venerdì 30 gennaio 2015

La frase della settimana #10.

Eccomi qui, un'altra settimana è passata ed è tempo di un nuovo appuntamento con la rubrica "La frase della settimana". Oggi ho scelto una citazione tratta da Zio Vanja di Anton Čechov, che ancora non ho letto, ma questa frase mi ha fatto venire alla mente moltissimi pensieri e quindi ho deciso di proporvela. Non so se i miei ragionamenti saranno attinenti alla frase e al contesto, ma è quello che la frase mi ispira.


Quelli che vivranno dopo di noi, fra due o trecento anni, e ai quali stiamo preparando la strada, ci saranno grati? Si ricorderanno di noi con una buona parola? Balia, non ricorderanno! 

-Anton Čechov



Siccome ho il sospetto che questo post degenererà e che perderò il filo del discorso, premetto fin da ora che lo sto scrivendo in un momento un po' complicato che non mi permette di vedere tutto sotto la giusta prospettiva. Ciò che scriverò potrà sembrarvi assurdo o troppo pessimistico, quindi mi scuso già adesso. Prendete questo post come il vaneggiamento di una studentessa in sessione d'esame e in lotta con il sistema.

Bene!, detto questo meglio cominciare con le cose serie.
Perché una frase di Čechov? Oggi ho scelto questa frase perché, come sapete bene, io sono convinta che i grandi autori russi abbiano ancora moltissimo da dirci ed insegnarci.
Perché proprio questa frase? Perché in queste poche righe è racchiuso uno dei temi centrali di tutte le generazioni passate e future: chi verrà dopo sarà riconoscente per tutto quello che è stato fatto per migliorare vita, tecnologia, ambiente,...?
La risposta è semplice: assolutamente no! Le generazioni successive non rispettano e non apprezzano ciò che le generazioni prima hanno creato. Basta guardarsi attorno per accorgersene. Abbiamo per caso avuto rispetto del mondo che ci hanno consegnato i nostri genitori? No. Nessuno si preoccupa di preservare, tutti sprecano e usano. Allora come potremo pretendere che i nostri figli, in futuro, apprezzino il mondo che gli consegneremo. E' impossibile, oltre che impensabile.
Chi ha preparato la strada per noi che viviamo negli anni 2000 probabilmente non si aspettava che il suo lavoro e le sue fatiche venissero cestinate in funzione di interessi personali e finanziari (sia a libello familiare che a livello più ampio).

Sarà che in questi giorni sono acida e pessimistica, ma io vedo solo verità nelle parole di Čechov e nessuno spiraglio di redenzione. Forse la prossima settimana, quando sarò più lucida, mi pentirò di aver messo per iscritto questo mio pensiero, ma per adesso la vedo così.
Aspetto i vostri commenti! Alla prossima settimana!

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