è semplice, quindi aggiungere qualcosa sarebbe come svelare prima del tempo un piccolo tassello del puzzle. Quindi ho pensato di riassumervi il romanzo in un modo un pizzico diverso. Spero che l'idea vi piaccia.
"May I see your arm?" he said again. "Please." This time his voice sounded almost desperate.
She was now staring at him, her eyes now locked to his. As if in a trance, she pushed up her sleeve. There on her forearm, next to a small brown birthmark, were six tattooed numbers.
"Do you remember me now?" he asked, trembling.
She looked at him again, as if giving weight and bone to a ghost.
"Lenka, it's me," he said. "Josef. Your husband." (Prologo)
Da questo "Josef. Tuo marito" parte un lunghissimo e profondo sguardo che spinge i due protagonisti a rivivere completamente la loro vita. Come in un film, Josef e Lenka si vedono scorrere davanti agli occhi tutti i loro giorni: quelli belli, come il giorno del loro matrimonio; e quelli brutti, come la partenza, l'internamento, le morti. In un susseguirsi incalzante di brevi capitoli, i due rivivono la loro vita, i loro affetti, il loro primo amore, in una storia lunga sessant'anni. 
He is about to apologize, to say that he must be mistaken. That for years he thought he has seen her face in the subway, the bus, in a woman on line in the grocery. Now he fears he has finally lost is sanity.
She pulls down her sleeve and looks directly into his eyes. She studies him as a painter might study a canvas that she had long abandoned. In her mind, she colors his white hair black, and traces the arch of his brow.
"I am sorry," she finally says with a shaking voice and tears in her eyes. "I have not been called Lenka in nearly sixty years." She is covering her mouth, and underneath a fan of white fingers, she whispers his name: "Josef."
He is trembling. She is once again before him, a ghost who has miraculously come to life. A love that has been returned to him in his old age. Unable to speak, he lifts his hand and covers hers with his. (Epilogo)
Il romanzo è molto coinvolgente. La storia europea dalla fine degli anni '30 in poi fa da sfondo a questo amore breve, ma mai dimenticato. Il quadro storico è curato e ben descritto, ma è la vicenda personale di Josef e Lenka che tiene incollato il Lettore alle pagine. 
In fondo all'edizione inglese sono riportate alcune domande per la discussione post-lettura. Leggendole mi sono messa a pensare a quale sia il vero messaggio del libro, dove volesse arrivare l'autrice scrivendo questa storia, e via dicendo.
Penso che il tema centrale del libro sia l'amore, ma non solo la storia d'amore tra Josef e Lenka, ma anche l'amore riconoscente verso chi ti salva, l'amore per la famiglia, l'amore per chi ti lascia i tuoi spazi ed i tuoi fantasmi, ovvero l'amore nella sua declinazione più ampia. La vicenda di Josef e Lenka è costellata da amore passionale, profondo e, se vogliamo, ingenuo, visto che si tratta del primo amore, quello che non si può dimenticare mai. La vita di Josef dopo Lenka è caratterizzata da un amore riconoscente verso Amalia, la sua seconda moglie conosciuta in America, anche lei anima vuota e sola dopo la Seconda Guerra Mondiale; Amalia non ha mai chiesto a Josef dei suoi fantasmi, come lui non le ha mai chiesto dei suoi. Il loro è un amore confortante, un porto sicuro dove non serve dare spiegazioni e risposte. La vita di Lenka dopo Josef, invece, è costellata di sofferenza, perdite e privazioni, prima di conoscere Carl, soldato americano che si innamora di quegli occhi azzurro ghiaccio e si prende cura di quell'anima distrutta e sanguinante. L'amore di Lenka per Carl è un amore riconoscente e grato per averla afferrata sull'orlo di quel baratro che la stava inghiottendo. E poi c'è l'amore per la famiglia, quello che spinge Lenka a restare a Praga invece di scappare con Josef, perché, si sa, i legami di sangue sono qualcosa di più forte anche dell'amore passionale.
Il tema secondario del romanzo è l'arte e l'uso dell'arte. L'autrice descrive, con minuziosa attenzione e citando personaggi realmente esistiti, i movimenti di artisti ebrei che cercavano di far arrivare al di fuori dei campi di concentramento le loro opere affinché documentassero le atrocità del tempo. 

Il libro, nella sua semplicità, è ricco di spunti di riflessione e colpi di scena. La narrativa della Richman è coinvolgente e piacevole e le pagine scorrono che è una meraviglia. Credo che il paragone con la narrativa della Simons e il suo Cavaliere non sia affatto sbagliato e credo anche che sia un libro perfetto per chi ama quel genere di storie. Lo stile della Richman è più lineare e si dilunga molto meno in descrizioni, ma la potenza della storia è la stessa. Un libro inteso ed emozionale, un libro che lascia il segno. Consigliatissimo! 

domenica 12 giugno 2016

Pills of Books #11.


