giovedì 10 dicembre 2015

La porta, Magda Szabò.

Titolo: La porta.
Autore: Magda Szabò.
Casa Editrice: Einaudi.
Pagine: 259.

Trama: È un rapporto molto conflittuale, fatto di continue rotture e difficili riconciliazioni, a legare la narratrice a Emerenc Szeredás, la donna che la aiuta nelle faccende domestiche. La padrona di casa, una scrittrice inadatta ad affrontare i problemi della vita quotidiana, fatica a capire il rigido moralismo di Emerenc, ne subisce le spesso indecifrabili decisioni, non sa cosa pensare dell'alone di mistero che ne circonda l'esistenza e soprattutto la casa, con quella porta che nessuno può varcare. In un crescendo di rivelazioni scopre che le scelte spesso bizzarre e crudeli, ma sempre assolutamente coerenti dell'anziana donna, affondano in un destino segnato dagli avvenimenti più drammatici del Novecento. Pubblicato in Ungheria nel 1987, ma in qualche modo disperso negli anni della transizione politica, La porta è il romanzo che ha rivelato la più grande scrittrice ungherese contemporanea.


Non conoscevo Frau Szabò (come la chiama amichevolmente Hermann Hesse), ma dopo aver visto l'ennesimo video di una delle mie booktubers preferite nel quale lo consigliava molto caldamente, mi sono lasciata convincere. 
Frau Szabò ha una capacità di coinvolgere il Lettore che pochi scrittori hanno. Il suo stile è tutto particolare: intimo, ma diretto; semplice, ma ricercato; scarno, ma ricco. Uno stile che ti cattura e ti avvinghia tra i suoi tentacoli. Non si può scappare dalla narrativa di Frau Szabò. E' proprio impossibile.

Il romanzo è un racconto intimo e famigliare. Ma non parla di una famiglia "di sangue", ma di una famiglia "di scelta", di persone che non sono legate da vincoli di sangue, ma che si sono scelte. Nell'infinità di persone che popolano questo mondo, Emerenc ha scelto proprio la narratrice come sua "famiglia". Il libro narra la vita quotidiana di queste due donne così diverse che si trovano a trascorrere una parte delle loro vite insieme, tra incomprensioni, scoperte, modi di pensare e abitudini, completamente diversi.
Emerenc è una vecchia. E' sempre stata a servizio. Ha cambiato tante case e tanti padroni (sì, perché lei ancora si rivolge all'uomo di casa chiamandolo "padrone"): un avvocato, il signor Grossman,... In ogni casa ha lasciato qualcosa di sé e, a volte, ha ricevuto qualcosa in cambio. Ora vive nella via. Fa la portinaia e si occupa di tutto e tutti come una Madre instancabile.
La narratrice, Magda, è una scrittrice che piano piano si fa strada nel panorama editoriale ungherese. Non riesce a mantenere ordine nella propria casa e nella propria vita, quindi assume Emerenc per farsi aiutare in casa. Non ha figli, ma è sposata con uno scrittore taciturno e saggio. 
Tra queste due diversissime creature, rappresentanti inconsapevoli di due mondi agli antipodi, si instaura un rapporto affettivo fatto di divieti, piccole concessioni, rancori e riappacificazioni. Emerenc poco alla volta, frammentariamente, si racconta alla narratrice (e al Lettore). La narratrice, altrettanto lentamente, si affeziona alla vecchia e alle sue stranezze, ai suoi divieti e a quella Porta che nessuno può varcare e che separa il mondo dal Mondo Segreto di Emerenc. 
Ed è proprio la Porta il nodo di tutta la vicenda. Quella Porta, che idealmente e fisicamente separa il mondo (ipocrita, falso, costruito su illusioni, cattivo e crudele, ma anche dolce e amico) dal Mondo Segreto di Emerenc (fatto di ricordi, animali e intimità), costituisce il muro, la barriera, che Emerenc si è costruita per ripararsi dal mondo. La sua vita è stata duramente colpita da eventi tragici (dalla morte dei gemellini all'abbandono da parte dell'amato; dalla morte al rifiuto da parte della famiglia) e quella Porta le permette di ripararsi da altre disgrazie. Dietro la Porta si è costruita un Mondo di certezze: gli animali, i mobili, il loversit. Solo il tenente colonnello e Viola (il cane adottato dalla narratrice, ma allevato da Emerenc) hanno varcato, negli anni, quella Porta. Tutti gli altri vivono nella curiosità, ma non sono mai stati ammessi nel Mondo Segreto. Quando il rapporto tra le protagoniste si fa più stretto, Emerenc lascia entrare anche la narratrice. Ammettendola nel suo Mondo, la accoglie come figlia, come persona fidata.

