Salve lettori!
Oggi sono qui per il penultimo appuntamento delle presentazioni sul blog. Come ho già accennato un mesetto fa, per un po' di tempo non ospiterò più presentazioni e segnalazioni (almeno che non si tratti di libri nei quali credo moltissimo), ma avevo ancora alcuni appuntamenti in sospeso quando ho preso questa decisione e li porterò, ovviamente, a termine. Uno di questi appuntamenti in sospeso è quello con Sara Dardikh.
Il libro.
Jennifer Milton, figlia di John e Elisabeth, è colei che può rappresentare il dolore soltanto con i suoi occhi. Occhi verdi di una bambina,che a soli sette anni,hanno assistito alla morte della madre.
Ma come poteva sapere lei? Come poteva sapere che quella fredda notte a Mahnattan avrebbe sradicato la sua vita trascinandola in una fossa di angoscia? Quando un gruppo di uomini decisero di derubare lei e la madre in uno dei numerosi vicoli bui di Mahnattan, Jennifer era troppo piccola per capire in realtà la gravità del pericolo davanti a quegli uomini. Cercò di opporre resistenza, credendo di essere coraggiosa, ma l'unica cosa che ottenne fu la rabbia di coloro che cercarono di derubarle. Nel correre, alla ricerca di una via di fuga, uno sparo segnò la fine dei suoi sorrisi e l'inizio delle sue lacrime. Rimase li stesa,sotto la pioggia, mentre il sangue di sua madre le colava dalle mani e un ragazzo teneva la pistola puntata sulla sua testa. Mentre lei gridava aiuto a quel ragazzo, con la medaglietta argentata e un tatuaggio sul braccio, lui non si muoveva e continuava a tenere la pistola puntata contro Jennifer. Indeciso sul da farsi,chiedendosi se aveva davvero il coraggio di sparare a una bambina, stesa vicino al corpo morto e freddo della madre. Da quella notte il tempo per Jennifer scorre senza viverlo per davvero. Alzarsi solo per respirare. Mangiare solo per tenersi in forza. Dopo quell'accaduto, il padre (uomo molto potente e con una posiziona stabile sull'economia a Mahnattan) decide di trasferirsi a Londra. Decisione presa per evitare i mille sguardi e le mille domande e anche perché i ricordi in quella città sono troppi. Ma il lavoro di John,quando ormai Jennifer ha 18 anni, li fa ritornare a Mahnattan. Lei è riluttante, come se dentro se stessa sapesse che qualcosa sta per succedere,qualcosa che potrebbe farla ricadere in quella fossa in cui si sentiva sepolta. E forse quel qualcosa,invece,è un qualcuno. Josh Cliver, figlio di Daniel e Margaret, con un passato sempre pronto a tormentare il suo presente. Un amore che lo ha usato e infine gettato. Un gruppo di amici che si è approfittato di lui trascinandolo nel baratro. La scomparsa di suo fratello. Questo è quello che in realtà Josh nasconde dietro ai suoi occhi scuri e al suo sorriso malizioso. Jennifer e Josh si scontreranno come in una battaglia numerose volte, senza rendersi conto di alzare l'ascia di guerra, per poi difendersi a vicenda. Ma c'è un legame ancora più forte che li lega senza che loro ne siano consapevoli. Troppe insidie e tristezza per Jennifer e Josh che però li porteranno ad avvicinarsi sempre di più. In un amore che non sapevano nemmeno che esistesse.
Anche per questa presentazione, mi è stata fornita una bella intervista dalla quale attingere per darvi qualche informazione in più sull'autrice e sul libro. Ho quindi scelto le tre domande che più mi sono piaciute per chiudere questa segnalazione. Ovviamente, non sono opera mia, ma ve le riporto come estratto di un'intervista più lunga e corposa.
Perché una lettrice dovrebbe leggere il tuo libro?
Beh io non costringo nessuno (leggete il libro!) però credo di aver messo molti aspetti della vita di tutti i giorni in Baci nell'ombra. La difficoltà dei genitori con i figli, il quanto è difficile per un adolescente riuscire a fa parte di qualcosa, amori nuovi e vecchi, il dolore per una morte, la rabbia verso il mondo, il quanto le persone possono essere meschine, i tradimenti, la gioia che possono dare le semplici cose, l'inaspettato e chi più ne ha più ne metta. Sono cose che percepiamo tutti i giorni e molti lettori si sono sentiti parte di qualcosa leggendolo ed era proprio quello a cui volevo arrivare.
Che cosa ti ha spinta a scrivere?
Una mia amica. Nel vero senso della parola perché mi ha proprio spinta verso il computer e mi fa: ora scrivi.
Aveva trovato le bozze di Baci nell'ombra e ha preteso che io scrivessi perché le sembrava qualcosa di davvero buono. Io ovviamente rifiutai ma le sue parole mi frullarono in testa un bel po' e alla fine decisi di mettermi alla prova. Per vedere in quanti avrebbero condiviso il mio mondo.
Tre persone da ringraziare.
Grazie ai miei genitori che continuano a sostenermi con i libri. Che sono stati dietro ai miei scleri come i miei amici e che ahimè hanno tirato fuori il portafogli più volte.
Grazie a Vilma e Tino che mi hanno tirata su fin da piccola e hanno sempre creduto che avrei potuto realizzare i miei sogni.
Grazie a tutti i miei favolosi lettori che continuano a seguirmi e far passa parola. All the love.
Io ringrazio chi mi ha dato, anche questa volta, la possibilità di presentarvi anche questo libro. Personalmente vi do appuntamento alla prossima presentazione (che sarà, per il momento, l'ultima).
Alla prossima!
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