Pills of Books è una rubrica domenicale nella quale vi regalo e mi regalo una breve citazione tratta dal libro in lettura seguita da un brevissimo commento.

Rebekkah wept as he played. Her body shivering and quaking, her thin frame unable to contain her grief. My son stared ahead, his clear eyes ethereal in his mourning. A single tear streaking his face. And my tears eventually came, too, as the music, slow and mournful and then rising and falling, came like waves in the sea. I cried because yes, I missed Amalia. But also because it was all too clear to me that my best friend had loved my wife in a way that I never could.
The kaddish he played consisted of the notes that came from my heart, my yearning for a love eternally lost. But not for a woman who now lay in a pine coffin before me. It was for a woman I left forty-five years ago in a crowded train station in Prague, who had never been given a proper funeral. And had I played the violin, my sorrow for having lost her would have sounded exactly like Isaac's did for Amalia. Each note played hauntingly in the fullness of its sorrow, each chord emphasizing the loneliness that she was gone. 
The Lost Wife, Alyson Richman.

Volevo leggere questo libro, pubblicato in Italia con il titolo Un giorno solo, tutta la vita, da moltissimo tempo, ma non avendo mai trovato né in libreria né online l'edizione italiana, ho deciso di leggerlo in inglese. E' un libro bellissimo che parla di amore, amore perso e amore ritrovato, di speranza e sofferenza. Il romanzo inizia a Praga, alla fine degli anni '30, e si snoda fino in America, ai giorni nostri. Di più non dico, perché altrimenti potrei fare uno spoiler colossale. Traduco a grandi linee soltanto una breve frase della citazione sopra per chi non mastica l'inglese, per rendere l'idea del romanzo: "[...] Il kaddish che suonava consisteva nelle note che venivano dal mio cuore, il mio desiderio per un amore perso per sempre. Ma non per una donna che ora riposava in una bara di pino davanti a me. Era per una donna che avevo lasciato quarantacinque anni prima in una affollata stazione di Praga e che non aveva ricevuto una degna sepoltura." 

mercoledì 8 giugno 2016

Il libro dei sussurri, Varujan Vosganian.

Titolo: Il libro dei sussurri.
Autore: Varujan Vosganian.
Casa Editrice: Keller.
Pagine: 480.

Trama: Tutto ha inizio nella piccola città di Focşani, in una strada armena, tra i vapori del caffè, gli aromi della cantina di nonna Arshaluys, i libri antichi e le fotografie appartenute a nonno Garabet. Il piccolo Varujan guarda un mondo colorato dallo sguardo dell'infanzia e ascolta le conversazioni e le storie favolose di alcuni vecchi armeni che, per parlare liberamente, si nascondono in una cripta. Prende vita così, in un'atmosfera già densa di presagi, uno straordinario romanzo, una vera e propria epopea nella quale partecipando ai destini dei personaggi, alle guerre, ai viaggi, alle fughe, alle avventure, agli amori, alle vite che si compiono nella fine, si segue passo dopo passo, con continui salti di tempo e di spazio, l'intera storia del Novecento, il destino umano e in particolare quello del popolo armeno, del suo genocidio e della sua diaspora.
Un romanzo fuori dal comune, dall'ampiezza di respiro inusuale, popolato da personaggi indimenticabili e che è allo stesso tempo narrazione personale, libro identitario per il popolo armeno e tributo a tutti coloro che hanno subìto la Storia.
Pubblicato nel 2009, Il libro dei sussurri ha ottenuto sin da subito uno straordinario successo di critica, tanto da essere considerato uno dei capolavori della letteratura romena post-comunista e da essere insignito del premio "Libro dell'anno". Non da meno è stato poi l'apprezzamento dei lettori che l'hanno trasformato nel maggior successo editoriale degli ultimi dieci anni. Attualmente il romanzo è in fase di traduzione in numerose lingue.


