lunedì 19 settembre 2016

Fisica della malinconia, Georgi Gospodinov.

Titolo: Fisica della malinconia.
Autore: Georgi Gospodinov.
Casa Editrice: Voland.
Pagine: 335.

Trama: Un ragazzo è affetto da una strana sindrome: soffre di empatia, è capace di immedesimarsi nelle storie degli altri. Inizia così un viaggio nel mondo del possibile, nel labirinto dei sentimenti mai provati, delle cose mai accadute eppure reali più del reale stesso. Questo “io” coraggioso e impertinente va e viene dal passato, fa incursione in un futuro di cui abbiamo già nostalgia, e ritorna con un inventario di storie sull'autunno del mondo, sui Minotauri rinchiusi in ognuno di noi, sulle particelle elementari del rimpianto, sul sublime che può essere ovunque.



Breve premessa. Faccio il filo alla collana Sìrin e, soprattutto, alla collana Sìrin Classici della Voland da un bel po', ma purtroppo qui in zona non ci sono molte librerie con questi titoli e quando compro un certo genere di libri non amo acquistare online, ho bisogno di toccare il libro con mano prima di aprire il portafoglio. La scorsa settimana, però, sono uscita in compagnia di una cara amica che, oltre ad avermi regalato questo magnifico volume, mi ha fatto scoprire che esiste da poco una libreria qui in zona che vende titoli a me congeniali. Non potete immaginare la mia gioia! Da una parte avevo ricevuto un regalo che, già al primo sguardo, mi aveva fatto innamorare; dall'altra, ora so dove poter andare quando cerco titoli particolari non così conosciuti. Quindi preparatevi!, perché questa sarà solo la prima di una serie di recensioni di libri diversi dal solito. Fine.
empatia./em·pa·tì·a/.sostantivo femminile
In psicologia, la capacità di porsi in maniera immediata nello stato d'animo o nella situazione di un'altra persona, con nessuna o scarsa partecipazione emotiva.
Nella critica d'arte e nella pubblicità, la capacità di coinvolgere emotivamente il fruitore con un messaggio in cui lo stesso è portato a immedesimarsi.
Volevo partire dal significato di empatia per parlare del romanzo perché è alla base di tutto il libro, collega, come un filo invisibile, tutta la narrazione, fa entrare in contatto il possibile e l'impossibile, il passato e il futuro, il reale con l'immaginario.
Empatia non è solo la capacità del protagonista di immedesimarsi nelle storie altrui, ma è anche quello che prova il Lettore una volta che ha superato lo scoglio delle prime pagine che, ad un animo poco attento, possono sembrare solo un gran pasticcio di parole, ma che, se si pone più attenzione, si rivelano le coordinate per un lungo viaggio fatto di storie, sentimenti e paure. 

Fisica della malinconia è un romanzo incredibile. Perché? Innanzitutto parla di noi (inteso come umanità), parla delle sensazioni che ci appartengono e delle cose dalle quali scappiamo. E poi è scritto benissimo, in modo assolutamente singolare e diretto. Non si può non apprezzare questo romanzo, è matematicamente impossibile. Non saprei in quale categoria collocarlo (che poi, le categorie a cosa servono?!), forse meriterebbe un genere a sé. 
Io mi sono innamorata fin da quell'iniziale "Io siamo." e sono stata travolta da un turbinio di sensazioni ed impressioni fino a quel finale "Io fummo.". Tutto quello che ci sta nel mezzo è Letteratura, critica letteraria, vissuto personale e magia narrativa. Mi sono lasciata cullare dalle parole di Gospodinov e ho viaggiato nel tempo. Ho visto la sofferenza del Minotauro, ho ascoltato le storie di Sharazàd, ho seppellito la mia personale capsula del tempo, ho vissuto mille vite o forse nessuna.

