Titolo: Paper Towns (Città di carta).
Autore: John Green.
Casa Editrice: Speak.
Pagine: 305.
Trama: Quentin Jacobsen è sempre stato innamorato di Margo Roth Spiegelman, fin da quando, da bambini, hanno condiviso un'inquietante scoperta. Con il passare degli anni il loro legame speciale sembrava essersi spezzato, ma alla vigilia del diploma Margo appare all'improvviso alla finestra di Quentin e lo trascina in piena notte in un'avventura indimenticabile. Forse le cose possono cambiare, forse tra di loro tutto ricomincerà. E invece no. La mattina dopo Margo scompare misteriosamente. Tutti credono che si tratti di un altro dei suoi colpi di testa, di uno dei suoi viaggi on the road che l'hanno resa leggendaria a scuola. Ma questa volta è diverso. Questa fuga da Orlando, la sua città di carta, dopo che tutti i fili dentro di lei si sono spezzati, potrebbe essere l'ultima.
Caro John,
io non so davvero da che parte iniziare per esprimerti il mio disappunto a proposito del tuo romanzo. Proverò a sbrogliare la matassa lasciando che le parole scorrano libere, così come mi vengono, ma promettimi che non ne avrai a male; in fin dei conti, sono solo una lontana vocina fuori dal coro dato che Paper Towns è piaciuto praticamente a tutti.
Ti avevo già letto alcuni fa e Cercando Alaska mi era piaciuto. Non ti avevo più incrociato sulla mia strada di lettrice, ma poi alcune settimane fa ho scambiato il tuo libro su AccioBooks e, devo ammetterlo, ero contenta. Potevo rileggerti ed esercitarmi con la lettura in lingua, tutto in un colpo solo.
Ho sempre seguito da lontano le tue vicissitudini: libri nuovi, interviste e via dicendo. Un po' per curiosità, un po' perché sapevo che ti avrei incontrato di nuovo. Quindi penso di poterti scrivere apertamente quel che penso...
Paper Towns è una bella idea, ma è lento e noioso. Ho trovato il tuo stile narrativo molto pesante e gli espedienti narrativi molto labili e traballanti. Ci ho messo due settimane a leggerlo (e sono solo trecento pagine!). Arrivata attorno a pagina cento volevo mollare, ma chi mi segue qui sul blog e in pagina mi ha incoraggiata ad andare avanti. Pensavo di trovare un colpo di scena, un qualcosa che regalasse spessore e dinamicità, ma non l'ho trovato.
Il tuo romanzo è il modello perfetto della storia adolescenziale e senza sugo per ragazzini considerati sciocchi e senza sogni. Passi il classico gruppetto di amici all'americana. Passino tutti quei luoghi comuni sulla gioventù moderna, sugli usi ed i costumi. Ma come si fa a scrivere di gente che molla tutto il giorno del diploma per intraprendere un viaggio di ricerca di una persona che, evidentemente e senza dubbi, fin dall'inizio non vuole essere trovata? Come si fa a scrivere una storia per giovani adulti senza mettere nel romanzo quel pizzico di pensieri profondi ed importanti che possano aprire la mente? Come si fa a pensare che due persone, una volta amiche, si ritrovino di notte per fare una serie di scherzi, che una delle due scompaia e che l'altro si metta sulle sue tracce? Dove sta il realismo? Quentin sembra quasi uno Sherlock Holmes di noi poveri comuni mortali, più bravo dei federali e più astuto di una volpe. Q. vede cose che noi umani non vediamo e mette insieme i pezzi del puzzle grazie all'aiuto di Radar che, più che un ragazzo, sembra un computer ambulante. Ma perché?
Ora, prima di chiudere, permettimi di spendere due parole anche sui personaggi. Sono tutti stereotipati, anonimi nella loro singolarità, senza grandi qualità reali e noiosi. L'unico che si salva, per un paio di scene esilaranti, è Ben. Ma non possono bastare alcune scene comiche per risollevare le sorti di questa lettera-recensione.
