martedì 27 settembre 2016

Un segno invisibile e mio, Aimee Bender.

Titolo: Un segno invisibile e mio.
Autore: Aimee Bender.
Pagine: 236.
Casa Editrice: Beat.


Trama: Mona Gray, vent'anni, è innamorata dei numeri fino all'ossessione: l'ordine e la precisione dell'aritmetica le servono a difendersi dall'instabilità del mondo. Da quando il padre ha contratto una misteriosa malattia, infatti, Mona ha bloccato ogni propria aspirazione, ha paura di innamorarsi e si rifugia in una serie di piccoli gesti e oggetti scaramantici. Ma quando viene assunta come insegnante di matematica alle elementari, la sua vita - grazie a un'allieva fuori dal comune e a un collega capace di far breccia nella sua timidezza - comincia a cambiare irreversibilmente. Tenero, spassoso, commovente, acclamato dal Los Angeles Times come uno dei libri dell'anno, questo romanzo ha lanciato Aimee Bender come una delle migliori voci nella nuova narrativa americana.

Ormai lo sapete, io arrivo sempre in ritardo sul pezzo e anche questa volta non faccio eccezione. Conoscevo già Aimee Bender perché avevo letto L'inconfondibile tristezza della torta al limone (peraltro un romanzo molto carino e particolare), ma non avevo mai letto il suo romanzo d'esordio. Di solito si comincia dall'inizio, dal primo lavoro di un autore, per poi proseguire con il resto, ma io mi sono voluta distinguere pure stavolta e ho fatto le cose al contrario. Per dirla tutta, quando terminai la lettura del libro della torta al limone, mi ero detta che non avrei letto altro della Bender perché sì, scrive bene, ma... Questi puntini di sospensione mi erano rimasti impressi e, non so perché, avevano messo la parola 'fine' sul mio rapporto con l'autrice-Bender. Alcune settimane fa, però, ho avuto la possibilità di recuperare, per uno strano gioco del destino, il suo romanzo d'esordio e l'ho letto per vedere se si trattava della stessa Bender o se ci fosse qualcosa di diverso...Beh, sapete che vi dico?! Il romanzo di esordio di Aimee Bender è superiore alla torta al limone e di un bel po' secondo me. 

L'idea di base del romanzo è semplice ma efficace. Il filo conduttore di tutta la storia sono i numeri: interi, primi, frazioni, operazioni, e via dicendo. Tutta la vita di Mona Gray è impostata sui numeri. Già dal cognome si capisce quanta vitalità sprizzi questa ragazza nella vita quotidiana, quindi immaginate che bel mix salta fuori quando ci si mettono anche i numeri a dettare regole e condizioni! Nella vita di Mona c'è un numero per tutto: paura, felicità, tristezza, rabbia, morte, tutto ha il proprio numero. Fin qui, direte voi, nulla di eccezionale. Vero!, in fin dei conti, una ragazza che costruisce la propria vita basandosi su dei numeri non ha poi molto da raccontare. Ma se vi dicessi che:

Il giorno del mio ventesimo compleanno mi sono comprata un'ascia.

Così si presenta Mona all'inizio del libro. Il Lettore la incontra la prima volta in un negozio di ferramenta mentre, con fare misterioso, si compra un'ascia con i soldi che la madre le ha regalato per il suo ventesimo compleanno. Ogni altra ragazza si sarebbe precipitata in un negozio di borse, abbigliamento, scarpe, in una libreria o in un negozio di dischi, ma non lei!, non Mona! Lei si compra un'ascia perché assomiglia dannatamente ad un sette. Io vi giuro!, ho sperato fino all'ultima pagina che la usasse quest'ascia, per affettare le sue paure, le sue manie e le sue sciocche pare mentali, ma purtroppo non è successo. 
La timida e matematica Mona non si affetta con la sua stessa ascia, ma sarà travolta da numeri ed eventi che la faranno (finalmente!) crescere e le faranno buttare via paure e manie. 

Quindi, che dire?!, il romanzo è carino, scritto bene e assolutamente migliore del libro della torta al limone. Come romanzo d'esordio è incredibile e promettente. La storia è buona e regge (nei limiti degli stereotipi americani e delle famiglie da sit-com). Una lettura piacevole e rilassante, senza grandi pretese, ma da tenere presente.
Voi l'avete letto? Vi è piaciuto? Fatemi sapere cosa ne pensate!

4 commenti:

  1. Non ci crederai, ma io sono incappata per caso nel film tratto da questo libro, con protagonista Jessica Alba! Infatti quando ho letto la trama del libro da te riportata, sono rimasta di sasso perché la conoscevo! Adesso, noi abbiamo gusti diversi in fatto di film, quindi ti dirò solo che a me non è piaciuto, l'ho trovato piatto, decentrato e superficiale (oltre ad avere evidenti problemi di doppiaggio, ma questo non è colpa sua, poverino), quindi dico: grazie al cielo esiste un libro da cui è stato tratto! Sono certa che il libro sia molto più approfondito, coerente e scorrevole rispetto al film!!! Penso che lo leggerò, così mi farò un'idea più precisa! :D Grazie per avermi illuminata sulla via di Damasco (come sempre ultimamente)! E complimenti per le tue recensioni, sono sempre precise e accurate! :D Smuack!

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    1. Esiste un film tratto da questo libro?! :O Lo devo recuperare allora!
      Anche tu stavolta hai illuminato me perché non ne avevo proprio idea! Grazie :*

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  2. I titoli della Bender sono tutti tanto particolari da attirare l'attenzione e stimolare la curiosità, non trovi? Io ancora non ho avuto il piacere di provare a vedere se i contenuti dei suoi libri mi stuzzicano quanto i titoli, però ho in attesa sullo scaffale una sua raccolta di racconti intitolata La gonna in fiamme ed altri racconti. Penso proprio che comincerò da lì e poi vedremo!

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    1. Mah...devo dirti che i titoli un pizzico ingannano...scrive bene, sono storie carine, ma...
      Io la consiglio comunque perché è una voce fuori dal coro e leggerla è divertente!

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