Titolo: Rosa candida.
Autore: Auður Ava Ólafsdóttir.
Casa Editrice: Einaudi.
Pagine: 206.
Trama: Rosa candida riesce a fare quello che ogni lettore si aspetta da un libro: trasportarti in un luogo sicuro, al di fuori del tempo, in uno stato di perfetta innocenza e felicità. Un luogo non molto diverso, a pensarci bene, da quello che raggiunge il giovane Lobbi, giardiniere per vocazione e genitore per caso: il roseto incantato di uno sperduto monastero. Qui un monaco cinefilo si prenderà cura di lui, delle sue rose e delle sue paure. Ma la cosa più grande che imparerà il candido e stralunato Lobbi sarà l'essere padre.
Lobbi ha ventidue anni quando accetta di prendersi cura di un leggendario roseto in un monastero del Nord Europa. È stata la madre, morta da poco in un incidente d'auto, a trasmettergli l'amore per la natura, i fiori e l'arte di accudirli, il giardinaggio. Così Lobbi decide di lasciare l'Islanda, un anziano padre perso dietro al quaderno di ricette della moglie, e un fratello gemello autistico. Lascia anche qualcun altro: Flóra Sól, la figlia di sette mesi avuta dopo una sola notte d'amore (anzi, precisa lui, «un quinto di notte») con Anna.
Con sé Lobbi porta alcune piantine di una rara varietà di rose a otto petali, molto cara alla madre, la Rosa candida. Questi fiori saranno i silenziosi compagni di un viaggio avventuroso come solo i viaggi che ti cambiano la vita sanno essere. Ad accoglierlo al monastero c'è padre Tommaso, un monaco cinefilo che con la sua saggezza e una sua personale «cineterapia » saprà diradare le ombre dal cuore di Lobbi. Ma sarà soprattutto l'arrivo di Anna e Flóra Sól in quell'angolo fatato di mondo a provocare i cambiamenti più profondi e imprevisti nell'animo del ragazzo. Perché, per la prima volta, Lobbi scopre in sé un desiderio nuovo, che non è solo amore per la figlia e attrazione per Anna: è il desiderio di una famiglia.
Rosa candida è una gemma piccola ma preziosa che in Francia è diventata un autentico caso letterario grazie al passaparola di lettori e librai affascinati dalla sua forza pacata e magnetica. I commenti dei critici e quelli dei lettori sono unanimi nel riconoscere a Rosa candida qualità che sconfinano nell'incanto: «A volte, - scrive una lettrice su internet, - hai l'impressione di sentire il profumo delle rose uscire da queste pagine. Un profumo che si mescola con quello del neonato che diventa lentamente un bambino». Oppure, un altro lettore: «Che splendida storia: pura e rinfrescante come una cascata!» Mentre «Le Point» scrive: «Quanto è dolce questo romanzo, e quanto è delicato e profondo! Di una purezza rara. Può darsi che i bambini non nascano tra le rose, ma una cosa è certa: in Islanda i romanzi sì». Insomma, un entusiasmo contagioso: «Invidio chi non ha ancora letto Rosa candida».
Desideravo leggere questo libro da moltissimo tempo. Credo, addirittura, che il titolo sostasse nella mia wish list da tre anni. Non ne avevo sentito parlare molto, ma mi ero imbattuta nella copertina per caso e me ne ero innamorata (ennesimo esempio di come io scelgo i libri in base alla copertina).
Il mese scorso, come ben sapete, c'era la promozione Einaudi che prevedeva, con l'acquisto di due volumi, l'omaggio di un telo mare libresco. Ebbene!, poteva la sottoscritta lasciarsi sfuggire l'occasione? Ovviamente no. Ho quindi acquistato due libri Einaudi, uno dei quali, per l'appunto, è Rosa candida.
Parlando con alcune persone che mi seguono anche sui vari social, mi sono accorta di come questo romanzo sia sconosciuto ai più. Ed è un vero peccato perché il libro è bellissimo, una favola moderna scandita dalle stagioni delle rose.