Mi dispiace, John, ma il tuo romanzo non mi è piaciuto. E mi dispiace due volte. La prima perché riponevo in te grandi speranze che, però, sono state soddisfatte solo sotto il profilo prettamente linguistico (mi sono esercitata bene con la lettura in lingua). La seconda perché il non aver apprezzato il tuo libro, mi costringe a darti un giudizio basso e questo farà diminuire di qualche punto la media-qualità delle mie letture dell'anno.
Non penso ti leggerò ancora, questa esperienza mi è bastata. Ma so che non ne farai una tragedia. In fin dei conti, hai tantissimi fan e moltissime recensioni positive dalla tua. Ti auguro tutto il meglio per il futuro.
Con simpatia,
Antonella
Ciao Antonella, molto bella l'idea di scrivere la recensione sotto forma di lettera!
RispondiEliminaIo ho visto il film - niente di troppo entusiasmante - e il libro mi aspetta sullo scaffale. Ho sentito dire che è molto simile a Cercando Alaska e, da quanto ho potuto vedere dal film - che non ti so dire se è fedele o meno al libro - hanno molti aspetti in comune.
Io non sono una grandissima fan di Green, ma i due titoli che ho nella libreria li leggerò.
Io serbavo un bel ricordo di "Cercando Alaska" forse dovuto all'età a cui lo avevo letto...
EliminaQuesto invece non mi ha catturata...
Fammi sapere cosa ne pensi una volta letto che sono curiosa! =)
A me era piaciuto veramente tanto :( mi spiace a te non abbia trasmesso le stesse emozioni...
RispondiEliminaComunque Green si rivolge ad un target molto giovane, dobbiamo tenerlo presente :)
Su questo hai ragione...il target di riferimento è davvero molto giovane...
EliminaCè da dire però che altri autori della stessa fascia d'età si fanno ugualmente meglio apprezzare anche dal pubblico adulto...cosa che in questo caso specifico non ho trovato... :)
Finalmente ce l'hai fatta a finirlo! Brava! Considerala una tua vittoria personale! E devo ammetterlo, questa faticaccia ti ha fatto sfornare una bellissima lettera/recensione che, oltre ad essere chiara ed esaustiva, è anche dannatamente divertente! :D Io di Green avevo letto solo Colpa delle stelle (l'ho letto un annetto fa, quindi ero già bella che grande) e l'avevo apprezzato abbastanza. L'ho trovato un bel romanzo per ragazzi, leggero ma con i giusti ingredienti per dare qualche spunto di riflessione (anche se Augustus era probabile quanto un cactus che balla, a partire dal nome). Non avevo in programma altre sue letture, ma se mai ce ne saranno, mi sa che Paper Town non sarà nella lista. La storia non mi sembrava un granché già quando avevo visto il trailer del film e la tua recensione ha confermato la noia iniziale! Grazie per esserti immolata per la causa! ^_^
RispondiEliminaUna grandissima vittoria personale!...io non leggerò altro di Green...ho dato a sufficienza e mi terrò il bel ricordo di "Cercando Alaska" provando a sorvolare sul pessimo incontro con "Paper Towns". :)
EliminaAnche io "uso" John Green per tenermi fresca con l'inglese! Finora ho letto soltanto Colpa delle stelle che, devo dire, nonostante qualche svolazzo un po' irreale nella trama che, da rompiscatole quale sono, mi ha fatto storcere il naso, avevo apprezzato molto: a partire dai personaggi che sono l'opposto, a quanto dici, di quelli di Paper Town e cioè molto ben delineati, particolari, maturi, riflessivi, proprio belli da leggere, e oltretutto era scritto benissimo.
RispondiEliminaDurante un viaggio avevo poi acquistato Looking for Alaska, ma sta ancora aspettando che io vinca la mia pigrizia.
Non pensavo che Paper Town fosse così pessimo xD guardando il trailer sì, sembrava la solita americanata però riponevo qualche speranza nel personaggio di Margot! Bene, se mai mi fosse venuta voglia di leggerlo più avanti diciamo che la tua letterina l'ha diminuita drasticamente! xD
Ahahah...una lettrice in meno per John! :D
EliminaLeggi Looking for Alaska invece perché alla me adolescente era piaciuto e ne serbo un bellissimo ricordo.