Premessa. Questo libro mi è stato regalato da una cara amica in un momento abbastanza complicato. Stavo vivendo un blocco-del-lettore che proprio non riuscivo a scrollarmi di dosso. Non conoscevo il libro e nemmeno l'autore. Conoscevo soltanto la casa editrice perché, ogni volta che entro in libreria, faccio il filo ai volumi del loro catalogo. Buttarmi a capofitto in questa lettura, senza aspettative e senza sapere cosa aspettarmi, non mi ha solo permesso di gettarmi alle spalle il blocco-del-lettore, ma mi ha fatto vivere fino in fondo questo romanzo così bello, inteso e doloroso.
<<Il mondo era una sovrapposizione di carte geografiche, ricoperte di frecce che indicavano gli sbarchi, le liberazioni, le cacciate, le restituzioni, gli entusiasmi e i trionfi. Di tutte le carte, la meno importante, dunque la meno presa in considerazione, era quella più in basso, spiegata direttamente sull'erba: la realtà stessa.>>
Bene!, la premessa era d'obbligo prima di iniziare a parlare di questo romanzo (che poi, 'romanzo', a mio parere, è riduttivo), e ora si può iniziare. Ci ho messo alcune settimane a leggere questo libro perché un volume di questa importanza merita tutta l'attenzione e tutta la lentezza possibili. E' importante assumerlo a piccole dosi quotidiane per entrare nella vicenda narrata e nella Storia. La fretta non è la giusta compagna con cui affrontare il viaggio nella Storia del popolo armeno perché si rischierebbe di perdere informazioni, fatti e collegamenti cruciali.
Il romanzo (uff, io continuo a chiamarlo 'romanzo' perché sulla copertina c'è scritto così, ma mi servirebbe un termine più d'effetto ed importante) si snoda sulle pagine più dolorose della Storia del Novecento: le guerre mondiali, il comunismo, le deportazioni, i genocidi e via dicendo. L'autore racconta la storia del suo popolo attraverso i fatti storici e i ricordi familiari, dipingendo un quadro romantico e allo stesso tempo intriso di sofferenza che accompagna il Lettore per tutto il libro. 
Onestamente, prima di leggere questo libro, sapevo ben poco di questo capitolo di storia. Qualcosa sapevo, ma non nel dettaglio, e leggere Vosganian mi ha aperto gli occhi su scenari che non avevo mai considerato. La parte storica è curatissima, ma non annoia, proprio perché, come ricorda molto spesso l'autore, Il libro dei sussurri non è un manuale di storia, ma un racconto di vita
I personaggi sono moltissimi, tutti intrecciati tra loro, tutti con una propria storia personale che va a mescolarsi con quella degli altri. Ho fatto fatica all'inizio a seguirli, ma poi, guidata per mano dall'autore e da nonno Garabet, mi sono lasciata condurre attraverso tutto il Novecento seguendo le orme di chi è rimasto intatto nella memoria dei posteri.
<<Nel Libro dei sussurri si narra del giorno in cui arsero i libri. E come il giorno della strage degli innocenti non riuscì a eliminare tutti i neonati, così quel giorno non riuscì a distruggere tutti i libri. Nella guerra tra libri e autorità, benché siano solo i primi a morire, le autorità non trionfano mai. Perché gli uomini hanno scritto molto più di quanto abbiano la forza di dimenticare.>>
Il libro non è soltanto dolore e sofferenza, ma anche ricordo e memoria delle usanze e delle persone che sono vissute. Il Lettore si imbatte in storie, aneddoti, personaggi minori e ricordi che delineano un passato felice e mai dimenticato. Ci si ritrova anche a sorridere leggendo certe storielle che l'autore ci tramanda attraverso gli occhi del sé bambino, quando osservava gli anziani della sua infanzia seduti sotto l'albicocco a chiacchierare. Ed è impossibile non tornare alla propria di infanzia, quando sicuramente sarà successo a tutti di origliare le parole degli adulti e restare in disparte durante le conversazioni più importanti, divorati dalla curiosità fanciullesca di ascoltare cose che si possono capire solo da grandi.
L'atmosfera familiare è intesa e viva in tutto il romanzo. Il libro dei sussurri è, prima di tutto, un romanzo di famiglia. Donne, uomini, bambini e vecchi sono i protagonisti di questo unico affresco e sono gli stessi donne, uomini, bambini e vecchi che si sono trovati a vivere la Storia, senza che nessuno abbia chiesto loro cosa ne pensassero. 
Di tutti questi personaggi, il mio preferito è nonno Garabet. E' il capofamiglia, colui che insegna e decide, colui che consola ma non si fa consolare, colui che porta il fardello di tutti ma che non chiede mai aiuto. Nonno Garabet racchiude in sé tutte le caratteristiche più belle di un nonno (insegna al piccolo Varujan molte cose), la saggezza dell'anziano e la forza dell'uomo adulto. Il risultato è un uomo d'altri tempi, con un occhio al futuro e la certezza nel cuore. Mi ha ricordato tanto il mio di nonno.
<<Tutto è un abbinamento di linee e colori. Anche l'anima. Essa si esprime in ogni momento attraverso il colore che meglio le si intona.>>
Il romanzo è bellissimo. Non è una lettura semplice, ma prende molto. Inizialmente è stato difficile destreggiarmi tra le pagine del libro dei sussurri, ma poi piano piano mi sono persa nelle vicende e negli occhi dei personaggi. Ho imparato cose che non sapevo e scoperto collegamenti che mai avrei pensato. Le note al testo, seppur riportate tutte a fondo volume e quindi di scomoda consultazione, mi hanno aiutata nei passaggi più complessi, consentendomi una comprensione ottimale.
Non so cosa abbia pensato la mia amica quando ha scelto proprio questo volume per me, perché non è un libro che regalerei a chiunque vista la sua complessità, ma ci ha azzeccato in pieno. Mi è piaciuto proprio tanto e lo consiglierò sicuramente ad altri!
Le parole per descrivere questo libro non saranno mai sufficienti ed è pressoché impossibile dire tutto quel che ci sarebbe da dire. Io, nel mio piccolo, ho cercato di trasmettervi le mie sensazioni e il bel ricordo che questo libro mi ha lasciato. Ho deciso di non soffermarmi sui fatti storici, il genocidio e le deportazioni perché rappresentano un capitolo della Storia significativo e doloroso che è bene che ciascuno affronti a modo suo e con i propri tempi, vista l'atrocità e l'efferatezza con i quali sono stati compiuti. Ho preferito spendere qualche parola in più sui personaggi e sul libro in generale, sperando di aver invogliato qualcuno a leggerlo. Il libro dei sussurri è stato scritto per essere tramandato, per non mettere mai una pietra sopra le atrocità commesse dall'uomo e per non dimenticare. Io ho ricevuto in dono questo libro e, ora, lo consiglio a voi, affinché continui a tramandare ciò che è stato e la speranza per ciò che sarà.

