mercoledì 27 gennaio 2016

Drink tea and read books...weekly. #7

Salve lettori!
Ormai le settimane sono ben scandite da questa rubrica che ci terrà compagnia sicuramente fino a Pasqua (poi deciderò). Quindi, saltiamo inutili presentazioni ed introduzioni e cominciamo!

Prince of Wales (Twinings).

Un tè nero dal sapore delicato e lineare. Ideale sia la mattina che il pomeriggio. A me piace molto, e ancora di più con l'aggiunta di un cucchiaino di miele. Non so, ma acquista quel pizzico di ricercatezza ed equilibrio che altrimenti gli manca.
Gli aggettivi di oggi sono: delicato, lineare ed equilibrato.




Delicato: La casa delle colline dorate, Aimee Liu.

Ci sono lettere che sembrano scritte con l'inchiostro stesso della vita, capaci in poche righe di dare senso a un'intera esistenza. Hope Newfield ha sempre creduto nell'amore e quando nel 1941, poco prima di Pearl Harbor, riceve a Los Angeles una lettera che il marito le ha spedito dalla Cina dilaniata dalla guerra, i ricordi hanno il sopravvento... Correva l'anno 1906 quando si incontrarono per la prima volta: lei insegnava inglese agli studenti stranieri di Berkeley; lui era Liang Po-yu, un intellettuale cinese idealista e rivoluzionario, erede di una famiglia aristocratica, con negli occhi il sogno della democrazia. In un'epoca, gli inizi del secolo, e in una terra, la California sconvolta dal terremoto, in cui non si aveva pietà per i cinesi, il loro sentimento ha sfidato ogni convenzione, superando le differenze di razza e cultura e i nodi della storia che per quarant'anni avrebbero opposto Oriente e Occidente. Hope, ribattezzata Hsin-hsin, cioè Speranza in mandarino, sceglie per il suo amato il nome occidentale di Paul Leon: i due si sposano, hanno dei figli in America, ma quando l'attesa rivoluzione del 1911 spazza via l'ultima dinastia imperiale, la coppia si trasferisce nel nuovo mondo d'Oriente. In patria Paul insegue senza sosta il suo ideale politico, mettendo a dura prova il loro rapporto, che proprio nelle avversità troverà fresca linfa vitale... Un romanzo di straordinario impatto emotivo - in cui campeggia la figura di Hope, una donna forte e appassionata - sulla scia di indimenticabili successi come Padiglioni lontani e Shogun.

Un libro bellissimo, intenso ed emozionante, ma allo stesso tempo ricco di quella delicatezza propria degli orientali. Ho letto questo libro quando ero ancora una ragazzina, ma lo porto nel cuore ed è un dei pochi libri letti in adolescenza che ancora campeggiano nella mia libreria. Qualcosa vorrà pure dire...

Lineare: Lettera al padre, Franz Kafka.

Mai come nella Lettera al padre, scritta nel novembre del 1919, affidata alla madre senza tuttavia giungere al destinatario, Kafka ci ha dato un ritratto così lucido di sé. E molti dei motivi che vengono toccati in questa confessione anche spietata - primo fra tutti quello di "un immenso senso di colpa" - non possono che ricordare i suoi personaggi più famosi. Quello che qui viene messo in scena è un vero e proprio conflitto. Figura che incarna un'autorità assoluta, che "ha l'aspetto enigmatico dei tiranni, la cui legge si fonda sulla loro persona, non sul pensiero"; agli occhi di Kafka il padre appare come il tipico rappresentante di un mondo da cui egli invece si sente escluso: pratico, utilitaristico, ben lontano dalle sue aspirazioni. Così, in pagine di forte impatto emotivo, Kafka svela la sua natura di "figlio disederato" e proscritto, non compreso nella vocazione di scrittore, inquieto e in cerca di conferme quanto il suo avversario ostenta sicurezza. Nel saggio posto in appendice Georges Bataille indaga in modo provocatorio sui momenti di questa contesa. L'esperienza di Kafka diventa anche occasione per interrogarsi sul senso ultimo della letteratura. Forse nessun altro scrittore ha saputo mostrare come quel senso sia tutt'uno con la vita stessa.

Un libro, una lettera, una confessione. Un figlio che scrive apertamente al padre rivelando cose che mai prima era riuscito a pronunciare ad alta voce. Un figlio che potremmo essere noi. Un genitore che potremo essere noi. Un frammento di vita che, poco o tanto, racconta della vita di tutti. Un libro che esprime linearmente i pensieri di un figlio e il rapporto conflittuale con il genitore. Breve, ma bellissimo.

Equilibrato: La vita quando era nostra, Marian Izaguirre.

Madrid, anni Cinquanta. Lola e Matías vivono di libri: da quando la guerra civile ha cambiato la faccia e le strade della città, e la casa editrice in cui Matías lavorava ha chiuso i battenti, i due hanno deciso di aprire una libreria. Una libreria di libri già letti: libri usati, passati di mano in mano e di vita in vita, che Matías va raccogliendo per le case e le vie di Madrid. Proprio mentre, carico di una pila di volumi, Matías si inerpica per la stradina della sua libreria, una donna lo vede. Si incuriosisce e comincia a seguirlo. La donna, inglese, si chiama Rose. E, come Matías e Lola scopriranno, ha un passato molto misterioso. Un passato che sta tutto dentro le pagine di un libro. Ed è proprio grazie a un libro che Lola e Rose fanno amicizia: quello sistemato su un leggio all'ingresso della libreria, che leggono insieme, pagina dopo pagina. Nessuna delle due, però, può immaginare che quella lettura cambierà la vita di entrambe e le sorti della libreria... Perché un giorno senza libri è un giorno perso, e la vita com'era prima prima della guerra, prima della dittatura - può ritornare solo a patto di non dimenticare il passato.

Un libro in cui c'è tutto. Mistero, amore, amicizia, Storia, dolore. Ma tutto è pesato, misurato, niente di troppo, niente di troppo poco. Un romanzo piacevole e scorrevole. Consigliato!



Chi ha scritto il post? Antonella, admin di If you have a garden and a library, Blogger, Bookaholic. Appassionata di libri, musica, film e natura, colleziona libri, istantanee e ricordi. Classe 1989, aspirante ingegnere junior e clarinettista per diletto.

2 commenti:

  1. Il Prince of Wales è uno dei miei tè preferiti, che scelgo spessissimo quando decido di berne una tazza di sera, magari proprio mentre leggo o guardo qualcosa prima di andare a letto.
    Dei libri che proponi oggi conosco solo quello di Kafka, un autore per il quale non riesco ad esprimere i miei pensieri e sentimenti perché lo considero troppo oltre. Lettera al padre però mi manca, e un po' mi spaventa. Ma senz'altro mi farò coraggio e lo leggerò, perché Kafka è uno dei tanti di cui va letto tutto ^^

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    1. "Lettera al padre" merita. Uno dei miei Kafka preferiti.
      Il Prince of Wales è una scoperta recente per me, ma mi piace tantissimo!

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