Titolo: La fiera navigante.
Autore: Livio Garzanti.
Casa Editrice: Garzanti.
Pagine:162.
Trama: Nel novembre del 1946 parte da Genova una vecchia nave carboniera. Ha imbarcato una piccola folla di italiani che, primi dopo la guerra, attraverseranno l'Atlantico per portare in Brasile e in Argentina le nuove speranze d'Italia. Sono poveri mercanti, ma anche ingegneri, noti uomini d'affari e attori famosi, ex fascisti ed ex partigiani: un vasto campionario dell'Italia di quegli anni incerti. Una Fiera mercato dovrà essere allestita nelle stive. Sulla nave è salito uno studente di filosofia per sfuggire all'autorità di un padre ricco, per lasciare una Milano desolata e per cercare un mondo nuovo che non ha conosciuto la guerra. Nel viaggio il giovane, pur rimanendo estraneo alla gente che gli è attorno, farà un'esperienza di vita tra il reale e il fantastico. E' una storia molto simile a una storia vera, un romanzo d'avventura ma anche un romanzo di formazione. E un documento vivo di un tempo che nessuno più ricorda.
Un libro scritto agli inizi degli anni '90 che ho scovato alla vendita estiva della Biblioteca Comunale. L'ho comprato perché mi attirava moltissimo la copertina e, poi, anche la trama non sembrava affatto male. Invece il libro si è dimostrato una mezza delusione. Ho fatto una fatica terribile a leggerlo. Non credo di averci mai messo tanto a leggere un libro di 160 pagine!
Mi sento di definire questo libro come "un libro anni '90", o almeno a me ha dato questa impressione. Lo stile, la storia, i personaggi, sembrano scritti apposta per un lettore di vent'anni fa. Oggi, lo stile (a tratti pesante, spesso complicato) e il protagonista assumono un aspetto tra il grottesco e il divertente. Negli anni la storia ha perso spessore, non è più una novità.
Melegari, il protagonista, è uno studentello in cerca di...in cerca di cosa bene non si sa! Avventura, forse. Amore. Una nuova vita. Un po' di tutto e un po' di niente. Viaggia per fuggire dal padre, però non disdegna i soldi che papino gli invia oltre mare. Viaggia per avventura, ma nel momento in cui la nave diviene inutilizzabile, ritorna a Milano in aereo con i soldi di papà. Viaggia per fare qualche esperienza amorosa, ma poi vive di un amore platonico fin quasi alla fine del romanzo quando la sua donna se lo fa amante vista la sua famiglia di provenienza.
Da titolo e trama mi ero immaginata una fiera colorata, ricca, animata. E invece di fiera soltanto un riflesso lontano. La fiera, che dovrebbe essere allestita da degli schiavi (che si buttano a mare quando la costa è visibile) nelle stive, viene "allestita" sono sul finale dall'armatore in bancarotta per riscattare la nave. Per il resto del libro, i passeggeri ad ogni porto cercano di svendere vecchi cimeli, giornali o promesse dell'Italia che era stata, a migranti italiani che dell'Italia ricordano ormai solo nome e leggende.
Ho trovato questo libro triste. Tutta la vicenda viene raccontata dal protagonista che, a mio avviso, parte solo per farsi un giro con i soldi di papà (che tanto disdegna, ma che usa). Melegari vive di filosofia e idee. Non conosce la vita vera e nemmeno vuole conoscerla. Parte per distaccarsi dal padre, ma alla fine torna da lui e fa quello che vuole lui. Melegari non è l'eroe del romanzo e un romanzo senza eroe su cosa si regge (e non intendo per eroe colui che salva la donzella e cose così, ma un protagonista solido, sul quale la storia calza bene...)? Il tema del dopoguerra e degli emigranti italiani fanno solo da contorno. Invece avrebbero potuto costituire quel qualcosa in più che avrebbe reso il romanzo più appetibile. La sola storia di Melegari non fa di questo libro un buon libro.
Peccato, pensavo meglio. Ma ogni tanto un libro non soddisfacente ci sta. Voi lo avete letto? Ditemi la vostra! Alla prossima!
Mi sento di definire questo libro come "un libro anni '90", o almeno a me ha dato questa impressione. Lo stile, la storia, i personaggi, sembrano scritti apposta per un lettore di vent'anni fa. Oggi, lo stile (a tratti pesante, spesso complicato) e il protagonista assumono un aspetto tra il grottesco e il divertente. Negli anni la storia ha perso spessore, non è più una novità.
Melegari, il protagonista, è uno studentello in cerca di...in cerca di cosa bene non si sa! Avventura, forse. Amore. Una nuova vita. Un po' di tutto e un po' di niente. Viaggia per fuggire dal padre, però non disdegna i soldi che papino gli invia oltre mare. Viaggia per avventura, ma nel momento in cui la nave diviene inutilizzabile, ritorna a Milano in aereo con i soldi di papà. Viaggia per fare qualche esperienza amorosa, ma poi vive di un amore platonico fin quasi alla fine del romanzo quando la sua donna se lo fa amante vista la sua famiglia di provenienza.
Da titolo e trama mi ero immaginata una fiera colorata, ricca, animata. E invece di fiera soltanto un riflesso lontano. La fiera, che dovrebbe essere allestita da degli schiavi (che si buttano a mare quando la costa è visibile) nelle stive, viene "allestita" sono sul finale dall'armatore in bancarotta per riscattare la nave. Per il resto del libro, i passeggeri ad ogni porto cercano di svendere vecchi cimeli, giornali o promesse dell'Italia che era stata, a migranti italiani che dell'Italia ricordano ormai solo nome e leggende.
Ho trovato questo libro triste. Tutta la vicenda viene raccontata dal protagonista che, a mio avviso, parte solo per farsi un giro con i soldi di papà (che tanto disdegna, ma che usa). Melegari vive di filosofia e idee. Non conosce la vita vera e nemmeno vuole conoscerla. Parte per distaccarsi dal padre, ma alla fine torna da lui e fa quello che vuole lui. Melegari non è l'eroe del romanzo e un romanzo senza eroe su cosa si regge (e non intendo per eroe colui che salva la donzella e cose così, ma un protagonista solido, sul quale la storia calza bene...)? Il tema del dopoguerra e degli emigranti italiani fanno solo da contorno. Invece avrebbero potuto costituire quel qualcosa in più che avrebbe reso il romanzo più appetibile. La sola storia di Melegari non fa di questo libro un buon libro.
Peccato, pensavo meglio. Ma ogni tanto un libro non soddisfacente ci sta. Voi lo avete letto? Ditemi la vostra! Alla prossima!
Ciao! Non conoscevo questo libro, sono sincera, ma mi è piaciuta la tua recensione e la tua onestà riguardo al fatto che non ti sia piaciuto :) Ti seguo!
RispondiEliminaCiao!!! Ti ringrazio... :)
EliminaOgni tanto fa bene leggere qualcosa di "sbagliato". Così si può migliorare e ricercare titoli più accattivanti...