venerdì 3 giugno 2016

Confessions of a Book-Blogger. #4

SE TUTTI I LIBRI DEL MONDO DOVESSERO ESSERE DISTRUTTI, QUALE SALVERESTI?

Immagine trovata sul web.
Innanzitutto non so se, da lettrice compulsiva quale sono, potrei sopravvivere alla notizia o alla vista della distruzione di tutti i libri del mondo. Credo morirei all'istante, quindi non avrei il tempo di salvare manco un libricino.
Detto questo, è difficilissimo scegliere un unico titolo da salvare perché la maggior parte dei libri che ho letto mi ha regalato qualcosa e per questo andrebbe salvato. Siccome sono un'inguaribile romanticona, ho pensato di citare tre libri invece di uno solo e spiegarvi il perché, secondo me, andrebbero salvati (li cito in ordine puramente casuale e non in ordine di importanza o merito).

Anna Karenina di Lev Tolstoj. Ho scelto zio Lev perché è uno dei miei autori russi preferiti (come sapete adoro i mattoni-classici russi). Anna Karenina è uno dei primi mattoni letti per la categoria classici-russi e mi è rimasto nel cuore. E' un grande romanzo (forse la parola 'romanzo' è riduttiva, ma concedetemela), di quelli che ti catturano e ti lasciano il segno. A me è piaciuto moltissimo e nonostante la sua grande mole l'ho letto scorrevolmente ed in poco tempo. 
Un motivo in più per salvarlo? L'incipit. Le famiglie felici si assomigliano tutte, ogni famiglia infelice è infelice a modo suo. Bellissimo.

Il cavaliere d'inverno di Paullina Simons. Il mio libro del cuore, scritto dalla mia autrice americana prediletta. L'ho letto più volte, la prima alle medie ed è stato amore. Perché? Semplice!, a quell'età cerchi la storia d'amore tormentata, con una lei bella e un lui ancor più bello, meglio se soldato. Un amore che supera tutto e tutti. Una favola. Ecco, in questo libro c'è tutto e anche molto di più.
Un motivo in più per salvarlo? Il contesto storico nel quale si svolge la storia. Il quadro storico è dettagliato e fedele alla realtà. L'assedio di Leningrado è raccontato benissimo in ogni sua sfaccettatura. Rende molto l'idea.

Il piccolo principe di Antoine de Saint Exupery. Un libro indimenticabile ed eterno. Io l'ho letto da grande, ma mi ha lasciato un bellissimo ricordo. Una favola contemporanea e sempre attuale.
Un motivo in più per salvarlo? Questo racconto ci ricorda di quanto è bello essere bambini e stupirsi delle piccole cose della vita.

Ecco, io salverei questi tre libri. E voi? Lasciatemi alcuni titoli nei commenti e qualche breve motivazione!