Vorrei poter spiegare meglio quello che ho provato leggendo questo romanzo, ma temo sia troppo complesso e intimo. Un libro così viene riscritto ogni volta per ogni Lettore. Quello che ci ho visto io, probabilmente, non potreste vederlo voi perché si tratta di un libro che si legge con il proprio vissuto, prima ancora che con il cervello. Le nostre esperienze personali sono solo nostre e di nessun altro ed è per questo che ci sarà chi si è ritrovato maggiormente nel Minotauro, chi nelle particelle elementari, e via dicendo. 
Per quanto mi riguarda, questo libro ha toccato corde molto profonde del mio essere e, se ne avessi avuto il coraggio, avrei sottolineato citazioni su citazioni perché merita davvero. Tra le molte che mi sono piaciute, vorrei condividerne con voi una che non avevo ancora condiviso da nessuna parte (se mi seguite sui social vi sarete visti sommergere dalle citazioni i giorni scorsi, scusate!).
Ho smesso di uscire, non rispondo al telefono, ho cambiato i negozi dove andavo a far la spesa per non consolidare le conoscenze triviali di tutti i giorni. Ho riflettuto a fondo su come formulare risposte in difesa. Avevo bisogno di un nuovo scudo di Achille contro la stupidità. Di trovare una riposta che non moltiplichi l'inettitudine e non slitti a vuoto come un cliché. Una risposta che non ti costringa a usare frasi fatte, una risposta che non menta, ma che al contempo non riveli cose che non vuoi rivelare. Una risposta che non presupponga l'avvio di una lunga e insensata conversazione.
Quale falsa tradizione di etichetta l'ha mai preparata, come si è fatta largo nei secoli questa domanda ipocrita? "Come stai?", questo è il problema. That is the Question. (Il sublime "Essere o non essere" si è trasformato in questa domanda insignificante, ecco la dimostrazione della decadenza.)
Come stai?
Come stai?
Come stai?
Cosa rispondere a una domanda del genere?
Vedi, gli inglesi si sono fatti furbi e la hanno trasformata in un saluto. La hanno disossata, le hanno tolto il pungiglione inquisitorio.
"Come stai?" è la buccia di banana, sistemata con la massima gentilezza sotto le tue scarpe, il formaggio che ti adesca nella trappola del cliché.
Come stai? - il debole e spossante veleno della quotidianità. Non c'è una risposta aperta a questa domanda. Non c'è. So le risposte possibili, ma mi ripugnano, capite, mi ripugnano...Non voglio essere così prevedibile da rispondere "bene, grazie" oppure "così così, siamo ancora vivi" o anche "be', ci stiamo ancora riprendendo", o...
Non so come sto. Non posso essere categorico. Per rispondervi in maniera adeguata dovrei passare notti, mesi, anni, leggere torri di Babele di libri, scrivere, scrivere...La risposta è un intero romanzo.
Come sto?
Non sto. Punto.
Questa è la prima riga. E da qui in poi cominci la vera risposta. 
(Fisica della malinconia, Georgi Gospodinov - Descrizione di una fobia, Corridoio laterale)
Ecco, questo è il punto di tutto il romanzo in cui sono entrata più di tutto in empatia con il narratore. Perché? Semplice. La domanda "Come stai?" sortisce su di me lo stesso effetto che fa sulla me-studentessa la domanda "Quando ti laurei?". Mi mette a disagio, non so mai se devo rispondere sinceramente e quindi dare il via ad un monologo che potrebbe durare dai cinque minuti a delle ore, oppure se rispondere con un cortese ma non sincero "benino" e chiudere la faccenda. 
Nel descrivere il suo disagio il narratore ha descritto anche il mio ed è per questo motivo che ho deciso di regalarvi questa citazione. Vorrei sapere se anche voi vi ritrovate in queste parole (perché so per certo che molte persone della mia età ci si ritroverebbero) e se avete letto questo romanzo.

Io spero di avervi trasmesso quanto mi sia piaciuto questo libro e spero vorrete condividere nei commenti le vostre impressioni e sensazioni. Alla prossima!

2 commenti:

  1. Ogni citazione che ci regali mi fa venire più voglia di leggere questo libro. Mi ritrovo completamente nella difficoltà nascosta dietro una domanda semplice come "come stai?", pronunciata come un intercalare eppure di così impossibile risposta. E di fronte ad una verità così grande nero su bianco sul foglio nudo, come si può restare indifferente e non voler correre a trovare questo libro? Niente, lo devo leggere! Ormai è un'urgenza tassativa!!! ��

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    1. Ahahah ti ho proprio contagiata :D
      Sappi che ci sarebbero moltissime altre citazioni bellissime e assolutamente veritiere...
      Spero tu possa recuperare presto questo libro!!! ❤
      Sono curiosissima di conoscere la tua opinione!

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