Ma Ol'ga non era astuta; egli lo vedeva chiaramente. All'astuzia ricorrono solo le donne più o meno limitate. Esse, in mancanza di una retta intelligenza, muovono le molle della piccola vita quotidiana per mezzo dell'astuzia, intrecciano come un ricamo la loro politica casalinga, non accorgendosi come si svolgano le linee principali della vita e da che parte si dirigano e come si incrocino. L'astuzia è una moneta spicciola con cui non si può comprar molto. Come con una moneta spicciola si possono vivere una, due ore, con l'astuzia si può nascondere qualche cosa, ingannare, alterare la realtà, ma essa non basta per abbracciar con lo sguardo il lontano orizzonte, per dar principio e fine a qualche evento importante. L'astuzia è miope: vede bene solo sotto il naso, ma non lontano e perciò spesso finisce col cadere essa stessa in quella trappola che ha teso ad altri. Ol'ga era semplicemente saggia: come aveva facilmente e chiaramente risolta la questione d'oggi, così ne avrebbe risolta qualunque altra! Ella vedeva subito il senso reale di un avvenimento e l'affrontava per la via diretta. L'astuzia è come un topo: corre intorno, si nasconde...il carattere d'Ol'ga era del tutto diverso.
Cos'è l'astuzia? Come possiamo definire l'astuzia al giorno d'oggi? E cosa pensavano centocinquanta-duecento anni fa? A chi appartiene l'arte dell'astuzia?
Oblomov crede che l'astuzia sia una dote innata di chi non ha altri mezzi per affrontare gli ostacoli della vita, ovvero di tutte quelle persone di scarsa intelligenza. L'astuzia è qualcosa di negativo che non può che portare a cose ancora più negative. Ma l'astuzia non è, forse, anche quel qualcosa che ti permette di escogitare qualcosa anche un tantino più in là del tuo naso? L'astuzia è una dote essenziale che va somministrata con cautela e a piccole dosi, ma se ben miscelata serve e aiuta. E, forse, un pizzico di astuzia ad Oblomov male non farebbe (spero che nelle prossime pagine si svegli un po'!).
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