Da questo momento il libro si fa ancora più coinvolgente, più intimo e personale. Le scelte di Emerenc, da una parte, e della narratrice, dall'altra, danno il via ad una spirale di eventi, incomprensioni e perdoni che nemmeno in una famiglia "di sangue" potrebbero essere così intensi e così veri. 
La narratrice diventa co-protettrice dei segreti nascosti dietro quella Porta, diventa custode del Mondo che Emerenc si è costruita, delle apparenze, delle credenze e delle aspettative. Quello che davvero importa alla vecchia è mantenere il suo status di mistero, perfezione e rispetto. Non desidera altro dalla vita. E non sembra, detta così, una cosa così impossibile, se non fosse che, proprio la vita, si fa beffa di Emerenc e fa cadere quella Porta, quel muro, che per anni l'aveva protetta. Il dolore per quella violazione, per quel cambiamento forzato, per quella mancanza di rispetto del libero arbitrio, colpisce la vecchia nel profondo, fino al tragico epilogo.

Come detto, il libro racconta una storia famigliare. Ma anche una storia di amicizia, un rapporto generazionale e un rapporto madre-figlia. Sì, perché Emerenc e Magda sono tutto questo. Sono una famiglia, molto particolare, ma una famiglia. Sono due amiche, si confidano (soprattutto Emerenc si racconta a frammenti) e litigano. Sono due generazioni a confronto: Emerenc vive ancora in un mondo dove il rapporto padrone-servo è forte e va rispettato, dove i ruoli sono fondamentali e le apparenze contano più della realtà; Magda vive alla giornata, in un mondo fatto di parole e pochi fatti, e crede fermamente che il rapporto padrone-servo sia obsoleto (Emerenc non è la serva, ma parte integrante della vita famigliare, un membro della famiglia). Sono madre e figlia, perché Emerenc si comporta con Magda come si sarebbe comportata con la  figlia che non ha mai avuto.
I temi e i sentimenti tirati in ballo sono moltissimi e toccano le corde più profonde del Lettore. Questo libro ha la capacità di scatenare sensazioni e sentimenti diversi nel Lettore in base alla sua età e alle sue esperienze. Sono convinta che chi lo ha letto non avrà trovato tutte le cose che ho trovato io, ma ne avrà trovate altre, diverse e altrettanto importanti.
Perciò, dopo tutte queste chiacchiere, vi consiglio di leggere Frau Szabò. Vi consiglio di lasciarvi trasportare dalla sua narrativa e dalle sue emozioni (che diventeranno le vostre). Vi auguro di poter varcare la soglia di quella Porta, come ho fatto io, e di trovarvi quel che più cercate. Perché la Porta di Emerenc è un po' anche la nostra; è quella maschera dietro cui ci nascondiamo quando diciamo "Sto bene" e invece stiamo morendo dentro; è quel sorriso che ci stampiamo in faccia anche quando vorremmo piangere. Tutti abbiamo la nostra Porta e, forse, Frau Szabò riuscirà a farci capire che gli Eletti che la possono varcare non entrano con prepotenza, ma in punta di piedi, per sostenerci e aiutarci, se glielo permettiamo.

Come sempre quando un libro mi appassiona, la chiacchierata è andata per le lunghe. Vi ringrazio per avermi letta fino in fondo e per essere passati anche oggi per di qua. Alla prossima!

6 commenti:

  1. Che recensione coinvolgente, mi farebbe venir voglia di correre subito in libreria a cercare questo romanzo! Ogni volta che l'ho visto in un video o ne ho letto un commento mi ha attratta fortemente: è pubblicato dall'Einaudi di cui mi fido (quasi) ciecamente, ha una copertina così elegante ed evocativa e soprattutto quando mi trovo davanti ad un'autrice donna che non conosco sono sempre estremamente curiosa. Devo dire che la tua recensione de La porta è la più bella che ho letto riguardo questo libro, piena di sentimento e sensibilità. A questo punto, non importa quando, è sicuro che lo leggerò :)

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    1. Ma grazie!..sono contenta che la mia recensione abbia colpito nel segno.
      Io sono felicissima di aver scoperto quest'autrice...di autrici donne ne abbiamo bisogno e dovremmo leggerle di più, me ne rendo conto...
      Questo libro è uno dei più belli che ho letto in questo 2015, merita davvero e te lo consiglio tantissimo!...
      Non ho mai trovato pareri negativi su questo libro, ma sono fermamente convinta che ognuno può trovarci qualcosa di diverso e altrettanto intimo...
      Un ottimo regalo anche per Natale!... ;)

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  2. Questo libro mi ispira molto. Grazie per la bella recensione!

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  3. Sono sempre più curiosa, e ammiro la delicatezza e l'approfondimento infusi in questo post: leggerò sicuramente La porta, non posso certo rimanere in questo stato di attesa dopo aver letto le tue parole!

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    1. Oh mamma!, spero davvero ti piaccia. La fiducia che riponi nelle mie parole è una grande responsabilità. Buona lettura! ;)

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