giovedì 12 maggio 2016

Acquanera, Valentina D'Urbano.

Titolo: Acquanera.
Autore: Valentina D'Urbano.
Casa Editrice: Longanesi.
Pagine: 360.


Trama: È un mattino di pioggia gelida quello in cui Fortuna torna a casa. Sono passati dieci anni dall'ultima volta, ma Roccachiara è rimasto uguale a un tempo: un paesino abbarbicato alle montagne e a precipizio su un lago, le cui acque sembrano inghiottire la luce del sole. Fortuna pensava di essere riuscita a scappare, di aver finalmente lasciato il passato alle spalle, spezzato i legami con ciò che resta della sua famiglia per rinascere a nuova vita, lontano. Ma nessun segreto può resistere all'erosione dell’acqua nera del lago.
A richiamarla a Roccachiara è un ritrovamento, nel profondo del bosco, che potrebbe spiegare l’improvvisa scomparsa della sua migliore amica, Luce. O forse, a costringerla a quel ritorno è la forza invisibile che, nonostante tutto e tutti, ha sempre unito la sua famiglia: tre generazioni di donne tenaci e coraggiose, ognuna a suo modo. E forse, questa volta, è giunta l’ora che Fortuna dipani i segreti nascosti nella storia della sua famiglia. Forse è ora che capisca qual è la natura di quella forza invisibile, per riuscire a darle un nome. Sperando che si chiami amore.


Valentina D'Urbano è una certezza. E' una dei pochi autori italiani che, da quando ho scoperto, seguo con interesse e ammirazione. E di autori italiani ne leggo pochi e ne seguo ancora meno. La sua narrativa mi cattura, mi avvinghia, mi entra dentro e, finito il libro, mi sento orfana, abbandonata, sento proprio un senso di vuoto, di mancanza. Con quanti scrittori accade?! Non con molti. Anzi, accade molto raramente.

Ho trovato Acquanera ancora più intenso e coinvolgente de Il rumore dei tuoi passi, un romanzo più maturo e strutturato, bellissimo.
Il romanzo narra le vicende di una famiglia tutta al femminile. La saga familiare di Clara, Elsa, Onda e Fortuna ha tutte le caratteristiche delle migliori storie familiari, con un pizzico di mistero in più che la rende unica e coinvolgente. Poi, permettetemi una piccola parentesi. I nomi delle protagoniste sono bellissimi e una delle protagoniste si chiama proprio come la mia nonna e, nel romanzo, è la nonna. E nella Elsa del romanzo ho rivisto la mia nonna. Una vera emozione.
Le vicende di questa famiglia scandiscono il tempo del piccolo paesino di Roccachiara e i cambiamenti sociali delineano gli anni che passano. I colpi di scena non mancano e, anzi!, per me è stato un vero colpo di scena anche il finale. La storia si sviluppa tra luci ed ombre, o meglio, tra luce e tenebra, in un continuo incontro-scontro tra la normalità (che poi la normalità cos'è?) e l'unicità di queste donne che si trovano a combattere contro una società che non le accetta e le vede come un pericolo.
Una storia di donne. Una storia d'amore, più o meno convenzionale. Una storia di amicizia. Una storia di morte e morti. Una storia di acqua, di sogni e di rivelazioni.

Non so davvero cosa altro dire, ogni parola sarebbe inutile. Io vi consiglio soltanto di leggerlo (se già non lo avete fatto). Merita. Merita davvero. Sono stata risucchiata da questo romanzo e ne sono uscita soddisfatta delle lettura, ma un po' triste perché la storia era finita. Riporre questo romanzo sullo scaffale è un piccolo dispiacere perché è stato amore sin dalla prima pagina. E proprio con un estratto che parla dell'amore vorrei concludere questo mio breve pensiero. Vi regalo le parole di Fortuna, che sono diventate un po' anche mie, e che forse diventeranno un po' anche le vostre. Alla prossima!
Ho amato quella testa una volta, e forse la amo ancora. [...], penso che la cosa più facile del mondo sia amare qualcuno, eppure c'è chi non ci è mai riuscito. La gente si ama, si ama continuamente. L'ho visto. Le persone sbandierano il loro amore a  chiunque, te lo sbattono in faccia con arroganza. Amare qualcuno e avere qualcuno che ti ama è qualcosa che ti rende migliore, una garanzia agli occhi degli altri. Penso che è amore represso. E' bigiotteria, non vale niente. E' lucente in superficie, ma dentro è nero, rugginoso, si inceppa e non funziona. L'amore, quello vero, è quello che la gente nasconde. Quello che rende fragili e cattivi, quello che rende meschini. Quello che rende avidi. Disposti a tutto. L'amore è scuro, vischioso, è il sangue che si addensa e chiude i contorni di una cicatrice. La patina ruvida e opaca che si è depositata sulle ossa consumate di Luce, a quello assomiglia l'amore. E' muffa, che ti vive addosso mentre tu sei morto. Quello che non vorresti far vedere a nessuno. L'amore che ti vergogni di provare.

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