Su questo romanzo Paolo Giordano ha detto: << Rosa candida ubbidisce al tempo sospeso delle fiabe: una bella boccata d'ossigeno>>. Ecco, è la descrizione perfetta. Un romanzo moderno senza tempo, ambientato in un angolo tranquillo di mondo e scandito soltanto dalle stagioni e dalle regole della natura.
Lobbi è un ragazzo ventiduenne che si lascia alle spalle l'Islanda, suo padre, il fratello gemello autistico, la sua bambina e la madre della bambina, per andare in un paese del Nord Europa alla ricerca di se stesso e per inseguire la sua più grande passione: le rose. Dopo mille peripezie, classiche dei viaggi avventurosi in solitaria e on the road, Lobbi raggiunge la sua meta: un monastero famoso in tutto il mondo per il suo giardino. Il compito di Lobbi sarà quello di rimettere in sesto il giardino, rimettendo così in sesto anche la sua anima.
Tra pensieri sulla morte, sul sesso e sulla famiglia, passando per film d'autore nelle più disparate lingue del mondo, sotto la guida di Padre Tommaso, Lobbi capirà fino in fondo i propri sentimenti ed il suo Io più nascosto, scoprendosi un ragazzo diverso da quello che aveva sempre immaginato.
Le rose rappresentano per Lobbi il legame eterno con la madre, morta prematuramente in un incidente d'auto. Nel roseto del monastero, Lobbi ritrova la sua dimensione più autentica e riesce a dare un senso e risposte a tutto quello che gli passa per la testa. Le rose sono la naturale estensione del suo Io che, rottosi in mille pezzi, deve essere ricostituito e rinsaldato da nuovi sentimenti e nuovi pensieri.
Flóra Sól rappresenta, invece, per Lobbi il passaggio all'età adulta e il tempo secondo il quale scandire pensieri più maturi e desideri più autentici. Il rapporto che si crea con la bambina è quasi commovente; padre e figlia crescono insieme in un vortice di fatti, storie e momenti indimenticabili. Con la vicinanza della bambina, Lobbi riconosce le sue reali necessità e i suoi desideri più autentici.
Lo stile narrativo è dolce e delicato. Il romanzo scorre secondo le tempistiche della fiaba e si conclude come una fiaba:
«Avanziamo lentamente verso il coro, dove il sole rosso arancio apparirà all'alba. A poco a poco la luce delicata si apre un varco tra le vetrate variopinte, e si spande dentro la chiesa come un velo leggero di cotone bianco. Mia figlia è immobile sulle mie spalle. Mi faccio schermo con la mano e fisso lo sguardo direttamente nello splendore accecante. È allora che la vedo, lassù, nella vetrata del coro: la rosa purpurea a otto petali. Nello stesso momento in cui il primo raggio trafigge la corolla e va a posarsi sulla guancia della bimba».
Conclusa la lettura, un sorriso ebete si stampa sulla faccia del Lettore (o almeno a me è successo) per la serenità e la speranza che infonde questa storia.
Ovviamente, l'autrice tratta anche altre tematiche nel romanzo: la morte della madre, l'autismo del fratello, il viaggio, le priorità della vita, l'amore e via dicendo. Ma tutti questi elementi fanno da sfondo a quello che è il fulcro del libro, ovvero, il ritrovare se stessi e scoprire il proprio posto nel mondo.
Un romanzo di viaggio e formazione, delicato e intimo, che regala emozioni incredibili. Una scrittura semplice e d'effetto. Un protagonista nel quale tutti possiamo riconoscerci almeno un pochino.
Un libro bellissimo, assolutamente da leggere e scoprire, pagina dopo pagina, magari seduti in un roseto, con il profumo delle rose in fiore che si diffonde nell'aria, per ricreare la magia del roseto di Lobbi e della sua vita.
Un libro bellissimo, assolutamente da leggere e scoprire, pagina dopo pagina, magari seduti in un roseto, con il profumo delle rose in fiore che si diffonde nell'aria, per ricreare la magia del roseto di Lobbi e della sua vita.
Da acquistare! ;)
RispondiEliminaAssolutamente! :)
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